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SYNODUS EPISCOPORUM
BOLLETTINO

XI COETUS GENERALIS ORDINARIUS
SYNODI EPISCOPORUM
2-23 octobris 2005

Eucharistia: fons et culmen vitae et missionis Ecclesiae


Questo Bollettino è soltanto uno strumento di lavoro ad uso giornalistico.
Le traduzioni non hanno carattere ufficiale.


Edizione plurilingue

10 - 06.10.2005

SOMMARIO

♦ SETTIMA CONGREGAZIONE GENERALE (GIOVEDÌ, 6 OTTOBRE 2005 - POMERIDIANO)

♦ SETTIMA CONGREGAZIONE GENERALE (GIOVEDÌ, 6 OTTOBRE 2005 - POMERIDIANO)

● INTERVENTI IN AULA (CONTINUAZIONE)

Alle ore 16.30 di oggi giovedì 6 ottobre 2005, con la Preghiera per il felice esito del Sinodo, ha avuto luogo la Settima Congregazione Generale, per la continuazione degli interventi dei Padri Sinodali in Aula sul tema sinodale Eucharistia: fons et culmen vitæ et missionis Ecclesiæ.

Presidente delegato di turno S.Em.R. il Sig. Card. Francis ARINZE, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina del Sacramenti.

● INTERVENTI IN AULA (CONTINUAZIONE)

In questa Settima Congregazione Generale sono intervenuti i seguenti Padri:

- S.E.R. Mons. Lucio Andrice MUANDULA, Vescovo di Xai-Xai (MOZAMBICO)
- S.Em.R. Card. Antonio María ROUCO VARELA, Arcivescovo di Madrid (SPAGNA)
- S.B.R. Emmanuel III DELLY, Patriarca di Babilonia dei Caldei, Capo del Sinodo della Chiesa Caldea (IRAQ)
- S.Em.R. Card. Godfried DANNEELS, Arcivescovo di Mechelen-Brussel, Malines-Bruxelles, Presidente della Conferenza Episcopale (BELGIO)
- S.E.R. Mons. Louis CHAMNIERN SANTISUKNIRAM, Arcivescovo di Thare and Nonseng (THAILANDIA)
- S.E.R. Mons. Luciano Pedro MENDES DE ALMEIDA, S.I, Arcivescovo di Mariana (BRASILE)
- S.E.R. Mons. Nestor NGOY KATAHWA, Vescovo di Kolwezi (REP. DEMOCRATICA DEL CONGO)
- S.B.R. Nerses Bedros XIX TARMOUNI, Patriarca di Cilicia degli Armeni, Capo del Sinodo della Chiesa Armena Cattolica (LIBANO)
- S.E.R. Mons. Michael Louis FITZGERALD, M. Afr., Arcivescovo titolare di Nepte, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso (CITTÀ DEL VATICANO)
- S.E.R. Mons. Charles Maung BO, S.D.B., Arcivescovo di Yangon, Presidente della Conferenza Episcopale (MYANMAR)
- S.E.R. Mons. Julián LÓPEZ MARTÍN, Vescovo di León (SPAGNA)
- S.E.R. Mons. Thomas Christopher COLLINS, Arcivescovo di Edmonton (CANADA)

Diamo qui di seguito i riassunti degli interventi:

- S.E.R. Mons. Lucio Andrice MUANDULA, Vescovo di Xai-Xai (MOZAMBICO)

Il punto di partenza del mio intervento è il tema stesso di questa XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi: «L'Eucaristia: Fonte e Culmine della Vita e della Missione della Chiesa», tema che sembra orientarci ad un approfondimento degli aspetti pastorali, spirituali ed ecclesiologici dell'Eucaristia.
Parlerò soltanto degli aspetti pastorali ed ecclesiologici del sacerdote, in quanto ministro autorizzato a celebrare l'Eucaristia.
Partendo quindi dal presupposto dell'Eucaristia, fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa, e considerando che gli attuali dati statistici ci parlano di una grande scarsità di sacerdoti nel mondo, mi viene naturale chiedere fino a che punto una comunità ecclesiale priva del Sacramento dell'Eucaristia possa arrivare a quel dinamismo di vita che la permetta di trasformarsi in una comunità missionaria, capace di portare a compimento, con gioia, il proggetto missionario che il Signore Gesù stesso ci ha affidato: «Andate dunque ed ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato» (Mt 28,19-20).
In altre parole, come possono i membri di una comunità ecclesiale che vive senza l'Eucaristia giungere alla perfezione di vita cristiana, ovvero a quello stato di santità che risulta della comunione col Signore e che poi gli fa diventare, mediante la loro partecipazione nell' opera salvi fica di Cristo, luce del mondo e sale della terra (cfr. Mt 5,13-16)?
Bisogna quindi insistere nella giusta redistribuizione dei sacerdoti nel mondo, come è già stato più volte chiesto dai padri sinodali, ed è urgente riproporre a tutta la Chiesa, in particolare ai sacerdoti, una vera spiritualità eucaristica, tutta contrassegnata della gratuità del sacrificio di Cristo, che si dona come pane eucaristico, perché tutti possiamo accedere alla vita nuova della grazia.

[00138-01.04] [IN131] [Testo originale: italiano]

- S.Em.R. Card. Antonio María ROUCO VARELA, Arcivescovo di Madrid (SPAGNA)

Es bueno precisar los objetivos del Sínodo a la luz del tema fijado por Juan Pablo II y, luego, confirmado por Benedicto XVI, pero teniendo en cuenta el momento actual de la Iglesia y de sus necesidades pastoral es hoy más urgentes.
Se debe de partir para ello de la doctrina del Vaticano II sobre la Iglesia en su íntima y constitutiva relación con el Sacramento de la Eucaristía, iluminada recientemente por la Encíclica "Ecclesia de Eucharistia". El Vaticano II ha recogido en bellísima síntesis teológica los frutos doctrinales y pastorales de la renovación litúrgica, espiritual y apostólica que vivió la Iglesia en la primera mitad del siglo XX.
A continuación se debe de affrontar la antítesis al Concilio que han representado las interpretaciones radicalmente secularizadoras del contenido, significado y de las formas celebrativas del Sacramento Eucarístico “fons et culmen totius vitae christianae”. Sin olvidar la rémora que supuso el cuestionamiento eclesiológico de la reforma litúrgica por parte de pequeños grupos. Nos encontramos, pues, en la hora de una nueva síntesis doctrinal y pastoral, clarificadora y superadora de esas antítesis:
1. Por la vía de una renovación en clave pascual de la doctrina, la catequesis y la experiencia práctica del Sacramento de la Eucaristía, como aquel en el que se actualiza el sacrificio y oblación sacerdotal de Cristo, presente substancialmente bajo las especies eucarísticas.
2. A través de una pedagogía canónica y pastoral, cuidadosa y respetuosa de la comunión eclesial que elimina el subjetivismo y la arbitrariedad en las formas de la celebración y del culto eucarístico.
3. Y por el fomento de una espiritualidad eucarística basada en el hábito y en la experiencia de la adoración del Sacramento por excelencia, "el Sacramento del Amor de los Amores", alimento para la santificación de los fieles y fuerza para que puedan ser testigos activos del Evangelio en el mundo.

[00139-04.05] [IN137] [Texto original: español]

- S.B.R. Emmanuel III DELLY, Patriarca di Babilonia dei Caldei, Capo del Sinodo della Chiesa Caldea (IRAQ)

Una breve parola sulla presenza di Nostro Signore nell'Eucaristia secondo la tradizione, la liturgia e la devozione dei fedeli Caldei membri della Chiesa d'Oriente denominata Chiesa Caldea, che si è sviluppata nell'Impero di Partho e dei Sassanidi al di la della sponda del fiume Eufrate fino alla Cina, alla Mongolia, al Tibet e poi all'India.
Questa Chiesa nata in Mesopotamia e nella Persia, ebbe la grazia di ricevere la prima predicazione dagli Apostoli e dai primi Discepoli di Cristo, già a partire dal primo secolo dopo la Pentecoste, come ci insegna la dottrina Eucaristica confermata oggi dalla fede e dalla dottrina della Chiesa Cattolica d'Occidente.
La Chiesa Caldea d'Oriente considera Gesù nel SS. Sacramento presente realmente nell'Eucaristia come "vittima per i nostri peccati" fonte di vita per gli uomini, fuoco che brucia i peccati e purifica i cuori, e cita spesso nei suoi libri liturgici la profezia di Isaia, che parla del "Servo di Iawé" che porta i peccati nel mondo.
Gesù nell'Eucaristia è la luce che illumina la Via che ci conduce alla vita Eterna e il Maestro che ci insegna. Egli è la nostra forza e la nostra consolazione nelle difficoltà e persecuzioni; Egli è la manna viva che ci da la vita e ci sostiene.
Egli è il cibo nutriente del Banchetto che il Padre Celeste ha fatto.
Gesù si è dato alla Sua Sposa che è la Chiesa e la Chiesa ce lo ha reso tramite i Sacerdoti.
La Chiesa Caldea nutre una grande devozione verso l’Eucaristia, partecipando alle Solenni processioni col SS. Sacramento.
Prepara i suoi figli a seguire la tradizione dei loro Padri e prega dicendo: "Signore Misericordioso il dono di Te a noi mortali è grande. Per l'acqua ci hai rivestiti del Tuo spirito, per il pane ci hai fatto mangiare il Tuo Corpo e per il Tuo Sangue vivente ci hai santificato, così ci hai uniti ai Beni Spirituali e dalla terra ci elevi al Cielo. Amen"

[00140-01.04] [IN141] [Testo originale: italiano]

- S.Em.R. Card. Godfried DANNEELS, Arcivescovo di Mechelen-Brussel, Malines-Bruxelles, Presidente della Conferenza Episcopale (BELGIO)

Ce synode sur l’Eucharistie a deux objectifs. Nous voulons d’abord réfléchir et approfondir nos connaissances des richesses du mystère de l’Eucharistie et de sa liturgie, afin de mieux l’aimer et la célébrer. Le second objectif de ce synode est de travailler pour que toutes ces richesses parviennent à s’enraciner dans une culture post-moderne qui est, sous certains aspects et à première vue, défavorable à cet enracinement.
Et pourtant notre culture est pleine de paradoxes. En dessous de cette négativité se cache la tendance opposée: pour l’home contemporain, la perception de l’invisible est difficile. Pourtant, il y a un intérêt certain pour tout ce qui est au-delà de l’horizon, au-delà du sensible, du rationnel, de l’efficacité et de la productivité; l’homme contemporain est en plus un être de l’agir, mais dans cet homme se cache aussi une immense soif de la gratuité, du don; il n’aime pas le rite à cause de sa répétitivité et sa monotonie, mais il invente néanmoins tout le temps ses propres rites; l’eschatologie chrétienne semble oubliée et même trompeuse, mais jamais il n’y a eu une telle soif d’un monde meilleur et un tel besoin d’espérance; même si le symbolisme de la liturgie eucharistique n’est pas bien perçu ni apprécié, on ne peut pas dire que notre culture soit aveugle envers les symboles, elle en invente de nouveaux trous les jours; il est vrai aussi que l’homme contemporain est porté à la manipulation et au possessif, mais il y a aussi une générosité oblative presque sans bornes (tsunami); l’homme contemporain veut bouger et nos liturgies sont souvent devenues très actives, activistes même. Mais nous oublions qu’il y a chez beaucoup de nos contemporains une véritable soif de silence. Nous avons peut-être mal compris le sens de la actuosa participatio qui implique aussi le silence devant le mystère. Tous ces éléments de notre culture portent en eux des semences pour une évangélisation de notre culture, et la meilleure évangélisation, c’est la célébration à la liturgie elle-même. Elle est en elle la première évangélisatrice.

[00141-03.03] [IN130] [Texte original: français]

- S.E.R. Mons. Louis CHAMNIERN SANTISUKNIRAM, Arcivescovo di Thare and Nonseng (THAILANDIA)

It goes without saying that secularization is destroying the faith of Catholics as well as other people in Thailand. People are less religious. They are desperately looking for new gods who, they think, might help them to be happy in their life. The Church in Thailand should help the faithful to examine their faith in God and especially in Christ being present in the Eucharist.
Faith formation on the Eucharist is a matter of urgency to be expedited. As clearly manifested, Catholic devotion toward the Eucharist is currently very weak especially among children and youth. It is, therefore, of utmost urgent necessity that a systematic and continuing formation on faith in the Eucharist be launched at first in creating the awareness of sacredness of the Eucharist with the real presence of Jesus Christ. There are also other indications that devotion to the Eucharist is not yet deep. Many a Catholic may consider receiving the Holy Communion a mere social practice so they go to communion without proper preparation. At the same time, formation on the Sacrament of Reconciliation is also quite important. This is to help the faithful to receive the Holy Communion properly by way of the Sacrament of Reconciliation. The faithful must be clearly and repeatedly educated that their life is a journey to the Father and must be nourished by the Bread of Life. Jesus Christ, the Emmanuel, is ready to accompany everyone to eternal life.
As the faithful are part of the mystical Body of Christ who is the head, participation of the faithful in the Eucharistic celebration must be active. They should be encouraged by their parish priest to form a liturgical committee to prepare in a good and meaningful way for the assembly.
To achieve the objective: formulation of faith in the Eucharist, promotion of lively participation in the Holy Mass and making Sunday the day of Eucharistic celebration become the culture of life for the faithful; the Bishops' Conference of Thailand will appoint an ad hoc committee consisting of the committee for liturgy and the theological advisory committee to expedite the above agenda until the goal has been achieved within 5 years by using all kinds of media.

[00142-02.05] [IN133] [Original text: English]

- S.E.R. Mons. Luciano Pedro MENDES DE ALMEIDA, S.I, Arcivescovo di Mariana (BRASILE)

Il commento si riferisce al n°. 37 dell’ Instrumento laboris, che tratta del “sacrificio, memoriale e convivio”.
l La dimensione sacrificale dell'Eucaristia è al centro del mistero eucaristico: "La morte e risurrezione di Gesù". Il Sacrificio di Nostro Signore progetta una gran luce sul significato della sofferenza umana e su tutta la vita dei cristiani e ci permette di comprendere il perché i cristiani, in grazia di Dio una volta perdonati, continuano a soffrire in questo mondo, in mezzo alle tribolazioni e senza essere liberati da esse.
2 Il Sacrificio della Chiesa
Ma il Signore Gesù ha voluto associare la sua Chiesa alla sua offerta di amore: "Fate questo in memoria di me". Così, la Chiesa, la comunità dei fedeli, è convocata da Gesù per vivere la "forma eucaristica", per offrire con lui, per lui e in lui la propria vita per la salvezza del mondo.
Ha dato la vita per noi e noi dobbiamo dare la nostra vita (l Gv 3, 16).
Il sacerdote all'altare si unisce all'offerta del Signore facendo sue le parole e i sentimenti di Gesù, parole di impegno della sua vita con Gesù, "pro mundi vita".
I fedeli sono chiamati ad unire la loro vita "in Cristo" e a partecipare al suo sacrificio d'amore.
"Guarda, o Padre, questa tua famiglia che si ricongiunge a Te nell'unico sacrificio del tuo Cristo (Preghiera Eucaristica RIC I). Cosi, nell'Eucaristia si realizza l’insegnamento dell'apostolo Paolo: "Fratelli, per misericordia di Dio, vi esorto ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio, è questo il vostro culto spirituale"(Rm 12,1).
3 Il senso di tutta la vita cristiana è l'unione con Cristo che si offre al Padre per la vita dell'umanità. Ecco la "forma eucaristica". È questa la bellezza dell'offerta quotidiana insegnata "dall'Apostolato della Preghiera", che invita i fedeli ad assumere la "forma eucaristica", unendo la loro vita con Maria, al cuore di Cristo che si offre per l'umanità.
4 Il discepolo di Gesù rimane in questo mondo, ingiusto e violento, in mezzo alle tribolazioni, per riparare i suoi peccati personali, ma pure per vivere la "forma eucaristica", per fare del bene agli altri, per portare frutti di salvezza, per essere sale, luce e fermento nel mondo.
5 La missione dei discepoli di Cristo è di vivere nella grazia di Dio e rimanere in mezzo alle tribolazioni in questo mondo dove esistono l'odio e divisioni, assumendo la "forma eucaristica" dell'offerta della propria vita per amore, completando nella carne quello che manca alla passione di Cristo, "per il suo corpo, che è la Chiesa" (Col 1,24).
L'Eucaristia non solo ci dà la forza per affrontare con coraggio ed amore le tribolazioni, ma ci dà la luce per comprendere il perché delle nostre sofferenze unite a quelle di Gesù: è l'amore che si sacrifica per il bene dei fratelli e per la vita del mondo.
Questo dà un'enorme pace al cuore scoprendo il progetto divino di salvezza che unisce le nostre vite e fa sicché gli uni cooperano alla salvezza degli altri.
6 Dobbiamo dunque penetrare nella bellezza della dimensione sacrificale dell'Eucaristia e invitare il popolo di Dio ad assumere la "forma eucaristica" di vivere, valorizzando il momento centrale dell' epiclese, quando lo Spirito Santo ci riunisce in un solo corpo e dell' anafora quando, nella forza dello Spirito, la Chiesa offre la propria vita con Cristo, per Cristo e in Cristo al Padre.
Il cristiano non chiede di essere liberato dalle tribolazioni e patimenti che fanno parte dellessere nel mondo, ma di rimanere sempre unito a Cristo, nella Chiesa e di offrire nella pace la propria vita in attesa della sua venuta, nella pienezza del Regno.

[00143-01.04] [IN147] [Testo originale: italiano]

- S.E.R. Mons. Nestor NGOY KATAHWA, Vescovo di Kolwezi (REP. DEMOCRATICA DEL CONGO)

1. Parmi les diverses dimensions du sacrement de l'Eucharistie, celle de sa relation au Mystère Pascal est présenté par l'Instrumentum Laboris (n° 35) comme revêtant un « caractère central»
2. Cette caractéristique de l'Eucharistie tient à sa nature même telle qu'elle est définie par le Catéchisme de l'Église Catholique: «L'Eucharistie est le mémorial de la Pâque du Christ, l'actualisation et l'offrande sacramentelle de son unique sacrifice, dans la liturgie de l'Église qui est son corps» (n° 1362). Et Ecclesia de Eucharistia précise: « De cette façon, l'Eucharistie étend aux hommes d'aujourd'hui la réconciliation obtenue une fois pour toutes par le Christ pour l'humanité de tous les temps» (n° 12).
3. L'Église devrait approfondir davantage cette mystique afin que le peuple de Dieu soit amené à expérimenter en vérité la communion au Christ qui actualise son sacrifice rédempteur.
4. Dans un pays comme le Congo-Kinshasa, les fidèles catholiques doivent être de plus en plus initié à porter à l' Autel leurs souffrances qui sont celles de tout leur peuple et qui durent depuis des décennies. Les frustrations des injustices et inégalités sociales, les rancoeurs de vivre dans l'extrême pauvreté sur un sol et sous-sol extrêmement riches mais scandaleusement exploités pour le bonheur des autres, les guerres qui lui sont imposées entraînant destructions et déplacements forcés, les soubresauts des haines tribales et ethniques... pour ne citer que ces quelques échantillons, sont des tragédies qui tapissent le chemin de croix du peuple congolais. Étant lui-même à la fois victime et artisan de sa propre misère, il doit être illuminé par le mystère du Corps livré et du Sang versé afin d'y trouver la grâce de la conversion, la purification de son péché, la sincérité de la réconciliation avec Dieu et avec son prochain, l'engagement à combattre le mal sous toutes ses formes et dans tous les secteurs de la vie publique et privée. Que dans l'Eucharistie, l'ensemble du peuple congolais, de même que les pasteurs de l'Église, trouvent le réconfort et les énergies nécessaires, sources et gages du redressement du pays qui est espéré et attendu, pour s'imposer le plus rapidement possible. Ceci, grâce à la bonne volonté et la collaboration sincère de tous. C'est alors que ministres consacrés et fidèles pourront intérioriser cette prière de la Messe:
«Regarde, Seigneur, cette offrande que tu as donné toi-même à ton Église; accorde à tous ceux qui vont partager ce pain et boire à cette coupe d'être rassemblés par l'Esprit Saint en un seul corps, pour qu'ils soient eux.-mêmes dans le Christ une vivante offrande à la louange de ta gloire» (Missel Romain, Prière Eucharistique IV). Amen.

[00144-03.03] [IN145] [Texte original: français]

- S.B.R. Nerses Bedros XIX TARMOUNI, Patriarca di Cilicia degli Armeni, Capo del Sinodo della Chiesa Armena Cattolica (LIBANO)

Née en 301, l'Eglise arménienne trouva que le Dimanche était déjà désigné "Jour du Seigneur" par toutes les Eglises. Elle en fit de même et développa sa tradition riche et propre autour du Dimanche. Les Pères de l'Eglise arménienne ont sévèrement condamné les prêtres qui ne célèbrent pas l'Eucharistie ou qui ne respectent pas le repos dominical le Dimanche. La célébration Eucharistique du Dimanche dans la liturgie arménienne est solennelle et est, par conséquent, toujours chantée. Dans les villages d'Arménie et de Georgie, loin de la sécularisation des grandes villes, j'ai vu nos fidèles célébrer le Dimanche vraiment comme un jour de grande joie et de fête, avec une participation active de toute l'assemblée à la Liturgie Eucharistique. La fête de Pâques est la date centrale du calendrier liturgique, de sorte que tous les Dimanches de l'année s'adaptent sur la date de Pâques, qui est mobile. Les grandes fêtes aussi sont transférées au Dimanche. Ainsi, la Transfiguration est célébrée le 14° Dimanche après Pâques, l'Assomption le Dimanche le plus proche du 15 Août et l'Exaltation de la Sainte Croix le Dimanche le plus proche du 14 Septembre. De même, aucune commémoration de saint n'est célébrée le Dimanche, qui est consacré à la Résurrection du Seigneur. Une autre caractéristique des Dimanches dans la liturgie arménienne: 4 Dimanches de l'année sur les 5 fètes dites des Tabernacles jouissent d'une vénération spéciale: Pâques, la Transfiguration, l'Assomption de Marie, l'Exaltation de la Croix, la 5° fête étant l'Epiphanie, appelée Théophanie. Ils sont précédés par une période de jeûne et sont suivis le lendemain par la commémoration des Défunts. Un des Pères de l'Eglise arménienne exhorte les fidèles ainsi: "Exalter le Dimanche par vos bonnes oeuvres, car le Dimanche est le jour de la Résurrection et de la liberté.

[00073-03.04] [IN011] [Texte original: français]

- S.E.R. Mons. Michael Louis FITZGERALD, M. Afr., Arcivescovo titolare di Nepte, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso (CITTÀ DEL VATICANO)

In the Eucharist the sacrifice of the Lord is offered for the whole word. Included therefore are those who belong to other religions. It is good to make this explicit from time to time, by means of the homily, through special prayers, or even through a special Mass which could be added to the Roman Missal. When people of other religions are present at the Eucharist, special attention should be given them so that they can assist with profit. Eucharistic adoration is also a time for praying for people of other religions.

[00097-02.05] [IN026] [Original text: English]

- S.E.R. Mons. Charles Maung BO, S.D.B., Arcivescovo di Yangon, Presidente della Conferenza Episcopale (MYANMAR)

In any situation in our world, our best reaction is to give our lives wholeheartedly to Christ, through prayer and penance. Prayer should especially be in the presence of Jesus Himself - in the most Blessed Sacrament.
That is the foundation of the worldwide movement for Perpetual Eucharistic Adoration.
Pope Paul said he wrote this encyclical - Mysterium Fidei "so the hope aroused by the Council that a new era of Eucharistic piety pervade the whole Church be not frustrated." He pleaded with pastors and bishops to "tirelessly" promote devotion to the Blessed Sacrament.
Pope John Paul II, in his letter On the Mystery and Worship of the Eucharist (1980), wrote: "The Church and the world have a great need for Eucharistic adoration. Jesus waits for us in this sacrament of His love. In the opening prayer of the Perpetual chapel in St. Peter's - Vatican the Pope prayed for every parish in the world to have perpetual adoration.
His Holiness Benedict XVI has very vividly expressed: "Let us beseech the Lord to reawaken in us the joy at His presence and that we may once more adore Him. Without adoration, there is no transformation of the world"
When asked "What will save the world?" Mother Teresa replied: "My answer is prayer. What we need is for every parish to come before Jesus in the Blessed Sacrament in holv hours of pravers."
Over 2,500 parishes around the world now have Perpetual Eucharistic Adoration. About 500 in the Philippines, the United States has about 1,100 chapels of perpetual adoration, the Republic of Ireland about 150, South Korea has about 70 and lesser numbers in India, Sri Lanka and Myanmar.
Holy Father, if the Perpetual Adoration Chapels were to be established in all the dioceses in the world and in all the possible parishes, what a magnificent result would be from the Eucharistic year.
“Everything in the universe cried aloud: to tho One seated on the throne and to the Lamb be all praise and honor, glory and power forever end ever.” (Rev. 5:13)
This is true: until the Church cries out that Jesus in the Blessed Sacrament is worthy of perpetual adoration for all He has done for our salvation, it will continue to be defeated by it's enemies.
I believe, the best, the surest and the most effective way of establishing everlasting peace on the face of the earth is through the great power of Perpetual Adoration of the Blessed Sacrament.
Gratias.

[00098-02.05] [IN029] [Original text: English]

- S.E.R. Mons. Julián LÓPEZ MARTÍN, Vescovo di León (SPAGNA)

Partiendo de la centralidad de la Eucaristía en la vida cristiana, en paralelo con la centralidad del Misterio pascual, quisiera recordar la íntima relación existente entre la Eucaristía y el año litúrgico, cuyo núcleo y fundamento es precisamente el domingo (cf. SC 106). El año litúrgico es el "sagrado recuerdo en días determinados a través del año", especialmente los domingos, que la Iglesia va haciendo para "conmemorar así los misterios de la Redención, y abrir las riquezas del poder santificador y de los méritos de su Señor... " (SC 102). Este despliegue o desarrollo "de todo el misterio de Cristo" lo hace la Iglesia sirviéndose ante todo del Leccionario dominical y festivo de la Palabra de Dios. De este modo el Señor resucitado es siempre contenido obligado del domingo y aun de cualquier fiesta.
Después de la proclamación de la Palabra, la totalidad del misterio de Cristo es celebrado en su integridad esencial por la plegaria eucarística, actualizándose sacramentalmente bajo la acción del Espíritu Santo. La Eucaristía es una piedra preciosa engarzada en el anillo del Año litúrgico.
Algunas consecuencias prácticas:
1. Evitar el traslado de fiestas de santos u otras conmemoraciones de menor categoría al domingo. 2. Procurar que las Jornadas eclesiales en domingo no oscurezcan el día del Señor 3. Homilía mistagógica, porque el Leccionario dominical y festivo permite suficientemente tocar todos los aspectos de la doctrina de la fe y los principios de la vida cristiana. Y 4. En la enseñanza de la liturgia se ha de insistir en esta íntima relación de la Eucaristía con el año litúrgico.

[00099-04.05] [IN035] [Texto original: español]

- S.E.R. Mons. Thomas Christopher COLLINS, Arcivescovo di Edmonton (CANADA)

We should see the Eucharist not primarily as something that we create, but as the Mystery of Faith in which we encounter the Risen Christ, whose coming in glory we await, and as a divine gift that allows us access to the court of heaven. This approach to the Eucharist was found in the earliest days of the Church, in the Apocalypse, which itself arose out of the celebration of the Eucharist, and which gives us insight into its meaning.
The Christians of the Apocalypse faced challenges at least as great as ours, but they placed them within the context of a vision of the heavenly court. We need to see each celebration of the Eucharist as a door into that world of glory, which allows us to place our struggles as disciples within the energizing context of the victory of the Risen Lord. The gift of apocalyptic perspective granted to us by God through each celebration of the Eucharist allows us more clearly to assess the moral questions which we face on our daily journey.
To live authentically as Christians, we also need an apocalyptic sense of urgency. When we realize that we are hurrying towards an encounter with Christ we are able properly to evaluate the claims of this passing world of ours, and to live each brief moment to the full. It is above all in the Eucharist that we are made aware of the coming of the Lord, and this should instill in us a sense of saving urgency so that as we are sent out from the celebration we are moved to bring our life into harmony with the Lord whom we have encountered.

[00101-02.05] [IN037] [Original text: English]

Quindi, alla presenza del Santo Padre, sono seguiti gli interventi liberi. Al termine di questi, il Santo Padre ha voluto offrire un suo contributo alla condivisione fraterna.

A questa Congregazione Generale che si è conclusa alle ore 19.00 con la preghiera dell’Angelus Domini erano presenti 243 Padri.

 
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