Lungo i sentieri della santità e della solidarietà I Martiri: lievito della storia del Novecento
Giovanni Paolo II a Fatima
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Il filo d'oro
del «martirio»
Dal 30 aprile, giorno della Canonizzazione di suor Faustyna, al 12-13 maggio, viaggio apostolico a Fátima per la Beatificazione di Francesco e Giacinta, nel XIX anniversario del cruento attentato in Piazza San Pietro, abbiamo vissuto e stiamo vivendo giorni incalzantemente straordinari. Giorni pregni, suggestivi, solari, austeri. Giorni alti, nei quali storia, spiritualità, ecclesialità s'intrecciano e s'incontrano nel cammino intenso del Popolo di Dio in quest'Anno Santo che s'impone sempre più per l'eccezionalità del suo svolgersi. Un filo d'oro collega e quasi unifica questi quindici giorni: il martirio di ieri e di oggi. Il martirio di una generazione a noi contemporanea. Una testimonianza, la cui geografia non conosce confini. Dal Monte delle Croci a Piazza San Pietro tanti hanno sofferto. Tanti hanno versato il sangue per Cristo. Tanti hanno vinto. È il martirio della propria "identità" che si è fatto e si fa lievito di una storia nuova e di una memoria, come ha scritto Giorgio Rumi, senza infingimenti. Nel volume, La fine del mondo antico, che è ormai un classico della storiografia, Santo Mazzarino rilegge in chiave storica il poema La tragedia dell'uomo dell'ungherese Imre Madách. E ne riporta una pagina che contiene tutta la forza drammatica del poeta e tutta l'intelligenza dello storico capace di far "parlare" il documento anche al di là del contingente. "La vecchia terra ringiovanisce... - scrive Madách -. E i cristiani che cantano inni nel circo, mentre la tigre li fa a pezzi, portano a noi la fratellanza, portano all'uomo la libertà: dottrine nuove che dovranno scuotere il nostro mondo". È proprio così: anche i martiri del Novecento hanno scosso il mondo. Hanno testimoniato di fronte all'umanità, che entra nel Terzo Millennio, il senso infinito della dignità dell'uomo. E bisogna essere grati a Giovanni Paolo II per aver gridato dal Colosseo questa realtà in faccia a tutto il mondo. Un grido che, anche alla luce di motivazioni autobiografiche, disvela la verità sulla storia. Mario Agnes
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