Città del Vaticano, 27 Agosto 2000 | Servizio sperimentale a cura di Piero Di Domenicantonio |
"Sorvolando quell'area con l'elicottero, ho ammirato dall'alto uno spettacolo unico ed impressionante: un enorme tappeto umano di gente festosa, felice di stare insieme. Non potrò mai dimenticare l'entusiasmo di quei giovani. Avrei desiderato abbracciarli tutti ed esprimere a ciascuno l'affetto che mi lega alla gioventù di questo nostro tempo, a cui il Signore affida una grande missione al servizio della civiltà dell'Amore" (Giovanni Paolo II, Udienza generale del 23 agosto) |
della Gioventù Bisogna riconoscerlo: tutti - dalla gente comune ai mass-media, dai cronisti agli editorialisti - sono rimasti scossi dinanzi a questa manifestazione di fede che si pone come una cesura tra la fine del Millennio e l'aurora di una nuova era. La maggior parte di coloro che ne hanno parlato sembrano aver intravisto i primi bagliori di questa aurora. Non è mancata, tuttavia, qualche voce discordante che con supponenza vorrebbe salire in cattedra per dare lezioni sul "come" testimoniare la fede. Qualche voce che esprime disagio nel vedere due milioni di giovani manifestare tutti insieme il proprio credo. Ma a nessuno - credenti o non credenti - è lecito trasformare un evento di tale portata in un argomento di dissertazioni pseudoculturali. Questo è soltanto il momento di una riflessione da condurre con profonda serietà e con autentica onestà intellettuale. Noi che abbiamo visto possiamo testimoniarlo: gli oltre due milioni di giovani protagonisti di questa straordinaria manifestazione interpellano e inquietano tutti. Intanto, con la loro fede semplice, gioiosa, "contagiosa", hanno davvero dato inizio al terzo millennio.
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