The Holy See Search
back
riga

 

SYNODUS EPISCOPORUM
BOLLETTINO

XIII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA
DEL SINODO DEI VESCOVI
7-28 OTTOBRE 2012

Nova evangelizatio ad christianam fidem tradendam


Questo Bollettino è soltanto uno strumento di lavoro ad uso giornalistico.
Le traduzioni non hanno carattere ufficiale.


Edizione plurilingue

05 - 08.10.2012

SOMMARIO

- SECONDA CONGREGAZIONE GENERALE (LUNEDÌ, 8 OTTOBRE 2012 - POMERIDIANO)
- ERRATA CORRIGE

SECONDA CONGREGAZIONE GENERALE (LUNEDÌ, 8 OTTOBRE 2012 - POMERIDIANO)

- RELAZIONI SUI CONTINENTI
- INTERVENTI IN AULA (INIZIO)

Alle ore 16.35 di oggi con la recita dell’Adsumus, alla presenza del Santo Padre, ha avuto luogo la Seconda Congregazione Generale, per la lettura delle Relazioni sui Continenti e l’inizio degli interventi dei Padri sinodali sul tema: «La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana».

Presidente Delegato di turno S. Em. R. Card. John TONG HON, Vescovo di Hong Kong (CINA).

È seguito un tempo di interventi liberi dei Padri Sinodali.

A questa Congregazione Generale, che si è conclusa alle ore 19.00 con la preghiera dell’Angelus Domini, erano presenti 256 Padri Sinodali.

RELAZIONI SUI CONTINENTI

- Per l’Europa: S. Em. R. Card. Péter ERDŐ, Arcivescovo di Esztergom-Budapest, Presidente della Conferenza Episcopale, Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali dell'Europa (C.C.E.E.) (UNGHERIA)
- Per l’Africa: S. Em. R. Card. Polycarp PENGO, Arcivescovo di Dar-es-Salaam, Presidente del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (S.C.E.A.M. - S.E.C.A.M.) (TANZANIA)
- Per l’America: S. E. R. Mons. Carlos AGUIAR RETES, Arcivescovo di Tlalnepantla, Presidente della Conferenza Episcopale, Presidente del Consiglio Episcopale Latinoamericano (C.E.L.AM.) (MESSICO)
- Per l’Asia: S. Em. R. Card. Oswald GRACIAS, Arcivescovo di Bombay, Segretario Generale della "Federation of Asian Bishops' Conferences" (F.A.B.C.) (INDIA)
- Per l’Oceania: S. E. R. Mons. John Atcherley DEW, Arcivescovo di Wellington, Presidente della Conferenza Episcopale, Presidente della Federazione delle Conferenze dei Vescovi Cattolici di Oceania (F.C.B.C.O.) (NUOVA ZELANDA)

Pubblichiamo di seguito le Relazioni sui continenti.

- Per l’Europa: S. Em. R. Card. Péter ERDŐ, Arcivescovo di Esztergom-Budapest, Presidente della Conferenza Episcopale, Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali dell'Europa (C.C.E.E.) (UNGHERIA)

1. L’Europa dev’essere evangelizzata. Ne ha bisogno. Al tema dell’Europa sono già state dedicate due Assemblee speciali del Sinodo dei Vescovi. La prima dopo la caduta del muro di Berlino, in un clima di entusiasmo. La seconda nel 1999, all’alba del Grande Giubileo. I frutti di quest’ultima sono stati riassunti nelI’Esortazione Apostolica “Ecclesia in Europa” del Beato Giovanni Paolo II. Nel frattempo sono passati quasi 13 anni. Si sono compiute le speranze? Si sono risolti o, al contrario, aggravati i problemi?
2. Tra i segnali di preoccupazione, il grande Pontefice menzionava lo “smarrimento della memoria dell’eredità cristiana” (Ecclesia in Europa, 7). Tale processo e diventato ancor più evidente negli ultimi anni. Nonostante molte esperienze liete, nella maggior parte del continente si sta diffondendo l’ignoranza circa la fede cristiana. Molti mass-media divulgano una presentazione della fede cristiana e della storia che talora abbonda di calunnie, disinformando il pubblico sia circa il contenuto della nostra fede sia a proposito della realtà della Chiesa. Anche la nostra attività catechetica, soprattutto quella congiunta alle istituzioni dello Stato presenta molti lirniti. II Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa ha disposto, pochi anni fa, un’indagine in tutti i paesi del continente circa la situazione giuridica, statistica, ecclesiale e culturale dell’insegnamento della religione. I risultati rivelano che nelle scuole pubbliche di molti paesi è possibile un insegnamento sulla religione o sulle religioni, ma non della religione cattolica. Tuttavia un tale insegnamento della religione, cosiddetto neutrale, comporta piuttosto un’educazione al sincretismo o all’indifferentismo.
3. La scristianizzazione è accompagnata da ripetuti attacchi giuridici, e talora fisici, contro la presenza visibile delle manifestazioni della fede.
Tra i segni preoccupanti di ostilità sistematica l’Osservatorio europeo di cristianofobia ha preso atto di molti casi di discriminazione e di violenza contro i cristiani in quasi tutti i paesi europei. Non di rado accade pure che i tribunali rifiutino l’aiuto alle vittime cristiane di tali attacchi. La stragrande maggioranza dei casi di violenza e di discriminazione per l’appartenenza religiosa si compie in Europa contro cristiani, soprattutto cattolici.
4. La scristianizzazione non e solo un processo spontaneo. Se l’Esortazione Apostolica “Ecclesia in Europa” poteva ancora salutare “con soddisfazione ciò che è stato fatto per precisare le condizioni e le modalità del rispetto dei diritti umani” (Nr. 12), oggi dobbiamo costatare con preoccupazione il sorgere dei cosiddetti “diritti umani di terza e quarta generazione”. Essi non hanno più chiari legami con la visione umana e cristiana del mondo né con la moralità oggettiva espressa anche nelle categorie del diritto naturale. Così la loro base è spesso solo di ordine umano-positivo, come se l’uomo con le proprie opinioni e desideri fosse indipendente anche rispetto alla stessa realta.
Lo “smarrimento della memoria del cristianesimo” va di pari passo con i cambiamenti antropologici che sono conseguenza di una cultura audiovisiva, ma che indeboliscono i concetti chiari e il ragionamento logico.
5. Tale processo comporta un grande rischio anche per la società civile. L’“Ecclesia in Europa” (Nr. 12) riconosce come fenomeno europeo positivo “la considerazione data al diritto”. Bisogna costatare purtroppo che lo stato di diritto si è indebolito negli ultimi anni in diversi paesi. Soprattutto la crisi finanziaria ha costretto i politici a prendere drastiche misure contrarie alla volontà dei propri elettori. La gente ha spesso l’impressione che la democrazia tradizionale stia perdendo il suo significato.
Si manifestano pure i segni di un’illusione secondo cui sia possibile governare la società con i mass-media e l’economia, rinunciando completamente al diritto e alla moralità.
6. La gente in Europa, proprio a motivo del calo demograflco e dell’invecchiamento della popolazione - fenomento indagato dal CCEE due anni fa -, per la crisi economica e per l’indebolimento dell’identità culturale e religiosa, ha fame e sete di speranza.
Le Giornate Mondiali della Gioventù di Colonia e di Madrid, e le visite pastorali del Santo Padre in diversi paesi, hanno costituito un grande segno di speranza e hanno avuto un’efficacia missionaria straordinaria. Il movimento delle masse, la partecipazione dei mass-media, le grandi celebrazioni hanno toccato il cuore della gente, particolarmente sensibile a questo linguaggio di comunicazione. Gli effetti non sono fugaci. In quelle occasioni diversi partecipanti hanno ricevuto persino la loro vocazione sacerdotale o religiosa. Anche alcuni vescovi sono tornati profondamente commossi da questi incontri.
La missione cittadina organizzata in molti centri europei ha cercato di dare rilievo a questa speranza. “Chi ci fara vedere il bene?” (Sal 4, 7) suonava il motto della missione di Parigi. “C’è una speranza per la tua discendenza” (Ger 31, 17) abbiamo sentito nella missione di Budapest. Queste missioni hanno avuto risultati durevoli: oltre alla molteplice presa di contatto con la società non credente, una tale esperienza ha aiutato soprattutto le parrocchie a riscoprire la laro vocazione alla missione verso i non praticanti, ma anche verso i non credenti. A partire dall’anno scorso, quando - con l’aiuto del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione - abbiamo nuovamente organizzato una grande missione in 12 citta europee, si e costatato con gioia lo spirito di iniziativa presso molte parrocchie. Per rispondere alla crisi familiare, si e potuta persino intraprendere la visita di tutte le famiglie cattoliche nel nome della parrocchia, con l’incarico del Vescovo. Molti laici ricevono ora la formazione per questa missione.
7. Si osserva anche il ruolo prezioso di alcuni movimenti di spiritualità, menzionati già nell’“Ecclesia in Europa” (Nr. 15). Essi sono una vera benedizione per la Chiesa, se riescono ad evitare la tentazione postmoderna di accontentarsi di sentimenti e percezioni particolari. La presenza attiva nella missione di persone provenienti da altri paesi e da altri continenti, incoraggia molto i fedeli europei.
8. Un altro segno dei tempi, particolarmente promettente in Europa, è la crescita del volontariato nelle parrocchie, specialmente nell’opera caritativa. Soprattutto i pensionati, in età compresa tra i 65 e i 75 anni, dimostrano una generosità commovente e contribuiscono a rafforzare la
solidarietà tra le generazioni.
9. Purtroppo, continuano ad essere presenti in Europa tensioni nazionali ed etniche.
Questioni irrisolte sui Balcani, la situazione precaria dei cattolici nella Bosnia, i diversi conflitti connessi con il fenomeno dell’immigrazione nell’Occidente europeo richiedono una testimonianza equilibrata e a volte un paziente servizio da parte della Chiesa.
Ringraziamo la Divina Provvidenza, perché negli ultimi anni è proseguita, nonostante i suddetti problemi, la riconciliazione tra le nazioni europee. Incoraggiate da Sua Santità Benedetto XVI, le conferenze episcopali della Slovacchia e dell’Ungheria hanno potuto sottoscrivere nel 2006 un atto di riconciliazione. Il loro gesto puo servire da esempio per la società di entrambe le nazioni. Un altro evento coraggioso si è verificato pochi mesi fa. Il Patriarca ortodosso di Mosca e di tutta la Russia, Cirillo, ha firmato a Varsavia con il Presidente delIa Conferenza Episcopale Polacca un atto di riconciliazione. In esso, le parti confermano anche la loro comune intenzione di difendere e far accogliere i valori umani e cristiani in Europa.
10. In questo contesto si inseriscono i risultati ecumenici più recenti. Malgrado il fatto che alcune nuove comunità siano fortemente anticattoliche, e che altri ambienti cristiani cerchino di riaffermare la loro identità mediante attacchi contro la Chiesa cattolica, la collaborazione pratica generale tra le chiese e le comunità cristiane in Europa sta crescendo. Un segno di questo fatto è il Forum Cattolico-Ortodosso Europeo, che si occupa di questioni attuali di morale e di dottrina sociale. Gli incontri con i rappresentanti di tutte Ie Chiese ortodosse hanno espresso un larghissimo consenso circa la famiglia e la vita, circa i criteri dei rapporti tra Stato e Chiesa e la crisi economica. Anche con le comunità protestanti sta crescendo in Europa lo spirito di fratellanza e solidarietà.
11. Oltre a ciò, cresce tra i vescovi cattolici di rito latino e orientale la coscienza dell’unità, della fratellanza e della vera comunione.
Chiediamo dunque la luce dello Spirito Santo per i lavori di questa Sinodo e per tutta la nuova evangelizzazione. Santa Maria, Madre delIa Chiesa, prega per noi!

[00013-01.05] [NNNNN] [Testo originale: italiano]

- Per l’Africa: S. Em. R. Card. Polycarp PENGO, Arcivescovo di Dar-es-Salaam, Presidente del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (S.C.E.A.M. - S.E.C.A.M.) (TANZANIA)

I am speaking in the name of the Symposium of Episcopal Conferences of Africa and Madagascar (SECAM).
Evangelization has taken place in the African Continent from the very beginning of the Church. The encounter between the Ethiopian Eunuch and the Deacon Philip (cf. Acts 8: 26-39) is a case in point.
However, for most sub-Saharan Africa the task of Evangelization is of more recent occurrence so that to distinguish between Old and New Evangelization is very difficult. Yet it would seem very appropriate to speak of New Evangelization for Africa starting with the challenge posed by Pope Paul VI in 1969: "Africans, be Missionaries to yourselves." This challenge entails for us to be truly Africans and truly Catholics. That calls for a mature Church on the Continent.
To respond to the challenge, necessary Pastoral structures at national and regional levels were established or re-invigorated. In that line SECAM was established in 1969 intended to "preserve and foster communion, collaboration and joint action among all the Episcopal Conferences of Africa and the adjacent Islands". The establishment or re-invigoration of pastoral structures accounts for today's spectacular numbers of African bishops, priests, women and men religious and catechists.
A very fundamental establishment for New Evangelization in Africa is that of small Christian Communities, These have become Iiving centres of Evangelization of the present day Continent.
On the negative side, there are several factors which impede the required deepening of the faith in Africa. For example, globalization introduces rapidly undigested foreign values making it hard for the Christians on the continent to be truly Africans. Their Christian faith is thus rendered also very much alien.
Traditional values such as respect for life and close family social relations become very difficult to realize.
On the other hand, there are cultural elements in Africa which prevent proper evangelization. Among these elements one may point out perennial conflicts on tribal basis, diseases, corruption, human trafficking, the atrocity of child abuse and violence against minors and women.
Another challenging factor which New Evangelization in Africa must not overlook is the actuality of Islamic Fundamentalism on the Continent. In regard to this, the evangelizers must face the difficulty of dialoguing with the vast majority of good Muslims who however, are mute and the small groups of fundamentalists who are not prepared to accept even objective truth which is opposed to their preconceived position.
New Evangelization in Africa also demands the African evangelizers to go beyond the demand of Pope Paul VI: "Africans, be missionaries to yourselves". African Evangelization is already now missionaries in Western Churches such as the United States of America and Europe. While this is a very plausible move, one must mention the possible negative element of the evangelizers seeking in the first place material gain before genuine evangelization to the detriment of the church on either side. The church in Africa is deprived of best qualified evangelizers while the materially rich Western Church receives evangelizers whose primary aim is material gain.
With all this in mind, one can see that the Synod on New Evangelization is a most welcome event. It is as His Holiness Pope Benedict XVI put it, a call for Africa to "Stand up, take your mat and walk” (See Africae Munus, No.148). With renewed faith through this Synod, I believe, Africa can overcome the deep-seated problems facing her today.
In the light shed by the two Post Synodal Apostolic exhortations: Ecclesia in Africa of 1995 and Africae Munus of 2011 as well as the Catechism of the Catholic Church and the Compendium of the Social Doctrine of the Church, the Church in Africa rightly expects a rich harvest from the present Synod.

[00010-02.10] [RC002] [Original text: English]

- Per l’America: S. E. R. Mons. Carlos AGUIAR RETES, Arcivescovo di Tlalnepantla, Presidente della Conferenza Episcopale, Presidente del Consiglio Episcopale Latinoamericano (C.E.L.AM.) (MESSICO)

El gran desafío: el cambio de época y la fractura cultural (1 Cfr. Instrumentum laboris para la XIII Asamblea General Ordinaria del Sínodo, n. 47.)
La V Conferencia General del Episcopado Latinoamericano y del Caribe (2 Celebrada en Aparecida, Brasil en mayo de 2007.) se ubica a sí misma en la continuidad del Concilio Vaticano II (3 La V Conferencia General del Episcopado Latinoamericano y Caribeño es un nuevo paso en el camino de la Iglesia, especialmente desde el Concilio Ecuménico Vaticano II. Ella da continuidad y, a la vez, recapitula el camino de fidelidad, renovación y evangelización de la Iglesia latinoamericana al servicio de sus pueblos. Documento de Aparecida (DA) n. 9.), y hace un llamado a repensar profundamente y relanzar con fidelidad y audacia la misión de la Iglesia en las nuevas y desafiantes circunstancias latinoamericanas y mundiales (4 Cfr. DA, n. 11.). Considera necesario salir del gris pragmatismo de la vida cotidiana de la Iglesia para recomenzar desde Cristo(5 Cfr. DA, n. 12.).
La Nueva Evangelización exige la Comunión Eclesial.
Para lograr la Nueva Evangelización y transmitir la fe a las nuevas generaciones la Iglesia debe plantearse con toda honestidad, un examen de conciencia sobre la manera de vivir la fe (6 La propuesta de un nuevo estilo de vida no es sólo para los Pastores, sino mas bien para todos los cristianos que viven en América. A todos se les pide que profundicen y asuman la auténtica espiritualidad cristiana. "En efecto, espiritualidad es un estilo o forma de vivir según las exigencias cristianas, la cual es "La vida en Cristo" y "en el Espíritu", que se acepta por la fe, se expresa por el amor y, en esperanza, es conducida a la vida dentro de la comunidad eclesial". Ecclesia in America (EIA), n. 29.). Es necesario examinar la vida eclesial (7 Cfr. Instrumentum laboris para la XIII Asamblea General Ordinaria del Sínodo, n. 95.) y el testimonio de ella en la sociedad actual (8 La pastoral de la Iglesia no puede prescindir del contexto histórico donde viven sus miembros. Su vida acontece en contextos socioculturales bien concretos. Estas transformaciones sociales y culturales representan naturalmente nuevos desafíos para la Iglesia en su misión de construir el Reino de Dios. De allí nace la necesidad, en fidelidad al Espíritu Santo que la conduce, de una renovación eclesial, que implica reformas espirituales, pastorales y también institucionales. DA, n. 367.).
Ecclesia in America afirma: Ante un mundo roto y deseoso de unidad es necesario proclamar con gozo y fe firme que Dios es comunión, Padre, Hijo y Espíritu Santo, unidad en la distinción, el cual llama a todos los hombres a que participen de la misma comunión trinitaria ... Esta comunión, existente en la Iglesia y esencial a su naturaleza, debe manifestarse a través de signos concretos (9 EIA, n. 33.).
Aunque indispensable no basta la organización institucional de la Iglesia (10 Gran parte de la humanidad de hoy no encuentra en la evangelización permanente de la Iglesia el Evangelio. La Nueva Evangelización, conferencia del cardenal Joseph Ratzinger durante el jubileo de los catequistas y profesores de Religión celebrado el 10 de diciembre de 2000 en Roma. L 'Osservatore Romano", 19 de enero de 2001 (NEJR).), es necesario el testimonio de una espiritualidad de la comunión (11 Cfr. Novo Millennia Ineunte (NMI), n. 43.) que sea perceptible en la vida eclesial; para ello, es menester la participación y la comunión de los distintos miembros de la Iglesia en los diferentes niveles y desde las propias responsabilidades (12 La conversion pastoral requiere que las comunidades eclesiales sean comunidades de discípulos misioneros en torno a Jesucristo, Maestro y Pastor. De allí, nace la actitud de apertura, de diálogo y disponibilidad para promover la corresponsabilidad y participación efectiva de todos los fieles en la vida de las comunidades cristianas. Hoy, más que nunca, el testimonio de comunión eclesial y la santidad son una urgencia pastoral. DA, n. 368.), dando testimonio del arte de vivir (13 Por eso, hace falta una nueva evangelización. Si se desconoce el arte de vivir, todo lo demás ya no funciona. Pero ese arte no es objeto de la ciencia; sólo lo puede comunicar quien tiene la vida, el que es el Evangelio en persona. NE. JR.).
La toma de conciencia para generar la comunión eclesial arranca con la conversión pastoral (14 La conversión pastoral es la clave para una evangelización nueva en su ardor), entendida como la aceptación de la llegada del Reino de Dios y el compromiso de incorporarse como discípulo de Cristo para darlo a conocer en el Mundo (15 Mc 1,15.), compromiso que exige la conversión personal (16 La conversion personal despierta la capacidad de someterla todo al servicio de la instauración del Reino de vida. Obispos, presbíteros, diaconos permanentes, consagrados y consagradas, laicos y laicas, estamos llamados a asumir una actitud de permanente conversión pastoral, que implica escuchar con atención y discernir "10 que el Espiritu esta diciendo a las Iglesias" (Ap 2,29) a traves de los signos de los tiempos en los que Dios se manifiesta. DA, n. 366.) permanente (17 La conversión en esta tierra nunca es una meta plenamente alcanzada: en el camino que el discípulo está llamado a recorrer siguiendo a Jesús, la conversión es un empeño que abarca toda la vida. EIA, n. 28.).
El camino incipiente y esperanzador de la Nueva Evangelización en América.
La renovación pastoral en América, iniciada como respuesta al Concilio Vaticano II, ha dinamizado la vida interna de la Iglesia, se han multiplicado los agentes de pastoral, se ha intensificado la formación en la fe, ha crecido la participación y la comunión eucarística de los fieles en la misa dominical, son muchos y variados los aspectos positivos de la renovación pastoral de la Iglesia (18 Cfr. DA, n. 99); sin embargo dicho crecimiento no ha sido proporcional al crecimiento demográfico de nuestros pueblos, por ello se constata enormes sectores de católicos distantes y tibios en su identidad cató1ica, pero ciertamente creyentes (19 Cfr. DA, n. 100, a).).
La religiosidad sigue viva y es la gran reserva potencial de nuestros pueblos (20 Una característica peculiar de América es la existencia de una piedad popular profundamente enraizada en sus diversas naciones. Está presente en todos los niveles y sectores sociales, revistiendo una especial importancia como lugar de encuentro con Cristo para todos aquellos que con espíritu de pobreza y humildad de corazón buscan sinceramente a Dios (cf. Mt 11,25). EIA, n. 16.). Ella, cuando ha sido guiada por la Palabra de Dios (21 "Yo soy el Camino, la Verdad y la Vida" (in 14,6). Con estas palabras Jesús se presenta como el único camino que conduce a la santidad. Pero el conocimiento concreto de este itinerario se obtiene principalmente mediante la Palabra de Dios que la Iglesia anuncia con su predicación. EIA, n. 31.) logra disponer el corazón del creyente y descubrir a Cristo (22 Cfr. Instrumentum laboris para la XIII Asamblea General Ordinaria del Sínodo, n. 21. Anunciar a Dios es introducir en la relación con Dios: enseñar a orar. NE. JR.), dejándose seducir por el Señor de la Vida (23 El encuentro con el Señor produce una profunda transformación de quienes no se cierran a El. El primer impulso que surge de esta transformación es comunicar a los demás la riqueza adquirida en la experiencia de este encuentro. EIA, n. 68.) y aceptando incorporarse con mayor conciencia a la Iglesia como miembro de una comunidad de discípulos misioneros, que practica una espiritualidad cristiana (24 El seguimiento de Cristo tiene una meta mucho más elevada: identjficarse can Cristo, es decir, lIegar a la unión con Dios. NE.JR.), que permite la santificación de sus miembros por la comunión con Dios Padre en el Espíritu Santo (25 La santidad es la meta del camino de conversión, pues esta "no es fin en sf misma, sino proceso hacia Dios, que es santo. Ser santos es imitar a Dios y glorificar su nombre en las obras que realizamos en nuestra vida (cf. Mt 5,16)".EIA, n. 30.).
Las pequeñas comunidades relacionadas entre sí van aprendiendo la conveniencia de la comunicación y comunión. La Parroquia se renueva manifestando un nuevo rostro de Iglesia que crece y se desarrolla con fuerza (26 Cfr. Instrumentum laboris para la XIII Asamblea General Ordinaria del Sínodo, nos. 80 y 107.), cuando la Parroquia se relaciona orgánicamente con las demás y juntas son conducidas como Diócesis bajo la guía de su Obispo (27 Una clave de renovación parroquial, especialmente urgente en las parroquias de las grandes ciudades, puede encontrarse quizás considerando la parroquia como comunidad de comunidades y de movimientos. EIA, n. 41.). Esta dinámica de comunión eclesial es más urgente e indispensable en las ciudades y en las grandes zonas urbanas de las metrópolis (28 Cfr. DA, n.517 y 518.).
La vida de la Iglesia expresada como comunidad de comunidades, en comunión y unidad, permite a cada cristiano descubrir que en el Siglo XXI es posible vivir como discípulo de Cristo en una comunidad de discípulos del Senor Jesús, y tomar conciencia como discípulo misionero de la urgente necesidad de dar testimonio creíble y confiable de la fe en el mundo actual (29 Anuncianda la conversión debemos ofrecer también una comunidad de vida, un espacio común del nuevo estilo de vida. No se puede evangelizar sólo con palabras. EI Evangelio crea vida, crea comunidad de camino. Una conversión puramente individual no tiene consistencia. NE. JR.).
Los procesos pastorales de planeación diocesana van abriendo los espacios para la formación del discípulo misionero y la misión continental. La pastoral orgánica descrita en el Plan Diocesano de Pastoral va haciendo realidad lo indicado en NMI: En las Iglesias locales es donde se pueden establecer aquellas indicaciones programáticas concretas -objetivos y métodos de trabajo, de formación y valorización de los agentes y la búsqueda de los medios necesariosque permiten que el anuncio de Cristo lIegue a las personas, modele las comunidades e incida profundamente mediante el testimonio de los valores evangélicos en la sociedad y en la cultura (30 NMI, n. 29.).
Por ello, me atrevo a expresar que la Nueva Evangelización, que se abre camino en América, parte. del encuentro con Cristo que la Iglesia ofrece alas fieles cristianos (31 Jesucristo es la "buena nueva" de la salvación comunicada a los hombres de ayer, de hoy y de siempre; pero al mismo tiempo es también el. primer y supremo evangelizador. La Iglesia debe centrar su atención pastoral y su acción evangelizadora en Jesucristo crucificado y resucitado. "Todo lo que se proyecte en el campo eclesial ha de partir de Cristo y de su Evangelio ".EfA, n. 67.) y lIega al descubrimiento y vivencia apasionada y comprometida de la vida discipular (32 EI anuncio de Dios lleva a la comunión can Dios en la comunión fraterna, fundada y vivificada por Cristo. NE.JR.), expresión de la espiritualidad de la comunión.
De esta manera la vida diocesana y parroquial se acerca a la vida familiar (33 Cfr. Instrumentum laboris para la XIII Asamblea General Ordinaria del Sínodo, nos. 110 -113.), Iglesia doméstica (34 Para que la familia cristiana sea verdaderamente "iglesia doméstica", está lIamada a ser el ámbito en que los padres transmiten la fe, pues ellos "deben ser para sus hijos los primeros predicadores de la fe, mediante la palabra y el ejemplo". EIA, n. 46.), fortaleciéndose mutuamente, y ayudando a poner bases para afrontar la emergencia educativa de nuestro tiempo (35 Lineamenta para la XIII Asamblea General Ordinaria del Sínodo, n. 20.).
Los protagonistas de la Nueva Evangelización.
La influencia de la fe en la sociedad para que la levadura del Evangelio permee y le dé sentido y sabor a la vida humana, depende en gran parte de la acción de los laicos. Por ello EIA afirma que son principalmente ellos los protagonistas de la nueva evangelización: La renovación de la Iglesia en América no será posible sin la presencia activa de los laicos. Por eso, en gran parte, recae en ellos la responsabilidad del futuro de la Iglesia (36 EIA, n. 44.).
La vocación y misión propia y específica de los fieles laicos es la transformación de las estructuras temporales, para que la conducta social esté sustentada en los valores evangélicos (37 Cfr. Lumen gentium (LG), n. 31; EIA, n. 27.). De aquí deriva la importancia de la conciencia y formación laical para que acorde a su identidad, y de manera personal y comunitaria, exprese el testimonio de una vida coherente alas convicciones de fe en los propios ambientes de vida y laborales (38 Los ámbitos en los que se realiza la vocación de los fieles laicos son dos. El primero, y más propio de su condición laical, es el de las realidades temporales, que están llamados a ordenar según la voluntad de Dios. En efecto, “con su peculiar modo de obrar, el Evangelio es llevado dentro de las estructuras del mundo y obrando en todas partes santamente consagran el mismo mundo a Dios". Gracias a los fieles laicos, “la presencia y la misión de la Iglesia en el mundo se realiza, de modo especial, en la diversidad de carismas y ministerios que posee el laicado. La secularidad es la nota característica y propia del laico y de su espiritualidad que lo lleva a actuar en la vida familiar, social, laboral, cultural y política, a cuya evangelización es llamado. EIA, n. 44.).
Por ello es indispensable disponer de instancias para la promoción de la vocación laical y para el acompañamiento en su formación y misión en el mundo (39 Cfr.lnstrumentum laboris para la XIII Asamblea General Ordinaria del Sínodo, n. 118.).
La Nueva Evangelización y el diálogo con el mundo y las religiones.
En pleno Concilio el Papa Paulo VI afirmó en su primera Encíclica: La Iglesia debe ir hacia el diálogo con el mundo en que le toca vivir. La Iglesia se hace palabra; la Iglesia se hace mensaje; la Iglesia se hace coloquio (40 Ecclesiam Suam (ES), n. 27.).
Hoy día, en un mundo cada vez más plural, el diálogo se abre camino en diferentes ámbitos, los temas que aborda el diálogo en América son entre otros: la Palabra de Dios, la Dignidad Humana, la Familia, la Vida, la Educación, la Ética, la Economía, el Desarrollo de los Pueblos, la Movilidad Humana y en particular las Migraciones, la Solidaridad, la Ecología, la Justicia y la Paz. En todos los temas la brújula es la Verdad (41 La fidelidad al hombre exige la fidelidad a la verdad, que es la única garantía de libertad (cf. in 8,32) y de la posibilidad de un desarrollo humano integral. Por eso la Iglesia la busca, la an uncia incansablemente y la reconoce allí donde se manifieste. Para la Iglesia, esta misión de verdad es irrenunciable. Caritas in Veritate, n.9.).
Las instituciones educativas (42 En el proyecto global de la nueva evangelización, el campo de la educación ocupa un lugar privilegiado. Por ello, ha de alentarse la actividad de todos los docentes católicos, incluso de los que enseñan en escuelas no confesionales. Así mismo, dirijo un llamado urgente a los consagrados y consagradas para que no abandonen un campo tan importante para la nueva evangelización .... La familia es el primer espacio educativo de la persona. EIA, n. 71.), sociales y culturales han sido estratégicamente instancias propicias para promover, coordinar y articular la participación de los laicos en el mundo.
Puntos medulares de la Nueva Evangelización.
Principal desafío de la Nueva Evangelización.
Anunciar a Jesucristo con el lenguaje y las formas culturales de las nuevas tecnologías de la comunicación social (43 Cfr.lnstrumentum laboris para la XIII Asamblea General Ordinaria del Sínodo, nos. 59 - 62.).
El eje teológico pastoral de la Nueva Evangelización.
Asumir la misión de la Iglesia como la prolongación del dinamismo del misterio de la Encarnación (44 En el misterio de la Encarnación están las bases para una antropología que es capaz de ir más allá de sus propios límites y contradicciones, moviéndose hacia Dios mismo, más aún, hacia la meta de la "divinización", a través de la incorporación a Cristo del hombre redimido, admitido a la intimidad de la vida trinitaria. NMI, n. 23.) en el espíritu de la Gaudium et spes (45 Cfr. Gaudium et spes (GetSp), n. 1 y 4.) y según lo señalado en la NMI (46 MNI, n. 3.): Cada Iglesia local, congregada en torno al propio Obispo, en la escucha de la Palabra, en la comunión fraterna y en la “fracción del pan” (cf. Hch 2,42), está “verdaderamente presente y actúa la Iglesia de Cristo, una, santa, cató1ica y apostólica". Es especialmente en la realidad concreta de cada Iglesia donde el misterio del único Pueblo de Dios asume aquella especial configuración que lo hace adecuado a todos los contextos y culturas. Este encarnarse de la Iglesia en el tiempo y en el espacio refleja, en definitiva, el movimiento mismo de la Encarnación.
Responsabilidad de los agentes de pastoral:
1. Conversión pastoral(47 Cfr.lnstrumentum laboris para la XIII Asamblea General Ordinaria del Sínodo, n. 88.) y cambio de mentalidad en el Clero, en la Vida Consagrada y en los agentes de pastoral, especialmente promovida por la conciencia de los actuales desafíos sociales y culturales (48 Vivimos un cambio de época, cuyo nivel más profundo es el cultural. Se desvanece la concepción integral del ser humano, su relación con el mundo y con Dios. DA, n. 44.), y acompañada por la asidua lectura y meditación de la Palabra de Dios (Lectio Divina) (49 Esta lectura de la Biblia, acompañada de la oración, se conoce en la tradición de la Iglesia con el nombre de Lectio divino, práctica que se ha de fomentar entre todos los cristianos. Para los presbíteros, debe constituir un elemento fundamental en la preparación de sus homilías, especialmente las dominicales. EIA, n.31.).
2. La preparación y celebración de la Eucaristía (50 La Eucaristía continúa siendo el centro vivo permanente en torno al cual se congrega toda la comunidad eclesial. Los diversos aspectos de este sacramento muestran su inagotable riqueza: es, al mismo tiempo, sacramento-sacrificio, sacramento-comunión, sacramento-presencia. La Eucaristía es el lugar privilegiado para el encuentro con Cristo vivo. EIA, n. 35.), de los todos servicios cultuales (51 Cfr. Instrumentum laboris para la XIII Asamblea General Ordinaria del Sínodo, n. 97.) y de las prácticas religiosas de la piedad popular para que sean espacios e instancias de encuentro con Jesucristo y con los hermanos (52 Cfr. EIA, n. 12.).
3. Pastoral orgánica en participación y comunión en las Diócesis (53 La Diócesis, presidida por el Obispo, es el primer ámbito de la comunión y la misión. Ella debe impulsar y conducir una acción pastoral orgánica renovada y vigorosa, de manera que la variedad de carismas, ministerios, servicios y organizaciones se orienten en un mismo proyecto misionero para comunicar vida en el propio territorio. Este proyecto, que surge de un camino de variada participación, hace posible la pastoral orgánica, capaz de dar respuesta a los nuevos desafíos. DA, n. 169.) y en las Provincias Eclesiásticas (54 Cfr. EIA, n. 36 y 37.).
Responsabilidad de la comunidad de fieles:
1. Asumir el Catecismo de la Iglesia Católica y el Compendio de la Doctrina Social de la Iglesia como fundamento de la formación de los fieles (55 Ante los graves problemas de orden social que, con características diversas, existen en toda América, el católico sabe que puede encontrar en la doctrina social de la Iglesia la respuesta de la que partir para buscar soluciones concretas. Difundir esta doctrina constituye, pues, una verdadera prioridad pastoral. EIA, n. 54.).
2. Expresar la vida cristiana comunitaria en la vida discipular de pequeñas comunidades en participación y comunión (56 La vocación al discipulado misionero es con-vocación a la comunión en su Iglesia. No hay discipulado sin comunión ... La fe nos libera del aislamiento del yo, porque nos lleva a la comunión. Esto significa que una dimensión constitutiva del acontecimiento cristiano es la pertenencia a una comunidad concreta, en la que podamos vivir una experiencia permanente de discipulado y de comunión con los sucesores de los Apóstoles y con el Papa. OA, n. 156.).
3. Definir y programar los procesos de formación cristiana (57 Cfr. EIA, n. 34 y 69.) para pedagógicamente conducir alas fieles en los caminos mistagógicos que permiten al creyente entrar en la experiencia del Misterio de Dios (58 Cfr. NMI, n. 32-34.).
Responsabilidad de los laicos en el Mundo:
1. Asociarse y apoyarse para que en sus propios ámbitos de vida social influyan dando testimonio (59 Cfr. Instrumentum laboris para la XIII Asamblea General Ordinaria del Sínodo, n. 158.) activo y pasivo de las convicciones de fe y de su identidad católica (60 Por consiguiente, "los fieles laicos -por su participación en el oficio profético de Cristo- están plenamente implicados en esta tarea de la Iglesia", y por ello deben sentirse llamados y enviados a proclamar la Buena Nueva del Reino. Las palabras de Jesús: "Id también vosotros a mi viña" (Mt 20, 4) deben considerarse dirigidas no sólo a los Apostoles, sino a todos los que desean ser verdaderos discípulos del Señor. EIA, n.66.).
2. Procurar el diálogo con las instituciones públicas y privadas para colaborar en la búsqueda del bien común y para generar una cultura (61 Mi predecesor Pablo VI, can sabia inspiración, consideraba que “la ruptura entre Evangelio y cultura es sin duda alguna el drama de nuestro tiempo". Por ello, los Padres sinodales han considerado justamente que "la nueva evangelización pide un esfuerzo lúcido, serio y ordenado para evangelizar la cultura ". EIA, n. 70.) fundamentada en la dignidad humana (62 Conviene recordar que el fundamento sobre el que se basan todos los derechos humanos es la dignidad de la persona. EIA, n. 57.).
3. Utilizar las nuevas tecnologías de comunicación para dar a conocer la vida y misión de la Iglesia y para el diálogo con el mundo (63 Es fundamental para la eficacia de la nueva evangelización un profundo conocimiento de la cultura actual, en la cual los medios de comunicación social tienen gran influencia. Es por tanto indispensable conocer y usar estos medios, tanto en sus formas tradicionales como en las más recientes introducidas por el progreso tecnológico. EIA, n. 72.).
4. Aprovechar las redes sociales para ofrecer el pensamiento católico y sus respuestas actuales a los desafíos culturales, especialmente con las nuevas generaciones (64 En realidad, son muchos los jóvenes americanos que buscan el sentido verdadero de su vida y que tienen sed de Dios ... La sensación de frustración que experimentan ... los hace abandonar frecuentemente la búsqueda de Dios. Ante esta situación tan compleja, "la Iglesia se compromete a mantener su opción pastoral y misionera por los jóvenes para que puedan hoy encontrar a Cristo vivo". EIA, n. 47.).
La Conversión Pastoral se prolonga en la Misión Continental, compromiso asumido en Aparecida por el Episcopado Latinoamericano y del Caribe. Por eso en América, la Nueva Evangelización se identifica con la Misión Continental.

[00011-04.17] [RC003] [Texto original: español]

- Per l’Asia: S. Em. R. Card. Oswald GRACIAS, Arcivescovo di Bombay, Segretario Generale della "Federation of Asian Bishops' Conferences" (F.A.B.C.) (INDIA)

Asia is a continent experiencing the hopes and joys of a constant rebirth in the Spirit (Ecclesia in Asia). We all know that 60% of the world's population lives in Asia. It is a young continent with a majority of the population young. And hence in several ways Asia is very central for the future of the world. India and China which have 37% of the world's population are emerging as major players on the international scene in many fields.
There is hardly any uniformity in the Asian scene and so it is difficult to define what Asianness is. We see high economic development levels in some countries like Japan. South Korea, Taiwan; rising development in other countries; and some countries struggling with poverty. Asia is blessed with a richness of cultures, ancient and well developed. It is also the cradle of many of the world's religions. Would this be because of the deep rooted spiritual nature of the Asian soul which constantly seeks the Absolute?
The Churches of Asia have identified three thrust areas for our work because of the three major challenges facing us. So we need to have a dialogue with cultures, a dialogue with the poor and a dialogue with religions: to study what the Gospel mandate means to us in our relationship with these three major realities.
An overarching mega trend that impacts every aspect of Asian life is Globalization. This is an ongoing, inexorable, complex and ambivalent process which impacts every sphere of life and activity. Begun as an economic process which led to free competition sometimes to the detriment of the poorer countries, this has now become a phenomenon of culture. It impacts cherished Asian cultural values bringing in its wake materialism, individualism, consumerism and relativism. The youth in particular are very vulnerable to its effects.
The effects of globalization are seen overall affecting our value systems. Traditional Asian values, much cherished traditions and cultures are being impacted and eroded. As we embark on the great project of New Evangelization may I identify some:
1. As mentioned a spirit of secularism and materialism is getting more prevalent. The Asian people are religious by nature with hundreds of thousands queuing to visit temples and places of worship to receive divine blessings on the occasion of special festivals. Now some are finding that God is being forced away from the center of people's lives to the periphery. From our Christian perspective our Churches are still getting large congregations. But will this continue? The Year of Faith will present us with a challenge to convey the message of Faith in a way that is attractive, relevant and an answer to the questions of our times.
2. Family ties once considered so important for all Asian homes and deep rooted are slowly being eroded. Also connected with this are the attacks on the sanctity of married life. Divorce once considered taboo is now not so uncommon. Some feeble voices have been raised for same-sex marriages. It is not yet a big movement, but slowly gaining ground in the name of freedom.
Many family movements have sprung up in the Church of Asia. This apostolate has borne much fruit because the family is accepted as the basic cell of society, the ambience where once happiness, success and life mission is worked out. It is a challenge to us to find new ways to preserve the sacredness of the family and the home.
3. Anti-life movements - while the Asian soul treats all aspects of life as important, there are rising threats to life that are disturbing in different ways. Ethnic conflicts, violent suppression of different religious persuasions; the tragic threat to life against the helpless; the unborn; female feticide is commonly practiced in some areas because the girl-child is considered a divine curse or a financial burden.
The Asian soul by itself has great respect for life. In some religious traditions animals and plants are considered holy and to be treated with utmost respect. In this environment the Gospel pro life message will find easy acceptance.
4. The Asian soul seeks community. Now this too is being impacted upon by individualism creeping in, with a lack of care for the other and indifference to his/her needs, a lack of hospitality which was traditionally important in all societies. The Asian Church has chosen the basic Christian Community method as the new way of being Church for us. This has found great success in some places and has led to lay participation in the Church. lay formation and outreach to the other. It has given a sense of belonging to many who were otherwise neglected.
5. Unfortunately, we are also witnessing a rising number of attacks on religion. In some countries the persecution of Christians is on the rise. The opposition comes from a dominant religion or sometimes from an ideological thrust which wants to impose political authority on religious groups. The Christian communities feel weak and defenseless in some places but we have seen cases of heroic witnessing in the midst of suffering.
The great insights of Vatican II in Nostra Aetate are relevant even today. For us in Asia. dialogue is a necessity not a luxury. A dialogue of life is something all of us are involved in everyday. In Asia we are just 3% of the total population with a Christian majority only in two countries, the Philippines and East Timor. Religious fundamentalism is making itself felt in our continent. These incidents though sporadic are sufficient to cause alarm.
We look forward to the Year of Faith so that we can understand our faith more deeply, live it more authentically and proclaim it more confidently.
May I conclude with two further elements from our Asian context: For us religion is more a discipleship of a person than an adherence to a doctrine or obedience to a set of rules. The person of Jesus is deeply attractive: His message and His life, His passion, death and resurrection. Adherence to doctrine comes as a fruit of discipleship of a master. This is how the first Christians proclaimed the Good News.
Further the Asian mentality finds more meaning in contemplative prayer than in discursive meditation. These are riches we can build upon and share with the world. Our liturgies are central to our Christian faith, but if a focus on contemplation can be made at least in a para-liturgical service it can bring deep satisfaction to our people feeling the presence of God and strengthened by Him.
The challenges before us are immense. But the possibilities are great. Young Asia is blessed with an unprecedented communications boom. This is not to be viewed as a threat but a great gift from God to be used to spread the Good News. Our call is to train our youth particularly to use the new media and benefit from the new media.

[00012-02.10] [RC003] [Original text: English]

-Per l’Oceania: S. E. R. Mons. John Atcherley DEW, Arcivescovo di Wellington, Presidente della Conferenza Episcopale, Presidente della Federazione delle Conferenze dei Vescovi Cattolici di Oceania (F.C.B.C.O.) (NUOVA ZELANDA)

1. Here in this Aula, at the Synod for Oceania 1998, Father Timothy Radcliffe, then Prior General of the Dominicans coined the beautiful phrase "Islands of humanity" when speaking of Oceania. These ”islands of humanity” are reflected in the post-Synodal Exhortation "Ecclesia in Oceania" which Pope John Paul II was to have proclaimed during a pastoral visit to New Caledonia. However his declining health meant that this was not possible, so “Ecclesia in Oceania”
was the first major Vatican document launched electronically. Oceania, far from the technological hub of the universe, covering one-third of the earth's surface, was a beneficiary of electronic communications! The exhortation was a call to the peoples of Oceania to focus anew their lives on Jesus Christ: to walk his way, to tell his truth and to live his life.
The exhortation was also for many, an introduction to the term, a "New Evangelization." "Evangelization is the mission of the Church to tell the world the truth of God revealed in Jesus Christ ..... A new evangelization is needed today so that everyone may hear, understand and believe in God’s mercy destined for all people in Jesus Christ. JJ (EO 18).
That today is the biblical today:”if today you hear his voice ...” Today the Church in Oceania is invited to hear anew the invitation of Jesus Christ to walk his way, to tell his truth and to live his life under the constellation of the Southern Cross that lights up the night sky all over Oceania.
What are the islands of humanity that we recognize in the dioceses and countries of the four Episcopal conferences that make up the Federation of Catholic Bishops’ Conferences of Oceania?
Episcopal Conference of the Pacific (CEPAC) More than 30% of the population of this vast area was born since the Synod for Oceania. We see everywhere the vibrancy of youth, e.g. large numbers who attended World Youth Day in Sydney in 2008; annual Téné celebrations in New Caledonia, the youth festival in Samoa earlier this year; vocations to priesthood and religious life with a missionary outreach beyond the CEPAC area. In these young people we see a sincere and sometimes painful search for meaning and spirituality as they bridge traditional cultural values and the excitement of the technological age with the swipe of an I-pad or smart-phone. It is sometimes difficult for them to resist the false attractions of an aggressive media and entertainment industry. The CEPAC publication of the Catechism of the Catholic Church and YouCat in both French and English is a valuable tool in the formation of youth.
In NEW ZEALAND we have witnessed a new vitality of Catholic life through growing ethnic diversity, as a result of the migration of peoples. The largest populations are from the Pacific Islands and the Philippines, with smaller, yet very significant numbers of Catholics and catechumens - from the Middle East, India, Korea, China and the Sudan. People who bring their Catholic faith and their spirituality ... as well as their experiences of war, poverty and displacement that have forged their faith. New Zealand has a strong bicultural partnership founded in the Treaty of Waitangi signed by the British Crown and the Maori people in 1840. This Treaty provides “the moral basis for the presence of all other peoples in Aotearoa-New Zealand”.(NZCBC Statement, Advent, 1989)
In AUSTRALIA there is a strong engagement with society through adult education and new forms of lay leadership in the church. Australia is the most advanced of all the countries of the Federation with regard to media and technology. They have shared this generously, e.g. in their support of the Catholic Radio network in the Solomon Islands; and their ready sharing of electronic resources for evangelization, educational and pastoral formation. Over the past two years, the diocese of Broken Bay has offered e-conferences that are streamed live throughout the world. At the first of these e-conferences, which I attended in Wellington, New Zealand, I was fascinated to see the Australian hosts, via satellite link, welcoming and speaking with participants from many Pacific countries, the Solomon Islands, Philippines, India, and even as far away as Canada and the United Kingdom. This new technology is a vital agent of the New Evangelization.
PAPUA NEW GUINEA and the SOLOMON ISLANDS are the leaders in research and practical inculturation of the Gospel, as encouraged in the post-synodal exhortation, Ecclesia in Oceania (#16-17). Their cultures mirror Gospel values of the sacredness of human life and hospitality. Several international religious congregations - both clerical and lay - have set up their formation programmes in Papua New Guinea and the Solomon Islands because of the strength of tertiary studies and inculturated formation available. There are also significant populations in these countries, who are hearing the Gospel message for the first time, e.g., over 60 people baptised in one part of the Solomon Islands last Easter.
In each of the four Conferences our Catholic Schools perform well and are integral to parish life. Our schools are fertile ground for the “new evangelization” offering the opportunity to re-engage families in the life of the Church.
St Peter Chanel is recognized as the Proto martyr of Oceania and his intercession was sought for many years. Two years ago the canonization of St Mary of the Cross MacKillop gained enormous interest in Australia and throughout the Pacific. The media interest was intense and the canonization did wonders for the Church. Such models of holiness continue to inspire, Blessed Peter To Rot of Papua New Guinea, the soon to be canonized (during this Synod) Blessed Pedro Calungsod of Guam - the “teen saint”. In New Zealand we await word of the cause of Suzanne Aubert. These examples will do more for the New Evangelization than we can imagine as the media is interested and captures peoples' imagination.
2. These “islands of humanity”, however, are built on a volcanic chain of unstable tectonic plates that occasionally burst to the surface as “islands of inhumanity.”
CEPAC: All of the countries in the CEPAC region have been independent of colonial rule for up to 50 years, or have achieved some form of internal self-government. However, some are still struggling to choose a form of government that reflects both their cultural uniqueness, and the demands of a modern democracy, e.g. Fiji and Tonga. This continuing political instability occasionally erupts into violence, sometimes even with loss of life.
Several of these countries/dioceses are the most seriously affected by climate change, e.g. the low-lying islands of Kiribati, Tuvalu, Tokelau, Rotuma, Northern Cook Islands, and Eastern Polynesia. The “great splendor and beauty ... of sea and land, water and earth" (EO 6) is under serious threat, and even more so those who live dependent on the gifts of this land and sea. The concern of the church for the poor and most vulnerable will need to include the particular needs of potential environmental refugees.”
In NEW ZEALAND we recognise that the saeculum is where “believers and non-believers interact and share in a common humanity” (IL54). The "Courtyard of the gentiles" is a privileged place of evangelisation. This is the positive side of secularisation. However, an aggressive secularism, and the failure to acknowledge the transcendent dignity of the human person, often blocks the dialogue with society on key bioethical and social issues, e.g. euthanasia, abortion, and the definition of marriage. This secularism also presents a challenge for the growing numbers of believers of other faiths who have made New Zealand their home, e.g. Muslims, Hindus, Buddhists, and Sikhs. They have often come from a much more positive encounter with Christians in their country of origin, and are scandalized by what they experience in what they thought was “a Christian country”.
PAPUA NEW GUINEA and the SOLOMON ISLANDS: In a region of such vast ethnic and social diversity, there are serious social justice questions: the breakdown of traditional cultural values and social fragmentation, a high incidence of HIV-AIDS, oppressive poverty and corruption, tension regarding access to natural resources, rapid urbanization, a ready resort to violence, border disputes with Indonesia over West Papua. The strength of the inculturation mentioned earlier will be tested in the response to these areas of social justice.
AUSTRALIA: The vast “southern land of the Holy Spirit” also has major challenges in the task of the new evangelization, in the dialogue with a growing secularized society, in narrowing the gap between rich and poor, in the promotion of the dignity of indigenous people and asylum seekers, and in the same bioethical and social issues which New Zealand faces. Australia often suffers from the devastation of bush fires with great loss of life and property; these fires are one of the effects of climate change. While natural disasters in Oceania are often small on the global scale, they have an enormous impact on smaller nations and fragile economies.
3. THE NEW EVANGELIZATION IN THIS CONTEXT
The Instrumentum Laboris (78) reminds us of the three basic requirements for the New Evangelization:
- The ability to discern ... within the present circumstances, unwavering in the conviction that the Gospel can still be proclaimed ...
- The ability to live the Christian faith;
- A clear and visible bond with the Church ....
These requirements are a call to conversion in the context of The New Evangelization in Oceania. “... A new evangelization is needed today so that everyone may hear, understand and believe in God's mercy destined for all people in Jesus Christ.” (EO 18)
a. “Evangelization means that we must talk about Evangelizers”. The formation and ongoing formation of all involved in the evangelizing mission of the church must be our first priority. This means a rediscovery of the gift and vocation of Baptism, meeting the Risen Jesus in the scriptures and church community gathered around the Eucharist, a renewed commitment to prayer and contemplation, biblical study and lectio divina, a generous and courageous service of the community of church and society, upholding and promoting family life and values;
b. We need to reclaim the Catholic Kerygmatic tradition, “ to speak the word of God boldly - in season and out of season”, to reclaim the prophetic voice of the Church, to discern the signs of the times that call for the new evangelization, and to engage in proclaiming and living a Christian response to these signs of the times;
We pray in the words of Ecclesia in Oceania that the Church in Oceania “may have the strength to follow faithfully the way of Jesus Christ, to tell courageously the truth of Jesus Christ, to live joyfully the life of Jesus Christ”.

[00014-02.06] [RC005] [Original text: English]

INTERVENTI IN AULA (INIZIO)

In seguito sono intervenuti i seguenti Padri:

- S. Em. R. Card. Angelo SODANO, Decano del Collegio Cardinalizio (CITTÀ DEL VATICANO)
- S. E. R. Mons. Salvador PIÑEIRO GARCÍA-CALDERÓN, Arcivescovo di Ayacucho, Presidente della Conferenza Episcopale, Ordinario Militare per il Perù (PERÙ)
- S. Em. R. Card. Stanisław RYŁKO, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici (CITTÀ DEL VATICANO)

Diamo qui di seguito i riassunti degli interventi:

- S. Em. R. Card. Angelo SODANO, Decano del Collegio Cardinalizio (CITTÀ DEL VATICANO)

Quest' Assemblea è chiamata dal Papa ad approfondire un argomento, che tocca il cuore della nostra missione pastorale, in questo inizio del Terzo Millennio cristiano. Da parte sua, il Successore di Pietro ha già avviato uno studio approfondito al riguardo, come appare da numerosi suoi interventi. Una loro sintesi è già stata pubblicata nell'ultima parte del recente volume del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, con il titolo: “Enchiridion della nuova evangelizzazione” (Libreria Editrice Vaticana 2012).
In un recente discorso ad un gruppo di Vescovi francesi venuti a Roma in visita “ad Limina” il Papa ha detto poi espressamente: “Le sfide di una socità largamente secolarizzata invitano ormai a ricercarvi una risposta con coraggio ed ottimismo, proponendo con audacia e spirito d'inventiva la novità permanente del Vangelo” (L'Osservatore Romano, 22 settembre 2012).
“Con coraggio ed ottimismo”: è questo l'augurio che esprimo anche da parte mia a tutti i presenti, pur riconoscendo le grandi difficoltà esistenti nella presente situazione. Talora viene anche a noi la tentazione degli Apostoli, che sul lago di Galilea dicevano a Gesù per bocca di Simone: "Abbiamo pescato tutta la notte e non abbiamo preso nulla, ma sulla tua parola getterò la rete” (Lc 5,5). E venne la pesca miracolosa.
Certo, la nuova evangelizzazione, a cui ora siamo chiamati, non vuole essere soltanto uno slogan o una nuova tecnica, come accade oggi per la cosiddetta nuova alfabetizzazione, che vuole insegnare ad usare i metodi di comunicazione “on line”. Si tratta invece di un’evangelizzazione nuova nel senso indicatoci dagli ultimi Romani Pontefici, per affrontare le sfide che la Chiesa oggi trova dinnanzi a sé, vincendo ogni forma di scetticismo e confidando nell'aiuto del Signore. Del resto, questo è un tema sempre ricorrente nella storia della Chiesa, chiamata ad estrarre dal suo tesoro “nova et vetera” (Mt 13, 52), cose nuove e cose antiche.
Certo ci troviamo di fronte a un'impresa grandiosa, che vede coinvolti cielo e terra, un'opera misteriosa per l’intervento preveniente e concomitante della grazia di Dio. La stessa formulazione della seconda parte del tema di questo Sinodo, e cioè la frase “per la trasmissione della fede”, non sembra del tutto adeguata, perché come ben sappiamo, la fede non si trasmette da parte nostra, provenendo essa dalla grazia di Dio, oltre che dalla decisione dell'uomo che accoglie tale dono. E appunto per invocare tale grazia la Chiesa sempre ci propone l’apostolato della preghiera accanto all'apostolato dell'azione.
Da parte mia, ho cercato di prepararmi a questa nostra Assemblea rileggendo attentamente, nei mesi scorsi, gli “Atti degli Apostoli”. Ivi già si vede chiaramente come l'opera evangelizzatrice della Chiesa era frutto di vari fattori, dalle parole e dalle iniziative pratiche degli Apostoli come dall'intervento continuo della grazia di Dio, che apriva i cuori all'accettazione della Buona Novella. Certo, lì vediamo che c'e Pietro che dopo la Pentecoste prende l'iniziativa e presenta con santo ardore Gesu di Nazareth come unico Salvatore (At, 2, 14 s.).
Devo però confessare che dopo la lettura consolante degli Atti degli Apostoli mi sono soffermato sul libro dell'Apocalisse e ho così riflettuto sulla realtà del male nel mondo, come sul mistero della libertà dell'uomo che, pur vedendo la luce, talora preferisce restare nelle tenebre. Ho voluto parimenti meditare sulle pagine dell' Apocalisse che ci descrivono la presenza devastante del Maligno nella storia umana. Però è sempre consolante leggere nella stessa Apocalisse come, alla fine, sia la potenza vittoriosa di Cristo a splendere su tutte le miserie umane.
Vorrei ora concludere con un appello che mi sento di fare, non tanto come Decano del Collegio Cardinalizio, quanto come Decano, per anzianità, dei Vescovi qui presenti. È un appello affinché tutti portiamo avanti il nostro lavoro d'evangelizzazione con grande umiltà, sapendo che non siamo i primi a lavorare nella vigna del Signore né saremo gli ultimi. Non siamo i primi perché altri, per duemila anni, ci hanno preceduto in questo impegno pastorale. Non siamo nemmeno gli ultimi, perché altri verranno dopo di noi a portare avanti quest'opera, fino al termine della storia umana, quando avremo cieli nuovi e terra nuova (Ap 21, 1).

[00024-01.05] [IN001] [Testo originale: italiano]

- S. E. R. Mons. Salvador PIÑEIRO GARCÍA-CALDERÓN, Arcivescovo di Ayacucho, Presidente della Conferenza Episcopale, Ordinario Militare per il Perù (PERÙ)

En mi quehacer sacerdotal siempre fui párroco y descubrí que el lugar privilegiado para educar la fe, es la celebración del domingo porque los creyentes escuchamos a Jesús y celebramos el triunfo de su cruz, para vivir el mandato del Arnor. Cada semana aprendemos palabras y gestos del Maestro que hay que vivirlos en la familia, en los barrios, en los centros de trabajo y estudio.
El domingo día del Señor y de la Iglesia debemos en la jomada Eucarística, la gratitud al Padre de bondad y misericordia que nos da la vida pero sobre todo la fe de Jesucristo, de comunión con los hermanos, especialmente con los que necesitan y nos esperan porque estan envueltos en el dolor, pobreza y marginación.
Este recorrido semanal lo realizamos en el sistema pedagógico del Año litúrgico que inspirado en Jn. 16, 28, nos hace centrar la mirada en la navidad y en la pascua, preparando estos acontecimiento y celebrándolos en la alegría de la salvación.
Una debida preparación de la liturgia y de los signos celebrativos es la mejor catequesis para nuestros fieles por ello la proclamación biblica, los cantos, nos deben llevar a una participación consciente, activa y fructuosa (SC 11) que nos llena del espíritu para la misión. El altar es la cumbre y la fuente del trabajo eclesial (SC 10).
Hay que intensificar en la acción pastoral de nuestras Diócesis y parroquias los equipos litúrgicos que reflexionen, preparen y animen este lugar privilegiado de evangelización.
Si la teología se hace pastoral en la liturgia, debemos cuidar la formación en los sacerdotes y catequistas para que se profundicen sus contenidos y se promuevan metodologías para los niños y jóvenes.
Al lado de las celebraciones oficiales está la religiosidad popular, tan marcada en nuestros pueblos latinoamericanos, donde muchos fieles manifiestan sus ilusiones y quieren hacer un homenaje a Jesucristo, la Virgen María y los santos.
Gracias a la EN, el magisterio del Siervo de Dios Pablo VI nos descubre el valor de la piedad popular, por ello debemos acompañar esta búsqueda de Dios, insistiendo en las catequesis y programaciones, para que estos eventos signifiquen en las comunidades compromisos de transformación social que contribuyan al bienestar de los más necesitados.
No podemos olvidar esta plegaria sencilla de grandes mayorías que en santuarios y fiestas patronales expresan su devoción y lamentablemente sienten poca acogida y acompañamiento.

[00025-04.05] [IN002] [Texto original: español]

- S. Em. R. Card. Stanisław RYŁKO, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici (CITTÀ DEL VATICANO)

Al n. 115 dell'Instrumentum laboris leggiamo che "il fiorire in questi decenni in modo spesso gratuito e carismatico di gruppi e movimenti dediti in modo prioritario all'annuncio del Vangelo è un altro dono della Provvidenza alla Chiesa".
Il Magistero degli ultimi Pontefici ha ribadito in molte circostanze questa natura provvidenziale della "nuova stagione aggregativa dei fedeli laici", evidenziandone la stretta relazione con la "rinnovata Pentecoste" del Concilio Vaticano II. In particolare, il Beato Giovanni Paolo II non ha mancato di rimarcare il dinamismo missionario dei movimenti e delle nuove comunità che: "rappresentano un vero dono di Dio per la nuova evangelizzazione e per l'attività missionaria propriamente detta. Raccomando, quindi, di diffonderli e di avvalersene per ridare vigore, soprattutto tra i giovani, alla vita cristiana e all'evangelizzazione, in una visione pluralistica dei modi di associarsi e di esprimersi". Il Papa Benedetto XVI a sua volta ha ribadito che "strumento provvidenziale per un rinnovato impulso missionario sono i movimenti ecclesiali e le nuove comunità; accoglieteli e promuoveteli nelle vostre Diocesi". E in un'altra occasione ha incoraggiato i vescovi ad accoglierli "con molto amore".
Purtroppo movimenti e nuove comunità rimangono ancora una risorsa non ancora pienamente valorizzata nella Chiesa, un dono dello Spirito e un tesoro di grazie ancora nascosti agli ocehi di molti Pastori, forse intimoriti dalla novità che apportano alla vita delle diocesi e delle parrocchie. Il Santo Padre è ben consapevole di questa difficoltà, perciò esorta i Pastori a "non spegnere i carismi, essere grati anche se sono scomodi". Si esige dunque una vera "conversione pastorale" dei vescovi e dei preti, chiamati a riconoscere che i movimenti sono innanzitutto un dono prezioso piuttosto che un problema.
Lo slancio missionario delle nuove realtà, infatti, non deriva da un entusiasmo emotivo e superficiale, ma scaturisce da esperienze molto serie ed esigenti di formazione dei fedeli laici ad una fede adulta, capace di rispondere adeguatamente alle sfide della secolarizzazione. La novità della loro azione, dunque, non va ricercata nei loro metodi, ma nella capacità di riaffermare la centralità di Dio nella vita dei cristiani, una questione fondamentale negli insegnamenti del Santo Padre Benedetto XVI. Anche per il compito delIa nuova evangelizzazione vale l'antico adagio scolastico: “operari sequitur esse”, perché il nostro agire esprime sempre ciò che siamo. L'evangelizzazione non è solo e non è tanto questione di "saper fare", ma è innanzitutto una questione di "essere", essere cioè cristiani veri e autentici.
D'altronde i metodi di evangelizzazione che movimenti e nuove comunità adottano sono all'apparenza diversissimi, veramente multiformi, ma tutti riconducibili alle "tre leggi della nuova evangelizzazione" che l'allora Cardinale Ratzinger formulò per catechisti e insegnanti di religione in occasione del Giubileo del 2000: innanzitutto la "legge dell’espropriazione", ovvero non parlare a nome proprio, ma a nome delia Chiesa, tenendo fermo che "evangelizzare non è semplicemente una forma di parlare, ma una forma di vivere", cioè la chiara coscienza di appartenere a Cristo e al Suo Corpo (Chiesa!) che trascende il proprio io. La seconda è la "legge del granellino di senapa", cioè il coraggio di evangelizzare con pazienza e perseveranza, senza pretendere di ottenere risultati immediati, e ricordando sempre che la legge dei grandi numeri non è la legge del Vangelo. È un'attitudine che possiamo riconoscere, ad esempio, nell'opera di evangelizzazione intrapresa da movimenti e nuove comunità nelle zone più secolarizzate della terra. La terza "legge" è quella del chicco di grano, che per dare la vita deve morire, deve accettare la logica della croce. In queste leggi è racchiuso il segreto più profondo dell'efficacia dell'impegno evangelizzatore della Chiesa in tutti i tempi.

[00026-01.02] [IN003] [Testo originale: italiano]

ERRATA CORRIGE

Le correzioni pubblicate nell'Errata Corrige sul Bollettino N.04 sono state riportate direttamente sui relativi Bollettini pubblicati in queste pagine Internet.

 
Ritorna a:

- Indice Bollettino Synodus Episcoporum - XIII Assemblea Generale Ordinaria - 2012
  [Plurilingue, Francese, Inglese, Italiano, Spagnolo, Tedesco]

- Indice Sala Stampa della Santa Sede
 
[Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]

 

top