11 - 07.10.2005 SOMMARIO ♦ OTTAVA CONGREGAZIONE GENERALE (VENERDÌ 7 OTTOBRE 2005 - ANTEMERIDIANO) ♦ OTTAVA CONGREGAZIONE GENERALE (VENERDÌ, 7 OTTOBRE 2005 - ANTEMERIDIANO) ● INTERVENTI IN AULA (CONTINUAZIONE) Alle ore 09.00 di oggi venerdì 7 ottobre 2005, memoria della Beata Vergine del Rosario, alla presenza del Santo Padre, con il canto dellOra Terza, ha avuto inizio lOttava Congregazione Generale, per la continuazione degli interventi dei Padri Sinodali in Aula sul tema sinodale : LEucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa Presidente Delegato di turno S.Em.R. il Sig. Card. Juan SANDOVAL ÍÑIGUEZ, Arcivescovo di Guadalajara (Messico). Dopo lintervallo dellOttava Congregazione Generale il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi ha chiesto la preghiera dei Padri sinodali per le vittime delluragano tropicale in America Centrale. Quindi, ha espresso gli auguri per lonomastico di due Padri sinodali in occasione della memoria odierna. Infine, prima di riprendere lintervento dei Padri sinodali in Aula, il Segretario Generale ha comunicato che il Santo Padre, accogliendo il suggerimento di diversi Padri sinodali, ha disposto che, lunedì 17 ottobre 2005 dalle ore 17.00 alle 18.00, nella Patriarcale Basilica di San Pietro in Vaticano, si terrà un ora di Adorazione Eucaristica. A questa Congregazione Generale che si è conclusa alle ore 12.30 con la preghiera dellAngelus Domini erano presenti 245 Padri. ● INTERVENTI IN AULA (CONTINUAZIONE) - S.Em.R. Card. Alfonso LÓPEZ TRUJILLO, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia (CITTÀ DEL VATICANO) - S.Em.R. Card. Darío CASTRILLÓN HOYOS, Prefetto della Congregazione per il Clero (CITTÀ DEL VATICANO) - S.B. E.ma Card. Nasrallah Pierre SFEIR, Patriarca di Antiochia dei Maroniti, Capo del Sinodo della Chiesa Maronita (LIBANO) - S.E.R. Mons. Aleksander KASZKIEWICZ, Vescovo di Grodno (BIELORUSSIA) - S.E.R. Mons. Dominik DUKA, O.P., Vescovo di Hradec Králové (REPUBBLICA CECA) - S.Em.R. Card. Juan Luis CIPRIANI THORNE, Arcivescovo di Lima (PERÙ) - S.Em.R. Card. Karl LEHMANN, Vescovo di Mainz, Presidente della Conferenza Episcopale (REP. FEDERALE DI GERMANIA) - S.E.R. Mons. Henryk MUSZYŃSKI, Arcivescovo di Gniezno (POLONIA) - S.Em.R. Card. Francis ARINZE, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (CITTÀ DEL VATICANO) - S.E.R. Mons. Rosario Pio RAMOLO, O.F.M. Cap., Vescovo di Goré (CIAD) - S.E.R. Mons. Juan Antonio UGARTE PÉREZ, Arcivescovo di Cuzco (PERÙ) - S.E.R. Mons. Brian Michael NOBLE, Vescovo di Shrewsbury (GRAN BRETAGNA (INGHILTERRA E GALLES) - S.E.R. Mons. Cornelius Fontem ESUA, Arcivescovo Coadiutore di Bamenda (CAMERUN) - S.E.R. Mons. Theotonius GOMES, C.S.C., Vescovo titolare di Zucchabar, Ausiliare di Dhaka (BANGLADESH) - S.E.R. Mons. Joseph Mohsen BÉCHARA, Arcivescovo di Antélias dei Maroniti (LIBANO) - S.E.R. Mons. Denis George BROWNE, Vescovo di Hamilton in New Zealand, Presidente della Conferenza Episcopale della Nuova Zelanda, Presidente della Federation of Catholic Bishops' Conferences of Oceania (F.C.B.C.O.) (NUOVA ZELANDA) - S.Em.R. Card. Jean-Louis TAURAN, Archivista e Bibliotecario di S.R.C. (CITTÀ DEL VATICANO) - S.E.R. Mons. William Joseph LEVADA, Arcivescovo emerito di San Francisco, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (CITTÀ DEL VATICANO) - S.Em.R. Card. Péter ERDŐ, Arcivescovo di Esztergom-Budapest, Presidente della Conferenza Episcopale (UNGHERIA) - S.E.R. Mons. Adrian Leo DOYLE, Arcivescovo di Hobart (AUSTRALIA) - S.E.R. Mons. Anthony MUHERIA, Vescovo di Embu (KENYA) - S.E.R. Mons. Tarcisius Gervazio ZIYAYE, Arcivescovo di Blantyre, Presidente della Conferenza Episcopale (MALAWI) Diamo qui di seguito i riassunti degli interventi: - S.Em.R. Card. Alfonso LÓPEZ TRUJILLO, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia (CITTÀ DEL VATICANO) Si tratta di un problema scottante in non poche nazioni e parlamenti. Oggi i progetti di legge e le scelte fatte o da fare mettono in grave pericolo "la stupenda notizia", cioè il vangelo della famiglia e della vita, che formano un'unità inscindibile. E' in gioco il futuro dell'uomo e della società e, per tanti aspetti, la genuina possibilità di una evangelizzazione integrale. C'è, come spesso si sente, un'argomentazione spuria per una cosiddetta libera scelta politica, che avrebbe il primato sui principi evangelici ed anche sul riferimento ad una retta ragione. Il positivismo giuridico sarebbe una spiegazione sufficiente. Sono abbastanza conosciute le ambigue posizioni di legislatori sul divorzio, sulle coppie di fatto, che almeno implicitamente costituirebbero un'alternativa al matrimonio, sebbene queste unioni siano semplicemente una "finzione giuridica", "denaro falso messo in circolazione". Peggio ancora, quando si tratta di "coppie" dello stesso sesso, cosa finora sconosciuta nella storia culturale dei popoli e nel diritto, anche se non presentate come "matrimonio". Certamente ancora più distruttivo è presentare questa finzione giuridica come "matrimonio" e pretendere il diritto all'adozione dei bambini. Tutta questa tendenza, che può invadere tante nazioni, è chiaramente contraria al diritto divino, ai comandamenti di Dio, ed è negazione della legge naturale. Il tessuto sociale è ferito in modo letale. Ne consegue un influsso disastroso sui diritti e sulla verità riguardante l'uomo, il quale non coglie più il carattere "trascendente" del suo "esistere come uomo" e si riduce ad uno strumento e ad un oggetto nei diversi attentati contro la vita, ad iniziare dal delitto abominevole dell'aborto. Si può permettere l'accesso alla comunione eucaristica a coloro che negano i principi e i valori umani e cristiani? La responsabilità dei politici e legislatori è grande. Non si può separare una cosiddetta opzione personale dal compito socio-politico. Non è un problema "privato", occorre l'accettazione del Vangelo, del Magistero e della retta ragione! Come per tutti, anche per i politici e i legislatori vale la parola di Dio: "Chiunque mangia il pane o beve il calice del Signore indegnamente..., mangia e beve la sua .condanna" (l Cor 11,27.29). Nell'Eucaristia è realmente presente il Signore della famiglia e della vita, dell'amore, dell'alleanza che unisce gli sposi. Dio è il Creatore della dignità umana. La questione non si risolve in modo congiunturale secondo la varietà degli atteggiamenti nei differenti paesi, poiché la coscienza dei cristiani e la comunione ecclesiale risulterebbero offuscate e confuse. Tutte quelle questioni devono essere chiarite e illuminate dalla Parola di Dio alla luce del Magistero della Chiesa, nello splendor Veritatis. I politici e i legislatori devono sapere che, proponendo o difendendo i progetti di leggi inique, hanno una grave responsabilità e devono porre rimedio al male fatto e diffuso per poter accedere alla comunione con il Signore che è via, verità e vita (cfr Gv 14, 6). [00155-01.03] [IN125] [Testo originale: italiano] - S.Em.R. Card. Darío CASTRILLÓN HOYOS, Prefetto della Congregazione per il Clero (CITTÀ DEL VATICANO) Faccio riferimento soprattutto ai numeri 6, 25 - 33,34 e 18 dellInstrumentum Laboris. Questo Sinodo professa e conferma la fede secolare della Chiesa nel grande sacramento, che eccelle su tutti gli altri sacramenti perché in esso è contenuto, sotto le specie consacrate, in modo vero, reale e sostanziale Nostro Signore Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo. NellEucaristia, perché veramente uomo e realmente presente, posso conversare con il mio Signore, posso rivolgermi a Lui senza timore nella povertà del mio linguaggio e dei miei sentimenti; e perché Egli è veramente Dio si apre davanti a me un orizzonte infinito di contemplazione, un terreno di sicurezze e certezze. Il popolo cattolico, con sapienza vitale, sa veramente cosè la santa Eucaristia? La scarsa partecipazione allEucaristia domenicale, la scomparsa delle associazioni di culto eucaristico, la mancanza di coerenza in molte persone tra la pratica eucaristica e la vita, labitudine generalizzata di comunicarsi senza confessarsi, la pratica del sacramento da parte di divorziati risposati, e di persone violente sollevano linterrogativo: il popolo cattolico sa veramente cosè lEucaristia? Non si conosce abbastanza profondamente la grandezza del mistero di un Dio che si fa pane e compagnia, che si accampa nelle tende del pellegrinaggio per offrire il suo amore redentore. Mi permetto di proporre alcune soluzioni: 1. Una catechesi a tutti i livelli secondo le culture, età, condizioni intellettuali, economiche, sociali. 2. I leaders chiamati a eseguire questo progetto sono i sacerdoti. Scelti da sempre dal Padre, sono stati sigillati da Cristo. Fedeli nel loro compito, hanno bisogno di sostegno nella stanchezza del cammino, di aiuto e comprensione nella fragilità e di guide per la santità. Sono oltre 400.000, una capillarità grandissima che non ha dimenticato il mandato fate questo in memoria di me. Potremmo chiedere rispettosamente che nella Esortazione post-sinodale il Santo Padre li incoraggi e li stimoli. Loro, formati e seguiti, possono riempire i vuoti, correggere gli abusi, impartire un insegnamento sano e forte. Possono stimolare e guidare i laici animatori delle comunità senza sacerdote stabile e celebrare leucaristia, se le circostanze lo esigono quasi in forma itinerante. Assieme ai sacerdoti ci saranno i religiosi e le religiose, le famiglie, i movimenti, i catechisti, i giovani, tutti quei laici impegnati, nutriti e motivati dalla stessa Eucaristia. In questa impresa catechistica possiamo contare su due potenti strumenti: il Catechismo della Chiesa Cattolica e il Compendio del Catechismo dato recentemente alla Chiesa dal Santo Padre. 3. Per un culto adeguato dellEucaristia bisogna ricuperare il senso del mistero e della devota venerazione del sacro. La dignità del rito esclude la superficialità, la banalizzazione del sacro. Gli abusi offuscano la ricchezza della riforma liturgica. 4. Urge unazione mondiale per la santificazione dei ministri dellEucaristia: profonda riflessione spirituale, orazione costante, giornate di digiuno e contemplazione silenziosa del volto eucaristico di Gesù, il Signore. Essi trasmetteranno questa forza e vita a tutta la famiglia cattolica. La ricchezza del celibato, dono prezioso dello Spirito Santo, eleva la persona e la figura eucaristica del sacerdote. Nellambito della cultura sessuale odierna il matrimonio dei sacerdoti non sarebbe una garanzia e nemmeno una sicurezza di fronte ai problemi di ordine morale che toccano alcuni sacerdoti. Il Sinodo può chiedere al Santo Padre che ci incoraggi ad apprezzare nella nostra Chiesa sempre di più il dono inestimabile del celibato e a chiudere le porte a false aspettative che possono creare inquietudine e confusione: [00157-01.04] [IN132] [Testo originale: spagnolo] - S.B. E.ma Card. Nasrallah Pierre SFEIR, Patriarca di Antiochia dei Maroniti, Capo del Sinodo della Chiesa Maronita (LIBANO) 1. Mi riferisco alla Relazione prima della Discussione, punto a2, intitolato Viri probati?, che tratta del celibato dei sacerdoti cattolici. Il testo dice: Per sopperire alla scarsità di sacerdoti, taluni, guidati dal principio salus animarum suprema lex, avanzano la richiesta di ordinare fedeli sposati, di provata fede e virtù, i così detti viri probati, invece di lasciare le parrocchie senza servizio sacerdotale. 2. Esiste un problema che nessuno ignora e che merita un esame attento. Nella Chiesa maronita sono ammessi i sacerdoti sposati. La metà dei nostri sacerdoti diocesani sono sposati. Ma bisogna riconoscere che se il ricorso agli sposati risolve un problema ne crea altri altrettanto gravi. Il sacerdote sposato ha il dovere di occuparsi di sua moglie e dei suoi figli, assicurare loro una buona educazione, inserirli nella società. Inoltre il sacerdozio in Libano si è anche dimostrato un mezzo di promozione sociale. Esiste unaltra difficoltà per un prete sposato ed è quella di non avere un buon rapporto con i suoi parrocchiani. Il suo Vescovo tuttavia non può cambiarlo per limpossibilità di trasferire insieme a lui tutta la sua famiglia. Nonostante tutto, i sacerdoti sposati hanno perpetuato la fede di quel popolo con cui condividono la dura vita. Senza di loro questa fede non esisterebbe più. 3. Daltra parte, il celibato è il gioiello più prezioso nel tesoro della Chiesa Cattolica. Ma come conservarlo in una atmosfera piena di erotismo: giornali, internet, cartelloni pubblicitari, spettacoli, tutto si mostra senza vergogna e ferisce ogni volta la virtù della castità. Naturalmente un sacerdote, una volta ordinato, non può più contrarre matrimonio. Inviare sacerdoti in un paese dove mancano (prendendoli) da un paese che ne ha tanti, non è la soluzione ideale se si tiene conto delle tradizioni, delle abitudini e delle mentalità. Il problema rimane. Bisogna pregare lo Spirito Santo affinché suggerisca alla sua Chiesa soluzioni adeguate. [00154-01.04] [IN143] [Testo originale: francese] - S.E.R. Mons. Aleksander KASZKIEWICZ, Vescovo di Grodno (BIELORUSSIA) Nel mio intervento vorrei richiamare la seconda parte dell' Instrumentum laboris, cioè la fede della Chiesa nel Mistero Eucaristico. Più precisamente l'argomento da me trattato rimane collegato alla conclusione della seconda parte. Il punto di partenza per la riflessione è l'esperienza vissuta dalla Chiesa locale in Bielorussia a confronto con ciò che si può osservare negli altri Paesi del mondo. Ne derivano alcune proposte concrete: - restituire al tabernacolo il posto centrale nelle chiese, per sottolineare la fede nella presenza reale di Gesù nei segni sacramentali; - preparare una normativa precisa riguardante la progettazione degli edifici sacri, affinché la stessa architettura possa aiutare a portare l'uomo all' incontro con Gesù Eucaristico; - anche se alcune chiese funzionano come monumenti storici, è necessario creare in esse un clima di profondo rispetto verso il Santissimo, affinché, per nessun motivo economico o commerciale, sia sminuito il loro carattere della casa di Dio; - rendere le chiese accessibili anche al di fuori del tempo delle celebrazioni, per assicurare alla gente la possibilità d'incontro con Gesù presente nel Santissimo; - promuovere, soprattutto nelle città, l'adorazione eucaristica, almeno in alcune ore del giorno, con la possibilità della riconciliazione sacramentale; la nostra esperienza ci dice che i luoghi dell'adorazione eucaristica contribuiscono all'incremento della sana devozione. [00153-01.03] [IN144] [Testo originale: italiano] - S.E.R. Mons. Dominik DUKA, O.P., Vescovo di Hradec Králové (REPUBBLICA CECA) Quando sperimentiamo la vita della Chiesa nellEucaristia, non possiamo sperare che si tratti di unesperienza priva di tensioni. Senza tensioni non cè vita! Molti di noi sono convinti che esista una liturgia tridentina e una liturgia posteriore al Concilio Vaticano II. Ma non è vero. Ci sono liturgie differenti e sviluppi liturgici ci sono sempre stati. Dobbiamo avere grande considerazione e rispetto per la liturgia della Chiesa orientale, ma anche per i nuovi sviluppi della liturgia latina. Quando fu elaborata la liturgia bizantina, per rendere onore a Cristo si fece ricorso al cerimoniale imperiale di corte, pur preservando contemporaneamente la fedeltà al mistero del Figlio di Dio. In questo senso devono essere ammessi anche modi diversi di venerazione di Cristo in Asia, Africa o Europa. La differenza tra la liturgia latina e quella bizantina è più profonda di quella fra il rito tridentino e la liturgia dello Zaire! Lo studio della storia della Liturgia e dei sacramenti incoraggia anche una nuova azione liturgica. Non si può ridurre tutto solo allobbedienza pedissequa di rubriche. Abbiamo bisogno anche di apprezzare il significato profondo insito nella liturgia e che da essa scaturisce. [00160-01.05] [IN153] [Testo originale: tedesco] - S.Em.R. Card. Juan Luis CIPRIANI THORNE, Arcivescovo di Lima (PERÙ) Il numero 37 dellInstrumentum Laboris ricorda che la Santa Messa è il Sacrificio Sacramentale; ma cè da aggiungere che tutta la vita di Cristo ha un carattere sacrificale. La Messa per il cristiano è il luogo privilegiato della sua identificazione con Cristo. Pertanto, la risposta migliore della Chiesa alla cultura secolarizzata è lo scandalo della Croce (Cfr. Gal 5,11) come fondamento della pastorale di santificazione che si intende proporre. Suggeriamo due linee di condotta: la prima, rivolta a tutti i fedeli, per rendere più accessibile la confessione, con orari compatibili con la giornata lavorativa, con la presenza di sacerdoti prima e durante le cerimonie, incoraggiando il diritto ad utilizzare confessionari e non aumentando i ministri straordinari della Comunione. Laltra, centrata sulla santità dei sacerdoti e dei seminaristi: si raccomanda la pratica frequente della confessione, la scelta dei candidati al sacerdozio e la cura dei seminari. [00159-01.04] [IN154] [Testo originale: spagnolo] - S.Em.R. Card. Karl LEHMANN, Vescovo di Mainz, Presidente della Conferenza Episcopale (REP. FEDERALE DI GERMANIA) Un Sinodo dei vescovi fa riferimento alla prassi della Chiesa, ma è bene che tenga conto delle nozioni teologiche che gli sono di aiuto. La trattazione dellEucaristia è stata a lungo influenzata dal rifiuto delle tendenze riformatrici. Ciò si è reso necessario e ha preservato la fede della Chiesa. Grazie ai movimenti biblici, patristici, liturgici ed ecumenici del XX secolo abbiamo riscoperto la nostra ricca tradizione. Molto è stato recepito nel Concilio Vaticano II e nei documenti successivi, ma molto non è stato ancora colto e fatto nostro in modo fecondo. Si tratta in primo luogo di: Eucaristia come completa espressione di gratitudine al Dio trino, memoria (anamnesi, memoria) in quanto carattere fondamentale, sacrificio in quanto dono di sé di Gesù Cristo, invocazione dello Spirito, comunione eucaristica e unità della Chiesa. Possiamo così comprendere meglio la ricchezza della nostra fede e inoltre risolvere alcuni problemi ecumenici. Le classiche decisioni dogmatiche si possono ben inserire in questo contesto e restano indispensabili. Così possiamo anche rispondere meglio al mandato che il vescovo affida a ogni sacerdote nellOrdinazione:Sii consapevole di ciò che fai!. Il Sinodo dei vescovi rappresenta perciò una grande opportunità. [00158-01.05] [IN155] [Testo originale: tedesco] - S.E.R. Mons. Henryk MUSZYŃSKI, Arcivescovo di Gniezno (POLONIA) Il numero 54 dell' Instrumentum "Parola e Pane di vita" esige un approfondimento biblico e teologico. Sia la Sacra Scrittura che la Tradizione patristica testimoniano l'interdipendenza della Parola e del Pane divino e l'analogia (non l'identità) tra il Verbo che si fece carne e la Parola di Dio "incarnata"nelle vesti umane. In entrambi il Cristo, Verbo della vita eterna (1 Gv 1,3), si dona come nutrimento salvifico. Uno stretto rapporto tra la Parola e il Pane proviene dalla centralità della Persona e della missione del Risorto (cfr. il racconto sui discepoli di Emmaus: la presenza del Cristo nelle Scritture prepara i discepoli a comprendere il mistero della sua presenza nel pane spezzato). In modo analogo il pane della vita (Gv 6,5; cfr. 6,51) corrisponde al verbo della vita (1 Gv l,l; cfr. Gv 6,68). Lo stesso parallelismo si trova anche nell' antica tradizione cristiana, ad es. in Origene (Scholia in Mattheum 17,14-21), Tertulliano (De res. mort 37,11) san Ireneo (Adv. Haereses 4.23,22-29), Cesario d'Arles (Sermo 78,2) e san Girolamo: [ci] si può nutrire del suo Corpo e bere il suo Sangue non solo nel mistero dell 'Eucaristia ma anche tramite la lettura della Sacra Scrittura (Girolamo, In Eccles. 3,12). [00064-01.04] [IN056] [Testo originale: italiano] - S.Em.R. Card. Francis ARINZE, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (CITTÀ DEL VATICANO) Nel trattare la Celebrazione Eucaristica, lars celebrandi si riferisce alla partecipazione interiore ed esteriore da parte del celebrante e della congregazione. Essa mette in luce limportanza di un forte senso di contemplazione estatica, quasi un sacro stupore dinanzi al Mistero di Dio che si rivela e ci dona le sue ricchezze nella Santa Eucaristia. Esige un silenzio accogliente e una reazione di preghiera che scaturisce da cuori in ascolto che si aprono allazione nascosta ma potente dello Spirito Santo. Lars celebrandi impone serie esigenze al sacerdote che celebra il sacrificio Eucaristico: consapevolezza del ministero ricevuto con lOrdinazione (agnosce quod agis, imitare quod tractas) e consapevolezza di agire in persona Christi oltre che come ministro della Chiesa universale. Essa sprona il sacerdote ad approfondire la sua conoscenza della liturgia, della Scrittura e della teologia e sottolinea limportanza della formazione permanente per i sacerdoti che esercitano il ministero. Infatti molti abusi liturgici trovano molto spesso fondamento nellignoranza o in un falso concetto di libertà (Redemptionis Sacramentum, 6, 7). Lars celebrandi aiuta il sacerdote a porsi in una disposizione di piena fede e in un atteggiamento composto durante la Messa. Da una parte non può isolarsi dai presenti. Dallaltra non deve diventare un protagonista che dà spettacolo di sé. Liturgia non è ciò che facciamo, bensì ciò che riceviamo nella fede. Per quanto riguarda gli altri che contribuiscono alla celebrazione Eucaristica - i servitori dellaltare, i lettori, il coro, ecc. - lars celebrandi esige una buona preparazione, fede, umiltà e una costante attenzione al sacro mistero più che a se stessi. Quando la Messa viene celebrata in questo spirito, essa nutre la fede e la manifesta fortemente- lex orandi, lex credendi. Grazie a unautentica comprensione del ruolo delle norme liturgiche, una celebrazione siffatta è scevra da banalizzazioni e dissacrazioni. Fa sì che le persone tornino a casa avendo ricevuto il nutrimento appropriato, spiritualmente rinfrancate e dinamicamente pronte allevangelizzazione. Il ruolo del Vescovo diocesano nel promuovere lars celebrandi è di cruciale importanza (cf Sacrosanctum Concilium, 41; Instr. Laboris, 52). Le Messe celebrate nelle cattedrali, nei grandi santuari e centri di pellegrinaggio e nelle grandi assemblee di fedeli, dovrebbero essere modelli di ars celebrandi. [00074-01.06] [IN050] [Testo originale: inglese] - S.E.R. Mons. Rosario Pio RAMOLO, O.F.M. Cap., Vescovo di Goré (CIAD) Beatissimo Padre, cari fratelli sinodali, fratelli e sorelle in Cristo, Parlo a nome della Conferenza Episcopale del Ciad e a nome mio. In Ciad i primi missionari cattolici sono arrivati nel 1929. Oggi i cristiani cattolici rappresentano circa il 20% dei sette milioni di abitanti, distribuiti in sette diocesi e una prefettura apostolica. La Chiesa in Ciad è in piena crescita e vive la propria fede soprattutto intorno ai sacramenti, laddove il Battesimo e lEucaristia sono i pilastri delle nostre comunità. In materia di Eucaristia, il nostro Paese sta per vivere una prima: un Congresso Eucaristico Nazionale, che sarà celebrato il prossimo gennaio. È stato preparato per tre anni attraverso Congressi Eucaristici parrocchiali e diocesani, che, contro ogni attesa, si sono rivelati dei veri successi. 1. La nostra festa intorno a Gesù Eucaristico Le celebrazioni eucaristiche domenicali sono i momenti più attesi della settimana dalle comunità sia nei grandi centri sia nei villaggi più isolati. LEucaristia occupa un posto molto importante nella vita delle nostre comunità e dei fedeli. Tutte le celebrazioni eucaristiche, soprattutto quelle domenicali, sono momenti di festa. Sono lespressione della nostra salvezza e il segno della nostra unità. I cristiani sono fieri di parteciparvi. La liturgia è resa viva dai canti e dalle danze che i cristiani fanno nei diversi momenti della celebrazione. La grande partecipazione dei bambini e delle donne rende ancora più festosa e gioiosa questa liturgia. 2. Le nostre preoccupazioni Le diocesi non hanno un numero sufficiente di sacerdoti per venire incontro alle necessità delle comunità cristiane, perciò molti cristiani la domenica restano senza celebrazione eucaristica e senza comunione. I ministri straordinari dellEucaristia non sono sufficientemente preparati per tale ministero. In assenza del sacerdote spesso i fedeli fanno confusione tra la celebrazione eucaristica e la celebrazione della Parola di Dio. Tale confusione diventa ancora più grande quando a questultima si associa la comunione eucaristica. La perdita del senso del sacro è uno dei problemi più importanti che incontriamo oggi nelle celebrazioni eucaristiche. Il senso del sacro è una realtà che attualmente sfugge ai fedeli e che, per diverse ragioni, non fa più parte del loro retaggio culturale. Unaltra difficoltà è causata dal basso numero di fedeli che si comunicano durante le celebrazioni eucaristiche a causa della loro situazione matrimoniale: ritardo nel regolarizzare il matrimonio, paura del sacramento del matrimonio, poligamia... La stessa situazione è vissuta dalle coppie miste. 3. Tentativi di soluzione Dinanzi a tutti questi problemi occorrerebbe mettere a punto una catechesi per lapprofondimento della fede dei cristiani adulti. Occorre pensare allistituzione del diaconato permanente affinché le comunità cristiane possano beneficiare della comunione eucaristica ogni domenica. Occorre ravvivare ufficialmente listituzione dei ministri straordinari dellEucaristia, sebbene il problema dei mezzi di trasporto, viste le grandi distanze, e quello economico comunque permangano. Al di là di tutte queste gioie, e nonostante le preoccupazioni e i difficili tentativi di soluzione, lEucaristia rimane per la nostra Chiesa il centro di tutta la vita cristiana e delle nostre celebrazioni. Che diventi fonte e culmine della vita e della missione di questa giovane Chiesa Famiglia di Dio che è in Ciad. [00061-01.05] [IN052] [Testo originale: francese] - S.E.R. Mons. Juan Antonio UGARTE PÉREZ, Arcivescovo di Cuzco (PERÙ) Al n. 50 dellInstrumentum laboris vengono indicate alcune disposizioni per ricevere degnamente il Corpo di Cristo. Questa considerazione mi offre lo spunto per commentare un aspetto importante in questo ambito: la distribuzione della comunione in mano. Nei termini in cui questa pratica era contemplata inizialmente - limitata a gruppi di persone con una buona formazione - certamente si tratta di unopzione accettabile. In questo caso non si corre il pericolo che vengano commessi alcuni abusi che, purtroppo, si verificano quando la comunione viene distribuita in mano in modo indiscriminato, vale a dire senza la garanzia che quanti la ricevono abbiano una formazione sufficiente e intenzioni rette. Per quanti conoscono questi rischi, tale pratica spesso si trasforma in fonte di tensioni: sia per il sacerdote, che deve richiamare coloro che non consumano lostia consacrata immediatamente, sia per gli altri fedeli che assistono a tali situazioni. In definitiva, per rispetto al Santissimo Sacramento, e come misura di prudenza, ritengo necessario che questa assemblea esamini lopportunità di suggerire norme per limitare tale pratica a piccoli gruppi di persone di buona fede e formazione comprovate. [00063-01.05] [IN054] [Testo originale: spagnolo] - S.E.R. Mons. Brian Michael NOBLE, Vescovo di Shrewsbury (GRAN BRETAGNA (INGHILTERRA E GALLES) La sezione 71 parla dellimportanza della Messa Domenicale per la sopravvivenza della fede. Per questo motivo occorre garantire la celebrazione della Messa al massimo numero possibile di fedeli. Tuttavia in molte Diocesi a causa della mancanza di sacerdoti è difficile che ci sia unofferta adeguata in questo senso ed è probabile che questa difficoltà aumenterà sempre di più. Le sezioni 55 e 56 dellInstrumentum pongono lattenzione su alcune conseguenze di tale situazione: celebrazioni della Parola sostitutive della Santa Messa rischiano di ridurre il culto cristiano a un servizio assembleare. Può sorgere confusione sulla differenza tra il ministero ordinato e non ordinato. Non dovremmo aggiungere a ciò il rischio che i preti debbano assumere un ruolo quasi esclusivamente inerente al culto, mettendo così a rischio la dimensione profetica e pastorale del ministero ordinato? E non costituisce una parte importante della nostra Tradizione il fatto che esista uno stretto legame tra presiedere lEucaristia e presiedere una comunità nellamore? La preghiera per le vocazioni e la distribuzione dei sacerdoti nelle chiese (55) sono già dei progressi, ma vorrei sottolineare la necessità di un approccio più urgente al problema. Se lEucaristia è la fonte e culmine della nostra vita e missione, non dovrebbe essere nostra priorità unadeguata offerta della sua celebrazione? E per quanto tempo ancora le comunità dovrebbero essere comunità in attesa del sacerdote? Per questi motivi, propongo che la Santa Sede consulti i Vescovi sulla vastità del problema e chieda la nostra opinione su quale sia il modo migliore di affrontare la questione in quei paesi dove la necessità è molto forte. [00077-01.06] [IN064] [Testo originale: inglese] - S.E.R. Mons. Cornelius Fontem ESUA, Arcivescovo Coadiutore di Bamenda (CAMERUN) Al punto n. 47 dellInstrumentum laboris ci si rammarica del fatto che non sempre si cura in modo adeguato la proclamazione della Parola di Dio. Per sottolineare limportanza della Liturgia della Parola durante la celebrazione Eucaristica dovrebbe esserci nelle nostre parrocchie, innanzitutto, unappropriata organizzazione del Ministero Pastorale Biblico (lApostolato Biblico). Grazie a esso si insegna al fedele il rispetto e la venerazione per la Parola di Dio (cfr. Dei Verbum, n.21). Le Bibbie stanno nelle case, nelle comunità e nelle Chiese cristiane per la venerazione e la preghiera, così come lEucaristia è conservata nelle nostre Chiese e cappelle per ladorazione e la preghiera. Il fedele impara a leggere, pregare e meditare la Parola di Dio che è viva, attiva e potente. Ciò aiuterebbe i ministri sia ordinati che non ordinati a proclamare la Parola di Dio con maggiore convinzione durante la celebrazione liturgica, e il fedele la accoglierebbe meglio e con la dovuta attenzione e venerazione. Unadeguata organizzazione dello Studio Biblico e dei gruppi di Condivisione Evangelica, specialmente a livello di piccole comunità cristiane, preparerebbe meglio il fedele a un ascolto più attento e fruttuoso della Parola di Dio quando viene proclamata durante la celebrazione dellEucaristia. In secondo luogo, dovrebbe essere sottolineata limportanza dellomelia che spiega la Parola di Dio a uso del fedele. Essa lega la Parola allEucaristia e fa sì che i partecipanti continuino a vivere lEucaristia, la testimonino nella carità e vadano in missione alla fine della celebrazione. Ci si dovrebbe impegnare a spiegare il compimento delle profezie dellAntico Testamento in Gesù Cristo, lultima parola detta da Dio allumanità, e che continua a parlarci oggi con la sua parola salvifica nelle concrete situazioni della vita. Senza lomelia la celebrazione Eucaristica potrebbe essere considerata un atto magico. È lomelia a fare la differenza tra la celebrazione cristiana dellEucaristia e i sacrifici della Religione Tradizionale Africana, che molte volte sono accompagnati da invocazioni e formule magiche, spesso in lingue che non vengono comprese dai partecipanti. In terzo luogo, la solenne processione con il Libro del Vangelo poco prima della sua proclamazione (il Piccolo ingresso bizantino) intesa come mistica entrata del Verbo incarnato e sua presenza in mezzo allassemblea dei credenti (n. 46) non è sufficiente a illuminare limportanza della Liturgia della Parola. In alcune Chiese Particolari dellAfrica, per esempio in molte Diocesi del Camerun, la Liturgia della Parola è introdotta da un solenne Lezionario o da una Processione della Bibbia che comincia immediatamente dopo la Preghiera dInizio e non subito prima della proclamazione del Vangelo. Lassemblea è così invitata ad ascoltare la Parola di Dio con la stessa attenzione e rispetto con cui ascolta un sovrano tradizionale che si rivolge ad essa o quando viene proclamato un suo messaggio. Tutto ciò contribuirebbe a illuminare limportanza della Parola di Dio e a sottolineare il fatto che è Dio in persona a parlare al suo Popolo quando la sua Parola, dellAntico così come del Nuovo Testamento, viene proclamata durante la celebrazione Eucaristica. Il fedele lascolterebbe con maggiore riverenza, la stessa che prova al momento della Consacrazione. [00079-01.08] [IN068] [Testo originale: inglese] - S.E.R. Mons. Theotonius GOMES, C.S.C., Vescovo titolare di Zucchabar, Ausiliare di Dhaka (BANGLADESH) Sono questi alcuni aspetti dellEucaristia che richiedono unazione pastorale: a) LEucaristia come nutrimento: Le Scritture parlano del cibo come di unesigenza terrena fondamentale, alla quale viene fatto riferimento nella creazione, nel deserto del Sinai, nella Preghiera del Signore; la moltiplicazione dei pani ne esprime la sufficienza e abbondanza; lEucaristia indica la sua santità profonda. Il nutrimento, mantenendo il nostro corpo unito allo spirito, ha un fine spirituale; ricevuto come pane quotidiano, come appagamento nello spirito dei poveri, diventa una cosa santa. Se trattato con avidità, il cibo perde questa qualità di sacro. Loppressione, la morte di tante persone per mancanza di cibo, è immensamente non Eucaristica, una situazione peccaminosa molto umiliante dei nostri tempi progrediti, che ci rende meno degni di celebrare lEucaristia. In modo molto concreto, la Chiesa, localmente, a livello parrocchiale e diocesano, e, a livello più elevato, quello delle nazioni e delle comunità internazionali, deve affrontare questa situazione in modo concreto, come obbligo e compito eucaristico. b)LEucaristia come Corpo: LEucaristia come corpo di Cristo indica che il nostro corpo è santo e Eucaristico e non un fardello e un ostacolo per il nostro spirito. Tra corpo e spirito esiste comunione, non dicotomia. Dobbiamo prenderci cura spiritualmente del nostro corpo. Il Corpo sofferente di persone con malattie difficili, degli anziani e dei morenti, dei portatori di handicap gravi, di tutte le persone duramente oppresse e violate nel corpo, partecipa al mistero dellEucaristia, manifestando forza interiore, gloria e bellezza. Grazie alle loro ferite, uniti al Signore, veniamo sanati. c) LEucaristia come Comunità: La stessa celebrazione eucaristica, creando lunione sacramentale e mistica con Gesù, deve condurci a una comunione sempre più salda con la comunità locale. Concretamente, si può fare in modo che le Offerte durante la Celebrazione Eucaristica vengano donate direttamente ai poveri della comunità locale, facendo scaturire le nostre opere di carità direttamente dallEucaristia e rendendole in tal modo più spirituali e mistiche, più attraenti ed efficaci nel creare la comunione in seno alla comunità. d) La crescente situazione ecumenica e interreligiosa esige una presenza più significativa dei non cattolici e dei non cristiani alla nostra Eucaristia, per manifestare una più profonda vicinanza con noi. Nellambito di una riflessione dottrinale e pastorale più ampia, è possibile avere una partecipazione massima o una presenza attiva da parte loro, compresi tutti coloro che non possono ricevere lEucaristia. [00083-01.04] [IN077] [Testo originale: inglese] - S.E.R. Mons. Joseph Mohsen BÉCHARA, Arcivescovo di Antélias dei Maroniti (LIBANO) Al n. 49 del Instrumentum laboris un piccolo paragrafo è dedicato allEpiclesi. Desidero attirare lattenzione su due punti: 1. Sarebbe un grande vantaggio se si concedesse più spazio alle preghiere eucaristiche, tanto numerose, utilizzate nelle liturgie orientali, al fine di poter presentare una visione completa del tema del sinodo. 2. Fare rapidamente un po di luce sul concetto dellEpiclesi nella tradizione siro-maronita, specialmente in SantEfrem. Secondo questa tradizione, Consacrazione ed Epiclesi sono intimamente legate, poiché riguardano una concezione globale delleconomia salvifica, che si sviluppa dalla creazione fino alla Parusia. Le preghiere eucaristiche danno uno spazio importante al ruolo dello Spirito Santo, che vivifica e rende divini non solo il pane e il vino, ma anche tutta la comunità cristiana riunita per celebrare i Santi Misteri. Più precisamente, il ruolo dello Spirito nella celebrazione eucaristica è legato al suo ruolo nella risurrezione di Cristo. In effetti laltare rappresenta la tomba, mentre le specie del pane e del vino simboleggiano il corpo e il sangue di Cristo, immolato sulla croce e sepolto. Cristo è stato risuscitato dalla forza dello Spirito; lo stesso accade con le specie: il pane e il vino diventano il corpo e il sangue di Cristo risorto. La preghiera eucaristica di san Giacomo, del IV secolo, è molto illuminante a riguardo. È evidente che la dinamica dellEpiclesi non è chiusa entro confini limitati; piuttosto ha una dimensione ecclesiale infinita. SantEfrem è più esplicito nel rivolgersi alla Chiesa: ... mangia il Fuoco nel pane; bevi lo Spirito nel sangue; vestiti del Fuoco e dello Spirito ed entra nella stanza delle luci. Il Fuoco e lo Spirito sono associati al pane e al vino eucaristico, poiché traducono la stessa realtà pneumatica, agendo attraverso tutta la Bibbia, e più precisamente nel Battesimo di Cristo, nella sua Risurrezione e nella Pentecoste. Agli occhi di Efrem, lo stesso pneuma agisce anche a livello della vita cristiana, sia personale che comunitaria. Ricevere lo Spirito ricevendo il corpo eucaristico di Cristo significa costituire ed edificare il Corpo di Cristo che è la Chiesa, animata dallo Spirito. LEucaristia, pertanto, ha al contempo una dimensione cristica, pneumatica ed ecclesiale. Il porre nuovamente laccento sullEpiclesi mostra che la Chiesa ammette il pluralismo e trae dalla sua tradizione, sia orientale sia occidentale, le ricchezze del suo patrimonio multiforme. [00084-01.04] [IN078] [Testo originale: francese] - S.E.R. Mons. Denis George BROWNE, Vescovo di Hamilton in New Zealand, Presidente della Conferenza Episcopale della Nuova Zelanda, Presidente della Federation of Catholic Bishops' Conferences of Oceania (F.C.B.C.O.) (NUOVA ZELANDA) 1. È importante, per noi come Chiesa, ricordare che le piccole comunità di cattolici hanno lo stesso diritto di partecipare allEucaristia dei loro fratelli e sorelle delle parrocchie grandi e impegnate. Noi, come Chiesa, abbiamo continuo bisogno di aprirci per trovare dei modi in cui lEucaristia possa diventare di facile accesso per tutti i nostri fedeli. Allora gli dissero: Signore, dacci sempre questo pane (Gv 6,34). Dobbiamo essere sensibili alle domande che i fedeli spesso ci pongono, per esempio: Perché pare che sia possibile che i preti un tempo sposati della Comunità Anglicana vengano ordinati e fungano da sacerdoti cattolici, mentre ex sacerdoti cattolici che hanno avuto la dispensa dal loro voto di celibato non possono svolgere alcuna funzione pastorale? 2. È necessario incoraggiare continuamente i nostri sacerdoti e diaconi a essere il più possibile efficaci nelle omelie per dare nutrimento, speranza e ispirazione alle nostre comunità. Buone omelie fanno sì che la congregazione entri nella Liturgia Eucaristica con fede più profonda e amore per il Signore. Possa il nostro Popolo essere sempre guidato con buone omelie alla compagnia di Gesù Cristo, quando Egli porta i fedeli dal tavolo della Parola al tavolo dellEucaristia. [00090-01.04] [IN084] [Testo originale: inglese] - S.Em.R. Card. Jean-Louis TAURAN, Archivista e Bibliotecario di S.R.C. (CITTÀ DEL VATICANO) Lintervento fa riferimento alla III parte dellInstrumentum laboris, Eucaristia nella vita della Chiesa, capitolo II, n° 66: Atteggiamenti di adorazione. Almeno nel mondo occidentale, la genuflessione è sempre meno in uso. Praticamente non ci si inginocchia più durante la celebrazione della messa. Durante la settimana, le chiese sono spesso chiuse, la visita al SS. Sacramento diventa spesso impossibile. Sarebbe bene ricordare limportanza della testimonianza di cristiani e comunità che non esitano a inginocchiarsi per affermare la grandezza e la vicinanza di Dio nellEucaristia. Davanti allEucaristia, luomo riconosce di avere bisogno di un Altro che gli dia nuove energie per le battaglie della vita. Un mondo senza adorazione sarebbe un mondo a sola misura duomo. Un mondo che non sia altro che mondo di produzione renderebbe la vita irrespirabile. Un mondo senza adorazione non solo è irreligioso, è un mondo inumano! [00111-01.04] [IN094] [Testo originale: francese] - S.E.R. Mons. William Joseph LEVADA, Arcivescovo emerito di San Francisco, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (CITTÀ DEL VATICANO) Una certa artificiale opposizione tra le omelie a carattere dottrinale e quelle liturgiche ha impedito la formazione catechetica dei fedeli per poter attuare la loro fede nel mondo odierno secolarizzato. Questa falsa dicotomia può essere superata solamente mostrando come l' aspetto dottrinale è quello che coglie il senso più profondo della Sacra Scrittura, analogamente a quanto fa la liturgia stessa: farci incontrare con Cristo, nostro Redentore. Propongo, pertanto, che il Sinodo faccia propria la raccomandazione (cfr. N. 47) di chiedere che un programma pastorale sia preparato - non da imporre, ma da proporre a colore che predicano nelle celebrazioni eucaristiche domenicali - sulla base della ripartizione in tre anni del Lezionario, collegando la proclamazione della dottrina della fede ai testi biblici nei quali tali verità sono radicate, e facendo riferimento al Catechismo della Chiesa Cattolica ed al suo Compendio recentemente pubblicato. [00112-01.04] [IN095] [Testo originale: italiano] - S.Em.R. Card. Péter ERDŐ, Arcivescovo di Esztergom-Budapest, Presidente della Conferenza Episcopale (UNGHERIA) Come abbiamo sentito nella relazione del Relatore Generale, lo "stupore" riguardo all'Eucaristia è un atteggiamento che corrisponde alla sua santissima realtà. L'atteggiamento dell'adorazione deve caratterizzare infatti già il modo della nostra partecipazione alla celebrazione eucaristica stessa. L'adorazione verso Cristo presente nell'Eucaristia anche fuori della Messa è realmente una conseguenza della nostra fede riguardo al mistero celebrato. Così Dio che è l'Altro rispetto a tutto il mondo creato, benché sia presente dappertutto in questo mondo, si incontra con l'uomo nel modo più intenso nella santissima Eucaristia. In tal modo Cristo diventa fonte della nostra vita cristiana, comunitaria ed individuale, e di tutta la missione della Chiesa. È un grande valore se una persona desidera ardentemente la Comunione nella Chiesa cattolica ma è necessario compiere un cammino adeguato per arrivare ad essa: cambiare la propria vita, ricevere il sacramento della penitenza ecc. Questi passi devono essere attuati realmente, oggettivamente. Il desiderio emozionale non basta, la ricezione dell'Eucaristia non può essere vissuta con mentalità consumistica. Sembra necessario che i sacerdoti e anche i fedeli ricevano un orientamento chiaro mediante la promulgazione di regole disciplinari circa questi punti, come pure a proposito della celebrazione del sacramento della penitenza durante la Messa. Una conseguenza della santità speciale dell'Eucaristia è l'apertura verso i poveri. Nel nostro paese, il momento più importante che esprime la solidarietà verso i poveri è la raccolta durante la Messa. [00113-01.04] [IN096] [Testo originale: italiano] - S.E.R. Mons. Adrian Leo DOYLE, Arcivescovo di Hobart (AUSTRALIA) Dopo aver letto lInstrumentum laboris preparato per questo Sinodo, mi è venuto in mente che manca un forte riconoscimento del meraviglioso contributo dei nostri sacerdoti. In alcune parti del mondo, compreso il mio paese, lAustralia, quella del prete continua a essere una vocazione molto impegnativa, forse più di quanto non lo sia stata nel recente passato. Voglio sottolineare il paragrafo 56 del documento, dove si esprime gratitudine per i Catechisti. Sono certo che tale gratitudine sia ben meritata, specialmente in quelle zone dove la Chiesa fa tanto affidamento sulla presenza e il contributo dei Catechisti. Un tale riconoscimento non potrebbe essere rivolto anche alle molte migliaia di sacerdoti che, spesso in circostanze assai difficili, rendono un insostituibile servizio nel celebrare lEucaristia, tema a cui questo Sinodo ha dato così grande attenzione come parte dellAnno dellEucaristia? Spesso molti sacerdoti anziani si assumono pesanti responsabilità per un periodo di tempo più lungo rispetto ai loro coetanei nella società. Hanno responsabilità pastorali per un maggior numero di persone rispetto a quanto non accadeva nei primi anni del loro ministero sacerdotale. Molti devono affrontare lunghi viaggi per servire le comunità sparse sul territorio, mentre altri celebrano lEucaristia e gli altri Sacramenti per un numero molto ampio di persone pur avendo scarsa assistenza. Molti giovani sacerdoti vanno incontro a un futuro che sanno pieno di sfide per via del limitato numero di preti con cui condivideranno il ministero. [00146-01.07] [IN103] [Testo originale: inglese] - S.E.R. Mons. Anthony MUHERIA, Vescovo di Embu (KENYA) È stata posta una grande attenzione sulle manifestazioni esteriori, talvolta a discapito dellinteriorità inespressa del mistero. La sfida per la Chiesa in Africa è il discernimento. La Liturgia deve condurre verso linterno, dentro il mistero. Nella scelta delle danze liturgiche e degli altri elementi dellinculturazione, occorre tener conto della loro capacità di condurre dentro il mistero perché possano essere idonei alla liturgia. Deve esservi spazio perché il mistero possa parlarci, in modo che si tenga ampiamente conto degli aspetti ascendenti-verso Dio e dellaspetto discendente-santificante del Mistero Pasquale. Solo questa interiorità-ascendenza dellaspetto festivo della Chiesa in Africa potrà veramente arricchire la celebrazione del mistero Eucaristico. La celebrazione dellEucaristia come sacrificio della Croce richiede anche un approccio contemplativo. A tal fine, gli sforzi di inculturazione nella celebrazione liturgica dellEucaristia devono essere permeati di un profondo senso sacramentale, affinché gli aspetti esteriori siano unautentica esteriorizzazione del mistero che viene celebrato. La creatività nel processo dinculturazione perde lorientamento se è priva di una profonda comprensione del Mistero. [00145-01.05] [IN104] [Testo originale: inglese] - S.E.R. Mons. Tarcisius Gervazio ZIYAYE, Arcivescovo di Blantyre, Presidente della Conferenza Episcopale (MALAWI) Parlo a nome della Conferenza Episcopale del Malawi e mi riferisco al n. 70 dellInstrumentum laboris, che parla delEucaristia domenicale. LEucaristia rappresenta veramente il centro, la fonte e il culmine della nostra vita cristiana; eppure la realtà dice che l80% dei fedeli del Malawi non possono partecipare allEucaristia tutte le domeniche. Non solo, molti di loro non possono parteciparvi neppure una volta al mese, e questo per la scarsità dei sacerdoti. Per la maggior parte dei nostri fedeli è la Parola di Dio a essere veramente presente in modo costante. Promuoviamo la condivisione di quella Bibbia che offra metodi di lettura migliori della Parola di Dio, quali la Lectio divina. Attualmente la sfida che il Malawi e altri paesi devono affrontare è quella di fare dellEucaristia ciò che è: il centro della vita cristiana. Cosa possiamo fare perché tutti i fedeli abbiano la possibilità di partecipare alla celebrazione eucaristica tutte le domeniche? Con la scarsità di ministri ordinati, come possiamo rendere lEucaristia il centro della vita cristiana? Come possiamo far sì che la Santa Messa sia accessibile alle persone e così provvedere al loro nutrimento e alla loro crescita spirituale? La Chiesa ha il compito di trovare i mezzi idonei per affrontare questa sfida. Ringraziamo Dio perché in Malawi abbiamo un gran numero di vocazioni al sacerdozio. La formazione dei seminaristi, i nostri futuri sacerdoti che saranno ministri dellEucaristia, è di importanza cruciale. Tuttavia il nostro impegno nellassolvere questo compito essenziale è ostacolato talvolta da una seria e critica mancanza di risorse adeguate ed efficaci, sia umane che materiali. Riteniamo che limpegno a unautentica condivisione e scambio di risorse tra il nord e il sud possa trasformare le nostre condizioni e le nostre comunità, dotandole di sacerdoti ben formati che possano rendere un servizio pastorale completo al popolo di Dio. Le risorse del nord unite alle nostre possono contribuire alla formazione dei nostri futuri sacerdoti. La Chiesa ha bisogno di molti sacerdoti con una buona formazione per una fruttuosa celebrazione e ricezione della Santa Eucaristia. [00149-01.04] [IN107] [Testo originale: inglese] |