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SYNODUS EPISCOPORUM
BOLLETTINO

XIII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA
DEL SINODO DEI VESCOVI
7-28 OTTOBRE 2012

Nova evangelizatio ad christianam fidem tradendam


Questo Bollettino è soltanto uno strumento di lavoro ad uso giornalistico.
Le traduzioni non hanno carattere ufficiale.


Edizione plurilingue

08 - 09.10.2012

SOMMARIO

- QUARTA CONGREGAZIONE GENERALE (MARTEDÌ, 9 OTTOBRE 2012 - POMERIDIANO)

QUARTA CONGREGAZIONE GENERALE (MARTEDÌ, 9 OTTOBRE 2012 - POMERIDIANO)

- VOTAZIONE PER LA COMMISSIONE PER IL MESSAGGIO
- INTERVENTI IN AULA (CONTINUAZIONE)
- RELAZIONE SULL’ATTUAZIONE DELLA “VERBUM DOMINI”
- DOCU-FILM: IL CONCILIO VATICANO II CINQUANT’ANNI DOPO

Alle ore 16.30 di oggi martedì 9 ottobre 2012, con la recita della preghiera Pro felici Synodi exitu, è iniziata la Quarta Congregazione Generale, per la votazione per la Commissione per il Messaggio e per la continuazione degli interventi dei Padri Sinodali in Aula, sul tema sinodale «La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana».

Presidente Delegato di turno S. Em. R. Card. Francisco ROBLES ORTEGA, Arcivescovo di Guadalajara (MESSICO).

Durante la Congregazione è stata letta la Relazione sull’Attuazione della “Verbum Domini”. È seguito un tempo di interventi liberi dei Padri Sinodali.

A questa Congregazione Generale, che si è conclusa alle ore 18.55 con la preghiera dell’Angelus Domini, erano presenti 253 Padri.

VOTAZIONE PER LA COMMISSIONE PER IL MESSAGGIO

Durante la Congregazione Generale ha avuto luogo la prima votazione per l’elezione dei membri della Commissione per la redazione del Messaggio, presieduta per nomina pontificia da S. Em. R. Card. Giuseppe BETORI, Arcivescovo di Firenze (ITALIA) e Vice Presidente S. E. R. Mons. Luis Antonio G. TAGLE, Arcivescovo di Manila (FILIPPINE).

Il Messaggio al popolo di Dio

Nelle Assemblee sinodali si è affermata la consuetudine di pubblicare un Messaggio (Nuntius) indirizzato al popolo di Dio, con particolare riferimento alle categorie di persone coinvolte direttamente nell'argomento del Sinodo. Il Nuntius, di genere pastorale, ha la finalità di incoraggiare il popolo di Dio a rispondere fedelmente alla sua speciale vocazione, nonché di lodarlo per gli sforzi già fatti. Durante la seconda settimana dovrà essere presentata all'Assemblea una prima bozza del Messaggio per una discussione generale. Dopo aver raccolto le osservazioni dell'Assemblea, la Commissione preparerà un progetto definitivo che sarà sottomesso all'approvazione dell'Assemblea. Il testo definitivo del Messaggio sarà pubblicato alla chiusura dei lavori sinodali. Le due redazioni dovranno essere preparate in francese, inglese, italiano, spagnolo e tedesco.

Composizione della Commissione per la redazione del Messaggio

La Commissione per la redazione del Messaggio che sarà pubblicato al termine dei lavori sinodali, ottenuto il voto dei Padri sinodali, sarà composta da 12 membri, dei quali 8 eletti dall’Assemblea (1 per continente, 1 delle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, 1 dei Dicasteri della Curia Romana e 1 dell’Unione dei Superiori Generali) e 4, compresi il Presidente e il Vice-Presidente, nominati dal Santo Padre.

Circa la costituzione della Commissione, composta esclusivamente da Padri sinodali, si terrà conto dei seguenti criteri: appartenenza ecclesiale (diversa nazionalità e lingua); sensibilità ecclesiale e culturale; specifica competenza richiesta; capacità di elaborazione e di redazione; capacità di lavoro in gruppo.

Le funzioni del Presidente di questa Commissione sono le seguenti: convocare e presiedere le riunioni della Commissione quando fosse necessario; presentare in seduta plenaria un primo progetto di redazione del Messaggio affinché possa essere discusso dai Padri sinodali; costituire sottocommissioni o gruppi di lavoro per perfezionare la prima stesura del Messaggio; provvedere che il testo sia disponibile nelle varie lingue adottate nella XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, sia per la stesura iniziale sia per la redazione finale; presentare all'Assemblea il testo definitivo del Messaggio per il voto. Ciò potrà essere fatto direttamente dal Presidente, dal Vice Presidente o da uno dei suoi Membri designato dal Presidente; presentare il Messaggio durante una Conferenza Stampa.

La votazione in forma elettronica

La votazione per la Commissione per la redazione del Messaggio si è svolta in forma elettronica.

Per la votazione in forma elettronica, i Padri sinodali adoperano un dispositivo - usato anche per il conteggio delle presenze - con cui possono essere effettuati due tipi di votazione: la votazione semplice e la votazione multipla.
Votazione semplice. Quando si vota per una sola mozione in cui si richiede un consenso si usano i tasti “PLACET”, “NON PLACET”, “ABSTINEO” o “PLACET IUXTA MODUM”. Una volta effettuata la scelta, si conferma con il tasto verde “CONFIRMO”.
Votazione multipla. Quando una votazione richiede una preferenza tra più mozioni, si usano i tasti numerici premendo il tasto numerico corrispondente alla scelta e si conferma con il tasto “CONFIRMO”. In caso di errore di digitazione, appare sul display la scritta “NoValido” sul display.
In caso di errore di digitazione, o se si voglia cambiare la scelta effettuata, si preme un tasto rosso “DELEO”, si digita di nuovo la scelta e si conferma con il tasto verde “CONFIRMO”. Questa operazione si può ripetere fino a quando il Presidente deciderà che il tempo a disposizione è scaduto.

INTERVENTI IN AULA (CONTINUAZIONE)

Sono intervenuti i seguenti Padri:

- S. E. R. Mons. José Luis CHÁVEZ BOTELLO, Arcivescovo di Antequera (MESSICO)
- S. E. R. Mons. Milton Luis TRÓCCOLI CEBEDIO, Vescovo titolare di Munaziana, Ausiliare di Montevideo (URUGUAY)
- S. E. R. Mons. Mario Alberto MOLINA PALMA, O.A.R., Arcivescovo di Los Altos (GUATEMALA)
- S. E. R. Mons. André LÉONARD, Arcivescovo di Mechelen-Brussel, Presidente della Conferenza Episcopale (BELGIO)
- S. E. R. Mons. Gervas ROZARIO, Vescovo di Rajshahi (BANGLADESH)
- S. E. R. Mons. José Rafael QUIRÓS QUIRÓS, Vescovo di Limón (COSTA RICA)
- S. Em. R. Card. André VINGT-TROIS, Arcivescovo di Paris, Presidente della Conferenza Episcopale (FRANCIA)
- S. E. R. Mons. Yves PATENÔTRE, Arcivescovo di Sens (FRANCIA)
- S. E. R. Mons. Timothy John COSTELLOE, S.D.B., Arcivescovo di Perth (AUSTRALIA)

Diamo qui di seguito i riassunti degli interventi:

- S. E. R. Mons. José Luis CHÁVEZ BOTELLO, Arcivescovo di Antequera (MESSICO)

La fidelidad a Jesucristo en el contexto de los grandes desafíos sociales, culturales e intraeclesiales nos urge ofrecer una propuesta guía que reconsidere, articule y asegure los elementos fundamentes comunes en la trasmisión de la fe en procesos completos de la Iniciación Cristiana pero a la luz de la Nueva Evangelización y de Aparecida.
Señalo entre otros: 1- La centralidad de Jesucristo como columna vertebral de toda la vida cristiana en torno al kerigma-encuentro, seguimiento, adhesión y misión. 2- La experiencia de la comunidad eclesial como referente y sujeto principal de la educación en la fe, donde el creyente recibe y descubre su dignidad de hijo de Dios y adquiere el sentido de pertenencia como miembro de la familia de Dios. 3- La Integralidad y gradualidad del mensaje en la comprensión y vivencia de la fe; un aprendizaje que asegure la síntesis doctrinal pero sobre todo la síntesis vivencial de la fe y que forje la identidad cristiana. Es importante cerrar la Iniciación Cristiana con la opción y orientación de la vida por Jesucristo insertándose en la comunidad eclesial y asumiendo los medios básicos de perseverancia como son: la Eucaristía dominical, el camino penitencial, la oración y la caridad en la vida fratema.
Se trataría de ofrecer un camino con etapas precisas, un catecismo guía de la Iniciación Cristiana, una estructura de formación básica para todo bautizado; algo así como los seminarios que el Concilio de Trento pidió en toda la Iglesia para la formación de los futuros sacerdotes.

[00052-04.04] [IN029] [Texto original: español]

- S. E. R. Mons. Milton Luis TRÓCCOLI CEBEDIO, Vescovo titolare di Munaziana, Ausiliare di Montevideo (URUGUAY)

La Iglesia en Uruguay afronta el desafio de la seculalización desde hace casi un siglo. De hecho es uno de los países de América Latina más golpeados por este fenómeno. Unido a esto la Iglesia no recibe ningún tipo de subvención o sustento de parte del Estado para mantener sus estructuras pastorales, y las obras educativas.
A ta luz de nuestra experiencia eclesial proponemos como camino para la Nueva Evangelización:
Repensar el diálogo fe-cultura, buscando caminos de encuentro con aquellos hombres y mujeres abiertos a la verdad, y comprometidos en la búsqueda del bien común.
Establecer una "pastoral del primer anuncio", capaz de suscitar el deseo y la búsqueda de Dios, en los hombres y mujeres que no conocen a Jesucristo. Fortalecer una catequesis en clave catecumenal, basada en el Ritual de lniciación Cristiana de Adultos en (RICA), especialmente para jóvenes y adultos, uniendo catequesis y vida litúrgica.
Priorizar la familia como casa y escuela para la comunicación del evangelio, protegiendo su integridad, y proclamando su validez para el mundo de hoy, como célula básica de la sociedad y escuela de humanización.
Estimular la Piedad Popular, (tan presente en nuestro pueblo sencillo), especialmente en los santuarios marianos, como ocasión y lugar para realizar el anuncio del Evangelio en clave kerigmática.
Seguir animando a los Movimientos Eclesiales y Asociaciones Laicales a unir sus fuerzas a los de la Iglesia Particular en los que están insertos, a fin de dar un testimonio evangelizador basado en la comunión y en la unidad con todos los agentes pastorales de la Diócesis, que, como sacramento de Cristo, es el sujeto de la evangelización.

[00053-04.04] [IN030] [Texto original: español]

- S. E. R. Mons. Mario Alberto MOLINA PALMA, O.A.R., Arcivescovo di Los Altos (GUATEMALA)

Es necesario que esta Asamblea del Sínodo indique cuál es el problema humano sobre el que incide principalmente el evangelio de Jesús, con el fin de que ese punto de incidencia sea referencia primaria, aunque no única, en la evangelización. Es mi propuesta que se señale claramente que Jesucristo y su Evangelio proponen principalmente una comprensión de la vida humana desde la llamada gratuita de Dios a la vida eterna. De ese modo responden al problema de la muerte, que deja sin sentido, consistencia o valor la existencia humana. Los demás problemas encuentran abordaje pastoral a partir de éste. El acontecimiento central de la obra salvadora de Cristo es su resurrección como victoria sobre la muerte y el pecado para alcanzar una existencia humana nueva junto a Dios. Mucho esfuerzo pastoral de la Iglesia en América Latina se ha orientado a resolver los problemas más visibles que agobian a hombres y mujeres, dejando en la penumbra y sin resolver los problemas fundamentales acerca del sentido de la vida. En parte el éxito del pentecostalismo y fundamentalismo cristiano se debe a que sus exponentes han sabido incidir principalmente en ese ámbito donde se fragua el sentido de la vida frente a la muerte y el pecado, y así han captado la adhesión de muchas personas, con una propuesta que no llega en calidad a la que puede ofrecer la Iglesia católica desde su teología y espiritualidad.

[00054-04.04] [IN031] [Texto original: español]

- S. E. R. Mons. André LÉONARD, Arcivescovo di Mechelen-Brussel, Presidente della Conferenza Episcopale (BELGIO)

L'un des freins à l’évangélisation est la réalité du mal. Comment mettre ensemble l’existence de Dieu et celle du mal? Même saint Thomas et le Catéchisme sont tiraillés entre 2 tendances. Celle qui voit dans le mal un drame lié à l’inévitable finitude des créatures. Mais alors comment échapper au mal dans la vie éternelle, puisque nous demeurerons des créatures finies? L’autre qui voit dans le tragique de ce monde un état contingent de la création qui ne correspond plus à l’acte créateur. Ces questions notamment en liaison avec la science, sont un grand défi pour la sagesse chrétienne. Il devrait être relevé grâce à la théologie de Paul, spécialement Rm 8, 18-23. Il faudrait penser jusqu’au bout ce qu’il dit de l’état présent de la création, assujetti à la vanité et livré à la servitude de la corruption.
Dans l’Église, les 2/3 des effectifs sont des femmes. Beaucoup, cependant, se sentent discriminées. Il est temps de dire clairement que, si l’Église n’ordonne pas de femmes prêtres, ce n’est pas parce qu’elles seraient moins capables ou moins dignes! Au contraire! C’est uniquement parce que le prêtre n’est pas seulement un “ministre du culte”, mais un représentant du Christ Époux venu épouser l’humanité. Rendons grâces pour la qualité et la spécificité de l’apport massif des femmes à l’évangélisation. Des gestes forts devraient le signifier clairement. Sans des femmes heureuses, reconnues dans leur être propre et fières d’appartenir à l’Église, il n’y aura pas de nouvelle évangélisation.

[00055-03.04] [IN032] [Texte original: français]

- S. E. R. Mons. Gervas ROZARIO, Vescovo di Rajshahi (BANGLADESH)

With the advancement of material development there is a growing tendency of worldliness among the people everywhere. Today there is an increasing number of challenges to faith in God including atheism, fundamentalism, relativism, etc. For this reason, there is an urgent need for evangelization and re-evangelization which will enable people to discover that God is the ultimate and Supreme Being who is the Creator and Master of the Universe. New evangelization is not new in subject because "Jesus Christ is the same today as he was yesterday and as he will be for ever" (Heb 13:8). For the new Churches, like in Bangladesh, one may think of "Evangelization in the new Millennium" or "Evangelization in the Modern Times". This means putting out into the "deep". In a world swayed by materialism and consumerism, the Church and especially her leaders need to become Masters of Spiritual Life. There is a need to find out appropriate means and methods in order to carry on the mission of evangelization, in the form of Asian asceticism as expressed even in the traditional monastic models of the Church.
The new evangelization is very much meaningful in our context when we consider evangelization as concern for the poor as it was for Jesus. The negative sense of poverty as experienced by our Asian peoples is mainly the result of the insatiable greed of the few rich and powerful. But there is also a positive sense of poverty: "How blessed are the poor in spirit, the kingdom of heaven is theirs" (Mt 5:3). This evangelical poverty is something that the Church is called to live and preach, especially in Asia. As true believers in Jesus Christ, we must learn not only to renounce worldly goods, and also appreciate the simplicity and humility of the poor, their happiness with whatever little they have and their concern for others. Church leaders must also open their hearts to be evangelized by the evangelical values of the poor. Such a culture of solidarity with the poor will surely show us a way to address environmental justice and world hunger.

[00056-02.04] [IN033] [Original text: English]

- S. E. R. Mons. José Rafael QUIRÓS QUIRÓS, Vescovo di Limón (COSTA RICA)

Al plantearnos hoy el tema de la nueva evangelización, nos ponemos en sintonía con esta gran iniciativa a la que dio cuerpo el recordado Beato Papa Juan Pablo II, quien con su vida y su palabra estimuló en toda la Iglesia el anhelo de renovar la fuerza evangelizadora de la Iglesia.
Frente a este tema propuesto como eje conductor de esta asamblea sinodal, la renovación de la Parroquia como espacio que posibilita y entreteje una auténtica experiencia de encuentro con Jesucristo y de la participación en su seguimiento discipular es para la nueva evangelización un imperativo. Ella debe articularse como una gran comunidad de pequeñas comunidades y experiencias comunitarias, en las que sea posible rescatar el valor personalizante del encuentro.
En este sentido, el carácter normativo de la primera comunidad cristiana nos hace revalorar la importancia de promover, en medio de una sociedad en la que el anonimato y la indiferencia, el afán de dominio y el establecimiento de relaciones marcadas por el poder, la apatía en la defensa de la dignidad del ser humano, la aspiración de tener y el consumismo desmedido que de ello deriva, se nos muestran como características que marcan un estilo de vida antievangélico; un estilo de vida alternativo, marcado por los valores que propone el Evangelio, por lo que la comunidad creyente se convierta en motor que promueva la confesión de la fe como una matriz de sentido cultural, ético, político y económico auténticamente humana. Una comunidad discipular capaz de enseñar a relativizar toda absolutización idolátrica, que vuelve al ser humano un objeto, y desfigura en él la verdad sobre el ser humano.
Para ello se requiere que la comunidad parroquial aparezca ante la sociedad como una comunidad de hermanos cuya preocupación fundamental es la oración, el servicio y el acompañamiento, que se impulsen desde ellas procesos de formación con itinerarios bien establecidos que conduzcan a una auténtica maduración humana y cristiana de sus miembros evitando así lo que se ha dado a llamar “fe epidérmica”.

[00057-04.04] [IN034] [Texto original: español]

- S. Em. R. Card. André VINGT-TROIS, Arcivescovo di Paris, Presidente della Conferenza Episcopale (FRANCIA)

Aujourd'hui, dans beaucoup de pays occidentaux la nouvelle évangélisation est, en fait, une première annonce, compte tenu de la sécularisation générale des mœurs et de la culture. Plus encore que l'ignorance, nous devons déplorer une culture formatée par le langage médiatique et son recours à l'instantané et à l'affectivité.
C'est pourquoi, dans ce contexte, la nouvelle évangélisation doit unir dans un même effort le témoignage de la foi et une pédagogie de la culture.
Le témoignage de la foi est d'autant plus perceptible qu'il manifeste la communion qui unit tous les membres de l'Église et qu'il s'exprime dans tous les registres de l'action ecclésiale: enseignements du magistère, déclarations publiques sur différents sujets, la vitalité des paroisses et des communautés chrétiennes, la référence manifeste de chaque chrétien à la vie du Christ, par la parole et par la manière de vivre. Sa crédibilité repose pour une bonne part sur le témoignage vécu des chrétiens et sur la visibilité de leur participation à la vie de l'Église.
La pédagogie de la culture se développe par l'implication des chrétiens dans tous les systèmes éducatifs et par leur contribution à une véritable éducation de l'intelligence qui est la condition nécessaire à l'exercice d'une véritable liberté.
D'autre part, nous devons investir tous nos moyens dans la formation des clercs et des laïcs pour qu'ils soient capables de mieux montrer que l'adhésion à la foi chrétienne n'est pas en contradiction avec la raison humaine.
Enfin, nous devons développer les conséquences éthiques d'une anthropologie chrétienne qui s'enracine dans la Révélation et qui se déploie dans un dialogue avec les autres sagesses. Nous devons être plus conscients que nous sommes dépositaires d'un trésor pour l'avenir de l'humanité et porteurs d'une espérance.

[00058-03.03] [IN035] [Texte original: français]

- S. E. R. Mons. Yves PATENÔTRE, Arcivescovo di Sens (FRANCIA)

Si le phénomène de la sécularisation existe en nos pays de vieille chrétienté, il ne doit pas nous décourager mais renouveler en nous l'esprit missionnaire. Il nous faut regarder le monde d'aujourd'hui avec le regard du Père. Ce monde est aimé de Dieu. Il le voit comme le monde de ses enfants dans la diversité des peuples, des cultures et des religions. C'est la famille humaine dont il est le Père. La trace divine de cette paternité, c'est l'amour au cœur de tout être humain. Chrétiens, dans la grâce de la Révélation, nous savons que l'amour vient de Dieu, que l'amour est Dieu, comment le faire reconnaître? Ce fut toute la mission de Jésus. C'est aujourd'hui la nôtre.
Le Concile Vatican II a présenté l'Eglise comme sacrement de l'union des hommes avec Dieu et des hommes entre eux. Un sacrement c'est une réalité du monde qui révèle le mystère du salut parce qu'elle en est la réalisation. Sans être du monde, notre Église est-elle bien dans le monde? Elle est visible mais son message est-il lisible? Aussi, en quelque sorte, nous n'avons pas à être signes d'Église, mais signes du Christ, et c'est en cela que nous serons l'Église: visage et parole du Christ, vivant et proclamant la foi de toujours dans les mots d’aujourd’hui.
Il me souvient d’une parole toujours actuelle du Cardinal Suhard, initiateur de la Mission de France: "Il ne s’agit pas d’obliger le monde à entrer dans l’Église telle qu’elle est, mais de faire une Église capable d’accueillir le monde tel qu’il est." Pour notre Synode, c’est tout un programme. Quel bonheur de proposer la Bonne Nouvelle de Jésus à tous ces hommes et femmes d’aujourd’hui, aux jeunes et aux enfants, qui ne savent pas qu’ils sont là tout près de la Source.

[00059-03.03] [IN036] [Texte original: français]

- S. E. R. Mons. Timothy John COSTELLOE, S.D.B., Arcivescovo di Perth (AUSTRALIA)

In Christifidelis laici Pope John Paul II spoke of the need to "remake the fabric of the ecclesial community" if we are to remake the fabric of the society in which we live. To do this we must recover the ecclesiology of the Church as the Body of Christ, with Christ as its life-giving head.
The first chapter of the Instrumentum laboris stresses this by focusing our attention on Christ and reminding us that the goal of all evangelization is to foster an encounter between the person and Christ.
The time has come for us as bishops to place Christ at the heart of our preaching and teaching, and encourage our priests and deacons to do the same. We must help people to be captured by the fascination which the Jesus of the gospels exerts on hearts and minds.
To paraphrase the Rector Major of the Salesians of Don Bosco who made a similar remark about contemporary religious life: The greatest challenge facing the Church today is to return the Church to Christ and to return Christ to the Church - not to become other than we are but to become more fully who and what we are.

[00060-02.04] [IN037] [Original text: English]

RELAZIONE SULL’ATTUAZIONE DELLA “VERBUM DOMINI”

S. Em. R. Card. Marc OUELLET, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi (CITTÀ DEL VATICANO) ha presentato in italiano la sua Relazione sull’Attuazione della “Verbum Domini”.

Pubblichiamo di seguito la sintesi in francese, la versione italiana e la versione francese della Relazione. La traduzione in inglese, spagnolo e tedesco della sintesi, redatta in francese, è pubblicata nelle rispettive versioni linguistiche del Bollettino.

Deux ans après la publication de l’Exhortation apostolique Verbum Domini en 2010, qui clôt une réflexion synodale, développée depuis 2006 et s’étendant donc sur quatre ans, l’ouverture de ce nouveau Synode nous conduit à réfléchir sur la réception de ce document post-synodal, pour faire le point sur la mise en oeuvre de ses orientations qui veulent renouveler la foi de l’Église.
S’il est trop tôt pour porter un jugement d’ensemble sur sa réception, on constate tout de même un intérêt accru des fidèles pour la Parole de Dieu, de très nombreuses initiatives révèlent la prise de conscience progressive de la place centrale de la Parole de Dieu dans la vie pastorale, et bon nombre de pays ont utilisé les moyens de communication sociale pour faire connaître l’Exhortation apostolique et ses implications dans la vie ecclésiale.
Concernant la liturgie, la conviction profonde réaffirmée dans Verbum Domini selon laquelle la liturgie est le lieu privilégié où Dieu nous parle a connu un fort écho auprès des pasteurs, des liturgistes et des catéchètes, surtout en milieu italophone, hispanophone et anglophone. Le synode a d’autre part inspiré une publication importante, qui a développé le modèle catéchétique du récit des Disciples d’Emmaüs. Et la relance du Catéchisme de l’Église catholique à l’occasion de l’Année de la Foi est aussi une opportunité privilégiée de réception de Verbum Domini. Concernant la recherche scientifique, et le rapport fondamental entre exégèse et théologie, il ne faut pas s’attendre à un changement rapide des habitudes de pensée, mais les ouvertures existent pour un dialogue constructif et rigoureux, qui respecte la différence des charismes et des méthodes. Les milieux universitaires réagissent en général lentement aux interventions du Magistère ecclésial mais la lenteur ne veut pas nécessairement dire opposition ou indifférence. Quelques congrès scientifiques ont été organisés à Rome, en Pologne et en Amérique sur Verbum Domini.
On a noté avec satisfaction l’originalité et la nouveauté de développement doctrinal de Verbum Domini sur la Parole de Dieu, dont les sens multiples sont référés au Christ, comme à l’Analogué principal. Cette christologie de la Parole recueille des intuitions théologiques formulées par d’éminents théologiens à la suite de Karl Barth, dont le christocentrisme a eu une grande influence oecuménique.
Un autre thème majeur digne d’attention est celui de la performativité de la Parole, c’est-à-dire son caractère dynamique et efficace qui assume en contexte liturgique une dimension sacramentelle. La performativité native de la Parole atteint ainsi le niveau proprement sacramentel d’une communion personnelle qui démontre que la Parole de Dieu est beaucoup plus qu’une information et un enseignement.
L’herméneutique ecclésiale de l’Écriture s’enracine dans la nature même de l’Écriture comme témoignage conjoint de l’Esprit et de l’Église. Cette herméneutique suppose une intégration harmonieuse de la foi et de la raison, de même qu’une communion à la vie de l’Église et la connaissance de la vie des saints, qui sont des canons vivants d’interprétation.
À l’issu de l’Exhortation apostolique Verbum Domini, le Pape Benoît XVI formule une prière fervente pour la nouvelle évangélisation, qui souhaite que notre temps se consacre davantage à l’écoute de la parole de Dieu.
La nouvelle évangélisation, tout comme la première, doit dépendre de l’Esprit Saint, grand protagoniste de la mission de l’Église ad gentes et de toutes les formes actuelles de nouvelle évangélisation. L’évangélisation du monde a vraiment pris son envol avec le kairos de la Pentecôte, et ne peut repartir que de là.
À cinquante ans du Concile Œcuménique Vatican II, la réforme entreprise avec la Constitution dogmatique Dei Verbum se trouve confirmée et même développée. En ce sens, Verbum Domini est un grand exercice de réception du Concile Œcuménique Vatican II.

[00073-03.04] [RE001] [Texte original: français]

Introduzione
Desidero che le acquisizioni del Sinodo influiscano efficacemente sulla vita della Chiesa: sul personale rapporto con le sacre Scritture, sulla loro interpretazione nella liturgia e nella catechesi come anche nella ricerca scientifica, affinché la Bibbia non rimanga una Parola del passato, ma una Parola viva e attuale (Benedetto XVI, Esortazione apostolica post-sinodale Verbum Domini sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa, n. 5).
Sin dall'introduzione dell'Esortazione apostolica Verbum Domini, il Santo Padre precisa la finalità del suo messaggio e i livelli di ricezione ch' egli si augura perché "la Bibbia non rimanga una Parola del passato, ma una Parola viva e attuale". Egli desidera che la vita personale dei fedeli, la liturgia, la catechesi e la ricerca scientifica siano rinnovate dalla Parola vivente di Dio e dalla Sacra Scrittura.
Due anni dopo la pubblicazione dell'Esortazione apostolica Verbum Domini, all'inizio di questo Sinodo siamo invitati a riflettere sulla ricezione di questo documento post-sinodale per fare il punto sull'attuazione dei suoi orientamenti che intendono "rinnovare la fede della Chiesa nella Parola di Dio" (VD, 27).
Porre la domanda sulla ricezione della Verbum Domini è dunque interrogarsi non solo sui commenti che si sono potuti scrivere sul documento ma prima e innanzitutto sulle iniziative pastorali che cercano di tradurre nella vita gli orientamenti del Magistero ecclesiale.
Precisiamo sin d'ora che il concetto stesso di "ricezione" è complesso e non si lascia ricondurre ad una definizione univoca. In termini generici, esso sta a indicare "il modo con cui la Chiesa comprende e s'impossessa del Vangelo lasciandosi nel contempo impossessare da lui(Michael Root, "Réception", dans: Dictionnaire critique de théologie, Paris, Presses Universitaires de France, 2007, p. 1189). Un simile concetto suppone l'azione dello Spirito Santo dal momento che la Chiesa non insegna ciò che lei ha inventato o scoperto, ma ciò che ha ricevuto (1Cor 11, 23; 15, 3). La vita della Chiesa è dunque un processo permanente di ricezione del Vangelo poiché lo Spirito introduce la Chiesa sempre più profondamente "alla verità tutta intera" (Gv 16, 13). Nei recenti dibattiti teologici, il concetto di ricezione "designa più specialmente tutti gli aspetti del processo attraverso il quale la Chiesa accoglie ed integra nella propria vita tale assunto dottrinale, tale cambiamento liturgico, tale proposta ecumenica e così via" (Ibid.).
In senso classico, ricezione significa "accettazione e assimilazione da parte della Chiesa di dottrine o di decisioni che fanno testo, come quelle dei concili ecumenici, dei sinodi o dei papi" (William G. Rusch, Reception. An Ecumenical Opportunity, Philadelphia, Fortress Press, 1988, p. 29, citato in: ibid., p. 1190.). Nel caso dell'Esortazione apostolica Verbum Domini, che racchiude una riflessione sinodale estesa sull'arco di quattro anni (2006-2010), è evidentemente troppo presto per formulare un giudizio d'insieme sulla sua ricezione. Per questo motivo il mio intervento si limiterà a indicare qualche segnale di ricezione sul piano della vita pastorale e su quello della riflessione teologica.
Dopo una rapida rassegna di determinate iniziative pastorali, che sono state promosse in modo disomogeneo a seconda dei continenti, mi soffermerò su alcune questioni teologiche che si sono imposte all' attenzione e che probabilmente stanno ad indicarci un cammino da seguire per la missione propria di questo Sinodo su "La Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana".
I. Segnali di ricezione nella vita della Chiesa
Osserviamo innanzitutto un dato statistico sulle edizioni di Verbum Domini. Più di 200.000 copie sono state immesse in circolo nelle diverse lingue, nel seguente ordine d'importanza numerica: al primo posto l'italiano con oltre 60.000 copie, seguito dall'inglese, 43.000 copie, il francese, 36.500 copie, lo spagnolo, 35.000 copie, il portoghese, 10.600 copie. Le altre lingue, tra 1.000 e 5.000 copie.
A. Al livello della vita personale e pastorale
Numerosi indizi rivelano un accresciuto interesse dei fedeli per la Parola di Dio così come è trasmessa nella Sacra Scrittura. Bibbie in quantità innumerevole sono state acquistate da singoli, gruppi o famiglie. Un milione di copie sono state distribuite gratuitamente in Brasile su sollecitazione dell'episcopato locale. A questo fenomeno di massa si aggiunge la capillare diffusione di testi biblici come il Nuovo Testamento, i quattro vangeli o un solo libro che serve di base per un approfondimento comunitario su un determinato arco temporale, come ad esempio una lettera di san Paolo in occasione dell'Anno paolino.
L'indice che è motivo di maggior compiacimento circa la ricezione della Verbum Domini è l'entusiastica accoglienza della lectio divina come modalità di incontrare Dio, di ascoltarlo e di rispondergli, a partire dal testo della Sacra Scrittura. Questa accoglienza è di varia intensità a seconda dei paesi, ma resta di certo il tema per eccellenza del Sinodo. Molte anime contemplative sono state confermate e confortate in questa pratica plurisecolare, ma il fatto nuovo e assai promettente è l'ampia diffusione di questa pratica nei più diversi ambienti: seminari, conventi, gruppi di condivisione, movimenti, circoli biblici, famiglie, ecc. Percorsi formativi sono offerti dalle diocesi o dalle comunità al fine di sostenere nel lungo periodo questo movimento spirituale fondato sulla Parola di Dio.
Superfluo precisare che quest'ampia diffusione risponde al vivo desiderio del Santo Padre che fiorisca "una nuova stagione di più grande amore per la sacra Scrittura da parte di tutti i membri del Popolo di Dio, cosicché dalla loro lettura orante e fedele nel tempo si approfondisca il rapporto con la persona stessa di Gesù " (VD, 72). Riguardo questa favorevole accoglienza della lectio divina, si veda ad esempio: Nuria Calduch-Benages, "Lettura orante della Sacra Scrittura" in: Cannen Aparicio Valls et Salvador Pié-Ninot (dir.), Commento alla Verbum Domini, Roma, Gregorian & Biblical Press, 2012, p. 113-124; Giuseppe De Virgilio, "La Parola di Dio nella vita ecclesiale (nn. 72-89)", Sinfonia della Parola. Commento teologico all'Esortazione Apostolica 'Verbum Domini", Roma, Rogate, 2011, p. 105-125). In breve, la lettura orante della Scrittura è l'indice più evidente della ricezione del nuovo paradigma mariano proposto nella Verbum Domini ai numeri 27 e 28.
Un altro indice di ricezione è la promozione di numerose iniziative pastorali a livello diocesano, parrocchiale o all'interno dei movimenti, volte ad incoraggiare la lettura della Bibbia o a mettere in atto l'animazione biblica dell'intera pastorale (Cfr. VD, 73. Vedere anche: Dario Vivian, "La parola di Dio al centro della pastorale. La Verbum Domini e la vita della Chiesa", La Rivista del Clero Italiano, vol. 5, 2011, p. 376-384).
Una folla di iniziative riflette la progressiva presa di coscienza del posto centrale della Parola di Dio nella vita pastorale: giornate bibliche, ritiri, sessioni, settimana biblica e persino un anno biblico emanato in Polonia in seguito al Sinodo. In certi luoghi, dei fedeli hanno organizzato sedute di lettura continua della Bibbia con la collaborazione di artisti e di specialisti della comunicazione.
Molte diocesi hanno inaugurato l'anno pastorale 2011-2012 con una presentazione dell'Esortazione apostolica Verbum Domini. Alcune conferenze episcopali hanno dedicato un sostanziale tempo della loro riunione annuale all'assimilazione degli orientamenti teologici e pastorali del documento. In diversi paesi si sono convenientemente utilizzati i mezzi di comunicazione sociale per far conoscere l'Esortazione apostolica e le sue implicazioni nella vita ecclesiale.
Queste poche annotazioni sul piano pratico sono assai frammentarie, lo ripeto, ma sono rivelatrici di un accresciuto interesse per la Parola di Dio e la Sacra Scrittura come "luce sul [...] cammino" (Sal 118 [119], 105) che guida "i nostri passi sulla via della pace" (Lc 1, 79).
B. Al livello della liturgia e della catechesi
La Santa Liturgia è veramente "l'ambito privilegiato in cui Dio parla a noi nel presente della nostra vita, parla oggi al suo popolo, che ascolta e risponde" (VD, 52). Questa profonda convinzione del Santo Padre Benedetto XVI riaffermata nella Verbum Domini ha incontrato grande risonanza in numerosi pastori e teologi, specie in ambienti di lingua italiana, spagnola e inglese.
Il rapporto tra la Bibbia e la liturgia è stato rafforzato e ci si è rallegrati che "l'ermeneutica della fede riguardo alla sacra Scrittura deve sempre avere come punto di riferimento la liturgia, dove la Parola di Dio è celebrata come parola attuale e vivente" (VD, 52). È in questo campo che maggiormente abbonda la letteratura, a motivo in particolare degli originali sviluppi della Verbum Domini sulla performatività e la sacramentalità della Parola, sui quali torneremo più avanti. Diciamo soltanto che la presa di coscienza d'una efficacia propria della Parola di Dio proclamata si ripercuote sulla comprensione della celebrazione eucaristica e sul valore delle celebrazioni della Parola in assenza del sacerdote. Essa motiva altresì una più assidua frequentazione della Bibbia per la semplice lettura o la meditazione.
1. L’omiletica
Un incoraggiante indice di ricezione riguarda le iniziative di formazione per una predicazione adeguata che sia veramente biblica, cristologica e mistagogica. La Conferenza dei Vescovi cattolici degli Stati Uniti ha messo a punto una guida omiletica per sacerdoti e diaconi come risposta alla Verbum Domini. Si è persino organizzato, sotto la denominazione di Verbum Domini, un festival della predicazione. Cicli di formazione dei seminaristi in vista del ministero della Parola sono stati promossi sulla base dei due maggiori convincimenti tratti dalla Verbum Domini: "in primo luogo, un più profondo apprezzamento dell' autorità unica della Scrittura; poi, la riscoperta del senso spirituale della Scrittura " (Mary Hea1y, "Yerbum Domini and the Renewal of Biblical Preaching", "The Ward of God in the Life and Ministry of the Church" Conference, University of St. Thomas, Minnesota, june 2011, p. 3).
Ci si deve con forza augurare, ed è nello stesso tempo un imperativo, che simili iniziative si moltiplichino anche in altri luoghi per rispondere alla finalità pastorale della Verbum Domini. Un effettivo movimento in questa direzione dipenderà dal fondamentale impegno dei vescovi.
2. La catechesi
Nel campo della catechesi che è strettamente connesso alla liturgia, il Sinodo ha ispirato un'importante pubblicazione, frutto d'una sessione ecumenica, che ha sviluppato il modello catechetico del racconto dei Discepoli di Emmaus. Questa catechesi indirizzata ai Latino Americani (Jean-Pierre Ruiz et Mario J. Paredes (dir.), La Palabra de Dios y los católicos latinos. Las lecciones del camino a Emaús, New York, American Bible Society, 2012, 275 p.) si appoggia su "la spiegazione delle Scritture", che solo Cristo è in grado di dare (cfr. Lc 24, 27-28), mostrando in se stesso il loro compimento" (VD, n. 74; cfr. Proposition 23).
Nulla motiva in maggior misura l'acquisizione di conoscenze offerta dal Catechismo della Chiesa cattolica quanto una relazione personale con Gesù vissuta nel quadro ecclesiale. Più la catechesi sarà biblica e mistagogica, più servirà la grande causa della nuova evangelizzazione.
In quest'ottica, il rilancio del Catechismo della Chiesa cattolica in occasione dell'Anno della Fede è una privilegiata opportunità di ricezione della Verbum Domini. Esso porterà tanto più frutto quanto più si metterà a profitto il nuovo paradigma di Verbum Domini fondato sulla fede come incontro, ascolto e dialogo, e l'assimilazione della Sacra Scrittura "alla luce dello stesso Spirito mediante il quale è stata scritta" (Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione Dei Verbum, 12; cfr. San Gerolamo, In Gal 5, 19-21: PL 26, 417A). Questo nuovo paradigma corrisponde alla concezione dinamica della Rivelazione che la Costituzione dogmatica Dei Verbum ha posto in prima linea per ampliare la concezione noetica predominante prima del Concilio ("Con questa Rivelazione infatti Dio invisibile (cfr. Col 1, 15; 1Tm 1, 17) nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici (cfr. Es 33, 11; Gv 15, 14-15) e si intrattiene con essi (cfr. Bar 3, 38), per invitarli e ammetterli alla comunione con sé" (DV; 2).). Alcuni autori lo hanno ben sottolineato nella loro valutazione di insieme di Verbum Domini. Citiamo qui Sua Eminenza il Cardinale Wuerl che così riassume il messaggio centrale dell'Esortazione apostolica Verbum Domini:
Noi apprezziamo in alto grado come un mistero della nostra fede l'insegnamento decisivo del Sinodo che è chiaramente articolato nella Verbum Domini: Dio ci parla. Dio ci parla oggi. Ci invita all'amicizia con lui. Ci invita ad invitare degli altri a questa amicizia. È nella sua Parola che troviamo il senso e lo scopo della vita (Cardinale Donald Wuerl, The Word of God and the New Evangelization, Verbum Domini Symposium, Regis college, Toronto, 31 mars 2011, p. 8. Un altro riassume in questi termini i temi principali dell'Esortazione apostolica: "Tre temi distinti ma interconnessi attraversano Verbum Domini nel suo insieme, vale a dire: 1) La Parola di Dio come testimonianza e la testimonianza resa alla Parola di Dio; 2) Il mistero del dialogo di Alleanza - Dio che parla ai suoi figli e risponde alle loro domande; 3) L'ermeneutica ecclesiale della fede" (Vincent Demeo, "Pope Benedict XVI and the Word of God. Distinct Themes of Verbum Domini", Homi1etic and Pastoral Review, 2012).).
Questi orientamenti sono stati in generale ben recepiti dai pastori, dai liturgisti e dai catechisti, cosa che consente di auspicare che la Parola di Dio come "dialogo nuziale" tra Dio e il suo popolo produca frutti abbondanti nello spirito della Dei Verbum:
"Dio, il quale ha parlato in passato, non cessa di parlare con la sposa del suo Figlio diletto, e lo Spirito Santo, per mezzo del quale la viva voce dell'Evangelo risuona nella Chiesa e per mezzo di questa nel mondo, introduce i credenti alla verità intera e in essi fa risiedere la parola di Cristo in tutta la sua ricchezza (cfr. Col 3, 16)". La Sposa di Cristo, maestra di ascolto, anche oggi ripete con fede: "Parla, o Signore, che la tua Chiesa ti ascolta" (VD, 51, citando DV, 8, e "Relatio post diseeptationem", n. 11, L'Osservatore Romano (edizione francese), 11 novembre 2008, p. 11. Per il "dialogo nuziale", si veda anche la frase posta proprio a conclusione dell'Esortazione apostolica (VD, 124) .).
C. Al livello della ricerca scientifica
A soli due anni di distanza dalla pubblicazione è troppo presto per formulare un giudizio sulla ricezione di Verbum Domini in questo campo, dal momento che occorrerebbe disporre d'una dozzina d'anni di maturazione delle idee. Diciamo tuttavia che alcuni indizi autorizzano a ritenere che il processo sia ben innestato.
È necessario riconoscere - nota un teologo - che l'Esortazione Apostolica post-sinodale Verbum Domini è venuta a riempire un vuoto che si percepiva nell'ambito ecclesiale. Si avvertiva l'esigenza di un intervento magisteriale che orientasse complessivamente la riflessione biblica e approfondisse il tema della Parola di Dio "sia come verifica dell'attuazione delle indicazioni conciliari, sia per affrontare le nuove sfide che il tempo presente pone ai credenti in Cristo (VD, 3)" (Michelangelo Tábet et Giuseppe De Virgilio, "Introduzione (nn. 1-5)", in: Sinfonia della Parola. Commento teologico all'EsortazioneApostolica " Verbum Domini", Roma, Rogate, 2011, p. 30).
Un altro afferma che Verbum Domini è "il più importante documento ecclesiale sulla Scrittura dopo il Vaticano II" (Healy, "Verbum Domini and the Renewal of Biblical Preaching ", p. 3). Esso porta in effetti ad un punto di maturazione gli interventi anteriori della Pontificia Commissione Biblica su questioni particolari (De sacra Scriptura et christologia (1984), Unità e diversità nella Chiesa (1988), L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa (1993), Il popolo ebraico e le Sacre Scritture nella Bibbia cristiana (2001), Bibbia e morale. Le radici bibliche dell'agire cristiano (2008).). "Indubbiamente siamo di fronte - commenta un teologo - ad un testo di grande spessore che impegnerà non poco gli addetti ai lavori di teologia fondamentale" (Paolo Martinelli, "Introduzione. L'interesse teologico fondamentale della XII assemblea generale ordinaria del sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa", in: Carmen Aparicio Valls et Salvador Pié-Ninot (dir.), Commento alla Verbum Domini, Roma, Gregorian & Biblical Press, 2012, p. 31). Un esegeta si rallegra nella prospettiva d'una "accresciuta collaborazione tra pastori, teologi ed esegeti", riconoscendo che "le scienze bibliche, esegetiche e teologiche si dispiegano all'interno della Chiesa e sono al servizio della sua fede" (Alain Faucher, "L'Exhortation apostolique postsynodale Verbum Domini. Vers un réveil de la pastorale biblique?", Pastorale Québec, mars 2011, p. 4).
Quanto al fondamentale rapporto tra esegesi e teologia, che dipende da una storia complessa, non bisogna attendersi un rapido cambiamento delle abitudini di pensare, ma esistono le aperture per un dialogo costruttivo e rigoroso che rispetti la differenza dei carismi e dei metodi (Cfr. Nuria Calduch Benages, "Exégesis, teología y hermenéutica bíblica en la " Verbum Domini''", Phase, n. 302, 2011, p. 109-121; Michelangelo Tábet, "L’ermeneutica della Sacra Scriptura nella Chiesa (nn. 29-49)", in: Sinfonia della Parola, Roma, Regate, 2011, p. 63-86; Francesco Bianchini, "Esegesi e teologia nell'interpretazione paolina ", Euntes Docete, vol. 64, n. 2, p. 43-59).
Gli ambienti accademici reagiscono in genere con lentezza agli interventi del Magistero ecclesiale ma la lentezza non significa necessariamente opposizione o indifferenza. Alcuni congressi scientifici sulla Verbum Domini sono stati organizzati a Roma, in Polonia, in America ed è possibile anche in altri luoghi, e ne sono disponibili gli atti (Ernesto Borghi (dir.), Ascoltare rispondere vivere. Atti del Congresso internazionale "La Sacra Scrittura nella vita e nella missione della chiesa (Roma, 14 dicembre 2010)", Milano, Edizioni Terra Saneta, 2011, 238 P.; "The Word of God in the Life and Ministry of the Church: the Catholic Seminary Professor of Sacred Scripture and the Classroom" Conference, June 9-11, 2011, Saint Paul Seminary, Minnesota; "The Word of God in the Life and Ministry of the Church: the Catholic Seminary Professor of Sacred Scripture and the Classroom" Symposium, June 9-11, 2011, Regis College, Toronto; Jacek Kiciński, (dir.), Słowo Boże szołą formacji kapłańskiej, Wrocław, 2011, 160 p.). L'indice più significativo della ricezione di Verbum Domini da parte della comunità scientifica rimane l'accoglienza del libro Gesù di Nazaret che ne applica i criteri di interpretazione. Ecco a riguardo l'opinione di Jared Wicks:
Alla fine di questo commento su VD 3, sembra opportuno fare riferimento a un'altra opera, ora ampiamente diffusa, che è capace d'influire profondamente sulla futura comprensione della divina rivelazione, di Cristo rivelatore e rivelazione del Padre e della lettura competente e credente della Sacra Scrittura. L'opera dotata di tale forza formativa non è nient' altro che il libro del Papa Benedetto XVI, Gesù di Nazaret (2 voll., 2007, 2010). Ciò che la Verbum Domini espone nella sua prima parte, sulla parola divina rivelatrice e l'interpretazione biblica, si realizza concretamente davanti al lettore di Gesù di Nazaret. Questo è un testo che tratta i brani dei vangeli con competenza esegetica, ma procede oltre, nella lettura teologica, per attirare, illuminare e consolare i lettori in modo conforme al tema stesso, che è il Verbo divino fatto uomo per noi e per la nostra salvezza, essendo la salvezza ciò che Cristo conferisce nella condivisione della sua comunione col Padre (Jared Wicks, "Dalla Dei Verbum al Sinodo sulla Parola di Dio", dans: Commento alla Verbum Domini, p. 39).
II. Questioni teologiche che lasciano intravedere una ricezione feconda
A. Cristologia della Parola
Si è osservata con soddisfazione l'originalità e la novità dello sviluppo dottrinale della Verbum Domini sulla Parola di Dio, i cui molteplici significati (sinfonia della Parola) sono riferiti a Cristo come all'Analogatum princeps da cui derivano tutto gli altri significati:
La Parola eterna che si esprime nella creazione e che si comunica nella storia della salvezza è diventata in Cristo un uomo, "nato da donna" (Gal 4,4). La Parola qui non si esprime innanzitutto in un discorso, in concetti o regole. Qui siamo posti di fronte alla persona stessa di Gesù. La sua storia unica e singolare è la Parola definitiva che Dio dice all'umanità (VD, 11).
Si tratta della formulazione teologica centrale e più nuova dell'Esortazione apostolica in rapporto allo sviluppo del Sinodo - nota un autore - dal momento ch'essa sottolinea come la chiave di volta dell' intera teologia della Parola di Dio sia Gesù Cristo. Questa formulazione, anche se non è stata così enunciata al Sinodo, riflette il punto decisivo di tutto questo documento e diviene pertanto, senza alcun dubbio, il contributo teologico più rappresentativo dell'intera Esortazione (Salvador Pié-Ninot, "Los seis temas teológicos de la "Verbum Domini"", p. 134).
Questa cristologia della Parola raccoglie intuizioni teologiche già formulate da eminenti teologi sulle tracce di Karl Barth il cui cristocentrismo ha avuto un grande influsso ecumenico (Cfr. Karl Barth, Dogmatique I/12/1, Genève, Labor et Fides, 1954, p. 114; Hans Urs von Balthasar, Karl Barth, Einsiedeln, Johannes Verlag, 1951, 1976, p.124). Le conseguenze di questa cristologia della Parola sono state percepite tanto in ciò che si ricollega alla trascendenza della Parola in rapporto alle sue espressioni orali (tradizione) o scritte (Sacra Scrittura), quanto in rapporto alle sue implicazioni antropologiche, essendovi compresa la vita umana nella sua natura filiale e relazionale.
A partire dal "Verbo abbreviato" compreso cristologicamente, diviene in effetti possibile cogliere meglio la natura testimoniale delle Sacre Scritture e il loro statuto canonico nei confronti della Parola divina che esse "contengono", dal momento che sono "ispirate", ma che non ricoprono completamente, poiché il Cristo Vivente trascende la testimonianza scritta che lo manifesta presente nella Chiesa.
Simile qualificazione della Parola di Dio scritta, cioè "ispirata", le è attribuita in modo singolare poiché essa è una testimonianza e una presenza unica di tale Parola. A questi tre livelli: con la sua origine, dal momento che è scaturita sotto 1'azione dello Spirito; con la sua finalità interna, essendo ricolma dello Spirito, e con la sua dimensione esperienziale, poiché comunica lo Spirito. Da cui discende che la Scrittura non è la Parola stessa, bensì la testimonianza della Parola resa dallo Spirito(Salvador Pié-Ninot, "Los seis temas teólogicos de la "Verbum Domini"", p. 138).
La fondamentale distinzione tra la Parola e la Scrittura, così come è qui formulata, fa emergere la profondità trinitaria della Parola di Dio e l'inscindibilità del Verbo, dello Spirito e della Chiesa per la sua interpretazione. In effetti, la qualità ispirata della Scrittura in rapporto al Cristo, Parola Vivente, suppone sempre la fede come testimonianza congiunta dello Spirito e della Chiesa. Di qui 1'affermazione centrale: la Chiesa è "il luogo originario dell'ermeneutica d~lla Bibbia" (VD, 29). "L'asse teologico che la presiede e l'informa è la cristologia della Parola (VD 11-13). Per questo motivo, il senso spirituale è visto in questa prospettiva: poiché si legge la Bibbia "nel contesto del mistero pasquale di Cristo" (VD, 37)" (Ibid. p. 140).
D'altra parte, il concetto di ispirazione è alquanto inadeguato a tradurre la mediazione dello Spirito Santo, poiché fa troppo esclusivo riferimento all'aspetto noetico, mentre il ruolo dello Spirito Santo è di rendere possibili tutti gli aspetti della comunione dell'uomo con Dio mediante la fede. La dimensione noetica resta evidentemente essenziale ma è immersa in un "surplus" di presenza dello Spirito Santo, che costituisce in ultima istanza il senso spirituale della Scrittura ("Da un punto di vista teologico, si può parlare come d'una sorta di "eccedente" veritativo della Parola, poiché c'è per così dire una sovrabbondanza inerente alle Scritture stesse dal punto di vista del loro contenuto teologico ed ermeneutico; ciò che del resto si manifesta nella loro polisemia e nella loro infinita fecondità." (Sylvain-Serge Ponga, "La Sainte Écriture, ou le Verbe abrégé. Sur la sacramentalité et la performativité des Saintes Écritures dans Verbum Domini”, Revue thomiste, vol. 111, 2011, p. 111; cfr. Pier Cesare Bari, L'interpretazione infinita. L'ermeneutica cristiana antica e le sue trasformazioni, Bologna, Il Mulino, 1987, p. 59-73.)).
Quanto alle implicazioni antropologiche, ascoltiamo quel che un' autrice chiarisce di questa visione cristocentrica e relazionale della Parola di Dio:
"L'uomo è creato nella Parola e vive in essa; egli non può capire se stesso se non si apre a questo dialogo. La Parola di. Dio rivela la natura filiale e relazionale della nostra vita. Siamo davvero chiamati per grazia a conformarci a Cristo, il Figlio del Padre, ed essere trasformati in Lui." (VD, 22). In queste poche frasi sono condensate le verità più importanti riguardanti l'identità e l'orizzonte di senso della vita umana, che possiamo esprimere dicendo che siamo figli di Dio in Cristo, e che grazie a questa adozione viene portata a compimento l'opera iniziata con la creazione dell'uomo e della donna come persone libere Carla Rossi Espagnet, "La risposta dell'uomo al Dio che parla", dans: Michelangelo Tábet et Giuseppe de Virgilio (dir.), Sinfonia della Parola. Commento teologico all'Esortazione Apostolica “Verbum Domini”, Roma, Rogate, 2011, p. 51).
Una tale antropologia dialogica pone in luce la natura del peccato come non-ascolto, cioè come disobbedienza che il Cristo dovrà smascherare e compensare attraverso la sua obbedienza d'amore sino all' estremo.
La Croce ricorda a tutti noi che possiamo vivere per sempre solo seguendo la via percorsa dal Figlio, la via della relazione obbediente al Padre, nell'amore (Espagnet, "La risposta dell'uomo al Dio che parla", p. 57).
Alla luce di questa cristologia della Parola si comprende ancor meglio il ricorrente messaggio di Papa Benedetto XVI nelle sue omelie e nei suoi discorsi a partire dalla sua prima enciclica Deus caritas est: "All'inizio dell'essere cristiano non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva” (Benedetto XVI, Lettera enciclica Deus caritas est sull' amore cristiano, n. 1.).
B. Performatività e sacramentalità della Parola
Un altro tema di fondo che ha attirato l'attenzione è quello della performatività della Parola, vale a dire il suo carattere dinamico ed efficace, che in contesto liturgico assume una dimensione sacramentale.
Il tema che unisce la Parola di Dio alla liturgia, illustrato dalla Verbum Domini, ha sottolineato ed aperto vie nuove alla comprensione tanto della Parola che della celebrazione. Se sotto certi aspetti il documento magisteriale riprende temi teologici conosciuti e nuovamente proposti in un modo lineare ed armonico, sotto altri aspetti esso ha aperto vie nuove alla riflessione teologica. Tra questi non possiamo dimenticarne due: la liturgia come ermeneutica della Scrittura e la Parola come realtà sacramentale (Renato de Zan, “''Verbum Domini" y liturgia”, Phase, n. 302, 20 11, p. 159.).
Queste due aperture hanno ravvivato l'interesse della teologia sacramentaria e della pastorale liturgica. Il tono degli articoli è rivelatore d'un entusiasmo per questa ermeneutica come pure per una rivalutazione della Parola proclamata e commentata in contesto eucaristico (Cfr. per esempio: Calduch-Benages, N., S. Pié-Ninot, et R. de Zan, "Verbum Domini", Phase. Revista de pastoral litúrgica, n. 302, 2011, p. 109-160; Coll., ""Una parola viva ed efficace. “Verbum Domini”'", Rivista Liturgica, vol. 99, n. 2, 2012, p. 237-387; Ermenegildo Manicardi, Verbum Domini: Perspectivas teológicas actuales", Scripta theologica, vol 43, 2011, p. 393-416; Jaime Sancho, "La pa1abra de dios en la sagrada liturgia (Verbum Domini 52-71)”, Scripta Theologica, vol 43, n. 2, 2011, p. 417-436).
Si vede confluire da una parte il senso originario della Parola divina come Dabar che unisce la parola ed il gesto, il dire e la sua realizzazione concreta nel segno; d'altra parte questa efficacia della Parola, che Benedetto XVI ha chiamato la sua virtù “performativa” (Benedetto XVI, Lettera enciclica Spe salvi sulla speranza cristiana, n. 10. Cfr. anche 2 e 4.) quando promana dalla bocca del Verbo incarnato produce il sacramento, vale a dire un agire divino concreto e salvifico dal momento in cui esso è accolto nella fede. Il titolo stesso dell'Esortazione apostolica Verbum Domini evoca questa sacramentalità della Parola e della Scrittura poiché rinvia alla proclamazione liturgica. Ecco perché Sacrosanctum concilium afferma che è Cristo “che parla quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura” (Costituzione sulla santa liturgia Sacrosanctum concilium, n. 7).
Noi qui ci troviamo molto chiaramente in presenza d'una prima sistematizzazione dottrinale da parte del Magistero cattolico. L'esortazione pontificia espone i due fondamenti di questa sacramentalità delle Scritture e cioè: la natura sacramentale della Rivelazione divina da cui essa discende (a); e le conseguenze, vale a dire la causalità veritativa e salvifica del mistero dell'incarnazione del Verbo nella misura in cui esso è il fondamento di tutte le forme storiche della sacramentalità (b) (Ponga, "La Sainte Écriture, ou le Verbe abrégé", p. 96. Cfr. anche : S. Ponga, "Le silence de Vatican II sur la nature des Saintes Écritures", Gregorianum 91 (2010), p. 255-271).
La proclamazione della Parola nella liturgia pone dunque in scena Cristo che parla come ha parlato nell'Ultima Cena, in vista dell'Atto supremo della sua autodonazione nel Rito eucaristico della Nuova Alleanza. Questo rito, il suo rito, ch' egli ha istituito una volta per tutte come suo testamento escatologico inseparabile dalla Croce gloriosa, costituisce la matrice sacramentale del senso ultimo della Sacra Scrittura. Tutta la Bibbia gravita in effetti attorno al mistero eucaristico di cui essa è la preparazione, la spiegazione e la chiave interpretativa.
La performatività nativa della Parola raggiunge così il livello propriamente sacramentale d'una comunione personale che dimostra in modo quanto mai evidente come la Parola di Dio sia molto più d'una informazione o un insegnamento, essa è una mediazione simbolica resa performante o efficace dalla presenza divina da cui è abitata ("È questa cristologia della Parola di Dio scritta che fonda teologicamente la sacramentalità e la performatività delle Sacra Scritture. Questa Parola di Dio, che ha sposato il linguaggio umano, è il Verbo abbreviato, in verbi molteplici, che in Gesù Cristo non sono che un'unica Parola di salvezza, poiché la sua Parola resta per sempre "spirito e vita" (Gv 6, 63)." (Ponga, "la Sainte Écriture, ou le Verbe abrégé", p. 113)).
C. Ermeneutica della Scrittura
L'immenso valore e importanza della Verbum Domini - conclude un autore - risiede nella forza della sua testimonianza che le Scritture sono la Parola di Dio divinamente ispirata. Ciò include una spiegazione profonda dei principi ermeneutici chiave già fissati dalla Dei Verbum al Concilio Vaticano II: il principio della Chiesa come soggetto vivente, mediante il quale e per il quale la Parola di Dio è stata scritta, e il principio della fede che non solo s'appoggia sulla storia, ma afferma la testimonianza della Chiesa riguardo a Dio che ha parlato ai suoi figli nella storia mediante la sua Parola (Vincent Demeo, "Pape Benediet XVI and the Word of God. Distinct Themes of Verbum Domini", Homiletic and Pastoral Review, 2012).
L'ermeneutica ecclesiale della Scrittura si radica, l'abbiamo detto, nella natura stessa della Scrittura come testimonianza congiunta dello Spirito e della Chiesa. Ciò significa che l'ermeneutica scientifica della Scrittura non può elaborarsi che nella fede della Chiesa, appoggiandosi saldamente sul senso storico e letterale ed applicando i criteri stabiliti da Dei Verbum, 12 §3: prestare attenzione "al contenuto e all'unità di tutta la Scrittura, tenuto debito conto della viva tradizione di tutta la Chiesa e dell' analogia della fede".
Questa ermeneutica suppone un' armonica integrazione della fede e della ragione, come anche una comunione alla vita della Chiesa e la conoscenza della vita dei santi che sono canoni viventi d'interpretazione.
La conseguenza di una tale affermazione - scrive un autore - è che 1'esegesi suppone un atteggiamento interpretativo che va molto al di là dell' applicazione di qualsiasi metodologia nel senso comune del termine, di qualsiasi approccio secondo una determinata sensibilità umana: implica, da parte dello studioso, un "pieno coinvolgimento nella vita ecclesiale, quale vita "secondo lo spirito" (Gal5, 16)” (VD, 38); coinvolgimento che non è altro che un'esigenza di vita di fede e di preghiera, di ascolto della Spirito e di riflessione alla luce dei principi teologici segnalati dalla DV 12 §3. Si ribadisce la necessità di un atteggiamento intellettuale che non si chiude nella propria idea o visione personale, ma che riesce ad aprirsi con la forza dello Spirito alla prospettiva di fede e che sa trovare in Cristo la chiave di lettura del testo biblico (Tábet, "L' ermeneutica della Sacra Scrittura nella Chiesa", p. 74-75).
Alla luce di ciò, la vigorosa perorazione del Santo Padre per un' esegesi veramente teologica, che vada oltre la separazione ereditata dal razionalismo, avrà di certo un grande impatto nel lungo periodo, poiché nessuno ignora l'importanza e la portata della lunga sezione consacrata all' "ermeneutica della sacra Scrittura nella Chiesa" (VD, 29-49). Si tratta in effetti di andare oltre le conseguenze del razionalismo in campo esegetico senza cadere nel fondamentalismo che ignora nello stesso tempo la storia e lo Spirito. La promozione di un nuovo paradigma mariano per il rapporto della Chiesa alla Sacra Scrittura è valido anche per la ricerca scientifica, come è stato fortemente sottolineato da Hans Urs von Balthasar prima ancora dell'apertura del Concilio nel primo volume della sua Estetica teologica ("Allo stesso modo con cui una madre spiega il mondo a suo figlio, gli mostra ciò che deve vedere e come lo si debba guardare, come non solo essa gli insegna le parole del linguaggio, ma gli svela la realtà corrispondente affinché la parola scaturisca dall'immagine e vi faccia ritorno, così la Chiesa, appoggiandosi in definitiva sull'esperienza della madre del Signore, secondo la carne, che era la credente per eccellenza, può insegnare ai suoi figli la parola di Dio e trasmettere loro, grazie alla propria esperienza di madre e di sposa, non soltanto il significato, ma anche il gusto e l’odore, il carattere concreto e incarnato di questa parola. Le spaventose devastazioni che il metodo della "critica storica" esercita oggi nel mondo della fede, non sono possibili che in una sfera che ha abbandonato la dimensione mariana della Chiesa, rinunciando con ciò ad ogni significato spirituale ed alla sua trasmissione ecclesiale. Queste devastazioni si diffondono non solo nell'intero dominio teologico, ma anche nel dominio filosofico. n mondo vi si è ridotto senza immagine e senza valore, è un coacervo di fatti che non dicono più nulla, al cui centro un'esistenza nuda, senza immagine né forma, è afferrata dal freddo e dall'angoscia. La filosofia e la teologia dell'immagine si reggono e crollano insieme, e quando l'immagine della donna scompare dalla realtà teologica, sono una concettualità e una astratta tecnica mascoline e senza immagine a prevalere. " (Hans Urs von Balthasar, La Gloire et la Croix. Les aspects esthétiques de la Révé1ation, vol. I: Apparition, co1l. Théologie, 61, Paris, Aubier, 1965, p. 357). Cfr. anche: Ermanno M. Toniolo, Maria nel cuore della Parola di Dio. Donata accolta trasmessa, Roma, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", 2009, 319 p.; M. Isabell Naumann, "Transfarmed by che Word - The Marian Response. An Exposition of Mary in the Post-Synodal Aposto1ic Exhortation ''Verbum Domini"", Ephemerides Mariologicae, vol 61, n. 34, 2011, p. 325-341). La posta in gioco in tale questione è nientemeno che la vita spirituale del popolo di Dio che si nutre della predicazione della Parola di Dio così come gli è offerta da sacerdoti ben formati nelle Sacre Scritture.
Questo accento sul contesto ecclesiale e sulle condizioni esistenziali dell' ermeneutica biblica corregge i difetti d'una ermeneutica secolarizzata e pone le basi per una stagione nuova della teologia biblica e dell' esegesi teologica che recupera lo spirito dei Padri della Chiesa senza perdere le acquisizioni dei moderni metodi di esegesi (Cfr. Donatella Scaiola, "Considerazioni sull'unità della S. Scriptura", Euntes Docete, vol 64, n. 2, p. 11-25).
III. VerbumDomini et la Nuova Evangelizzazione
Al termine dell'Esortazione apostolica Verbum Domini, Benedetto XVI formula una fervida preghiera per la Nuova Evangelizzazione: "Lo Spirito Santo desti negli uomini fame e susciti sete della Parola di Dio e zelanti annunciatori e testimoni del Vangelo" (VD, 122).
Questa preghiera auspica che il nostro tempo sia "sempre più il tempo di un nuovo ascolto della Parola di Dio" (VD, 122), poiché è a partire da un nuovo ascolto che conduce alla conversione che un nuovo annuncio diviene possibile ed efficace, un annuncio che "crea comunione e realizza la gioia" (VD, 123). "Secondo la Scrittura, la gioia è frutto dello Spirito Santo (cfr. Gal 5, 22), che ci permette di entrare nella Parola e di far sì che la divina Parola entri in noi portando frutti per la vita eterna" (VD, 123).
La Nuova Evangelizzazione, come la prima evangelizzazione, dipende interamente dallo Spirito Santo che è il grande protagonista della missione della Chiesa ad gentes e di tutte le forme attuali o auspicabili di Nuova Evangelizzazione. L'evangelizzazione del mondo ha veramente spiccato il volo con il kairos della Pentecoste. La Nuova Evangelizzazione non può ripartire che di là. Il Sinodo che inizia non dovrebbe forse far leva su una pneumatologia della missione che sia all'altezza della cristologia della Parola presentata nella Verbum Domini?
La sezione pneumatologica di Verbum Domini (dal numero 14 al 21) può sicuramente servire a questo fine. Occorrerebbe tuttavia arricchirla con la meditazione del racconto della Pentecoste negli Atti degli Apostoli e con l'approfondimento giovanneo della testimonianza di Dio, uno e trino, al quinto capitolo della sua prima Lettera:
Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l'acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità. Poiché tre sono quelli che danno testimonianza: lo Spirito, l'acqua e il sangue, e questi tre sono concordi. Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è superiore: e questa è la testimonianza di Dio, che egli ha dato riguardo al proprio Figlio (1 Gv 5, 6-9).
Queste poche righe contengono basi fondamentali per una teologia della missione di cui lo Spirito Santo è il grande protagonista. Al momento di riflettere sui mezzi per trasmettere la fede ai nostri contemporanei, non dimentichiamo la testimonianza dello Spirito Santo che è costitutiva del kérigma apostolico. Questo kérigma non annuncia soltanto il mistero pasquale di Cristo, ma anche la salvezza mediante la fede grazie al dono dello Spirito Santo. Che noi possiamo attingere da questo kérigma la luce, la forza e l'audacia di cui abbiamo bisogno per dare a nostra volta testimonianza della Verità che salva!
Papa Benedetto XVI ricordava di recente ai vescovi di fresca nomina che la Nuova Evangelizzazione nel nostro tempo ha preso inizio con il Concilio Vaticano II che ha promosso un nuovo spirito di dialogo e nuovi metodi d'incontro con il mondo moderno. Tra questi metodi, segnaliamo di passaggio la ricerca ecumenica e il dialogo interreligioso che si aggiungono alla testimonianza della comunione ecclesiale, di cui la carità fraterna è la regola d'oro e l'unità è la condizione "perché il mondo creda" (Gv 17, 21)( Cfr. Gianni Colzani, "La dimensione missionaria della Verbum Domini ", Euntes Docete, val. 64, nO 2, p. 7196).
Personalmente conservo un grande ricordo dell'assemblea generale dell'episcopato latinoamericano che si è svolta cinque anni fa ad Aparecida, in Brasile, sotto il segno di Maria e della Pentecoste (V Conferenza Generale dell'Episcopato latino-americano e dei Caraibi, Discepoli e missionari di Gesù Cristo perché i nostri popoli abbiano la vita in Lui. Documento finale, 2007, 247 p.). Questa assemblea ha lanciato una missione continentale fondata sulla formazione di discepoli missionari che possono ora contare sull' aiuto di Verbum Domini. Questa formazione missionaria che si dispiega in mezzo ai poveri interpella la Chiesa universale a una fervente invocazione dello Spirito Santo affinché questa testimonianza dilaghi nell'intero pianeta.
Conclusione
La ricezione dell'Esortazione apostolica Verbum Domini nella Chiesa è bene avviata sia sul piano dell' assimilazione spirituale della Parola di Dio sia su quello dell' ermeneutica ecclesiale della Sacra Scrittura. A cinquant'anni dal Concilio Vaticano II, la riforma intrapresa con la Costituzione dogmatica Dei Verbum si trova confermata e ulteriormente spinta in avanti in uno spirito di continuità e di fedeltà alla Pentecoste conciliare. In questo senso, si può dire che Verbum Domini è un grande esercizio di ricezione del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Le numerose iniziative pastorali intraprese lasciano intravedere in effetti il dischiudersi di una nuova familiarità del popolo di Dio con la Sacra Scrittura, meditata, proclamata, celebrata in assemblea, letta in ogni circostanza, tradotta e diffusa il più ampiamente possibile con una rinnovata confidenza.
Le questioni teologiche che si sono prese in considerazione annunciano una riflessione feconda nei suoi sviluppi che getterà nuovi ponti tra le scienze sacre a beneficio della Nuova Evangelizzazione e della comunione ecclesiale.
La Chiesa nel suo insieme non poteva rilanciare efficacemente l'annuncio della Parola vivente di Dio e la vibrante testimonianza della sua fede senza questa riflessione orante sul fondamento della Parola di Dio e sulle condizioni della sua assimilazione e della sua interpretazione nel nostro tempo.
Lo Spirito Santo ci ha guidato in questo approfondimento, e noi ne siamo profondamente riconoscenti. Possa egli ora di nuovo parlare attraverso la testimonianza e la comunione di questa augusta assemblea. "Lo Spirito e la sposa dicono: "Vieni!" [ ... ] Colui che attesta queste cose dice: "Sì, vengo presto!". Amen. Vieni, Signore Gesù". (Ap 22, 17.20) (VD, 124).

[00072-01.05] [RE001] [Testo originale: francese]

Introduction
Je désire que les acquis du Synode influencent efficacement la vie de l'Église: dans la relation personnelle avec les Saintes Écritures, dans leur interprétation au cours de la Liturgie et dans la catéchèse, de même que dans la recherche scientifique, afin que la Bible ne demeure pas une Parole du passé, mais une Parole vivante et actuelle (Benoît XVI, exhortation apostolique post-synodale Verbum Domini sur la Parole de Dieu dans la vie et dans la mission de l'Église, n° 5).
Le Saint-Père précise dès l'introduction de l'Exhortation apostolique Verbum Domini le but de son message et les niveaux de réception qu'il souhaite pour que “ la Bible ne demeure pas une Parole du passé, mais une Parole vivante et actuelle ". Il désire que la vie personnelle des fidèles, la liturgie, la catéchèse et la recherche scientifique soient renouvelées par la Parole vivante de Dieu et la Sainte Écriture.
Deux ans après la publication de l'Exhortation apostolique Verbum Domini, nous sommes invités à réfléchir au début de ce Synode sur la réception de ce document post-synodal pour faire le point sur la mise en oeuvrede ses orientations qui veulent "renouveler la foi de l'Église dans la Parole de Dieu" (VD, 27).
Poser la question de la réception de Verbum Domini, c'est donc s'interroger non seulement sur les commentaires qui ont pu être écrits sur le document mais d'abord et avant tout sur les initiatives pastorales qui cherchent à traduire dans la vie les orientations du Magistère ecclésial.
Précisons d'entrée de jeu que la notion même de " réception" est complexe, et ne se laisse pas ramener à une définition univoque. Elle indique d'une manière générale " la manière dont l'Église comprend et saisit l'Évangile tout en se laissant saisir par lui"( Michael Root, "Réception ", dans: Dictionnaire critique de théologie, Paris, Presses universitaires de France, 2007, p. 1189.). Une telle notion suppose l'action de l'Esprit Saint puisque l'Église n'enseigne pas ce qu'elle a inventé ou découvert, mais ce qu'elle a reçu (lCo 11, 23; 15, 3).La vie de l'Église est donc un processus permanent de réception de l'Évangile puisque l'Esprit introduit l'Église toujours plus profondément " dans la vérité tout entière" (Jn 16, 13). Dans les débats théologiques récents, la notion de réception " désigne plus spécialement tous les aspects du processus par lequel l'Église accepte et intègre à sa vie telle décision doctrinale, telle modification de la liturgie, telle proposition œcuménique et ainsi de suite(Ibid)".
Au sens classique, réception signifie " acceptation et assimilation par l'Église de doctrines ou de décisions faisant autorité, comme celles des conciles œcuméniques, des synodes ou des papes(William G.Rusch, Reception. An EcumenicaL Opportunity, Philadelphia, Fortress Press, 1988, p. 29, citéd'après: idem, p. 1190.)".Dans le cas de l'Exhortation apostolique Verbum Domini qui clôt une réflexion synodale s'étendant sur quatre ans (2006-2010), il est évidemment trop tôt pour porter un jugement d'ensemble sur sa réception. C'est pourquoi mon intervention se limitera à donner quelques indices de réception au plan de la vie pastorale et au plan de la réflexion théologique.
Après un bref survol de certaines initiatives pastorales, qui ont été promues de façon inégale selon les continents, je pointerai quelques questions théologiques qui ont retenu l'attention et qui nous indiquent peut-être un chemin à poursuivre pour la mission propre de ce Synode sur “ La Nouvelle Évangélisation pour la transmission de la foi chrétienne".
1. Indices de réception dans la vie de l'Église
Observons tout d'abord une donnée statistique sur les éditions de Verbum Domini. Plus de 200 000 copies ont été mises en circulation dans les différentes langues, dans l'ordre suivant d'importance quantitative: en premier l'italien avec plus de 60 000 copies, suivi de l'anglais, 43 000 copies, le français, 36 500 copies, l'espagnol, 35 000 copies, le portugais, 10 600 copies. Les autres langues, entre 1000 et 5000 copies.
Bien des indices révèlent un intérêt accru des fidèles pour la Parole de Dieu telle qu'elle est transmise dans la Sainte Écriture. Une quantité innombrable de Bibles ont été acquises par des individus, des groupes ou des familles. Un million de copies ont été distribuées gratuitement au Brésil à l'instigation de l'épiscopat brésilien. À ce fait massif s'ajoute la diffusion capillaire de textes bibliques comme le N ouveau Testament, les quatre évangiles ou un seul livre qui sert de base à un approfondissement communautaire sur un certain laps de temps, par exemple une épître de saint Paul à l'occasion de l'Année paulinienne.
L'indice le plus réjouissant de la réception de Verbum Domini est l'accueil enthousiaste de la lectio divina comme manière de rencontrer Dieu, de l'écouter et lui répondre, à partir du texte des Saintes Écritures. Cet accueil varie en intensité selon les pays, mais il demeure certainement le thème par excellence du Synode. Beaucoup d'âmes contemplatives ont été confirmées et confortées dans cette pratique multiséculaire, mais le fait nouveau et très prometteur est la large diffusion de cette pratique dans les milieux les plus divers: séminaires, couvents, groupes de partage, mouvements, cercles bibliques, familles, etc. Des formations sont offertes par des diocèses ou des communautés en vue de soutenir à long terme ce mouvement spirituel fondé sur la Parole de Dieu.
Il va sans dire que cette large diffusion répond au vif désir du Saint-Père que fleurisse " une nouvelle saison de plus grand amour pour la Sainte Écriture de la part de tous les membres du Peuple de Dieu, afin que la lecture orante et fidèle dans le temps leur permette d'approfondir leur relation avec la personne même de Jésus(VD, 72. Sur cet accueil favorable de la lectio divina, voir par exemple: Nuria Calduch-Benages, " Lettura orante della Sacra Scriptura " dans : Carmen Aparicio Valls et Salvador Pié-Ninot (dir.), Commenta aUa Verbum Domini, Roma, Gregorian & Biblical Press, 2012, p. 1 1} .. 124; Giuseppe De Virgilio, " La Parola di Dio neUa vita ecclesiale (nn. 72-89) ", Sinfonia della Parola. Commento teologico all'EsortazioneApostalica 'Verbum Domini", Roma, Rogate, 2011, p. 105-125).
"Bref, la lecture orante de l'Écriture est l'indice le plus évident de la réception du nouveau paradigme marial proposé dans Verbum Domini aux numéros 27 et 28.
Un autre indice de réception est la promotion de nombreuses initiatives pastorales au plan diocésain, paroissial ou dans les mouvements pour stimuler la lecture de la Bible ou pour mettre en œuvre l'animation biblique de toute la pastorale(Cf. VD, 73. Voir aussi: Dario Vivian, " La parola di Dio al centro della pastorale. La Verbum Domini e la vita della Chiesa", La Rivista del Clero ltaliano, vol. 5,2011, p. 376-384.)
Une foule d'initiatives reflète la prise de conscience progressive de la place centrale de la Parole de Dieu dans la vie pastorale: journées bibliques, retraites, sessions, semaine biblique et même une année biblique décrétée en Pologne à la suite du Synode. Dans certains milieux, des séances de lecture continue de la Bible ont été organisées par des fidèles avec la collaboration d'artistes et de professionnels de la communication.
Beaucoup de diocèses ont inauguré l'année pastorale 2011-2012 par une présentation de l'Exhortation apostolique Verbum Domini. Des conférences épiscopales ont consacré un temps substantiel de leur réunion annuelle à l'appropriation des orientations théologiques et pastorales du document. En plusieurs pays, les moyens de communication sociale ont été mis à profit pour faire connaître l'Exhortation apostolique et ses implications dans la vie ecclésiale.
Ces quelques observations au plan de la vie sont très fragmentaires, je le répète, mais elles révèlent un intérêt accru pour la Parole de Dieu et la Sainte Écriture comme " lumière sur la route" (ps 118 [119], 105) qui " guide nos pas sur le chemin de la paix" (Lc1, 79).
B. AU NIVEAU DE LA LITURGIE ET DE LA CATÉCHÈSE
La Sainte Liturgie est vraiment " le lieu privilégié où Dieu nous parle dans notre vie actuelle, où il parle aujourd'hui à son peuple qui écoute et qui répond" (VD, 52). Cette conviction profonde du Saint-Père Benoît XVI réaffirmée dans Verbum Domini a trouvé grand écho chez beaucoup de pasteurs et de théologiens notamment en milieu italophone, hispanophone et anglophone.
Le rapport entre la Bible et la liturgie a été renforcé et on s'est réjoui du fait que " l'herméneutique de la foi sur la base des Saintes Écritures, doit toujours avoir comme point de référence la liturgie, où la Parole de Dieu est célébrée comme une parole actuelle et vivante" (VD, 52). C'est dans ce domaine que la littérature est la plus abondante, notamment à cause des développements originaux de Verbum Domini sur la performativité et la sacramentalité de la Parole, sur lesquels nous reviendrons plus loin. Disons seulement que la prise de conscience d'une efficacité propre de la Parole de Dieu proclamée reflue sur la compréhension de la célébration eucharistique et sur la valeur des célébrations de la Parole en l'absence de prêtre. Elle motive aussi une fréquentation plus assidue de la Bible pour la simple lecture ou la méditation.
1. L’homilétique
Un indice encourageant de réception concerne les initiatives de formation pour une prédication adéquate qui soit vraiment biblique, christologique et mystagogique. La Conférence des Évêques catholiques des États-Unis a préparé un guide homilétique pour prêtres et diacres en réponse à Verbum Domini. On a même organisé, sous le vocable de Verbum Domini, un festival de la prédication. Des sessions de formation des séminaristes en vue du ministère de la Parole ont été promues sur la base de deux convictions majeures tirées de Verbum Domini: " d'abord, une plus profonde appréciation de l'autorité unique de l'Écriture; ensuite, la redécouverte du sens spirituel de l'Écriture(Mary Healy, " Verbum Dominiand the Renewal of Biblical Preaching ", "The Ward of Gad in the Life and Ministry of the Church " Conference, University of St. Thomas, Minnesota, June 2011, p. 3.)"
Il est fort souhaitable et même impératif que de telles initiatives se mutiplient aussi ailleurs pour répondre à la finalité pastorale de Verbum Domini. Un réel mouvement en ce sens dépendra de l'engagement primordial des évêques.
2. La catéchèse
Dans le domaine de la catéchèse qui est étroitement connexe à la liturgie, le Synode a inspiré une publication importante, fruit d'une session œcuménique, qui a développé le modèle catéchétique du récit des Disciples d'Emmaüs. Cette catéchèse adressée aux Latino- Américains(Jean-Pierre Ruiz et Mario J. Paredes (dir.) , La. Palabra de Dios y los catòlicos latinos. Las leccionesdelcamino a Emaús, New York, American Bible Society, 2012, 275 p.) s'appuie sur "l'explication des Écritures", que seul le Christ est en mesure de donner (cf. Lc 24,27-28), en montrant leur accomplissement dans sa personne(VD, n° 74; cf. Proposition 23.) ".
Rien ne motive davantage l'acquisition des connaissances qu'offre le Catéchisme de l’Église catholique qu'une relation personnelle avec Jésus qui est vécue dans le cadre ecclésial. Plus la catéchèse sera biblique et mystagogique, plus elle servira la grande cause de la nouvelle évangélisation.
Dans cette optique, la relance du Catéchisme de l'Église catholique à l'occasion de l'Année de la Foi est une opportunité privilégiée de réception de Verbum Domini. Elle sera d'autant plus fructueuse qu'on mettra à profit le nouveau paradigme de Verbum Domini fondé sur la foi comme rencontre, écoute, et dialogue et l'appropriation des Saintes Écritures " à la lumière du même Esprit que celui qui la fit rédiger(Constitution dogmatique sur la révélation divine Dei Verbum, 12;cf. Saint Jérôme, ln Gal 5, 19-21 : PL 26, 417 A)". Ce nouveau paradigme correspond à la conception dynamique de la Révélation que la Constitution dogmatique Dei Verbum a mise de l'avant pour élargir la conception noétique prédominante avant le Concile("Par cette révélation, le Dieu invisible (cf. Col l, 15;1 Tm 1, 17) s'adresse aux hommes en son surabondant amour comme à des amis (cf Ex 33, 11;Jn15, 14-15), il s'entretient avec eux (cf. Ba 3,28) pour les inviter et les admettre à partager sa propre vie. " (DV,2)). Certains auteurs l'ont bien souligné dans leur appréciation d'ensemble de Verbum Domini. Citons ici Son Éminence le Cardinal Wuerl qui résume ainsi le message central de l'Exhortation apostolique Verbum Domini :
Nous apprécions hautement comme un mystère de notre foi l'enseignement décisif du Synode qui est articulé très clairement dans Verbum Domini: Dieu nous parle. Dieu nous parle aujourd'hui. Il nous invite à l'amitié avec lui. Il nous invite à en inviter d'autres à cette amitié. C'est dans sa Parole que nous trouvons le sens et le but de la vie (Cardinal Donald Wuerl, The Word of God and the New Evangelization, Verbum Domini Symposium, Regis College, Toronto, 31 mars 2011, p. 8.Un autre résume en ces termes les thèmes majeurs de l'Exhortation apostolitique: “ Trois thèmes distincts mais se compénétrant traversent Verbum Domini dans son ensemble, à savoir: 1) La Parole de Dieu comme témoignage et le témoignage rendu à la Parole de Dieu; 2) Le mystère du dialogue d'Alliance - Dieu parlant à ses enfants et répondant à leurs questions; 3) L'herméneutique ecclésiale de la foi." (Vincent Demeo, " Pope Benedict XVI and the Word of God. Distinct Themes of Verbum Domini ", Homiletic and Pastoral Review, 2012.)
Ces orientations ont été en général bien reçues par les pasteurs, les liturgistes et les catéchètes, ce qui laisse augurer que la Parole de Dieu comme “ dialogue nuptial" entre Dieu et son peuple produise des fruits abondants dans l'esprit de Dei Verbum:
“Dieu, qui a parlé autrefois, converse sans cesse avec l'Épouse de son Fils bien-aimé, et l'Esprit-Saint, par qui la voix vivante de l'Évangile retentit dans l'Église et par l'Église dans le monde, introduit les croyants dans la vérité tout entière et fait habiter en eux la parole du Christ en abondance (cf. Col 3,16).” L'Épouse du Christ, maîtresse de l'écoute, dit encore aujourd'hui avec foi: " Parle, Seigneur, que ton Église t'écoute(VD, 51, citant DV, 8, et "Relatio post disceptationem", n° 11, L'Osservatore Romano (éditionfrançaise), 11 novembre 2008, p. 11. Pour le " dialogue nuptial, voir aussi la toute dernière phrase de l'Exhortation apostolique (VD, 124).
C. AU NIVEAU DE LA RECHERCHE SCIENTIFIQUE
À seulement deux ans .de sa publication, il est trop tôt pour porter un jugement sur la réception de Verbum Domini dans ce domaine, car il faudrait disposer d'une dizaine d'années de maturation des idées. Disons toutefois que quelques indices autorisent à penser que le processus est bien enclenché.Il faut reconnaître, note un théologien, que l'Exhortation apostolique Verbum Domini est venue remplir un vide que l'on percevait dans le milieu ecclésial. On sentait l'exigence d'une intervention magistérielle qui puisse orienter globalement la réflexion biblique et approfondisse le thème de la Parole de Dieu, " à la fois pour vérifier la mise en oeuvre des indications conciliaires, et pour faire face aux nouveaux défis que le temps présent lance à ceux qui croient dans le Christ (VD, 3)( Michelangelo Tabet et Giuseppe De Virgilio, "Introduzione (nn. 1-5) “, dans: Sinfonia della Parola. Commento teologico all’EsortazioneAposto1ica “Verbum Domini", Roma, Rogate, 2011, p. 30.) ".
Une autre affirme que Verbum Domini est " le plus important document ecclésial sur l'Écriture depuis Vatican II (Healy, " Verbum Dominiand the Renewal of Biblical Preaching ", p. 3.) Il porte en effet à un point de maturité les interventions antérieures de la Commission biblique pontificale sur des questions particulières(De sacra Scriptura et christologia (1984), Unité et diversité dans l'Église (1988), L'interprétation de la Bible dans l'Église (1993), Le peuple juif et ses Saintes Écritures dans la Bible chrétienne (2001), Bible et morale. Les racines bibliques de l'agir chrétien (2008). " Nous sommes indubitablement, commente un théologien, en présence d'un texte d'une grande densité qui occupera considérab1ement les travaux de la théologie fondamentale(Paolo Martinelli, " Introduzione. L'interesse teologico fondamentale della XII assemblea generale ordinaria deI sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa ", dans : Carmen Aparicio Valls et Salvador Pié-Ninot (dir.), Commento alla Verbum Domini, Roma, Gregorian & Biblical Press, 2012, p.31.) ". Un exégète se réjouit à la perspective d'une " collaboration accrue entre pasteurs, théologiens et exégètes ", reconnaissant que " les sciences biblique, exégétique et théologique se déploient à l'intérieur de l'Église et sont au service de sa foi(Alain Faucher, "L'Exhortation apostolique postsynodaleVerbumDomini. Vers un réveil de la pastorale biblique? ", Pastorale Québec, mars 2011, p. 4.).
Quant au rapport fondamental entre exégèse et théologie, qui dépend d'une histoire complexe, il ne faut pas s'attendre à un changement rapide des habitudes de pensée, mais les ouvertures existent pour un dialogue constructif et rigoureux qui respecte la différence des charismes et des méthodes (19 Cf. NuriaCalduchBenages,," Exégesis, teologia y hermenéuticabib1ica en la “Verbum Domini" ", Phase, n° 302, 2011, p. 109-121; Michelangelo Tábet, "L'ermeneuticadella Sacra Scriptura nell Chiesa (nn. 29-49) ", dans: Sinfonia della Parola, Roma, Rogate, 2011, p. 63-86; Francesco Bianchini, "Esegesi e teologia nell'interpretazianepaolina ", EuntesDocete, vol. 64, n° 2, p. 43-59.).
Les milieux universitaires réagissent en général lentement aux interventions du Magistère ecclésial mais la lenteur ne veut pas nécessairement dire opposition ou indifférence. Quelques congrès scientifiques ont été organisés à Rome, en Pologne, en Amérique et peut-être aussi ailleurs sur Verbum Domini, et les actes en sont disponibles(Emesto Borghi (dir.),Ascoltare rispondere vivere. Atti del Congresso internaziona1e" La Sacra Scrittura nella vita e nella missione dellachiesa (Roma, 14 dicembre 2010) ", Milano, Éditions TerraSancta, 2011, 238 p.; " The Word of God in the Life and Ministry of the Church: the Catholic Seminary Professor of Sacred Scripture and the Classroom" Conference, June 9-11, 2011, Saint Paul Seminary, Minnesota; " The Word of God in the Life and Ministry of che Church: the Catholic Seminary Professor of Sacred Scripture and the Classroom" Symposium, June 9-11, 2011, Regis College, T orontoi JacekKicinski, (dir.),SlowoBozeszkolqfarm.a.cjikaplanskiej, Wroclaw, 20 Il, 160 p.) L'indice le plus éloquentde la réception de Verbum Domini par la communauté scientifique demeure l'accueil du livre Jésus de Nazareth qui en applique les critères d'interprétation. Voici à ce sujet l'opinion de Jared Wicks :À la fin de ce commentaire sur Verbum Domini, 3, il semble opportun de faire référence à un autre ouvrage, à présent largement diffusé, qui pourra influencer profondément la compréhension future de la Révélation divine, du Christ Révélateur et Révélation du Père, et la lecture compétente et croyante de la Sainte Écriture. L' ouvrage doté d'une telle force formative n'est autre que le livre du Pape Benoît XVI, Jésus de Nazareth (2 voL, 2007, 2010). Sous les yeux du lecteur de Jésus de Nazareth se réalise concrètement ce que Verbum Domini expose dans sa première partie sur la Parole divine révélatrice et l'interprétation biblique. C'est un texte qui aborde les extraits de l'évangile avec compétence exégétique, mais qui va au-delàpour attirer, illuminer et consoler les lecteurs,à travers une lecture théologique, conformément au thème lui-même :Jésus est le Verbe divin fait homme pour nous et pour notre salut, car c'est bien le salut que le Christ nous accorde en nous faisant partager sa communion avec le Père.(Jared Wicks, "Dalla Dei Verbum al Sinodo sulla Parola di Dio ", dans: Commento alla Verbum Domini, p. 39.).
.II. QUESTIONS THEOLOGIQUES QUI AUGURENT UNE RECEPTION FÉCONDE
A. CHRISTOLOGIE DE LA PAROLE
On a noté avec satisfaction l'originalité et la nouveauté du développement doctrinal de Verbum Domini sur la Parole de Dieu, dont les multiples sens (symphonie de la Parole) sont référés au Christ comme à l'Analogué principal dont dérivent tous les autres sens :
La Parole éternelle qui s'exprime dans la création et qui se communique dans l'histoire du salut est devenue dans le Christ un homme, " né d'une femme" (Ga 4, 4). La Parole ne s'exprime plus ici d'abord à travers un discours, fait de concepts ou de règles. Ici, nous sommes mis face à la personne même de Jésus. Son histoire unique et singulière est la parole définitive que Dieu dit à l'humanité. (VD, Il) il s'agit de la formulation théologique centrale et la plus nouvelle de l'Exhortation apostolique par rapport au développement du synode, note un auteur, puisqu'elle souligne que la clef de toute la théologie de la Parole de Dieu est Jésus-Christ. Cette formulation,bien qu'elle n'ait pas été formulée ainsi au Synode, reflète le point décisif de tout ce document et devient pour autant, sans aucun doute, l'apport théologique le plus emblématique de toute l'Exhortation(Salvador Pié-Ninot, " Los seistema.steologicos de la 'Verbum Domini" ", p.l34.)
Cette christologie de la Parole recueille des intuitions théologiques formulées déjà par d'éminents théologiens à la suite de Karl Barthdont le christocentrisme a eu une grande influence œcuménique(Cf. Karl Barth, Dogmatique I/12/1, Genève, Labor et Fides, 1954, p. 114; Hans Urs von Balthasar, Karl Barth, Einsiedeln, Johannes Verlag, 1951,41976, p. 124.).Les conséquences 'de cette christologie de la Parole ont été perçues tant en ce qui a trait à la transcendance de la Parole par rapport à ses expressions orales (Tradition) ou écrites (Sainte Écriture), que par rapport à ses implications anthropologiques, la vie humaine y étant comprise en sa nature filiale et relationnelle.
À partir du " Verbe abrégé" compris christologiquement, il devient en effet possible de mieux saisir la nature testimoniale des Saintes Écritures et leur statut canonique par rapport à la Parole divine qu'elles "contiennent", puisqu'elles sont "inspirées ", mais qu'elles ne recouvrent pas totalement, puisque le Christ Vivant transcende le témoignage écrit qui le révèle présent dans l'Église.
Une telle qualification de la Parole de Dieu écrite, c'est-à-dire “ inspirée ", lui est attribuée de manière singulière parce qu'elle est un témoignage et une présence unique de telle Parole. À ces trois niveaux: par son origine, puisqu'elle a surgi sous l'action de l'Esprit; par sa finalité interne, puisqu'elle est remplie de l'Esprit, et par sa dimension expérientielle, parce qu'elle communique l'Esprit. D'où découle que l'Écriture n'est pas la Parole elle-même mais bien le témoignage que l'Esprit donne de la Parole(Salvador Pié-Ninot, ({ Los seistemasteologicos de la 'Veroum Domini"",p. 138.)
La distinction capitale entre la Parole et l'Écriture, telle qu'elle est formulée ici, fait émerger la profondeur trinitaire de la Parole de Dieu et l'inséparabilité du Verbe, de l'Esprit et de l'Église pour son interprétation. En effet, la qualité inspirée de l'Écriture par rapport au Christ, Parole Vivante, suppose toujours la foi comme témoignage conjoint de l'Esprit et de l'Église. D'où l'affirmation centrale: l'Église est le “ lieu originaire de l'herméneutique de la Bible" (VD, 29). " L'axe théologique qui la préside et l'informe est la christologie de la Parole (VD 11-13). Pour cette raison, le sens spirituel est vu dans cette perspective: puisqu'on lit la Bible "dans le contexte du mystère pascal du Christ" (VD, 37)( Idem,p.140.) "
Par ailleurs, le concept d'inspiration est assez pauvre pour traduire la médiation de l'Esprit Saint, car il réfère trop exclusivement à l'aspect noétique, alors que le rôle de l'Esprit Saint est de rendre possible tous les aspects de la communion de l'homme avec Dieu par la foi. La dimension noétique demeure évidemment essentielle mais elle est immergée dans un " surplus" de présence de l'Esprit Saint qui constitue en dernière instance le sens spirituel de l'Écriture. (" D'un point de vue théologique, on peut parler comme d'une sorte d"'excédent” véritatif de la Parole, car il y a pour ainsi dire une surabondanceinhéreme aux Écritures elles-mêmes du point de vue de leur contenuthéologique et herméneutique; ce qui du reste se manifeste dans leur polysémie et leur infinie fécondité." (Sylvain-Serge Ponga, " La Sainte Écriture, ou le Verbe abrégé. Sur la sacramentalité et la performativité des Saintes Écritures dans Verbum Domini ", Ret-tte tlwm:iste, vol. 111,2011, p. 111; cf. Pier Cesare Bori, L'interpretazioneinfinita. L'ermeneutica cristiana antica e le sue transformazioni, Bologna, il Mulino, 1987, p. 59·73.)
Quant aux implications anthropologiques, écoutons ce qu'une auteure dégage de cette vision christocentrique et relationnelle de la Parole de Dieu:
"L'homme est créé dans la Parole et il vit en elle; il ne peut se comprendre lui-même s'il ne s'ouvre à ce dialogue. La Parole de Dieu révèle la nature filiale et relationnelle de notre vie. Nous sommes vraiment appelés par grâce à nous conformer au Christ, le Fils du Père, et à être transformés en Lui." (VD, 22)Dans ces quelques phrases sont condensées les vérités les plus importantes sur l'identité de la vie humaine et sur son horizon de sens. Nous pouvons les exprimer en disant que nous sommes fils de Dieu dans le Christ et que, grâce à cette adoption, est portée à son achèvement l' ceuvre commencée avec la création de l'homme et de la femme comme personnes libres(Carla Rossi Espagnet, " La risposta dell'uomo al Dio che parla", dans: Michelangelo Tabet et Giuseppe de Virgilio (dir.), Sinfonia della Parola. Commento teologico all'Esortazione Apostalica 'Verbum Domini", Roma, Rogate, 2011, p. 51.
Une telle anthropologie dialogique met en lumière la nature du péché commenon-écoute, c'est-à-dire comme désobéissance que le Christ devra démasquer et compenser par son obéissance d'amour jusqu'à l'extrême.
La Croix nous rappelle à tous que nous ne pouvons vivre pour toujours qu'en suivant la voie parcourue par le Fils, la voie d'une relation d'obéissance au Père, dans l'amour.(Espagnet, " La risposta dell'uomo al Dio che parla ", p. 57.
À la lumière de cette christologie de la Parole, on comprend encore mieux le message récurrent du Pape Benoît XVI dans ses homélies et ses discours depuis sa première encyclique Deus caritas est: "À l'origine du fait d'être chrétien, il n'y a pas une décision éthique ou une grande idée, mais la rencontre avec un événement, avec une Personne, qui donne à la vie un nouvel horizon et par là son orientation décisive.”(Benoît XVI, Lettre encyclique Deus caritas est du Soverain Pontife Benoît XVI sur l'amour chrétien, n° 1.
B.PERFORMATIVITÉ ET SACRAMENTALITÉ DE LA PAROLEUn autre thème majeur qui a retenu l'attention est celui de la performativité de la Parole, c'est-à-dire son caractère dynamique et efficace qui assume en contexte liturgique une dimension sacramentelle.
Le thème qui unit la Parole de Dieu à la liturgie, illustré par Verbum Domini, a souligné et ouvert des voies nouvelles pour comprendre tant la Parole que la célébration. Si sous certains aspects le document magistériel reprend des thèmes théologiques connus et proposés de nouveau d'une façon linéaire et harmonieuse, sous d'autres aspects il a ouvert de nouvelles voies à la réflexion théologique. Parmi ceux-ci nous ne pouvons en oublier deux: la liturgie comme· herméneutique de l'Écriture et la Parole comme réalité sacramentelle(Renato de Zan, " ''VerburnDomini''y liturgia ", Phase, n° 302, 2011, p.159.
Ces deux ouvertures ont ravivé l'intérêt de la théologie sacramentaire et de la pastorale liturgique. Le ton des articles est révélateur d'un enthousiasme pour cette herméneutique de même que pour une revalorisation de la Parole proclamée et commentée en contexte eucharistique. (Cf par exemple: CalduchBenages, N., S. Pié-Ninot, et R de Zan, " VerbumDomini ", Phase. Revista de pastoral litûrgica, n° 302, 2011,p. 109-160; Coll., " "Una parola viva ed efficace. "Verbum Domini" ", Rivista Liturgica., vol 99, n° 2, 2012, p. 237-387; Ermenegildo Marlicardi, " Verbum Domini: Perspectivas teològicas actuales ", Scripta theologica, vol 43,2011, p. 393416; Jaime Sancho, "La palabra de dios en la sagrada litlurgica (Verbum Domini 52·71) ", Scripta Theologica, vol 43, n° 2,2011,p. 417-436.
On voit confluer d'une part le sens originaire de la Parole divine comme Dabar qui unit la parole et le geste, le dire et sa réalisation concrète dans le signe; d'autre part cette efficacité de la Parole, que Benoît XVI a nommé sa vertu " performative” (Benoît XVI, Lettre encyclique Spesalvi sur l'espérance chrétienne, n° 10. Cf aussi 2 et 4) ", quand elle émane de la bouche du Verbe incarné, produit le sacrement, c'est-à-dire un agir divin concret et salvifique dès lors qu'il est accueilli dans la foi. Le titre même de l'Exhortation apostolique Verbum Domini évoque cette sacramentalité de la Parole et de l'Écriture puisqu'il réfère à la proclamation liturgique. C'est pourquoi Sacrosanctumconcilium affirme que c'est le Christ " qui parle tandis qu'on lit dans l'Église les Saintes Écritures”.(Constitution sur la sainte liturgie Sacrosanetum concilium, n° 7.
Nous nous trouvons très clairement ici en présence d'une première systématisation doctrinale de la part du Magistère catholique. L'exhortation pontificale expose les deux fondements de cette sacramentalité des Écritures à savoir : la nature sacramentelle de la Révélation divine de laquelle elle découle (a); et les conséquences, c'est-à-dire la causalité véritative et salvifique du mystère de l'incarnation du Verbe en tant qu'il est le fondement de toutes les formes historiques de la sacramentalité (b).( Ponga, " la Sainte Écriture, ou le Verbe abrégé ", p. 96. Cf aussi: S. Ponga, " Le silence de Vatican Il sur la nature des Saintes Écritures ", Gregorianum 91 (2010), p. 255-271.
La proclamation de la Parole dans la liturgie met donc en scène le Christ qui parle comme il a parlé à la Dernière Cène, en vue de l'Acte suprême de son autodonation dans le Rite eucharistique de la Nouvelle Alliance.Ce rite, son rite, qu'il a institué une fois pour toutes comme son testament eschatologique inséparable de sa Croix glorieuse, constitue la matrice sacramentelle du sens ultime de la Sainte Écriture. Toute la Bible en effet gravite autour du mystère eucharistique dont elle est la préparation, l'explication et la clef d'interprétation.
La performativité native de la Parole atteint ainsi le niveau proprement sacramentel d'une communion personnelle qui démontre à l'évidence que la Parole de Dieu est beaucoup plus qu'une information et un enseignement, elle est une médiation symbolique rendue performante ou efficace par la présence divine qui l'habite.(" C'est cette christologie de la Parole de Dieu écrite qui fonde théologiquement la sacramentalité et la performativité des Saintes Écritures. Cette Parole de Dieu, qui a épousé le langage des hommes, est le Verbe abrégé, en des verbes multiples, qui en Jésus-Christ ne sont qu'une seule Parole de Salut, car sa Parole demeure à jamais "esprit et vie" Jn 6,63).” (Ponga," La Sainte Écriture, oule Verbeabrégé”, p. 113.)
C. HERMÉNEUTIQUE ECCLÉSIALE DE L'ÉCRITURE
L'immense valeur et importance de Verbum Domini, conclut un auteur, réside dans la force de son témoignage que les Écritures sont la Parole de Dieu divinement inspirée. Cela inclut une explication profonde des principes herméneutiques clés déjà donnés par Dei Verbum au Concile Vatican II : le principe de l'Église comme sujet vivant, par qui et pour qui la Parole de Dieu a été écrite, et le principe de la foi qui s'appuie non seulement sur l'histoire, mais affirme le témoignage de l'Église concernant Dieu qui a parlé à ses enfants dans l'histoire au moyen de sa Parole.(Vincent Demeo, " Pope Benedict XVI and. the Word of God.Distinct Themes ofVerbum Domini”, Homiletic and. Pastoral Retiew, 2012.
L'herméneutique ecclésiale de l'Écriture s'enracine, nous l'avons dit, dans la nature même de l'Écriture comme témoignage conjoint de l'Esprit et de l'Église. Cela signifie que l'herméneutique scientifique de l'Écriture ne peut s'élaborer que dans la foi de l'Église, en s'appuyant fermement sur le sens historique et littéral et en appliquant les critères établies par Dei Verbum, 12§3 : porter attention " au contenu et à l'unité de toute l'Écriture, eu égard à la Tradition vivante de toute l'Église et à l'analogie de la foi”.
Cette herméneutique suppose une intégration harmonieuse de la foi et de la raison,de même qu'une communion à la vie de l'Église et la connaissance de la vie des saints qui sont des canons vivants d'interprétation.
La conséquence d'une telle affirmation, écrit un auteur, est que l'exégèse suppose une position interprétative qui aille bien au-delà de l'application d'une quelconque méthode au sens commun du terme, ou d'une certaine approche selon une sensibilité humaine particulière. Elle implique, de la part du chercheur, une " pleine implication dans la vie ecclésiale, en tant que vie "sous la conduite de l'Esprit de Dieu" (Ga 5, 16)” (VD,38); implication qui n'est autre qu'une exigence de vie de foi et de prière, d'écoute de l'Esprit et de réflexion à la lumière des principes théologiques énoncés par DV, 12§3. Il est capital d'avoir une attitude intellectuelle qui ne se renferme pas dans une idée ou une vision personnelle, mais qui parvienne à s'ouvrir, grâce à la force de l'Esprit, à la perspective de la foi et qui sache trouver dans le Christ la clé de lecture du texte biblique.(Tábet, " L'ermeneutica della Sacra Scriptura nella Chiesa”, p.74-75.
Dans cette lumière, le plaidoyer vigoureux du Saint-Père pour une exégèse vraiment théologique, qui dépasse la séparation héritée du rationalisme, aura certainement un grand impact à long terme, car personne n'ignore l'importance et la portée de la longue section consacrée à " l'herméneutique de l'Écriture sainte dans l'Église” (VD, 29-49).I1 s'agit en effet de surmonter les conséquences du rationalisme en exégèse sans tomber dans le fondamentalisme qui ignore à la fois l'histoire et l'Esprit. La promotion d'un nouveau paradigme marial pour le rapport de l'Église à la Sainte Écriture vaut aussi pour la recherche scientifique, comme l'a fortement souligné Hans Ursvon Balthasar avant même l'ouverture du Concile dans le premier volume de son Esthétique théologique. ( De même qu'une mère exlique le monde à son enfant, lui montre cequ'il y a à voir et comment on doit le regarder, de même que non seulement elle lui apprend les mots de la langue, mais lui révèle la réalitécorrespondante afin que le mot jaillisse de l’image et y retourne, aïnsil'Église, en s'appuyant finalement sur l’expérience de la mère du Seigneur selon la chair, qui était la croyante par excellence, peut apprendreà ses enfants la parole de Dieu, et leur transmettre, grâce à son expériencepropre de mère et d'épouse, non seulement le sens, mais aussile goût et l’odeur, le caractère concret et incarné de cette parole. Les ravages effrayants que la méthode de la "critique historique” exerce aujourd'hui dans le monde de la foi, ne sont possibles que dansune sphère qui a abandonné la dimension mariale de l'Église, renonçantpar là à tous les sens spirituels et à leur transmission ecclésiale.Ces ravages se répandent non seulement dans tout le domaine théologique,mais aussi dans le domaine philosophique. le monde y estdevenu sans image et sans valeur, il est un amas de faits qui ne disent plus rien, au milieu desquels une existence nue, sans image et sans forme, est saisie par le froid et l’angoisse. La philosophie et la théologie de l’image tiennent debout et s'effondrent ensemble, et quandl'image de la femme disparaît de la réalité théologique, c'est une conceptualité et une technique abstraites masculines et sans image,qui remportent. " (Hans Ursvon Balthasar, La Gloire et fa Croix. Les aspects esthétiques de la Rivélation, vol. 1: Apparition, coll. Théologie, 61, Paris, Aubier, 1965, p. 357.) Cf. aussi: Ermarmo M. TonioIo, Maria nel cuore della Parola di Dio.· Donata accolta trasmessa, Roma, Cento di Cllitura Mariana "Madre della Chiesa", 2009, 319 p.; M. Isabell Naumann, " Transformed by the Word - The Marian Response. An Exposition of Mary in the Post-Synodal Aposto1ic Exhortation ''Verbum Domini" ", Ephemerides Mariologicae, vol. 61, n° 3-4,2011, p. 325-34l. ) .L' enjeu de cette question est rien de moins que la vie spirituelle du peuple de Dieu qui se nourrit de la prédication de la Parole de Dieu telle qu'elle lui est servie par des prêtres bien formés dans les Saintes Écritures.
Cet accent sur le contexte ecclésial et les conditions existentielles de l'herméneutique biblique corrige les défauts d'une herméneutique sécularisée et pose les bases pour une nouvelle saison de théologie biblique et d'exégèse théologique qui retrouve l'esprit des Pères de l'Église sans perdre les acquis des méthodes modernes d'exégèse(Cf. Donatella Scaiola, " Considerazioni suIl'unità della S. Scriptura ", Euntes Docete, vol. 64, n° 2, p. 11-25.)
III. Verbum Domini et la Nouvelle Évangélisation
Au terme de l'Exhortation apostolique Verbum Domini, Benoît XVI formule une prière fervente pour la Nouvelle Évangélisation: " Que l'Esprit Saint éveille chez les hommes la faim et la soif de la Parole de Dieu et suscite de zélés messagers et témoins de l'Évangile! " (VD, 122)
Cette prière souhaite que notre temps soit "toujours davantage le temps d'une nouvelle écoute de la Parole de Dieu" (VD, 122),car c'est à partir d'une nouvelle écoute menant à la conversion, qu'une nouvelle annonce devient possible et efficace, une annonce qui “ crée la communion et apporte la joie " (VD, 123)." Selon l'Écriture, la joie est un fruit de l'Esprit Saint (cf.Ga 5, 22), qui nous permet de pénétrer dans la Parole et de faire en sorte que la Parole divine entre en nous en portant ses fruits pour la vie éternelle" (VD, 123).
La Nouvelle Évangélisation, comme la première évangélisation, dépend entièrement de l'Esprit Saint qui est le grand protagoniste de la mission de l'Église ad gentes et de toutes les formes actuelles ou souhaitables de Nouvelle Évangélisation. L'évangélisation du monde a vraiment pris son envol avec le kairos de la Pentecôte. La Nouvelle Évangélisation ne peut repartir que de là. Le Synode· qui commence ne devrait-il pas s'appuyer sur une pneumatologie de la mission qui soit à la hauteur de la christologie de la Parole présentée dans Verbum Domini?
La section pneumatologique de Verbum Domini (des numéros 14 à 21) peut certainement servir à cette fin. Mais il faudrait l'enrichir par la méditation du récit de la Pentecôte aux Actes des Apôtres, et par l'approfondissement johannique du témoignage de Dieu, un et trine, au cinquième chapitre de sa première Épître:
C'est lui, Jésus Christ, qui est venu par l'eau et par le sang: pas seulement l'eau, mais l'eau et le sang. Et celui qui rend témoignage, c'est l'Esprit, car l'Esprit est la vérité. Ils sont trois qui rendent témoignage, l'Esprit, l'eau et le sang, et tous les trois se rejoignent en un seul témoignage. Nous acceptons bien le témoignage des hommes; or, le témoignage de Dieu a plus de valeur, et le témoignage de Dieu, c'est celui qu'il rend à son Fils. (lJn 5,6-9)
Ces quelques lignes contiennent des bases fondamentales pour une théologie de la mission dont l'Esprit Saint est le grand protagoniste. Au moment de réfléchir sur les moyens pour transmettre la foi à nos contemporains, n'oublions pas le témoignage de l'Esprit Saint qui est constitutif du kérygme apostolique. Ce kérygme n'annonce pas seulement le mystère pascal du Christ, mais aussi le salut par la foi grâce au don de l'Esprit Saint. Puissions-nous puiser dans ce kérygme la lumière, la force et l'audace dont nous avons besoin pour témoigner à notre tour de la Vérité qui sauve.
Le Pape Benoît XVI rappelait il y a quelques jours aux évêques de récente nomination que la Nouvelle Évangélisation à notre époque a commencé avec le Concile Vatican Il qui a promu un nouvel esprit de dialogue et de nouveaux moyens de rencontre avec le monde moderne. Parmi ces moyens, signalons au passage la recherche œcuménique et le dialogue interreligieux qui s'ajoutent au témoignage de la communion ecclésiale, dont la charité fraternelle est la règle d'or, et l'unité la condition " pour que le monde croie" (ln 17, 21)( Cf. Gianni Colzani, " La dimensione missionaria della Verbum Domini ", Euntes Docete, vol. 64, n° 2, p. 7196.).
Je garde personnellement un grand souvenir de l'assemblée générale de l'épiscopat latinoaméricain qui s'est déroulée il y a cinq ans à Aparecida, au Brésil, sous le signe de Marie et de la Pentecôte(V Conférence générale de l'Épiscopat latino-américain et des Caraïbes, Disciples et missionnaim de JésllS' Christ pour que nos peuples aient la vie en Lui. Document fina~ 2007, 247 p.).Cette assemblée a lancé une mission continentale basée sur la formation de disciples missionnaires qui peuvent maintenant compter sur l'aide de Verbum Domini. Cette formation missionnaire qui s'épanouit parmi les pauvres interpelle l'Église universelle à une invocation fervente de l'Esprit Saint afinque ce témoignage envahisse toute la planète.
La réception de l'Exhortation apostolique Verbum Domini dans l'Église est bien amorcée tant au plan de l'appropriation spirituelle de la Parole de Dieu qu'au plan de l'herméneutique ecclésiale de la Sainte Écriture. À cinquante ans du Concile Œcuménique Vatican II, la réforme entreprise avec la Constitution dogmatique Dei Verbum se trouve confirmée et poussée plus loin dans un esprit de continuité et de fidélité à la Pentecôte conciliaire. En ce sens, on peut dire que Verbum Domini est un grand exercice de réception du Concile Œcuménique Vatican II.
Les nombreuses initiatives pastorales qui ont été prises laissent entrevoir en effet l'épanouissement d'une nouvelle familiarité du peuple de Dieu avec la Sainte Écriture, méditée, proclamée, célébrée en assemblée, lue en toute circonstance, traduite et diffusée le plus largement possible avec une confiance renouvelée.
Les questions théologiques qui ont été retenues annoncent une réflexion féconde à poursuivre qui jettera de nouveaux ponts entre les sciences sacrées au bénéfice de la Nouvelle Évangélisation et de la communion ecclésiale.
L'Église dans son ensemble ne pouvait pas relancer efficacement l'annonce de la Parole vivante de Dieu et le témoignage vibrant de sa foi sans cette réflexion priante sur le fondement de la Parole de Dieu et sur les conditions de son appropriation et de son interprétation à notre époque.
L'Esprit Saint nous a guidés dans cet approfondissement, et nous en sommes profondément reconnaissants. Puisse-t-il maintenant nous parler à nouveau à travers le témoignage et la communion de cette auguste assemblée." L'Esprit et l'Épouse disent: 'Viens" Celui qui témoigne de tout cela déclare: "Oui, je viens sans tarder. - Amen, Viens Seigneur Jésus" (Ap 22, 17.20) " (VD, 124)

[00072-03.13] [RE001] [Texte original: français]

DOCU-FILM: IL CONCILIO VATICANO II CINQUANT’ANNI DOPO

Il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e Micromegas Comunicazione hanno realizzato un docu-film sul Concilio Vaticano II, la cui distribuzione mondiale è prevista a partire dall'11 ottobre 2012, cinquantesimo anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II e data di inizio dell'Anno della Fede.
Oggi pomeriggio, al termine della quarta Congregazione Generale della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, ne è stata proiettata in Aula una sintesi di 50 minuti, in anteprima per i Padri Sinodali e gli altri Partecipanti.
Il docu-film ricostruisce il clima storico, teologico, culturale ed emotivo di quell'evento che ha segnato così profondamente la storia della Chiesa, oltre ad aver influenzato quella del mondo contemporaneo. La produzione del docu-film Concilio Vaticano II ha realizzato oltre 12 ore di materiale filmato inedito, tutto girato in full HD, in un set allestito ad hoc presso Micromegas Studios a Roma e con riprese e immagini dei luoghi più significativi della Città del Vaticano, come: l'Archivio Segreto, la Biblioteca Apostolica, la Basilica di San Pietro, la Pinacoteca, la Cappella Sistina, le Stanze di Raffaello, la Collezione d'Arte Religiosa Moderna, il Museo Missionario Etnologico e le Grotte Vaticane. Arricchisce la produzione del docu-film l'esclusivo materiale storico audio e video in possesso della Filmoteca Vaticana, che ha messo a disposizione testimonianze, documenti e filmati inediti relativi al Concilio Vaticano II e alla sua organizzazione. Ore di riprese originali dell'epoca, che raccontano i momenti più significativi, la lunga fase di preparazione e lo straordinario allestimento della Basilica di San Pietro trasformata, per le eccezionali esigenze organizzative, in sede dell'Evento. Ad arricchire la produzione numerose testimonianze, oltre alle interviste esclusive a 14 fra Cardinali, Patriarchi e Arcivescovi, realizzate per analizzare e approfondire le grandi tematiche affrontate dal Concilio e che toccano profondamente la modernità e sono riportate nei documenti ufficiali elaborati negli oltre tre anni di lavoro: le quattro Costituzioni, i nove Decreti e le tre Dichiarazioni.

[00071-01.04] [NNNNN] [Testo originale: italiano]

 
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