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SYNODUS EPISCOPORUM
BOLLETTINO

XII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA
DEL SINODO DEI VESCOVI
5-26 OTTOBRE 2008

La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa


Questo Bollettino è soltanto uno strumento di lavoro ad uso giornalistico.
Le traduzioni non hanno carattere ufficiale.


Edizione italiana

11 - 09.10.2008

SOMMARIO

- SECONDA CONGREGAZIONE GENERALE (LUNEDÍ, 6 OTTOBRE 2008 - POMERIDIANO) (SEGUITO)

SECONDA CONGREGAZIONE GENERALE (LUNEDÍ, 6 OTTOBRE 2008 - POMERIDIANO) (SEGUITO)

- RELAZIONI SUI CONTINENTI (SEGUITO)

Pubblichiamo qui di seguito la Relazione per l’America, presentata da S.Em.R. Card. Oscar Andrés RODRÍGUEZ MARADIAGA, S.D.B., Arcivescovo di Tegucigalpa, Presidente della Conferenza Episcopale (HONDURAS) nella Seconda Congregazione Generale di lunedì, 6 ottobre 2008.

Introduzione storica

Cristoforo Colombo, che portò nel suo bagaglio il primo esemplare della Bibbia, leggeva, durante i suoi viaggi, a voce alta testi biblici per «placare le increspate onde» ed era solito dare nomi biblici alle isole che scopriva.

Fin dal principio un'opzione per quanti si riuscì a servire

Uno dei frati dell'impresa colombiana nell'isola Española, il catalano Ramón Pané, arrivato con secondo viaggio di Colombo, è forse il primo missionario che svolge il suo apostolato tenendo conto della cultura locale. Il monaco, «un povero eremita dell'ordine di san Girolamo», impara la lingua della regione di Macorí e, con quello che riesce a sapere della vita, della religione e dei costumi dei nativi, scrive il primo trattato di antropologia americana e il primo libro europeo realizzato in America: «Relación acerca de las antigüedades de los indios», insegnando il Vangelo nel linguaggio dei nativi.
Juan de Zumárraga, primo vescovo di Città del Messico, giunse nel 1528 con la Bibbia in mano, ma ancora di più con l'esplicito proposito di far giungere la Parola di Dio a tutti. Non fu l'unico evangelizzatore a giungere con questa intenzione. I francescani aprirono per il nuovo mondo una via, considerando il Vangelo «come la vera regola del loro ordine». I tre concilii limensi (dal 1551 al 1583) fecero una presentazione magistrale del Vangelo alla gente comune.
La vita dei pionieri della fede latinoamericana, che si abbeverarono alle fonti bibliche, fece sì che quel seme non morisse con il passare dei secoli e che si mantenesse vivo con la catechesi, le predicazioni, la presentazione di opere letterarie e una consistente presenza di rappresentazioni bibliche nelle opere d'arte coloniali.

Quattro secoli di ibernazione biblica

Il cristianesimo giunse in America ai tempi della Riforma, quando la Bibbia perse il suo posto privilegiato nella Chiesa cattolica, e quando la maggior parte del popolo di Dio, soprattutto il laicato, fu privato di un accesso diretto alla Sacra Scrittura.
Le traduzioni latinoamericane nelle lingue indigene divennero particolarmente difficili. Il testo biblico fu sostituito dal catechismo e dalla dottrina, privi del sapore biblico.

Gli ultimi 43 anni della Bibbia nella Chiesa peregrina in America (dalla fine del Concilio Vaticano II)
Il Concilio Vaticano II fece appello a tutte le forze spirituali disponibili per superare l'immanenza materialistica e la conseguente violenza contro i deboli e i piccoli. La sua intenzione rinnovatrice ed evangelizzatrice è evidente ad esempio nel primo paragrafo del primo documento approvato, cioè la Costituzione sulla liturgia.
Il Concilio «esorta con forza e insistenza tutti i fedeli, soprattutto i religiosi, ad apprendere la “sublime scienza di Gesù Cristo”(Fil 3, 8)... L'ignoranza delle scritture, infatti, è ignoranza di Cristo» (Dei Verbum, n. 25). È necessario che «il più gran numero possibile di ministri della divina parola possano offrire con frutto al popolo di Dio l'alimento delle scritture, che illumini la mente, corrobori la volontà, accenda i cuori degli uomini all'amore di Dio» (Ibidem, n. 23).
Il CELAM, seguendo gli insegnamenti del Concilio Vaticano II, ha invitato le conferenze generali dell'Episcopato latinoamericano a curare l'animazione biblica.
A Medellín nel 1968, attribuì uno spazio importante alla Bibbia nelle sue deliberazioni. Nell'applicare le disposizioni del Concilio, cercò di comprendere il momento storico dell'uomo latinoamericano e di vedere il volto di quel popolo con i suoi tratti di dolore ma anche di speranza. Ciò portò ad affermare che è la forza della Parola a convocare e a promuovere le comunità (6.9). Per questo chiese che si preparassero esperti di Sacra Scrittura (9.11), che i sacerdoti fossero in grado di ascoltarla e viverla con la conversione personale, lo studio e la preghiera (13.10); che la pastorale si affermasse sulla forza della Sacra Scrittura (6.13, 14.14); che la catechesi la trasmettesse fedelmente (8.6); che pervadesse le devozioni popolari (6.12) e servisse da base alle comunità (6.13). La II Conferenza generò un processo ecclesiale di grande vitalità, caratterizzato dalla creatività, dall'immaginazione, dalla ricerca, dallo studio, dal ruolo centrale del laico, dal suo senso di appartenenza alla Chiesa, che favorì la rinascita del seme biblico nel processo evangelizzatore.
A Puebla, nel 1979, il celam mise in relazione la Bibbia con l'evangelizzazione. A quell'epoca la Chiesa latinoamericana aveva già familiarizzato con il riferimento alla Parola di Dio, per mezzo dell'apostolato biblico. Riprendendo l'espressione di Leone xiii sulla Sacra Scrittura come anima della teologia (PD n. 58) dichiarò che è «l'anima dell'evangelizzazione» (372), e riprendendo il Concilio, che è «la fonte della catechesi» (981; 1001).
Di conseguenza raccomandò di diffondere la Parola di Dio per mezzo dell'apostolato biblico (101). Nell'enunciare le opzioni pastorali che la Chiesa avrebbe fatto sotto il dominio dello Spirito, insistette sull'importanza di ascoltare, approfondire, celebrare e proclamare la Parola di Dio, e di renderne testimonianza denunciando le situazioni di peccato, per realizzare la propria conversione e contribuire a costruire una nuova società (1305). Si fece un enorme passo avanti, insistendo non tanto sull'interpretazione della Bibbia, quanto sull'interpretare la vita alla luce della Bibbia.
A Santo Domingo, nel 1992, la ivConferenza generale dell'episcopato latinoamericano rispose al desiderio esplicito dei suoi partecipanti nella formulazione del documento finale: «che fosse cristocentrico nel suo contenuto e biblico nella sua espressione».
Il documento di lavoro di Santo Domingo evidenziava luci e ombre. Le luci sono: esperienza di incontro con le Sacre Scritture, centralità della Parola nella Chiesa, studio, ruflessione e orazione bibliche, amore dei poveri e dei semplici per la Bibbia, traduzione nelle lingue indigene, edizioni popolari, materiale e metodi biblici, pastorale biblica. Quanto alle ombre: mancanza di formazione biblica, omelie poco bibliche, tendenza al fondamentalismo e al biblismo, impossibilità per i poveri di acquistare copie in mancanza di esemplari economici.
La convinzione che la nuova evangelizzazione «Avrà forza rinnovatice» solo «nella fedeltà alla Parola di Dio» (n. 27), si esprime all'interno del marchio biblico che il motto «Gesù Cristo ieri, oggi e sempre» (Ebrei, 13, 8) impresse al documento e alla riunione ecclesiale.
Oltre al motto, Santo Domingo fa riferimento a due testi biblici, entrambi di Luca, di carattere paradigmatico per la loro collozione: l'episodio di Emmaus, (24, 13-35), che dà forma e strutura al messaggio dei vescovi ai popoli dell'America Latina e dei Caraibi, e l'episodio della sinagoga, (4, 16-22), che è alla base dell'opzione preferenziale dell'Episcopato latinoamericano.
Queste tre citazioni bibliche hanno portato a una definizione della nuova evangelizzazione in America Latina che è caratterizzata da tre elementi: il riferimento alla Parola di Dio, il ruolo centrale dei laici e l'animazione delle comunità.
L'esperienza pastorale ha indicato, da un lato, che gli ultimi due elementi si alimentano e si rafforzano per il loro riferimento al primo, e dall'altro, che la nuova evangelizzazione sarà una realtà e nello stesso tempo un annuncio esplicito di Gesù Cristo solo nella misura in cui su fonderà sulla Parola di Dio, si aprirà al laicato e garantirà il futuro della Chiesa attraverso la formazione di comunità.
I riferimenti alle Sacre Scritture ispirano tutto il documento di Santo Domingo e aprono il polo cristocentrico a questi tre elementi verso i quali Giovanni Paolo ii aveva orientato Puebla. Il backgraund biblico di Santo Domingo si misura anche nell'illuminazione, nelle sfide e nelle linee pastorali che si ispirano totalmente al dato rivelato, anche se non appaiono in modo implicito o esplicito citazioni bibliche. Basti menzionare i riferimenti ai poveri, alle donne, ai giovani, all'ecologia, alla famiglia e ai diritti umani.
Ad Aparecida, nel 2007, il tema, esplicitamente arricchito da Benedetto xvi, «discepoli e missionari di Gesù Cristo perché i nostri popolo in Lui abbiano la vita», aveva un'evidente radice biblica e garantiva che la Parola di Dio penetrasse l' evento e il documento conclusiovo dall'inizio alla fine. Di fatto, il documento di partecipazione menziona l'importanza della Parola, la lettura orante, la pastorale biblica e la sua portata ecumenica. Da parte sua, il documento di sintesi ha come filo conduttore la Bibbia: nell'introduzione riconosce che l'originalità ecclesiale latinoamericana è dipesa dalla meditazione della Parola. La sua conclusione si ispira all'episodio di Emmaus. I tre momenti di questa riflessione sono legati da tre affermazioni bibliche progressive e globalizzanti: il vendere con il primato della Parola (77); il giudicare con la centralità della Parola (134-140), l'agire con la lettura orante e comunitaria: la Lectio Divina (331).
Questa trama biblica sostiene quattro idee di fondo che, tratte dalla Parola rivelata, determinano poi la teologia e la proiezione pastorale del documento: 1) la dottrina evangelica sul Regno; 2) l'insegnamento paolino sulla diversità nell'unità e nella ministerialità della Chiesa; 3) la formulazione dei racconti della passione per il discepolato nella sequela e per la missione con la testimonianza profetica; 4) l'antropologia del povero espressa soprattutto nel Vangelo di san Luca.
Il documento conclusivo s'ispira al messaggio inaugurale del Santo Padre che puntualizza l'importanza della Parola, le mediazioni per entrare in essa e i suoi frutti nella vita cristiana. Benedetto xvi ha ricordato che «dobbiamo fondare il nostro impegno missionario e tutta la nostra vita sulla roccia della Parola di Dio» (3).
La v Conferenza, poi, ha un profondo tessuto biblico che si basa su due affermazioni di fondo: l'animazione biblica della pastorale come primo frutto dell'azione pastorale della Chiesa latinoamericana e la lettura orante della Sacra Scrittura come primo ambito formativo dell'incontro con Cristo.
Si dà così inizio a un fase fondamentale per la relazione fra la Bibbia e la Chiesa in America Latina. Se la riflessione dei vescovi si intepreta alla luce del discepolato nel Vangelo di Luca, ci si rivolgerà ancora di più verso la centralità della Bibbia nella Chiesa e verso l'orientamento biblico di ogni pastorale. Come? A partire dalla presentazine tipicamente kerigmatica di Cristo Salvatore. Si dovrà insistere, come san Luca, sulla reazione del credente, ossia, sul discepolato, per mezzo di tre elementi fondamentali — la fede, la conversione e il battesimo —, e di cinque atteggiamenti: sequela di Gesù, testimonianza di vita, spiritualità e preghiera, povertà, vita comunitaria.

Alcuni passi compiuti fatti dalla federazione biblica, cattolica latimnoamericana e dei Caraibi

Negli incontri realizzati sul lavoro di animazione biblica della pastorale, la Federazione biblica cattolica dell'America Latina e dei Caraibi, si è dato rilievo ai seguenti temi: la lettura devota della Sacra Scrittura; la spiritualità profondamente radicata nella Bibbia per la costruzione di una nuova società; il Popolo profetico di Dio; la trasformazione della vita che si consegue con la spiritualità biblica; la Bibbia e la nuova evangelizzazione; la Lectio Divina e la lettura della Scrittura nella preghiera.

Tendenze e giustificazione dell'animazione biblica di tutta la pastorale

Per tutto ciò che abbiamo appena detto, possiamo affermare che stiamo cercando di far sì che la Bibbia non sia un oggetto sperato dalla Pastorale della Chiesa, bensì lo sfondo dal quale orientare la pastorale. Di seguito sono enunciate alcune tendenze.
Si osserva una fame della Parola di Dio, che si è diffusa in tutta la geografia americana, in particolare nei luoghi più emarginati, generando speranza e un contatto fecondo con il testo.
Di fronte alle diverse traduzioni del testo biblico, si osserva un fenomeno mondiale che si è moltiplicato come mai prima nella storia della Chiesa, caratterizzato in America latina da tre aspetti:
- Liturgico, per l'uso del vernacolo nelle celebrazioni (SC 54);
- Interconfessionale, per il suggerimento espresso dal Concilio (DV 22) e i «principi fondamentali» dati dalla Santa Sede e accolti dal celam nei suoi incontri con le società bibliche unite;
- missionario, per la capacità della Bibbia di entrare in sfere apparentemente inespugnabili.
Infine osserviamo l'interpretazione del testo nell'ambito della vita, attraverso l'enfasi della comprensione ermeneutica prima che in quella esegetica, identificando la «fedeltà al messaggio» con la «fedeltà all'uomo», sostenuta dall'accentuazione dei concetti della «teologia nel suo contesto» e dell'«inculturazione» del Vangelo.
Difficoltà incontrate nell'animazione biblica della pastorale:
- Le condizioni di povertà e di analfabetismo;
- Un divorzio fra esegesi e comunità interecclesiale, fra esegesi e dogma, fra esegesi e pastorale;
- Il fondamentalismo biblico delle sette e in seno al cattolicesimo, che porta a una lettura che genera passività.

Sintesi delle tappe bibliche negli ultimi anni in America

Dal 1965 al 1985 nasce il contatto con il testo biblico. Sono gli anni delle traduzioni e delle edizioni di Bibbie, della divulgazione di semplari da parte di tutte le Chiese, dell'organizzazione di circoli biblici, di lettura e studio dei libri sacri da parte dei laici, delle comunità ecclesiali di base.
Dal 1985 al 1993 nasce invece il contatto con il messaggio biblico. Sono gli anni dell'interpretazione biblica, dell'organizzazione di centri di studio, della strutturazione di meccanismi di pastorale biblica, della profezia biblica e della formazione al ministero biblico.Dal 1993 al 2007 inizia infine il contatto con la persona che si rivela nella Bibbia: Gesù Cristo. È il momento di respirare con tutti e due i polmoni, dell'esegesi e dell'ermeneutica, della centralità della Bibbia nella Chiesa.
Dal 2007 in poi si passa alla formazione alla lettura biblica a partire dalla vita; una lettura orante e significativa. Lettura che si fa a partire dal discepolato, che si esprime profondamente nella Lectio Divina che porta a preoccuparsi della missione.

Istituzioni di studio e lavori biblici

A partire dal Concilio Vaticano II tutti i seminari dove si preparano i sacerdoti in America prevedono studi approfonditi della Bibbia. la predicazione si avvicina maggiormente al testo biblico.
Varie conferenze episcopali dell'America possono contare su esperti della Bibbia che hanno compiuto studi superiori e sono tornati in America per continuare a studiare e per preparare altre persone nelle scienze bibliche. In varie università cattoliche in tutta l'America si possono seguire corsi di laurea sulla Bibbia e sulla Pastorale Biblica con grandi frutti.
Il celam nel 2004 ha aperto le porte del centro Biblico Pastorale per l'America Latina (cebipal), nel quale si svolgono corsi e programmi di animazione biblica della pastorale in coordinamento con le conferenze episcopali dell'America. Con altre istituzioni, promuove la Lectio Divina. Offre anche un corso di formazione permanente per professori di Bibbia in America.
Nella preparazione dei catechisti, che dipende da ogni diocesi, la Bibbia occupa un posto importante. La federazione Biblica Cattolica ha un ruolo preponderante nell'animazione biblica della pastorale nel continente (specialmente per quanto riguarda i criteri e i diversi stili di formazione biblica).
In America Latina esistono alcune organizzazioni che hanno sviluppato una pastorale biblica con una prospettiva propria.
Attualmente esistono inoltre diverse riviste bibliche che pubblicano articoli di alta qualità a livello di esegesi.
Esiste anche una rete di Istituti Biblici a livello superiore, che riunisce più di 30 istituti biblici.
In varie diocesi vi sono istituti biblici di vario tipo che rispondono ai bisogni concreti dei loro iscritti. In diversi paesi, soprattutto in Centroamerica, i «delegati della Parola» hanno offerto un contributo molto singolare alla Chiesa. La maggior parte di essi è costituita da laici che hanno acquisito una formazione biblica, partendo dal livello elementare fino a corsi di preparazione specifici, e senza dubbio rappresentano una colonna portante nella Chiesa.
Sul piano interconfessionale le società bibliche unite hanno offerto un contributo molto qualificato alla Chiesa cattolica, sia nelle traduzioni realizzate con biblisti cattolici, sia nelle nuove presentazioni della Bibbia sostenendo i lavori pastorali. Non possiamo non ringraziare il cebipal, per la sua collaborazione nella formazione dei giovani al metodo della Lectio Divina attraverso internet. Sono i cossiddetti «lectionautas» che aumentano ogni giorno.
Si moltiplicano anche i corsi di formazione biblica attraverso i mezzi moderni di comunicazione, per esempio usando internet. Possiamo dire che la maggior parte delle case editrici pubblicano libri con una grande varietà di formati, da quelli più popolari alle edizioni scientifiche, con temi biblici. Oggi in America si può contare su una vasta bibliografia biblica, in tutte le lingue maggioritarie. Esiste attualmente una varietà di edizioni della Lectio Divina a disposizione sia dei monaci, dei religiosi e delle religiose sia dei fedeli laici.

Cifre e statistiche
Dobbiamo ricordare che, come indicano le statistiche, nel Continente americano si trova più del 50% dei cattolici del mondo. Con quattro lingue maggioritarie e circa duecento lingue minoritarie, ci troviamo di fronte a un panorama molto variegato di traduzioni bibliche.
Lo spagnolo è certamente una delle lingue più parlate dai cattolici in tutto il mondo. È dunque molto importante avere testi adatti a tanti milioni di persone. Circolano attualmente in America 26 versioni o traduzioni approvate dalla Chiesa cattolica, che si possono acquistare in diverse librerie.
Il portoghese è una delle lingue più parlate in America e dispone attualmente di 12 traduzioni della Bibbia.
L'inglese si parla negli Stati Uniti, in Canada, in gran parte dei caraibi e in Centroamerica. Esistono 5 traduzioni del Nuovo Testamento, una del libro dei Proverbi, 6 del Libro dei Salmi e 2 Bibbie complete.
Il francese si parla ufficialmente in Canada e in vari paesi dei Caraibi. In totale circolano 8 versioni della Bibbia in francese.
Le societàù bibliche unite hanno 29 Bibbie senza deutero canonici, 17 Bibbie con deutero canonici e 29 nuovi testamenti.
Differenti istituzioni hanno tradotto il Nuovo Testamento in 216 lingue native dell'America, il che costituisce un grande bagaglio culturale. Molte di queste sono traduzioni utilizzate anche dalla Chiesa cattolica.

Quantità generali di Bibbie distribuite negli ultimi 43 anni

Parlare di cifre di distribuzionie è molto difficile, poichè le case editrici non sempre forniscono questi dati, soprattutto per gli anni trascorsi. Possiamo dire che, della Bibbia latinoamericana (conosciuta come latinoamericana), sono state distribuite dalla sua prima edizione più di 60 milioni di copie. E ciò dal 1972. Della Bibbia del nostro popolo in due anni sono stati distribuite 420 mila copie. Descle de Brower distribuisce circa 150.000 copie ogni anno della Bibbia di Gerusalemme dagli anni settanta (circa 5 milioni di Bibbie distribuite). In totale in Brasile nel 2007 sono state distribuite 9.250.301 esemplari di Bibbia.
È importante evidenziare che l'animazione biblica di tutta la pastorale è il momento culminante della vita ecclesiale, dove la Bibbia non è un compartimento separato, come fosse uno dei tanti ambiti pastorali di una conferenza episcopale. Al contario la Bibbia è il filo conduttore che anima tutti gli ambiti pastorali, poichè radica il suo riferimento principale nella Parola, e fa della Parola la Roccia della Chiesa (cfr Benedetto xvi, discorso inaugurale di Aparecida). «Far sì che la Parola di Dio sia la fonte che anima tutta l'attività pastorale della Chiesa». «L'animazione biblica della pastorale, avendo come sfondo la Lectio Divina, che è integrazione della Parola di Dio e vita, come punto di riferimento indispensabile la Costituzione Dei Verbum, e come metodo e criterio fondamentale la lettura a partire dalla nostra realtà, ha nel suo orizzonte presente e futuro la difesa della vita e dei diritti umani».
Noi vescovi dell'America Latina e dei Caraibi desideriamo enfatizzare la formazione biblico-dottrinale
Oltre a una forte esperienza religiosa e a una evidente convivenza comunitaria, i nostri fedeli hanno bisogno di approfondire la conoscenza della Parola di Dio e i contenuti della fede, poiché è l'unico modo di maturare la propria esperienza religiosa. Lungo questo cammino, fondamentalmente vissuto e comunitario, la formazione dottrinale non si sperimenta come una conoscenza teorica e fredda, ma come uno strumento fondamentale e necessario nella crescita spirituale, personale e comunitaria.
Sentiamo l'urgenza di sviluppare nelle nostre comunità un processo di iniziazione alla vita cristiana a partire dal kerigma, guidato dalla Parola di Dio, che conduca a un incontro personale, sempre più grande, con Gesù Cristo, perfetto Dio e perfetto uomo, sperimentato come pienezza dell'umanità, e che porti alla conversione, alla sequela in una comunità ecclesiale e a una maturazione di fede nella pratica dei sacramenti, nel servizio e nella missione (Documento di Aparecida, 289).

L'insegnamento della preghiera

Fra i molti modi di avvicinarsi alla sacra Scrittura ve ne è uno privilegiato, al quale tutti siamo invitati: la Lectio divina, o esercizio di lettura orante della Sacra Scrittura. Questa lettura orante, se ben praticata, porta all'incontro con Gesù-Maestro, alla conoscenza del mistero di Gesù-Messia, alla comunione con Gesù-Figlio di Dio e alla testimonianza di Gesù-Signore dell'universo (documento di Aparecida, 249).

La vita pubblica. I cristiani che vivono secondo la Parola

La globalizzazione ha i suoi aspetti positivi, soprattutto quando si tratta di informare. Veniamo informati di quanto sta accadendo nella vita pubblica dei nostri paesi, spesso con grandi scandali di ogni tipo. Tuttavia, deploriamo il fatto che molti protagonisti di questo scenario sociale e politico siano passati per i nostri centri di formazione (catechesi, gruppi giovanili, scuole e università). È bene domandarsi: qual è stato il ruolo dell'insegnamento della Parola di Dio in essi? Li abbiamo aiutati a incontrarsi con il Dio della Parola? Perché nell'inserirsi nella vita pubblica, qualunque sia lo scenario dove agiscono, i valori del Vangelo non costituiscono la direttrice della loro vita?
È necessario in una formazione cristiana salda un incontro interpellante con il Dio della Parola, che cambi, modifichi le condotte fino a trasformarle in condotte cristiane. È necessario pertanto rielaborare il modo in cui educhiamo alla fede biblica, per la vita dei cristiani. Vita che deve manifestarsi in tutti gli aspetti, e che deve abbracciare la totalità delle azioni, e non solo la loro vita all'interno dei nostri templi.

[00127-01.02] [NNNNN] [Testo originale: italiano]

 
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