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   | Città del Vaticano, 30 aprile 2000 | Servizio sperimentale a cura di Piero Di Domenicantonio | 
| «Oggi, la Chiesa si ferma, ancora una volta stupefatta, presso il sepolcro vuoto. Come Maria Maddalena e le altre donne... la Chiesa si china sulla tomba in cui il suo Signore è stato deposto dopo la crocifissione. Un mese fa, pellegrino in Terra Santa, ho avuto la grazia di inginocchiarmi davanti alla lastra di pietra, che segna il luogo dove fu sepolto Gesù. Oggi, Domenica di Risurrezione, faccio mio l'annuncio del messaggero celeste: "È risorto, non è qui!" (Mc 16, 6) » (Giovanni Paolo II, Messaggio «Urbi et Orbi», Pasqua del 2000) |  Il Messaggio «Urbi et Orbi» per la Pasqua del 2000   - «Il cieco egoismo di pochi non prevalga sul grido di dolore di molti». È questo il severo e fervente monito formulato da Giovanni Paolo II nel Messaggio «Urbi et Orbi» per la Pasqua del Grande Giubileo del 2000. Stretto dall'abbraccio della sterminata assemblea di fedeli di ogni parte del mondo raccolti in piazza San Pietro e in via della Conciliazione, il Papa ha esortato ogni uomo a lasciarsi toccare dal mistero della Risurrezione, a riscoprire il valore intangibile della vita umana, a superare e ad abbattere ogni barriera tra popoli e culture. 
 
 
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