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VIAGGIO APOSTOLICO IN FRANCIA

SANTA MESSA IN OCCASIONE DEL XV CENTENARIO
DEL BATTESIMO DEL RE CLODOVEO

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Aeroporto di Reims - Domenica, 22 settembre 1996

 

1. Cari Fratelli e care Sorelle di Francia qui riuniti,

il Vescovo di Roma vi saluta in questa commemorazione solenne di un evento saliente della storia del vostro Paese. Ringrazio l’Arcivescovo di Reims, Mons. Defois, per la sua accoglienza, così come tutti i Vescovi che mi circondano. Sono lieto inoltre per la presenza di Pastori e di fedeli venuti dai Paesi vicini che condividono la stessa eredità.

Saluto in modo particolare i Cardinali e i Vescovi venuti da numerosi Paesi d’Europa. Rivolgo un saluto fraterno ai rappresentanti delle altre confessioni cristiane, la cui presenza testimonia i loro legami amichevoli con i cattolici di Francia. Desidero inoltre formulare i miei voti ferventi alla comunità ebrea, che inizia questa sera il digiuno e la preghiera del Kippur.

Saluto cordialmente le autorità civili che si associano a questa celebrazione festiva.

2. “Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo” (Ef 4, 5).

La liturgia di questa Messa ci invita a riscoprire le fonti del nostro battesimo. Quindici secoli fa il re dei Franchi, Clodoveo, ricevette questo sacramento. Il suo battesimo ebbe il medesimo significato di qualsiasi altro battesimo. Ricordiamoci delle parole di Cristo: “se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio” (Gv 3, 5). Venne così concesso al sovrano dei Franchi di essere chiamato alla vita del Regno di Dio. Egli aveva a lungo meditato il messaggio cristiano testimoniato presso di lui da Clotilde, Remigio, Vaast e Genoveffa. Fece quindi la scelta di rinunciare allo spirito del male, a tutto ciò che conduce al male e ad ogni forma di orgoglio; allo stesso tempo, professava la fede della Chiesa e aderiva a Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo, morto e risorto per la redenzione del mondo. Il battesimo lo ha liberato dal peccato originale e da ogni altro peccato commesso e, mediante la grazia santificatrice, lo ha reso partecipe della vita di Dio. I suoi concittadini battezzati con lui ricevettero gli stessi doni. Essi divennero cristiani, figli adottivi di Dio. Divennero anche membri del Popolo di Dio, la Chiesa.

3. Abbiamo ascoltato il profeta Ezechiele. Le sue parole sottolineano soprattutto questo secondo aspetto del battesimo. Egli si rivolge ai figli e alle figlie del Popolo di Dio, al plurale e non al singolare, e ciò ha un significato. Ezechiele dice: “Vi prenderò dalle genti ( . . .) Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure ( . . .) vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, ( . . .) vi farò vivere secondo i miei precetti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi” (Ez 36, 24-27). Quando il neobattezzato riceve lo Spirito, entra nella comunità dei battezzati, arricchita da questo dono, la comunità che Dio riunisce e purifica per donarle uno Spirito nuovo. Il profeta Ezechiele si rivolge al Popolo di Dio della Prima Alleanza, a Israele. Il Popolo della Nuova Alleanza è costituito da tutti i battezzati, provenienti da tutti i popoli e da tutte le nazioni, e ognuna di queste nazioni ha una propria storia: una storia contraddistinta dall’adesione a Cristo da parte di uomini e donne delle generazioni successive.

4. Il Vangelo di questa Messa, a sua volta, mostra come il battesimo riguardi anche la comunità nel suo insieme. Cristo dice ai discepoli: “Voi siete il sale della terra ( . . .) Voi siete la luce del mondo” (Mt 5, 13-14). Nel dire ciò Egli pensa a ogni persona: ogni cristiano è il sale della terra e deve impegnarsi a far sì che questo sale non perda sapore; se lo lascia diventare insipido, esso non serve più a nulla. Tuttavia, allo stesso tempo, Cristo si rivolge all’intera comunità: voi, cristiani battezzati, voi, cattolici di Francia, come comunità, potete conservare il sapore del messaggio evangelico, oppure potete perderlo. In quanto comunità, serbando nel vostro cuore la luce che proviene da Dio, potete essere la luce che illumina gli altri, come una città situata su una montagna, oppure potete diventare il contrario di questa luce che illumina gli altri. Gli uomini possono vedere il bene che fate e renderne gloria al Padre che è nei cieli (cf. Mt 5, 16), oppure possono non vederlo, forse semplicemente perché la luce resta nascosta sotto il moggio, oppure perché si sta spegnendo!

Questa grande celebrazione giubilare del battesimo vi fornisce l’occasione per riflettere sui doni che avete ricevuto e sulle responsabilità che ne derivano. Nel corso dei secoli, questi doni sono stati, certamente, moltiplicati molte volte in tutti coloro che sono divenuti, nel vostro Paese, il sale della terra, in coloro che hanno fatto risplendere e continuano a far risplendere la grande luce della testimonianza cristiana, dell’apostolato, dello spirito missionario, del martirio, di tutte le forme di santità. Si pensi ai martiri, a partire da Potino e Blandina di Lione, ai Pastori come Martino o Remigio, Francesco di Sales o Eugenio di Mazenod, alle sante come Giovanna d’Arco, Margherita Maria o Teresa di Lisieux, agli apostoli della carità come Vincenzo de’ Paoli, ai santi educatori come Nicolas Ronald o Giovanni Battista de la Salle in questa stessa città, alle fondatrici missionarie come Anne-Marie Javouhey o Claudine Thévenet. Questo grande giubileo del battesimo deve spingervi a fare un bilancio della storia spirituale dell’“anima francese”. Ricordate certamente i tempi bui, le molte infedeltà e gli scontri, conseguenze del peccato. Tuttavia ricorderete anche che ogni prova attraversata costituisce un pressante appello alla conversione e alla santità, al fine di seguire fino in fondo Cristo che ha donato la sua vita per la salvezza del mondo. È quando la notte ci avvolge che dobbiamo pensare all’alba che verrà; è allora che dobbiamo credere che la Chiesa rinasce ogni mattina grazie ai suoi santi. “Chi l’ha capito una volta - diceva Bernanos - è entrato nel cuore della fede cattolica, ha sentito vibrare nella sua carne mortale ( . . .) una speranza sovrumana” (Georges Bernanos, Giovanna, relapsa e santa).

5. San Paolo scriveva agli Efesini: “Vi esorto dunque a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto” (Ef 4, 1). Paolo pensa evidentemente alla vocazione personale di ognuno dei destinatari di questa lettera, ma, contemporaneamente, si rivolge a tutta la comunità della Chiesa che è a Efeso. In quanto Chiesa, gli Efesini debbono comportarsi in maniera degna della loro vocazione, con umiltà e mansuetudine, con pazienza e carità (cf. Ef 4, 2). Tutti dovrebbero avere a cuore di “conservare l’unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace” (Ef 4, 3). Affinché il Corpo di Cristo sia unito, occorre che tutti siano animati dallo stesso Spirito. Scrive Paolo: “Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti” (Ef 4, 5-6). Tutti i battezzati sono chiamati all’unità: l’unità della fede, della carità e della vita cristiana, l’unità sacramentale della Chiesa. Questa unità è opera di Dio - dello Spirito Santo - e, al contempo, è affidata a ciascuno affinché contribuisca secondo i doni ricevuti.

Nel contesto del giubileo celebrato oggi, le parole di san Paolo possiedono un significato profondo. È proprio perché avete dietro di voi tanti secoli di cristianesimo che siete chiamati ad agire in maniera degna della vocazione cristiana. La vocazione dei battezzati ha una dimensione costante, eterna, e una dimensione specifica, temporale. In un certo senso, i cristiani del nostro tempo hanno la stessa vocazione delle prime generazioni di cristiani della vostra terra e, allo stesso tempo, la loro vocazione è determinata dalla presente tappa della storia. La Chiesa è sempre una Chiesa del tempo presente. Essa non guarda alla sua eredità come al tesoro di un passato ormai compiuto, ma come ad una potente ispirazione per avanzare nel pellegrinaggio della fede lungo vie sempre nuove. La Chiesa sta per entrare nel suo terzo millennio. Occorre decifrare la nostra vocazione cristiana in funzione del nostro tempo, alla luce degli insegnamenti del Concilio Vaticano II sulla Chiesa, Luce delle nazioni, e sulla Chiesa nel mondo di questo tempo: in un atteggiamento fraterno, con amore per tutti gli uomini, la Chiesa non ha altro scopo che di “continuare, sotto la guida dello Spirito consolatore, l’opera stessa di Cristo, il quale è venuto nel mondo a rendere testimonianza alla verità, a salvare e non a condannare, a servire e non ad essere servito” (Gaudium et spes, 3). Cattolici di Francia, in comunione nella fede, nella speranza e nell’amore con i vostri fratelli di tutte le regioni del mondo, siate oggi il riflesso vivente del volto di Cristo, presente nel suo Corpo che è la Chiesa!

6. Fratelli e Sorelle, abbiamo cantato il seguente responsorio del Salmo: “Ho scelto di abitare nella casa di Dio, ho scelto la felicità e la vita!”. Che questa celebrazione giubilare del battesimo di Clodoveo vi colmi di gioia, poiché ricorda la scelta operata quindici secoli fa. Bisogna gioire per la scelta rinnovata nel corso dei secoli da tanti figli e da tante figlie della vostra terra; bisogna gioire ora per la scelta compiuta dalla nostra generazione, alla fine del secondo millennio. “Ho scelto di abitare nella casa di Dio”: queste parole ci collocano anche nella prospettiva escatologica della vocazione cristiana, nella prospettiva della fine dei tempi, quando Cristo riunirà tutte le membra del suo Corpo nel Regno del Padre. Mediante il dono della sua grazia, possiamo anche cantare: “ho scelto la felicità e la vita”. Sì, abitare nella casa del Signore è fonte di vita e di felicità. Ricordiamo coloro che ci hanno preceduto e che dimorano ormai nella casa di Dio; preghiamo allo stesso tempo per coloro che sono in cammino e perché molti altri lo intraprendano. Che la luce della fede non cessi di brillare! Gioite per aver scelto liberamente di essere uniti a Cristo mediante il battesimo per camminare con i vostri fratelli lungo le vie della vita!

Così celebriamo oggi il XV centenario del battesimo del Re Clodoveo. Amen!

 



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