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Lettera di saluto del Cardinale Presidente

 

  

Ai Membri della Pontificia Commissione Biblica
e della Commissione Teologica Internazionale

 

Città del Vaticano, 2 ottobre 2023

Care amiche e cari amici,

il Santo Padre ha affermato che questo Dicastero “favorisce gli studi volti a far crescere l’intelligenza e la trasmissione della fede al servizio dell’evangelizzazione, perché la sua luce sia criterio per comprendere il significato dell’esistenza, soprattutto di fronte alle domande poste dal progresso delle scienze e dallo sviluppo della società”.[1] Già nella Evangelii gaudium aveva sostenuto che “la Chiesa, che è discepola missionaria, ha bisogno di crescere nella sua interpretazione della Parola rivelata” (EG 40), riprendendo e reinterpretando l’affermazione conciliare che il compito degli esegeti – aggiunge “e dei teologi” – aiuta a “maturare il giudizio della Chiesa”.[2] Evidentemente ciò colloca le due Commissioni in un posto rilevante all’interno dell’attuale struttura del Dicastero, e richiede forse di ripensare il servizio di queste Commissioni al compito ordinario del Dicastero.

A questo proposito, vorrei ricordare come alcuni documenti della Commissione Teologica Internazionale ci abbiano permesso di compiere alcuni passi significativi su questioni in cui c’erano lacune magisteriali nonostante lo sviluppo della teologia. Ne cito tre: Il cristianesimo e le religioni (1997); Memoria e riconciliazione: la Chiesa e le colpe del passato (2000). La speranza della salvezza per i bambini che muoiono senza Battesimo (2007). Magari quello continuasse a succedere!

D’altro canto, vorrei sottolineare che il lavoro di queste Commissioni non comporta necessariamente il raggiungimento di un accordo, ma può contribuire a rendere esplicita l’esistenza di diverse opinioni legittime sulla stessa questione. Il Santo Padre lo ha espresso in una recente lettera che mi ha permesso di conoscere e che cito in parte con la sua autorizzazione:

“Una sola formulazione di una verità non potrà mai essere adeguatamente compresa se viene presentata da sola, isolata dal contesto ricco e armonioso di tutta la Rivelazione. La gerarchia delle verità implica anche porre ciascuna di esse in adeguata connessione con le verità più centrali e con la totalità dell’insegnamento della Chiesa. Questo può infine dare origine a modi diversi di esporre la stessa dottrina, anche se a quanti sognano una dottrina monolitica difesa da tutti senza sfumature, ciò può sembrare un’imperfetta dispersione. Ma la realtà è che tale varietà aiuta a manifestare e a sviluppare meglio i diversi aspetti dell’inesauribile ricchezza del Vangelo (EG 40). Ogni linea teologica ha i suoi rischi ma anche le sue opportunità”.

Nell’attesa che i prossimi incontri ci permettano di camminare in questa direzione, vi assicuro la mia preghiera per voi e per i vostri lavori.

Con affetto nel Signore.

 

Víctor Manuel Card.Fernández

Presidente


 

[1]Francesco, Lett. apost. Fidem servare (11 febbraio 2022), 2.

[2]Conc. Ecum. Vat. II, Const. dogm. Dei Verbum (18 novembre 1965), 12.