EVANGELII GAUDIUM - page 134

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mento”, perché tutti imparino sempre a togliersi
i sandali davanti alla terra sacra dell’altro (cfr
Es
3,5). Dobbiamo dare al nostro cammino il ritmo
salutare della prossimità, con uno sguardo rispet-
toso e pieno di compassione ma che nel medesi-
mo tempo sani, liberi e incoraggi a maturare nella
vita cristiana.
170. Benché suoni ovvio, l’accompagnamento
spirituale deve condurre sempre più verso Dio,
in cui possiamo raggiungere la vera libertà. Alcu-
ni si credono liberi quando camminano in dispar-
te dal Signore, senza accorgersi che rimangono
esistenzialmente orfani, senza un riparo, senza
una dimora dove fare sempre ritorno. Cessano di
essere pellegrini e si trasformano in erranti, che
ruotano sempre intorno a sé stessi senza arrivare
da nessuna parte. L’accompagnamento sarebbe
controproducente se diventasse una specie di te-
rapia che rafforzi questa chiusura delle persone
nella loro immanenza e cessi di essere un pelle-
grinaggio con Cristo verso il Padre.
171. Più che mai abbiamo bisogno di uomini e
donne che, a partire dalla loro esperienza di ac-
compagnamento, conoscano il modo di proce-
dere, dove spiccano la prudenza, la capacità di
comprensione, l’arte di aspettare, la docilità allo
Spirito, per proteggere tutti insieme le pecore
che si affidano a noi dai lupi che tentano di di-
sgregare il gregge. Abbiamo bisogno di eserci-
tarci nell’arte di ascoltare, che è più che sentire.
La prima cosa, nella comunicazione con l’altro, è
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