The Holy See Search
back
riga

 

SYNODUS EPISCOPORUM
BOLLETTINO

XIII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA
DEL SINODO DEI VESCOVI
7-28 OTTOBRE 2012

Nova evangelizatio ad christianam fidem tradendam


Questo Bollettino è soltanto uno strumento di lavoro ad uso giornalistico.
Le traduzioni non hanno carattere ufficiale.


Edizione plurilingue

16 - 15.10.2012

SOMMARIO

- UNDICESIMA CONGREGAZIONE GENERALE (LUNEDÌ 15 OTTOBRE 2012 - ANTEMERIDIANO)
- FILM: CAMPANE D’EUROPA
- ESPOSIZIONE IN OCCASIONE DELL’ASSEMBLEA SINODALE
- AVVISI

UNDICESIMA CONGREGAZIONE GENERALE (LUNEDÌ 15 OTTOBRE 2012 - ANTEMERIDIANO)

- INTERVENTI IN AULA (CONTINUAZIONE)

Oggi, lunedì 15 ottobre 2012, memoria di santa Teresa di Gesù, vergine, dottore della Chiesa, carmelitana scalza, alle ore 9:00, alla presenza del Santo Padre, con il canto dell’Ora Terza, ha avuto inizio l’Undicesima Congregazione Generale per la continuazione degli interventi in Aula dei Padri Sinodali sul tema sinodale: «La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana».

Presidente Delegato di turno S. Em. R. Card. John TONG HON, Vescovo di Hong Kong (CINA).

In conclusione di Congregazione il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi S.E.R. Mons. Nikola ETEROVIĆ, Arcivescovo Tit. di Cibale (CITTÀ DEL VATICANO) ha presentato al Santo Padre un volume sulla X Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi che si è celebrata nel 2001 sul tema: “Il Vescovo: Servitore del Vangelo di Gesù Cristo per la speranza del mondo”. Il Santo Padre ha donato una copia a ciascun Padre Sinodale e Partecipante a questa Assemblea.

A questa Congregazione Generale, che si è conclusa alle ore 12:30 con la preghiera dell'Angelus lineDomini, erano presenti 251 Padri.

INTERVENTI IN AULA (CONTINUAZIONE)

Sono intervenuti i seguenti Padri:

- S. Em. R. Card. Josip BOZANIĆ, Arcivescovo di Zagreb (CROAZIA)
- S. Em. R. Card. Antonio Maria VEGLIÒ, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti (CITTÀ DEL VATICANO)
- S. E. R. Mons. Luigi NEGRI, Vescovo di San Marino-Montefeltro (ITALIA)
- S. E. R. Mons. Vincenzo PAGLIA, Arcivescovo-Vescovo emerito di Terni-Narni-Amelia, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia (CITTÀ DEL VATICANO)
- S. E. R. Mons. Francis Xavier Kriengsak KOVITHAVANIJ, Arcivescovo di Bangkok (THAILANDIA)
- S. E. R. Mons. Jean-Baptiste TIAMA, Vescovo di Sikasso, Presidente della Conferenza Episcopale (MALI)
- S. E. R. Mons. Olivier SCHMITTHAEUSLER, M.E.P., Vescovo titolare di Catabum castra, Vicario Apostolico di Phnom-Penh (CAMBOGIA)
- S. E. R. Mons. Dominique REY, Vescovo di Fréjus-Toulon (FRANCIA)
- S. Em. R. Card. Lluís MARTÍNEZ SISTACH, Arcivescovo di Barcellona (SPAGNA)
- S. Em. R. Card. Francesco COCCOPALMERIO, Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi (CITTÀ DEL VATICANO)
- S. E. R. Mons. Eusebio RAMOS MORALES, Vescovo di Fajardo-Humacao (PORTO RICO)
- S. Em. R. Card. Angelo SCOLA, Arcivescovo di Milano (ITALIA)
- S. E. R. Mons. Taras SENKIV, O.M., Vescovo titolare di Siccenna, Ausiliare, Protosincello e Amministratore Apostolico "ad Nutum Sanctae Sedis" di Stryj degli Ucraini (UCRAINA)
- S. E. R. Mons. Stanisław GĄDECKI, Arcivescovo di Poznań (POLONIA)
- S. E. R. Mons. Sebastian Francis SHAW, O.F.M., Vescovo titolare di Tino, Amministratore Apostolico di Lahore (PAKISTAN)
- S. E. R. Mons. Joseph ABSI, della Società dei Missionari di S.Paolo, Arcivescovo titolare di Tarso dei Greco-Melkiti, Ausiliare e Protosincello di Damas, Dimasq dei Greco-Melkiti (SIRIA)
- S. E. R. Mons. Alexander Thomas KALIYANIL, S.V.D., Arcivescovo di Bulawayo (ZIMBABWE)
- S. E. R. Mons. Berhaneyesus Demerew SOURAPHIEL, C.M., Arcivescovo Metropolita di Addis Abeba, Presidente della Conferenza Episcopale d'Etiopia ed Eritrea, Presidente del Consiglio della Chiesa Etiopica (ETIOPIA)
- S. E. R. Mons. Filipe Neri António Sebastião DO ROSÁRIO FERRÃO, Arcivescovo di Goa e Damão (INDIA)
- S. Em. R. Card. Antonio María ROUCO VARELA, Arcivescovo di Madrid, Presidente della Conferenza Episcopale (SPAGNA)
- S. Em. R. Card. John NJUE, Arcivescovo di Nairobi, Presidente della Conferenza Episcopale (KENYA)
- S. E. R. Mons. Beatus KINYAIYA, O.F.M. Cap., Vescovo di Mbulu (TANZANIA)
- S. E. R. Mons. Dominic Ryōji MIYAHARA, Vescovo di Fukuoka (GIAPPONE)
- S. E. R. Mons. William SLATTERY, O.F.M., Arcivescovo di Pretoria, Ordinario Militare per il Sud Africa (SUD AFRICA)
- S. E. R. Mons. Virgil BERCEA, Vescovo di Oradea Mare, Gran Varadino dei Romeni (ROMANIA)
- S. E. R. Mons. John WONG SOO KAU, Arcivescovo Coadiutore di Kota Kinabalu (MALAYSIA)

Diamo qui di seguito i riassunti degli interventi:

- S. Em. R. Card. Josip BOZANIĆ, Arcivescovo di Zagreb (CROAZIA)

Nel mio intervento mi riferisco in modo particolare alle “radici” dell’inestimabile dono della fede. E mi chiedo in che modo nasca, viva e cresca la credibilità di un testimone della fede.
Fin dall’inizio della Chiesa e del Cristianesimo, il tesoro della fede ha trovato la manifestazione più alta, ed insieme più feconda, nella coraggiosa testimonianza dei martiri.
La “professione e confessione” della fede è tangibile, infatti, nelle vite donate dei pastori, dei sacerdoti, dei religiosi e religiose; ma anche - bisogna sottolinearlo fortemente - dei fedeli laici, delle loro famiglie. Tutti, gli uni e gli altri, testimoni umili e coraggiosi, che mostrano - con il loro martirio - il luogo dove nasce e cresce una fede autentica: il cuore e la vita di chi si innamora di Cristo.
Nella storia recente della Chiesa in Europa, ma anche altrove in tutte le parti del mondo, esistono testimonianze ed esperienze di questo martirio assurte anche ad icona di santità: e la memoria liturgica che la Chiesa ne celebra con venerazione è il segno perenne che il martirio é sempre la forma più esplicita e convincente di trasmissione della fede.
Mi permetto inoltre di richiamare l'attenzione anche sulle “nuove forme di martirio”, incruento ma sofferto, che sono presenti e richieste oggi nel contesto di un mondo globalizzato.
Un interrogativo che ci possiamo porre è se noi come Chiesa, e i fedeli delle nostre comunità, come Chiese in cammino, sappiamo essere vicine alla testimonianza cristiana che incrocia le sfide del mondo di oggi.
C’è, infatti, una domanda ineludibile, che tutti ci si deve porre: “Dov’è che la nostra non-credibilità diventa contro-testimonianza per gli altri”?
La fede, infatti, non può mai essere rinchiusa solo nella dimensione del privato, perché la testimonianza del cristiano è per natura sua pubblica. Anche i pellegrinaggi diventano un modo connaturale all’uomo, che condivide la dimensione dell’ “homo religiosus” e dell’ “homo ritualis” con la proposta cristiana.
Tutto ciò è constatabile, in modo particolare, nei santuari mariani, mete assai frequenti di pellegrinaggi, dove i fedeli si accostano, soprattutto, al sacramento della riconciliazione: e vivono così un autentico cammino di conversione.
Infine, 1'importanza e la necessità che venga valorizzata la straordinaria cultura nata dalle radici cristiane.

[00240-01.05] [IN175] [Testo originale: italiano]

- S. Em. R. Card. Antonio Maria VEGLIÒ, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti (CITTÀ DEL VATICANO)

L’ambito della mobilità umana offre significative possibilità per la nuova evangelizzazione, poiché presenta uomini e donne, giovani e anziani segnati da forti esperienze di vita, da progetti, insicurezze o sofferenze, che mettono in luce gli interrogativi più pressanti della loro esistenza, e che sentono il bisogno di dare un significato alla loro vita quotidiana. Di fronte agli interrogativi profondi, la fede si presenta come risposta che li interpreta, illumina e colma di significato, e Cristo appare come la chiave di lettura per eccellenza della vita umana.
Il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti desidera sottolineare l’importanza che riveste il fenomeno migratorio e, con esso, tutto l’ambito della mobilità umana. Questo offre alla Chiesa nuove occasioni per l’evangelizzazione. In riferimento a quanti non conoscono Cristo e si stabiliscono in Paesi di tradizione cristiana, si impone la sfida di proporre loro il kerigma. D’altra parte, quanti sono stati evangelizzati nel Paese di origine hanno bisogno di un accompagnamento pastorale che li aiuti a mantenersi saldi nella fede, mentre possono diventare a loro volta evangelizzatori.
Il fenomeno rnigratorio mette in discussione anche le comunità di accoglienza, obbligandole non solo a rivedere le proposte di evangelizzazione, ma anche mettendo alla prova la fede stessa dei suoi membri, in particolare nel momento di doverla annunciare agli altri.
Per la relazione inscindibile tra l’amore per Dio e l’amore per il prossimo, la presenza di persone in mobilità ha richiesto anche alla Chiesa una risposta solidale, che è allo stesso tempo evangelizzatrice, giacché la carità “è annuncio e testimonianza di fede” (Benedetto XVI, Caritas in veritate, n. 15). La sfera della sofferenza e della solidarietà si presenta come uno spazio per il dialogo con il mondo e un ambito per la testimonianza della fede, dove la carità è strumento fondamentale per la nuova evangelizzazione.
La sfida principale è di saper coniugare questi due aspetti inseparabili, evangelizzazione esplicita e promozione umana, evitando di ridurre la nostra azione a uno solo di essi, o di accontentarci di una semplice testimonianza silenziosa o di un’ evangelizzazione implicita.
In effetti, fra gli operatori pastorali di questo settore cresce la coscienza che sia l’attenzione sociale che l’ evangelizzazione esplicita fanno parte della missione loro affidata.
Nel contesto della mobilità umana anche il pellegrinaggio è un campo favorevole per la nuova evangelizzazione. Negli ultimi decenni abbiamo preso coscienza di questa possibilità, passando da una pratica devozionale ad una pastorale del pellegrinaggio, scoprendo che questo momento diventa occasione di rinnovamento della fede e anche di una prima evangelizzazione. In questo senso, sottolineo cinque idee che si possono approfondire: anzitutto bisogna avvalersi della capacità di richiamo che caratterizza il pellegrinaggio verso il santuario; poi, dobbiamo curare la pastorale dell’accoglienza; sintonizzarci sulle domande che sgorgano dal cuore del pellegrino; tener conto che la nostra proposta deve essere fedele al carattere cristiano del pellegrinaggio, senza riduzionismi; e infine, aiutare il pellegrino a scoprire che il suo cammino ha una meta precisa.
Per tutto questo, l’attuale fenomeno della mobilità umana appare certamente come un’opportunità provvidenziale per l’annuncio del Vangelo nel mondo contemporaneo.

[00243-01.05] [IN178] [Testo originale: italiano]

- S. E. R. Mons. Luigi NEGRI, Vescovo di San Marino-Montefeltro (ITALIA)

La Chiesa mai ha contrapposto alla ideologia ateistica un'ideologia religiosa, ma la vita del popolo cristiano nella testimonianza del Signore risorto. Negli spazi pur minimi consentiti dalle dittature, il popolo cristiano ha sempre gridato la bellezza della fede, l'intensità della speranza, la forza della carità. Così mai sono state necessarie ipotesi di mediazione per decidere in quali spazi la Chiesa potesse essere una presenza: si è trattato solo di “incominciare a fare il cristianesimo”.
Nuova evangelizzazione significa riproporre l'avvenimento della fede come certezza esplicita della presenza di Gesù nella vita della Chiesa, la quale è strumento educativo in cui la fede si consolida e dispone a vivere la missione come propria autorealizzazione. La fede diviene così cultura, "entusiasmo critico della fede", capacità di dialogo nell'orizzonte della carità. Ciò implica una ragione aperta alla realtà, aliena da un uso tecno-scientista teso al possesso di essa.
Nuova evangelizzazione è un flusso di vita che prende forme diverse da riconoscere, valorizzare, correggere quando necessario, propiziando un loro incontro nella vita della Chiesa. È l'azione dello Spirito che occorre favorire e che non può essere supplita da progetti umani.

[00134-01.04] [IN103] [Testo originale: italiano]

- S. E. R. Mons. Vincenzo PAGLIA, Arcivescovo-Vescovo emerito di Terni-Narni-Amelia, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia (CITTÀ DEL VATICANO)

Il Santo Padre nell'omelia di inizio ha sottolineato: “Il matrimonio, costituisce in se stesso un Vangelo, una Buona Notizia per il mondo di oggi” perché “si fonda sulla grazia che viene dal Dio Uno e Trino”. L'unione tra l'uomo e la donna parla con forza di Dio. È una buona notizia perché risponde al bisogno radicale di famiglia iscritto, fin dalle origini, nel profondo dell'uomo e della donna. Dio disse: “Non è bene che l'uomo sia solo, facciamogli un aiuto che gli sia simile” (Gn 2,18). L'uomo è niente da solo: tutto si gioca nell'interdipendenza. Eppure, tanta storia occidentale è stata concepita come liberazione da ogni legame, anche da quelli familiari. La deflagrazione della famiglia appare come il problema numero uno della società contemporanea, anche se pochi se ne rendono conto. Non così la Chiesa, davvero “esperta in umanità”, come disse Paolo VI. Noi non possiamo tacere. E non perché conservatori o difensori di un istituto ormai desueto. È in questione la stabilità stessa della società. Certo, è urgente, molto urgente, mettere in atto una più attenta riflessione culturale perché la Famiglia guadagni il centro della politica, della economia, della cultura, e una più sollecita strategia per difenderne i diritti nelle sedi nazionali e internazionali. Va sottolineato un altro aspetto. Seppure minoranza, sono innumerevoli le famiglie cristiane che vivono, talora eroicamente, la fedeltà e l'impegno matrimoniale e familiare. Questa straordinaria luce di amore va messa sul candelabro perché illumini e riscaldi questo nostro mondo tanto intristito e appannato. La Chiesa deve diventare sempre più la famiglia delle famiglie, anche di quelle ferite, vivendo un reciproco movimento di dare e di avere. Si apre qui l'ampio spazio della famiglia come soggetto di evangelizzazione. Giovanni Paolo II sosteneva: “la futura evangelizzazione dipende in gran parte dalla chiesa domestica”. L'esperienza ci dice che la Chiesa attrae se vive davvero in maniera familiare. E se in tanti angoli del mondo riscontriamo una infecondità pastorale, non è perché siamo diventati più istituzione che famiglia? Vivendo la Chiesa in maniera familiare e la famiglia come piccola chiesa - è la sfida ad una Chiesa di comunione, quella auspicata dal Vaticano II - gusteremo anche oggi la gioia della prima comunità cristiana quando “il Signore aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati”(At 2,47).

[00153-01.06] [IN122] [Testo originale: italiano]

- S. E. R. Mons. Francis Xavier Kriengsak KOVITHAVANIJ, Arcivescovo di Bangkok (THAILANDIA)

The Catholic Bishops’ Conference of Thailand is of the opinion that it is necessary that all the Bishops, priests, men and women religious and the laity be concretely revived in faith and Christian life aiming at “Discipleship and sharing the Good News” with regards to the teaching of the Church, liturgy, life of prayers and continuous formation, using the means of “BEC” (Basic Ecclesial Communities) through coordination of the various Catholic entities and the CBCT commissions especially the Episcopal Commission for Pastoral Care of the Christians. The parochial community will enable the BEC to be the sign of active life of a parish which will be a new community, “communion of communities”, based on the culture of love and will become a good approach for the pastoral care and evangelization “Ad gentes”.
The Catholic Church in Thailand is amid our brothers and sisters of other faiths. The Church is essentially the sign and instrument of announcing the Kingdom of God and all the disciples of Christ are called to announce and share the Good News to both those who have not yet heard and those who are not yet in the same sheepfold. The appropriate way to bring about mutual understanding in society is through the “Interreligious Dialogue” which is the way suitable for our new evangelization.
In the context of multiple cultures in Asia the dialogue with respect will widen the venue of mutual listening to the religious experiences and mutual collaboration. The Catholic faithful through the Basic Ecclesial Community, therefore, filled with faith, love and hope will be able to enter into the dialogue not only, with our Christian brothers and sisters of various denominations, but also with the Buddhists, the majority of the population in Thailand, to cooperate and together create true unity and peace in Thai society. And with the Risen Lord in the midst of “two or three, united in His name”, we Catholic faithful in Thailand, can share God's love to everyone.

[00167-02.03] [IN130] [Original text: English]

- S. E. R. Mons. Jean-Baptiste TIAMA, Vescovo di Sikasso, Presidente della Conferenza Episcopale (MALI)

Le Mali est un pays sahélien situé dans l’Ouest de l’Afrique, avec une population de 15 millions d’habitants à majorité agro-pastorale. De cette population on peut estimer de 3 à 5 % le nombre de chrétiens pour une majorité musulmane qui va de 80% dans le sud à 100% dans la partie septentrionale.
La situation politico-sociale était paisible et stable depuis 1991 jusqu’en décembre 2011. A partir du 17 janvier 2012, la rébellion au Nord du pays, aidée par des mouvements islamistes armées et soutenu par Al Qaeda est venue perturber cette quiétude. Ce mouvement occupe aujourd’hui les 2/3 du pays et menace la démocratie et l’existence des autres religions. Il prône l’instauration de la loi islamique dans tout le pays.
C’est dans ce contexte que l’Église poursuit la nouvelle évangélisation comprise comme l’enracinement de la foi des fidèles et le passage du témoin de la Mission entre Missionnaires étrangers et pasteurs autochtones. Depuis 1988, célébration du centenaire de la présence des missionnaires, l’Église fait l’effort de participation à sa prise en charge matérielle et humaine, par la formation des pasteurs locaux et des animateurs de communautés, l’élaboration de documents de catéchèse, l’inculturation de la liturgie, pour renforcer les acquis de la première évangélisation.
L’Église s’efforce d’élaborer des plans pastoraux, de créer de nouvelles paroisses et de mettre en place des communautés chrétiennes de base vivantes et dynamiques dans le témoignage et l’annonce. Les points forts de cette initiative sont:
- Formation des pasteurs locaux et des laïcs (création de séminaires et centres de formation)
- Traduction de la Parole de Dieu dans les langues locales pour la rendre plus accessible et organisation des sessions de formation biblique pour les laïcs
- Elaboration de programme de catéchèse.

[00168-03.03] [IN131] [Texte original: français]

- S. E. R. Mons. Olivier SCHMITTHAEUSLER, M.E.P., Vescovo titolare di Catabum castra, Vicario Apostolico di Phnom-Penh (CAMBOGIA)

Le génocide khmer rouge a tué Évêques, prêtres, religieuses et la majorité des chrétiens. Depuis 20 ans, nous vivons à nouveau le temps des Actes des Apôtres avec une première annonce de la Bonne Nouvelle assurée par le petit reste de survivants, soutenu par l'arrivée massive de missionnaires. Aujourd'hui nous avons environ 200 baptêmes d'adultes chaque année ... la petite Église du Cambodge est en quelque sorte un laboratoire d'évangélisation dans un monde bouddhiste, entré de plein pied dans un processus de sécularisation véhiculé par la mondialisation à l'instar des dragons asiatiques. La Mission Ad Extra est intimement liée à la Mission Ad Intra. Ad Extra et Ad Intra s'enrichissent mutuellement en se stimulant au service d'une même et unique Mission d'Évangélisation!
Quelques points significatifs pour une première annonce de Jésus Christ et qui peuvent être aussi étendus à une réflexion sur la nouvelle évangélisation.
Deux fondamentaux:
1. La vraie rencontre de Jésus Christ ouvre le cœur à la charité et à l'expérience du pardon pour conduire à la découverte du don de la vie.
2. Les laïcs sont apôtres dans ce monde (apostolicam actuositatem).
Comment l'Église sera sacrement du Christ dans le monde pour une nouvelle évangélisation en acte et en vérité?
1. Une Église qui touche le cœur
2. Une Église simple
3. Une Église hospitalière
4. Une Église qui prie
5. Une Église joyeuse

[00169-03.04] [IN132] [Texte original: français]

- S. E. R. Mons. ain Dominique REY, Vescovo di Fréjus-Toulon (FRANCIA)

L'évangélisation a pour finalité la conversion des hommes, c'est-à-dire l'accueil de la nouveauté du Christ (cf. Instrumentum laboris, n°24). Cette conversion commence à l'intérieur de l'Église par des changements pastoraux à opérer. Il s'agit dans les pays d'ancienne chrétienté de passer d'un christianisme de tradition à un christianisme d'adhésion personnelle à Jésus Christ et d'engagement missionnaire.
Cette conversion pastorale concerne tous les baptisés et tous les acteurs de la vie ecclésiale, mais particulièrement les pasteurs: Évêques et prêtres. Pour que la nouvelle évangélisation ne se résume pas à un slogan ou à un catalogue d'actions à entreprendre, pour qu'elle ne soit pas asphyxiée par l'immobilisme, la bureaucratie ou le cléricalisme, il importe que tous les pasteurs soient mieux préparés à l'exercice de la gouvernance pastorale.
1. Cette conversion des pasteurs relève d'abord d'un travail de sanctification personnelle.
2. Cette conversion doit s'accompagner d'une relecture approfondie des textes conciliaires et du Magistère de l'Église, afin d'entrer dans une intelligence ecclésiale et théologique du renouveau missionnaire dont il est le ministre.
3. Cette conversion réclame encore un apprentissage sur une nouvelle manière d'exercer la responsabilité pastorale: positionner l'annonce directe de la foi à la pointe de la pastorale ordinaire, promouvoir une catéchèse d'initiation de type catéchuménal pour les débutants et les recommençants et des parcours apologétiques adaptés, développer une ecclésiologie de communion qui fasse droit à la complémentarité des états de vie et à l'accueil des charismes, favoriser la création de lieux d'accueil et de dialogue ouverts aux attentes spirituelles, susciter chez les chrétiens le témoignage de la charité.
4. Le nouvelle évangélisation appelle enfin “un nouveau style de vie pastorale” (Pastores dabo vobis, n°18) pour les prêtres et les Évêques.

[00170-03.03] [IN133] [Texte original: français]

- S. Em. R. Card. Lluís MARTÍNEZ SISTACH, Arcivescovo di Barcellona (SPAGNA)

La archidiócesis de Barcelona ha vivido unos acontecimientos altamente evangelizadores. La visita del Papa Benedicto XVI para dedicar la Basílica de la Sagrada Familia, que ha dinamizado a los diocesanos con nuevo ardor para el anuncio del Evangelio. La celebración, junto con otras once grandes ciudades europeas, de la Missio Metropolis, y el Atrio de los Gentiles, acontecimientos que han abierto a nuestra Iglesia diocesana a un nuevo estilo de anunciar a Jesús y su Evangelio.
Aspectos relevantes en orden a la Nueva Evangelización:
l. Centrarse en el redescubrimiento del Evangelio con su anuncio y su centro que es Jesucristo, capaz de interpelar al hombre de hoy.
2. Prestar especial atención al laicado, que ya tiene una larga y fecunda tradición en la Iglesia de Barcelona.
3. Potenciar la misa dominical para que sea punto de referencia para la Nueva Evangelización.
4. Ofrecer espacios, momentos y movimientos para la espiritualidad y la experiencia personal cristiana entre los laicos.
5. Fomentar reflexiones pastorales de lectura creyente de la realidad que vivimos y de los signos de los tiempos sobre nuestro mundo y los desafios que se dan para que la Evangelización sea realmente Nueva.

[00171-04.04] [IN134] [Texto original: español]

- S. Em. R. Card. Francesco COCCOPALMERIO, Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi (CITTÀ DEL VATICANO)

Vorrei richiamare la nostra attenzione su un punto che, a me pare, non ha ricevuto particolare rilievo. Il grande ostacolo alla nuova evangelizzazione è certamente la divisione tra i cristiani. Potrei allora presentare la questione mediante la formulazione di questa domanda: nell'attuare il compito della nuova evangelizzazione sarebbe possibile pensare a qualche forma di cooperazione tra la Chiesa cattolica e le altre Chiese e Comunità ecclesiali?
Ritengo che alla domanda si debba dare risposta affermativa.
L'impegno per la “nuova evangelizzazione”, nei paesi di antica cristianità, richiede un rinnovato rapporto tra la Chiesa cattolica e le altre Chiese e Comunità ecclesiali. Se questo è vero in ogni parte del mondo, lo è ancor più in Europa. La divisione tra cristiani, del resto, non è del tutto innocente di fronte alla scristianizzazione del primo Continente e anche in relazione alla sua attuale debolezza, politica e culturale, nel concerto delle nazioni. Diventa prioritario perciò un comune impegno dei cristiani per una “nuova evangelizzazione”.
Senza voler affrontare l'intera e complessa questione, mi fermo a sottolinearne l'urgenza nel contesto dei rapporti tra Chiesa cattolica e Chiese ortodosse, tra le quali, in modo particolare, ritengo urgenti i contatti con la Chiesa ortodossa russa e con la Chiesa ortodossa romena.
A differenza dei decenni passati - quelli della oppressione comunista - i popoli dell'Est si trovano oggi ad affrontare una situazione, sociale e culturale, che è nuova e li avvicina a quella dei popoli dell'Ovest. Il consumismo e il relativismo sono diventati anche per essi il sottile veleno che li spinge purtroppo a una devastante secolarizzazione. La Chiesa ortodossa russa, ad esempio, è chiamata ad affrontare la nuova condizione delle giovani generazioni, prive di ogni ideale e con il rischio di essere fagocitate dall'invasione consumistica.
Ecco perché è urgente ipotizzare momenti di riflessione comune o addirittura qualche struttura semplice di raccordo e collaborazione tra le Chiese per una strategia pastorale che porti le diverse tradizioni cristiane a rivitalizzare e rendere efficace il loro impegno missionario. E la tradizione della Chiesa cattolica può certamente essere di notevole stimolo a sostegno soprattutto per le Chiese ortodosse.
Nello stesso tempo, l'Europa civile ha estremo bisogno di una compattezza dei cristiani, anche in rapporto alle grandi sfide, etiche e sociali, che deve affrontare all'inizio di questo millennio. Un'attenzione più organica in questa nuova prospettiva appare quanto mai urgente. C'è già un raccordo tra CCEE e KEK. C'è il recente accordo tra Chiesa cattolica in Polonia e Patriarcato eortodosso di Mosca. Mi chiedo pertanto se non si debba rafforzare il nostro impegno precisamente nel contesto della “nuova evangelizzazione”.
Risulta, perciò, del tutto evidente il grande vantaggio ecumenico che deriverebbe da una siffatta cooperazione, così come sarebbe grandemente consolidato il fronte delle forze che lottano contro la secolarizzazione. E sarebbe anche uno straordinario segno di fronte all'Islam.

[00172-01.04] [IN135] [Testo originale: italiano]

- S. E. R. Mons. Eusebio RAMOS MORALES, Vescovo di Fajardo-Humacao (PORTO RICO)

Desde Puerto Rico, acogemos con esperanza y alegría esta Asamblea Sinodal sobre la nueva evangelización. Agradecemos al Santo Padre, Benedicto XVI, por esta convocatoria, urgente y necesaria, para atender a los graves problemas que afronta la humanidad hoy; los cuáles, se convierten retos y desafíos para la propuesta de la Nueva Evangelización.
Ante esta Asamblea Sinodal, presentamos la situación de la familia como institución vital de la sociedad y ente de evangelización, pero, cuestionada e inmersa en un proceso de transformación que avanza con rapidez. Es indiscutible que una nueva cultura va surgiendo en torno a esta institución básica de la sociedad, al margen del Evangelio y la Doctrina Social de la Iglesia. Hoy, no solo se cuestiona a la familia como modelo cristiano, sino que, surgen otras posibilidades que responden a intereses ideológicos o particulares de grupos, pretendiendo equipararla con esta o restarle valor. Ciertamente, hay familias en situaciones irregulares o en condiciones difíciles, que, debemos de atender a nivel pastoral y espiritual. Por tanto, la nueva evangelización tiene de frente al ámbito de la familia, que nos pide urgencia misionera y pastoral.
El Papa Juan Pablo nos indicaba en Familiaris Consortio que la “futura evangelización depende en gran parte de la Iglesia doméstica”. También, en un discurso a las familias del año 94, nos decía que era “la hora de la familia, que está llamada a desempeñar un papel de protagonista en la tarea de la nueva evangelización”.
Por tanto, siendo la familia “patrimonio de la humanidad, tesoro de nuestros pueblos ... , escuela de fe, palestra de valores humanos y cívicos ...“, como nos lo señaló Su Santidad, Benedicto XVI, en Aparecida, proponemos en esta Asamblea Sinodal una opción prioritaria por la familia en el marco de la Nueva Evangelización.

[00173-04.04] [IN136] [Texto original: español]

- S. Em. R. Card. Angelo SCOLA, Arcivescovo di Milano (ITALIA)

Quali sono le dimensioni costitutive che non possono mai mancare nell’ evangelizzazione? Sulla scia del sommario degli Atti degli Apostoli (At 2,42.46-47) possiamo identificarne quattro: 1. Erano perseveranti ... nello spezzare il pane e nelle preghiere ... : l'Eucaristia è la sorgente inesauribile della vita della comunità. 2. Erano perseveranti nell 'insegnamento degli apostoli, annunciatori della Parola di Dio in tutti gli ambiti dell'umana esistenza. San Paolo parla di educazione al “pensiero di Cristo” (cfr. l Cor 2,16). San Massimo il Confessore la descrive in questo modo: “Anch 'io, infatti, dico di avere il pensiero di Cristo, cioè il pensiero che pensa secondo Lui e pensa Lui attraverso tutte le cose”. 3. Erano perseveranti ... nella comunione: avendo in comune Gesù Cristo, i cristiani sono tesi liberamente a condividere con tutti i fratelli la propria esistenza. La comunione per il cristiano precede ogni cosa, è l'a priori necessario. 4. Il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati: la missione della Chiesa è la testimonianza grata che lascia trasparire la gioia dell'incontro con Gesù che diventa struggimento perché tutti i fratelli uomini siano salvati. Il metodo non ‘un’ metodo della nuova evangelizzazione consiste nel proporre una vita di comunità in cui i fedeli consapevoli praticano regolarmente queste quattro dimensioni costitutive indicate dal brano degli Atti degli Apostoli.

[00174-01.04] [IN137] [Testo originale: italiano]

- S. E. R. Mons. Taras SENKIV, O.M., Vescovo titolare di Siccenna, Ausiliare, Protosincello e Amministratore Apostolico "ad Nutum Sanctae Sedis" di Stryj degli Ucraini (UCRAINA)

L'uomo odierno si trova in un ambiente di caos culturale, il quale deforma la comprensione della Verità e Bontà, e lo determina all' autoisolamento nel soggettivismo. Come conseguenza creata dalla mentalità consumistica appare il relativismo morale e religioso che si trasforma nelle diverse forme di pseudo religiosità e l'incosciente apertura dell'uomo al dialogo con la divina trascendenza in un atto religioso. Queste tendenze possono essere denominate “religiosità autonoma”. Comunque tutto ciò si può considerare come uno spazio per l' evangelizzazione.
L'evangelizzazione è la predicazione della parola, la quale è risposta alla Parola udita da Dio, e quindi è una realtà divino-umana espressa in forma di un dialogo interpersonale. Tale dialogo dell' evangelizzazione è il principio della nascita e crescita della fede personale, come un'esperienza dialogica, con l'aiuto della quale ogni alienazione personale viene superata dalla libera relazione con Dio, col prossimo, con se stesso. L'obiettivo dell'evangelizzazione è quello di rianimare nell 'uomo l'esigenza essenziale di Dio che salva, e convincerlo che la sua vita prende senso solo mediante la comunione con Cristo nella comunità della Chiesa, convincerlo ad aprirsi al Salvatore là dove ha la necessità di essere salvato.
Il dialogo dell'evangelizzazione deve toccare la profondità delle aspettative umane, la loro essenza, la rivelazione della quale può essere molto dolorosa perché mette l'uomo dinanzi alla radicalità di una scelta: l'offerta della salvezza non si riduce alla soddisfazione dei desideri soggettivi, evitando la possibilità di sostituire il nascosto desiderio della salvezza con un desiderio di conforto psicologico o materiale.
Pertanto, occorre ancora riscoprire la fede come via di autentiche relazioni, nelle quali è affermata la dignità assoluta degli altri. Quella fede che ha come fondamento la Parola che esige l'obbedienza, la ragione della quale è l'amore che anticipa la sua comprensione.

[00175-01.04] [IN138] [Testo originale: italiano]

- S. E. R. Mons. Stanisław GĄDECKI, Arcivescovo di Poznań (POLONIA)

I nostri giovani si trovano oggi in una condizione insostenibile. Da una parte essi sono gettati con grande anticipo sulla loro età mentale in un mondo ricchissimo di informazioni, saperi, sensazioni, opportunità di incontro, ma, dall'altra parte, sono lasciati soli dagli adulti nel loro percorso di formazione.
Nessuna epoca come la nostra ha conosciuto una libertà individuale e di massa come quella che sperimentano i nostri giovani. Ma a questa libertà non corrisponde nessuna promessa sull'avvenire, perchè la vecchia generazione ha disertato il suo ruolo educativo.
Il problema odierno è quello dell’assenza di cura che gli adulti manifestano verso le nuove generazioni. Non che gli adulti in generale non siano preoccupati per il futuro dei loro figli, ma la preoccupazione non coincide col prendersi cura. La preoccupazione dei genitori non è in grado di offrire sostegno alla formazione. Come in una sorte di Edipo rovesciato sono i padri che uccidono i loro figli.
Questa situazione richiede una risposta adeguata. Gli adulti - in particolare questi, quali si sono allontanati della Chiesa - devono riassumere la loro risponsabilità.
Nella nostra diocesi abbiamo cercato di aiutarli in questo, proponendo una catechesi degli adulti svolta da parte degli altri adulti. Giacché le giovani generazioni di solito confrontano la loro fede con la fede degli adulti, i genitori battezzati possono di nuovo - a causa dell'amore dei loro bambini - diventare loro primi e indispensabili catechisti.
Sono gli adulti catechisti, che - come testimoni di fede, e portatori dei contenuti di fede - talvolta meglio degli sacerdoti preparano gli altri adulti al loro compito educativo.
Ciò non è possibile senza appoggiarsi alle comunità evangelizzanti, le quali aiuteranno persone evangelizzate (sia gli adulti non battezzati, i quali hanno bisogno d'essere condotti all'incontro con Cristo, sia gli adulti battezzati, i quali si sono allontanati dalla fede, sia i battezzati che desiderano approfondire la loro fede).
Le strade d'arrivo agli adulti, i quali sono smarriti non dovrebbero necessariamente attraversare le parrocchie, ma piuttosto gli ambiti ai quali loro si identificano; sia le comunità (per esempio: dei club, ospedali, carceri, le case per i madri con bambini, i genitori dei bambini che si preparano alla prima comunione o al battesimo, i luoghi dell'attività umana), sia i luoghi della loro educazione (asilo, scuola, università, il mondo della cultura, mass media).

[00176-01.04] [IN139] [Testo originale: italiano]

- S. E. R. Mons. Sebastian Francis SHAW, O.F.M., Vescovo titolare di Tino, Amministratore Apostolico di Lahore (PAKISTAN)

The New Evangelization has been welcomed by the Church in Pakistan, hoping that through evangelization the Church will find willingness to accept the present realities objectively, and find concrete solutions to live the gospel of Christ today. In view of this, the Catholic Bishops’ Conference of Pakistan felt the need to translate the Catechism of the Catholic Church into Urdu, the national language, so that people may have access to the basics of our faith.
Before I share the activities planned for the New Evangelization I want to highlight that Pakistan is a predominantly Islamic country with a Blasphemy law. I would like to thank the Holy Father and many other Church and state leaders who intervened to save the life of Asia Bibi with regard to the false charges of blasphemy. Pakistan’s population is 180 million but only about 2% is Christian. As such, we cannot depend on any of our neighbouring countries, such as Afghanistan, India, Iran or China for faith formation programs.
For the New Evangelization, a healthy sense of human relationships as it was with Jesus is essential. However, a disposable sense of relationships as in consumerism dominates our daily lives today. For example the psyche behind the use of a tissue paper is very relevant in the sense that however expensive or perfumed the tissue paper may be, the relationship with it ends the moment you use it and throw it away; so, it is, unfortunately, the unconscious psyche that dominates our relationships today in families, parishes, places of work, etc.
In spite of the religious fundamentalist challenges to our Catholic faith in Pakistan, we in the Church through interreligious dialogue invite Islamic scholars and civil society, and other religious minorities to endeavor to build up a harmonious society in which all Pakistanis could live the common religious values which we profess together, such as justice, peace, respect for environment, good governance with reciprocal love and concern. Finally, I humbly request you to keep us in your prayers so that we “the little flock” of Christ in Pakistan may continue to be the beacon of faith for the transformation of people, culture and society, energized by the New Evangelization.

[00178-02.03] [IN141] [Original text: English]

- S. E. R. Mons. Joseph ABSI, della Società dei Missionari di S.Paolo, Arcivescovo titolare di Tarso dei Greco-Melkiti, Ausiliare e Protosincello di Damas, Dimasq dei Greco-Melkiti (SIRIA)

L'Église vit dans un contexte pluraliste au niveau du globe terrestre tout entier. Il en ressort un contact ouvert à toutes les possibilités. Un des résultats de ce contact est l'ouverture de certains musulmans au christianisme, aidée sans doute par les moyens actuels de communication. Quelques-uns parmi eux sont arrivés à découvrir même dans le Christ le visage aimant de Dieu le Père.
S'agissant de la nouvelle évangélisation du monde occidental en général, il ne faut pas perdre de vue qu'aux yeux des musulmans, la déchristianisation de l'Europe n'a pas ôté à ce vieux continent chrétien son appartenance chrétienne. Les musulmans n'arrivent pas à distinguer entre chrétiens et occidentaux, car ils ne distinguent pas, eux, entre ce qui est religieux et ce qui est politique et social. Ce qui procède des occidentaux est considéré par les musulmans comme procédant des chrétiens. Or le comportement des occidentaux, surtout au niveau culturel et politique, d'une manière générale, nuit à la sensibilité religieuse et nationale des musulmans, à leurs valeurs, à leur éthique et à leur culture. Il forme, par conséquent, un obstacle à leur ouverture au christianisme et à leur éventuelle évangélisation.
La plupart des musulmans sont convaincus que le relâchement des mœurs, l'exploitation des peuples faibles et pauvres, le mépris de la religion musulmane qu'ils constatent chez les occidentaux, proviennent des chrétiens ou de chrétiens. Comment et quoi faire pour empêcher que les musulmans ne confondent christianisme et Occident, chrétiens et occidentaux et ne se sentent pas bafoués, frustrés? Le synode, dans sa configuration de la nouvelle évangélisation, devra se pencher sur cette question, pour savoir comment faire éviter, autant que possible, les tensions et les malentendus et que faire pour que les musulmans soient plus réceptifs à l'égard de l'Église et de l'Évangile.

[00198-03.03] [IN142] [Texte original: français]

- S. E. R. Mons. Alexander Thomas KALIYANIL, S.V.D., Arcivescovo di Bulawayo (ZIMBABWE)

Traditionally Zimbabwe is a Godfearing and a very religious-minded nation. All the various tribes here have deep belief in an almighty God. The nation highly values Christian principles in all its policies and programmes. However modern trends of local politics, secularism and freedom of individuals have diminished these sacred Christian principles. In the last 50 years or so many indigenous Christian churches have emerged which integrate Christian principles and traditional practices. These seem to attract more people than the traditional mainline churches especially due their approach to sickness, suffering and evil.
From 1980s the idea of church as a family has been greatly accepted with the introduction of Small Ecclesial Communities. There are also various associations for laity starting with the children to the elders which are very popular. People always have a sense of belonging to each other. Therefore these two approaches seem to be very effective in evangelizing. There are many new areas which still need primary evangelization. Catechists play a very vital role in this evangelisation process.
Challenges faced by the Church: conflict between cultural practices and faith; rise of indigenous churches; mushrooming of Pentecostal churches; politicisation of churches by the government;
materialism and secularism; lack of initiative by priests and religious; economic meltdown and migration; HIV and AIDS and sicknesses; tribal and ethnic divisions; lack of media freedom; incomplete families; Catholic institutions like schools and hospitals have lost their hold on faith.
The above mentioned challenges are an opportunity for us to rethink on our evangelising methods in Zimbabwe. The year of faith we are in is the right time to put in place measures to manage most of the abovementioned challenges. We are very confident that this year is going to be a start afresh to our pastoral approaches.

[00199-02.03] [IN143] [Original text: English]

- S. E. R. Mons. Berhaneyesus Demerew SOURAPHIEL, C.M., Arcivescovo Metropolita di Addis Abeba, Presidente della Conferenza Episcopale d'Etiopia ed Eritrea, Presidente del Consiglio della Chiesa Etiopica (ETIOPIA)

Small Christian Communities, established as the most local presence of the Catholic and Universal Church, share this same mission. Small Christian Communities provide an ideal pastoral context to establish and develop lay ministries. One of the most significant differences between traditional Catholic Associations and Small Christian Communities resides in the apostolic orientation of the latter.
Small Christian Communities are not built on the personal holiness of their members but in their humble availability for and faithfulness to their apostolic mission; personal holiness is a requirement and a consequence of the mission, not its final purpose. Small Christian Communities have an essential apostolic spirituality oriented to mission. Without mission, the Small Christian Community, as well as the universal Church, would be unfaithful to its very fundamental vocation of being a witness to the Gospel. This mission becomes a concrete reality with the establishment of lay ministries to be exercised in the restricted area of the community.
Lay Ministries, therefore, are not to be conceived as accessory or optional activities of the Small Christian Community in order to relieve the work of the priest. They are part and parcel of its life and growth and when ministries decline it is the whole life of the community that declines. Experience has shown enough what religious associations who are centered only in prayer and devotion can become: a sort of exclusive spiritual club for holy members only, more faithful to the minutiae prescribed by the handbook written by their founder than to the demands of Jesus in the Gospel.
The field is vast and open to pastoral creativity. However, in establishing new lay ministries, care must be taken that the dialogue, consultation and communion with the local Bishop is observed and that a periodical evaluation is performed lest a disparate variety of lay ministries conducted without a common vision and pastoral guidelines may result in creating disconcert and confusion among the people of God.
Such is the main challenge of the new evangelization. Though a relevant re-education of our Christian people is necessary in the field of lay ministries, it is not certainly from the side of our Christians that objections and resistance to them will come. Christians are eager to participate in a more active way in the life and growth of the Church.

[00200-02.03] [IN144] [Original text: English]

- S. E. R. Mons. Filipe Neri António Sebastião DO ROSÁRIO FERRÃO, Arcivescovo di Goa e Damão (INDIA)

The Parish is the place where the faithful gather to grow in faith, live the mystery of ecclesial communion and take part in the Church’s mission (cf. EA 25). The Church in India has embraced “A New Way of Being Church” through “Small Christian Communities”. The faithful of a neighbourhood reflect collectively on the Word of God, pray together and act in solidarity for the integral development and authentic liberation of the human person. Experiencing conversion, growing in the personal encounter of Jesus and recognizing him in one another, the faithful place the various gifts and charisms of the Spirit at the service of the evangelizing mission of the Church and enter into a dialogue of life and action in their own places with people of other faiths. This calls for a new type of leadership, particularly from priests who, shunning all signs of dominating and arrogant attitudes, follow Jesus in humble, self-emptying, animating and encouraging leadership. Lay faithful are specifically called to seek the Kingdom of God by engaging in temporal affairs and ordering them in the spirit of Christ according to the plan of God in the vast and complex arena of the socio-cultural spheres of our modern society. The pastors must ensure that the laity are formed as evangelizers able to face the contemporary challenges, not just with worldly wisdom and efficiency, but inspired by the truth of Christ (cf. EA 45). This needs a paradigm shift in our thinking and a radical reallocation of our resources.

[00201-02.03] [IN145] [Original text: English]

- S. Em. R. Card. Antonio María ROUCO VARELA, Arcivescovo di Madrid, Presidente della Conferenza Episcopale (SPAGNA)

Es imprescindible conocer “el sitio en la vida” de “la Nueva Evangelización” si se quiere acertar con su planteamiento y con su puesta en práctica. El secularismo es quizá su nota más característica. La historia de la secularización, iniciada en el siglo XVII, culmina en el siglo XX con el postulado de “la muerte de Dios” y con la exaltación del “Superhombre”. Los dos más formidables totalitarismo s de la época -comunismo y nacionalsocialismo-, así como las dos grandes guerras mundiales, son inexplicables sin esas dos tesis, que hacen crisis después de 1945. El Concilio Vaticano II, convocado en esa encrucijada histórica para “un aggiornamiento” de la doctrina y de la pastoral de la Iglesia, le ofreció el camino para su superación “ad intra” y “ad extra” de sí misma. Sin embargo, “la revolución del 68" lo relanzó y lo radicalizó hasta el extremo de la negación de la dignidad de toda persona humana: una cría sana de chimpancé vale más que. un niño discapacitado, sostenía un famoso antropólogo anglosajón. ¿Estuvo la Iglesia -Obispos, sacerdotes, religiosos y laicos- a la altura de este reto? ¿No se dejaron en ocasiones influir por la ideología secularista? ¿No nos ha costado a veces mostrar lo que somos y quienes somos interna y externamente en “la plaza pública de la historia” (Benedicto XVI)? El Santo Padre nos ha llamado a “la desmundanización”. ¡Urge responder con el examen de conciencia de nuestros pecados y con la conversión del corazón! Sin esta premisa, hondamente espiritual, el empeño de evangelizar de nuevo sería vano. Iglesia evangelizada -Iglesia evangelizadora: ¡es “la ecuación” de Juan Pablo II!

[00214-04.04] [IN160] [Texto original: español]

- S. Em. R. Card. John NJUE, Arcivescovo di Nairobi, Presidente della Conferenza Episcopale (KENYA)

There is little interest in religion and much less for the theme of the "true religion"; what seems to count are, rather, religious experiences. People are looking for different modalities of religion, selected by everyone taking up that which they find pleasing in the sense of ensuring for them that religious experience which they find more satisfying on the basis of their interests or needs at the moment.
Today, for a good number of people, God is not denied, but is unknown. Is it not necessary to examine, from this unique perspective, the present crisis in which society finds itself? It is time to throw open wide the doors of our Churches and to return to announcing the resurrection of Christ, whose witnesses we are. As the holy bishop Ignatius wrote, “It is not enough to be called Christians; we must be Christians by our witness.” If someone today wants to recognize Christians, he must be able to do so not on the basis of their intentions, but on the basis of their commitment in the faith. We have the duty to shape the whole of society with Christ's teachings and spirit.
The theology we teach and live today has to be a science of faith that tries to help human reason to grasp better the truth that is sustained by faith.
Faith and reason have to collaborate to make them more intelligible to the believer.
The theologians of our time have no choice but to be saints not just instructors of truth.
We need an authentic and renewed conversion to the Lord, the one Savior of the world.
We need a Faith working through love (Gal 5:6).
The Creed must be that daily prayer offering a synthesis of faith known and lived.Today we need to face honestly and courageously faith challenges which confront us.
We need to become aware of the great commitment which faith demands.
Hence, giving account of faith starts from the credibility of our living as believers and from the conviction that grace acts and transforms to the point of converting the heart. It is a journey which has to still find Christians committed to it after two thousand years of history. What I wish for and what I would like to hear from us today is a response to the question: “What are you doing, my friend?” each one of us would be able to reply: “I am visibly growing in faith”.

[00226-02.03] [IN163] [Original text: English]

- S. E. R. Mons. Beatus KINYAIYA, O.F.M. Cap., Vescovo di Mbulu (TANZANIA)

The New Evangelization for the Transmission of the Christian Faith Intervention on “the laity and their duty to evangelize” based on Instrumentum Laboris No.33-34, 82
Instrumentum Laboris No. 82 states that “the Church has many resources at her service, the first of which is the great number of baptized lay people.” Through their energy and faith, therefore, they should provide renewal in ecclesial settings.
In Africa, we have noticed growing hidden agenda to systematically remove the influence of the Church and her leadership from issues of public concern. Some of the new government legislations aimes at removing the Church’s role in education, health care, social services to the communities and a moral voice that defends fundamental values of the Gospel.
Give the situation, the lay people, whose particular vocation places them in the midst of the world and in charge of the most varied temporal tasks, must exercise their baptismal call to evangelize the vast and complicated world of politics, economics, culture, sciences and the arts, without forgetting the mass media. They have to evangelize:- the human love, the family, the education of children and adolescents, professionals and the suffering. The more Gospel-inspired lay people are engaged in these realities, the more these realities will be at the service of the Kingdom of God.
We the leaders have the duty to train them properly by having more pastoral centres and High Institutions of Learning, by having more local synods that will involve them in all stages, and by designing more programs of spiritual formation for them such as retreats and seminars. Also we have to encourage missionary spirit among them.
The world is a vast vineyard. The owner of the vineyard is the Lord and He invites every man, woman, and child to come into the vineyard and work it so as to make it produce the fruits of many good works. In the work of evangelization, it is upon the lay faithful to infuse a Christian spirit into the mentality, customs, laws and structure of the society in which they live. It is the laity who will “permeate and perfect the temporal order of things with the spirit of the Gospel”.

[00224-02.03] [IN146] [Original text: English]

- S. E. R. Mons. Dominic Ryōji MIYAHARA, Vescovo di Fukuoka (GIAPPONE)

Lo scorso anno, il Giappone è stato colpito dal terribile terremoto e dallo tsunami, cui ha fatto seguito l’incidente atomico. Per questa occasione, da Sua santità Benedetto XVI, dalla Caritas internazionale, da numerose Conferenze episcopali e persone di buona volontà di ogni Paese sono giunti al popolo giapponese molteplici aiuti, preghiere, espressione di una cordiale e sentita solidarietà. Mi è dunque gradito cogliere questa occasione per ringraziare, a nome della Conferenza Episcopale giapponese, Sua Santità e il mondo intero.
Sottolineando questa situazione sociale di ripresa da una calamità senza precedenti, sarebbe meglio leggere i documenti del concilio Vaticano II, specialmente Gaudium et Spes. Questa Costituzione, indicando chiaramente la posizione e il ruolo della Chiesa nella società, dice : “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore” (GS 1).
La Chiesa che è in Giappone ha coscienza del ruolo e della missione originaria della Chiesa per la società. Infatti, coloro che vanno ai luoghi dove sono stati colpiti dalla calamità per sostenere i sofferenti, viceversa ricevono tante cose dai sofferenti, p.e. speranza, incoraggiamento, conforto, cosi et cetera. Forse Gesù sia nascosto nella città. Dobbiamo cercare Gesù nella società per incontrare con Gesù dentro le genti, ascoltando la voce dei popoli, anche chiedendo la loro necessità. La Chiesa desidera essere come un’arteria della società, per trasportare speranza, incoraggiamento, conforto e infondere nuova energia in tutta la società, come il corpo umano è vitalizzato dall’azione delle arterie e delle vene che trasportano ossigeno e nutrimento ed eliminano le scorie. Se la Chiesa si allontana dalla società, l’evangelizzazione non porterà frutto. È indispensabile che, attraverso l’evangelizzazione, la Chiesa infonda abbondantemente nuova linfa nella vita sociale e familiare. Per fare ciò, deve prima di tutto guardare in faccia la realtà della società; discernere nell’attuale situazione i chiari “segni dei tempi”, per diffondere la luce del Vangelo; e rinnovare dall’interno tutta la società.
Infine, spero che questo Sinodo sia l’occasione per dare coraggio e fiducia a coloro che vivono sinceramente la loro fede e vogliono mantenerla salda anche in situazioni difficili. Soprattutto nelle terre di missione non è raro che all’interno delle famiglie vi sia un solo credente. Anzi, questi casi sono piuttosto numerosi. Sono certo che se attraverso questo Sinodo infonderemo coraggio, speranza e sostegno a questi sinceri credenti, il Sinodo stesso porterà numerosi e mirabili frutti.

[00202-01.04] [IN147] [Testo originale: italiano]

- S. E. R. Mons. William SLATTERY, O.F.M., Arcivescovo di Pretoria, Ordinario Militare per il Sud Africa (SUD AFRICA)

Given the present structures of the church and the importance of liturgy and the parish community much depends on priests (81-89 in the Instrumentum Laboris).
With few trained formators in many seminaries do seminarians personally encounter the Lord? Who discerns?
If young priests come out with poor human formation they will be unsympathetic and unable to make people belong. Belonging is as the heart of community, belonging is an image of the Holy Spirit. The real signs meaningful to young people in this subjective age are recognized by them in the area of belonging and interpersonal relationships.
If the young priest has poor spiritual formation, if he has not contemplated the absolute beauty of God personally he will lack in zeal for prayer and be blind to discernment. He will be unable to train others in holiness.
With unsupervised pastoral formation the priest will be unlikely to experience the gifts of the laity and so dominate rather than collaborate as desired in No 106 of the Instrumentum Laboris.
If the priest has poor theology it will be the blind leading the visibly impaired.
To deal with the modern media (131 I.L) I like the policy of the English Church prior to the papal visit when they carefully selected and trained bright young people to defend and explain their faith. An attractive young lady doctor is much more effective in media propounding on medical issues than an elderly unmarried bishop.
The evangelizing of youth must involve a) exposure to the world of the poor and b) involve doing something for Christ-even as simple as pilgrimage and c) reflection together on such experiences. I would like some formal recognition of the pastoral services such as Catechists, Chaplains and Spiritual Directors both men and women in the life of the Church.
For bishops ourselves Bishops' Conferences must create space for us to discern evangelization in our spiritual and pastoral lives. As father and brother we bishops must travel closely with our priests evaluating their parish apostolates and keeping before them the light of Evangelization. We must welcome the new movement but continue with them to keep the vision of the diocese within the contours of their charisms.

[00203-02.03] [IN148] [Original text: English]

- S. E. R. Mons. Virgil BERCEA, Vescovo di Oradea Mare, Gran Varadino dei Romeni (ROMANIA)

La nuova evangelizzazione non può essere attuata in modo diverso rispetto alla prima. Essa ha bisogno di santi, di profeti, di uomini e donne pieni di Spirito Santo. Ragion per cui, gli evangelizzatori di oggi devono riscoprire quelle caratteristiche, quei tratti che hanno contraddistinto da sempre gli evangelizzatori, poiché, solo in questo modo, la loro predicazione diventa accessibile, diventa credibile.
Si vivono nuove sfide a cui spesso ci troviamo impreparati; un mondo pieno di nuovi idoli verso cui l’uomo di oggi va ad inchinarsi: spazi quali club oppure supermercati strapieni, rispetto alla frequenza della pratica liturgica. Nuovi templi che esaltano un modo diverso di vivere, totalmente parallelo a quello proposto dalla Chiesa. Sensazioni forti e rapide, esperienze intense sono ricercate da quasi tutti i giovani di oggi e non soltanto.
La Romania vive oggi un fenomeno migratorio molto diffuso (cfr. Instrumentum laboris n. 55): più di cinque milioni di emigrati in tutto il mondo. Questa massiccia trasmigrazione dalle terre di origine in Paesi d’Occidente mette insieme da una parte la sofferenza del distacco dalla propria terra con il reciproco scambio di doni.
Davanti a tutte queste sfide dobbiamo trovare un linguaggio e un metodo che possano toccare il cuore dell’uomo della postpostmodernità. Crediamo che le persone esemplari, la preghiera che integra l’uomo nella sua totalità (corpo-mente-cuore) e la scuola dell’icona sono metodi antichi e sempre nuovi per una nuova evangelizzazione.
La Chiesa Greco-Cattolica dalla Romania vuole condividere umilmente la sua esperienza recente. Possa tale esperienza essere un’icona per tutta la Chiesa. Le stigmate di una testimonianza fino all’effusione del sangue di 12 vescovi, sacerdoti e laici morti nelle carceri per la grande colpa di essere cattolici, durante il regime comunista, costituiscono la via maestra per le generazioni future. Dietro le sbarre, le loro preghiere erano sostegno per quelli rimasti a casa e oggi si trasformano in stimolo per la nuova evangelizzazione. La testimonianza che si fece sangue e sofferenza bagnò la nostra terra di Romania e si estende a tutta la Chiesa. L’esempio di questi martiri evangelizza, la loro testimonianza fortifica e dà coraggio per la nascita di nuovi cristiani. Le persone esemplari sono diventate, nella preghiera, icone.

[00204-01.04] [IN149] [Testo originale: italiano]

- S. E. R. Mons. John WONG SOO KAU, Arcivescovo Coadiutore di Kota Kinabalu (MALAYSIA)

The call for a New Evangelization presupposes a realization that our present methods and expressions are no longer attractive or appealing to the world caught up by, drifted along and even pushed by changes that are expedited by advancement in science and technology, and by human greed.
Numerous reflections and conferences have been organized at various levels after Vatican II, trying to read and understand the signs of the times. Many Statements and Exhortations too have been released for local Churches to respond to the changing situations with courage and hope. But the messages have not been able to be transmitted fast and wide enough. We need to humbly admit that our past responses were outpaced by changes in the world. We are simply unable to provide solutions to individuals and societies trapped in the structures and occasions of sins. Our voices are either being suppressed by national laws or by powerful forces that control the media. I wish to add the dimension of a movement towards fanaticism and extremism (cf. IL 63-67). Therefore, there is an urgent need to review our methods of transmitting the Church's teachings in terms of vocabulary, format, expression and means.
In a world of increasing conflicts in beliefs and ideologies, our laity as minorities in certain regions, such as in Asia, must be trained to respond to critical situations when their faith is threatened. Interreligious dialogue is to be made a crucial part of their agenda for new evangelization. At the same time, we need to ensure that the basic rights of Christians as minorities in certain regions need first to be protected and their faith be strengthened.
If Church leaders are unable to withstand the changes in the world, how can they help others? Scandals, bad leadership, materialistic lifestyles and loss of pastoral zeal are among the liabilities in our evangelizing mission. In view of the special status of the ordained ministers, seminary formation is to be seriously reviewed. The quasi-monastic, intellectual, easy and comfortable life (cut off from the world) has failed to form pastors relevant and responsive to the needs of people today and tomorrow.
Finally, the question arises as how to help our people remain credible witnesses of the gospel in the contemporary world. I propose that our Social Doctrine should be made an essential and integral component of our catechesis and homilies. The Good News explained through the Social Doctrine may be more palatable to the inquisitive mind of the modern man.

[00205-02.03] [IN150] [Original text: English]


FILM: CAMPANE D’EUROPA

A conclusione della Dodicesima Congregazione Generale di questo pomeriggio, nell’Aula del Sinodo, verrà proiettato per i Padri Sinodali e gli altri Partecipanti, il film “Campane d’Europa - Un viaggio nella fede attraverso l’Europa”. Riportiamo una scheda di seguito:

Il film - realizzato dal Centro Televisivo Vaticano con il sostegno di diverse istituzioni - contiene una serie eccezionale di interviste originali con le più importanti autorità religiose delle principali confessioni cristiane: il Papa Benedetto XVI, il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I, il Patriarca di Mosca Kirill, l'Arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, il Vescovo luterano Huber; e con importanti personalità del mondo della politica e della cultura: Hans-Gert Poettering, già Presidente del Parlamento Europeo, Alexander Adveev, già Ministro della Cultura della Federazione Russa, P. Fr.-X. Dumortier, Rettore della Pontificia Università Gregoriana e il Presidente italiano Giorgio Napolitano.
Si svolge così una riflessione a più voci sulle ragioni della speranza in un futuro comune fra le Chiese cristiane e gli uomini di buona volontà dell'est e dell'ovest, sull'evangelizzazione e la testimonianza cristiana non solo in Europa, ma nel mondo di oggi. La riflessione è accompagnata dal filo conduttore del suono delle campane con i loro rintocchi che giungono dai diversi angoli del continente e dalla musica del grande compositore estone Arvo Pärt.
Poiché nel film sono inserite solo brevi parti delle interviste realizzate, che sono molto ampie e costituiscono una grande ricchezza, è stato preparato un fascicolo in cui sono raccolti tutti i testi completi di tali interviste, sia in versione italiana sia in versione inglese. Di questo fascicolo viene fatto omaggio ai padri sinodali e gli altri membri del Sinodo.
I diritti per la distribuzione del film Bells of Europe, sia in trasmissione televisiva, sia in home video, appartengono a RAI Cinema, che ha dato un contributo essenziale per la sua realizzazione.
Confidiamo che - soprattutto nella versione home video e con l'appoggio dei testi integrali delle interviste - il film possa essere molto utile per stimolare incontri e riflessioni sul rapporto fra la fede e l'avvenire dell'umanità nel continente europeo, e aldilà di esso.

[00257-01.04] [NNNNN] [Testo originale: italiano]

ESPOSIZIONE IN OCCASIONE DELL’ASSEMBLEA SINODALE

La nuova evangelizzazione, ripartendo dalle origini della fede cristiana. È questo il senso dell'esposizione allestita nell'atrio dell'Aula Paolo VI e curata dai Musei Vaticani in occasione della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Tre i reperti cristiani antichi che "accompagnano" il lavoro dei Padri Sinodali e degli altri partecipanti all'assise sinodale. Le opere, dall'alto valore storico ed artistico, provengono dalle catacombe e rappresentano immagini simboliche del Cristianesimo primitivo; la loro scelta è stata curata dal Museo Pio Cristiano, dove le opere sono conservate.

Le schede delle opere esposte sono state pubblicate nel Bollettino n° 4 dell’8 ottobre 2012.

[00021-01.04] [NNNNN] [Testo originale: italiano]


AVVISI

- CONFERENZA STAMPA

CONFERENZA STAMPA

La seconda Conferenza Stampa sui lavori sinodali (con la traduzione simultanea in italiano, inglese, francese) si terrà nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede giovedì 18 ottobre 2012 (dopo la Relatio post disceptationem), alle ore 12.45 orientativamente.
Interverranno:

- S. Em. R. Card. John TONG HON, Vescovo di Hong Kong (Xianggang) (CINA)
- S. Em. R. Card. Francisco ROBLES ORTEGA, Arcivescovo di Guadalajara (MESSICO)
- S. Em. R. Card. Laurent MONSENGWO PASINYA, Arcivescovo di Kinshasa (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO)
- S. E. R. Mons. Ján BABJAK, S.I., Arcivescovo Metropolita di Prešov dei cattolici di rito bizantino, Presidente del Consiglio della Chiesa Slovacca (SLOVACCHIA)
- S. E. R. Mons. José Horacio GÓMEZ, Arcivescovo di Los Angeles (STATI UNITI D'AMERICA)
- Rev. P. Federico LOMBARDI, S.I., Direttore della Sala Stampa della Santa Sede (CITTÀ DEL VATICANO)
 

 
Ritorna a:

- Indice Bollettino Synodus Episcoporum - XIII Assemblea Generale Ordinaria - 2012
  [Plurilingue, Francese, Inglese, Italiano, Spagnolo, Tedesco]

- Indice Sala Stampa della Santa Sede
 
[Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]

 

top