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SYNODUS EPISCOPORUM
BOLLETTINO

XII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA
DEL SINODO DEI VESCOVI
5-26 OTTOBRE 2008

La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa


Questo Bollettino è soltanto uno strumento di lavoro ad uso giornalistico.
Le traduzioni non hanno carattere ufficiale.


Edizione italiana

16 - 11.10.2008

SOMMARIO

- UNDICESIMA CONGREGAZIONE GENERALE (SABATO, 11 OTTOBRE 2008 - POMERIDIANO)
- AVVISI

UNDICESIMA CONGREGAZIONE GENERALE (SABATO, 11 OTTOBRE 2008 - POMERIDIANO)

- INTERVENTI IN AULA (CONTINUAZIONE)

Alle ore 16.30 di oggi sabato 11 ottobre 2008, con la preghiera Pro felici Synodi exitu, è iniziata l’Undicesima Congregazione Generale, per la continuazione degli interventi dei Padri Sinodali in Aula sul tema sinodale La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa.

Presidente Delegato di turno Presidente Delegato di turno S.Em.R. Card. Odilo Pedro SCHERER, Arcivescovo di São Paulo (BRASILE).

In apertura dell’Undicesima Congregazione Generale S.E.R. Mons. Nikola Eterović, Arcivescovo titolare di Sisak, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, ha ricordato che nell’atrio dell’Aula Paolo VI è in esposizione una copia della St John’s Bible, opera realizzata a mano dai monaci benedettini dell’Università e dell’Abbazia di Saint John’s a Collegeville, Minnesota. L’opera, già presentata al Santo Padre BenedettoXVI, sarà ultimata nell’anno 2010.

A questa Congregazione Generale, che si è conclusa alle ore 18.55, con la preghiera Salve Regina, erano presenti 209 Padri.

INTERVENTI IN AULA (CONTINUAZIONE)

In quest’Undicesima Congregazione Generale sono intervenuti i seguenti Padri:

- S.E.R. Mons. Louis PORTELLA MBUYU, Vescovo di Kinkala, Presidente della Conferenza Episcopale (REPUBBLICA DEL CONGO)
- S.E.R. Mons. Gregor Maria HANKE, O.S.B., Vescovo di Eichstätt (GERMANIA)
- S.B.R. Nerses Bedros XIX TARMOUNI, Patriarca di Cilicia degli Armeni, Capo del Sinodo della Chiesa Armena Cattolica (LIBANO)
- S.E.R. Mons. György-Miklós JAKUBÍNYI, Arcivescovo di Alba Iulia, Amministratore Apostolico "ad nutum Sanctæ Sedis" dell'Ordinariato per i cattolici di rito armeno residenti in Romania (ROMANIA)
- S.E.R. Mons. Juan Abelardo MATA GUEVARA, S.D.B., Vescovo di Estelí (NICARAGUA)
- S.E.R. Mons. Ignatius SUHARYO HARDJOATMODJO, Arcivescovo di Semarang (INDONESIA)
- S.E.R. Mons. Ricardo Ernesto CENTELLAS GUZMÁN, Vescovo titolare di Torri di Ammenia, Vescovo ausiliare di Potosí (BOLIVIA)
- S.E.R. Mons. Arturo M. BASTES, S.V.D., Vescovo di Sorsogon (FILIPPINE)
- S.E.R. Mons. Javier Augusto DEL RÍO ALBA, Arcivescovo di Arequipa (PERÙ)
- S.E.R. Mons. Joseph Prathan SRIDARUNSIL, S.D.B., Vescovo di Surat Thani (THAILANDIA)
- S.E.R. Mons. Friedhelm HOFMANN, Vescovo di Würzburg (GERMANIA)
- S.E.R. Mons. Guido PLANTE, P.M.E., Vescovo di Choluteca (HONDURAS)
- S.E.R. Mons. Zbigniew KIERNIKOWSKI, Vescovo di Siedlce (POLONIA)

Diamo qui di seguito i riassunti degli interventi:

- S.E.R. Mons. Louis PORTELLA MBUYU, Vescovo di Kinkala, Presidente della Conferenza Episcopale (REPUBBLICA DEL CONGO)

Nel Congo-Brazzaville, paese segnato negativamente da una serie di conflitti interni, constatiamo l’abbondanza di movimenti religiosi che si possono suddividere in due categorie: da un lato, i movimenti che praticano una lettura di tendenza liberatrice pur richiamandosi ad elementi della religione tradizionale. Essi presentano come una contro-reazione di fronte a un cristianesimo considerato come una negazione dell’identità africana. Dall’altro, dei movimenti, ramificazioni del movimento pentecostale d’origine americana, caratterizzati da una lettura fondamentalista e persino magica della Bibbia, che tendono a distogliere le coscienze dai problemi concreti della vita sociale.
Vi sono anche movimenti di orientamento esoterico e gnostico, caratterizzati da una lettura simbolica e ideologica della Bibbia.
Tutto questo insieme va collocato in un contesto di sviluppo non adeguato, con il suo carico di miseria e di rassegnazione. Di fronte a questa situazione complessa, si fa sentire l’urgenza di aiutare, incoraggiare i fedeli di Cristo in Congo a leggere la Parola di Dio, a meditarla, a pregarla in quanto può “ricreare” l’uomo africano che porta ancora in sé le conseguenze del suo passato. Ciò richiede un più facile accesso al testo biblico attraverso le traduzioni. È una delle urgenze pastorali della nostra Chiesa.
D’altronde, questa lettura della Parola di Dio deve suscitare nel lettore africano la presa di coscienza della propria responsabilità nei confronti di una società che attende di essere trasformata in tutte le sue strutture secondo i valori del Vangelo.

[00191-01.02] [IN162] [Testo originale: francese]

- S.E.R. Mons. Gregor Maria HANKE, O.S.B., Vescovo di Eichstätt (GERMANIA)

Il Documento di lavoro, capitolo quinto, n. 34, ci porta a riflettere sul rapporto tra la Parola di Dio e l’Eucaristia. In questo contesto, riprendo la domanda su come la presenza di Cristo nella Parola di Dio e nel Sacramento dell’Eucaristia siano teologicamente in rapporto tra loro. I modi diversi della presenza del Signore nella celebrazione liturgica non possono essere messi sullo stesso piano come se fossero staticamente equivalenti. La conseguenza di un simile modo di pensare sarebbe una comprensione modalistica della presenza del Signore, che dunque consentirebbe di sostituire un modo di questa presenza con un altro, per esempio la celebrazione eucaristica con la liturgia della Parola.
La chiave sta nella giusta comprensione di che cosa significa Parola di Dio. La Parola di Dio non si esaurisce con la Bibbia stampata né con l’annuncio della Parola. La Parola scritta non ha la stessa gradazione della Parola-Logos rivelata nell’Incarnazione. La forza della Parola scritta e annunciata vive della presenza permanente nella storia del mondo di questa più grande Parola-Azione. Questo fa, delle lettere della Sacra Scrittura, la Parola di Dio che cammina con l’uomo di oggi e che, in essa, apre il dialogo di Dio con l’uomo.
È però l’Eucaristia il luogo in cui si rende presente la Parola d’azione, con tutta la sua storia della salvezza e l’escatologia. La Parola di Dio della Scrittura, come modo di presenza del Signore, rimanda quindi all’Eucaristia. La presenza del Signore nella Parola esige la Sua presenza nell’Eucaristia. Su questo occorre riflettere nella nostra pastorale biblica.

[00196-01.05] [IN167] [Testo originale: tedesco]

- S.B.R. Nerses Bedros XIX TARMOUNI, Patriarca di Cilicia degli Armeni, Capo del Sinodo della Chiesa Armena Cattolica (LIBANO)

All’inizio del mio intervento, è opportuno sottolineare che, secondo la tradizione, le origini della Chiesa armena, evangelizzata da S. Gregorio Illuminatore, risalgono all’adozione del cristianesimo come religione di stato in Armenia nell’anno 301. All’epoca, l’alfabeto armeno non esisteva e le letture bibliche venivano proclamate in lingua greca o siriaca. L’officiante doveva poi tradurle in armeno. Questo non facilitava la comprensione della Parola di Dio da parte dei neofiti armeni. Da ciò è nata l’idea di inventare un alfabeto per tradurre la Bibbia nella lingua del popolo.
Ciò è stato realizzato grazie a uno ieromonaco di nome Mesrob che, incoraggiato e sostenuto dai capi supremi della Chiesa e dello stato, il catholicos Sahag e il re Vramchapouh, si è assunto il compito e nel 406 ha inventato l’alfabeto armeno. Il primo libro tradotto è stata la Sacra Bibbia, a partire dalla traduzione dei Settanta.
Si può affermare che dalla traduzione della Bibbia in armeno, il Libro Sacro ha acquisito una particolare importanza nella vita del popolo armeno. Il suo effetto benefico si è fatto sentire, portando una nuova mentalità e un nuovo spirito nei fedeli, negli intellettuali e nella società in generale.
Si può concludere, senza dubbio, che l’invenzione dell’alfabeto armeno, nell’anno 406, non aveva altro fine che l’evangelizzazione. Questa evangelizzazione ha aiutato a salvaguardare la fede cristiana spesso minacciata, come nel 451 - la Bibbia era appena stata tradotta - e nei secoli successivi. La Parola di Dio ha sostenuto la Chiesa e il popolo armeno durante la sua dolorosa storia. Ha permeato e animato la cultura armena nel corso dei secoli. La vita dei cristiani in Armenia è stata continuamente pervasa e guidata dalla Parola di Dio.
Questa preziosa ricchezza rappresentata dalle Sacre Scritture e la vita esemplare dei nostri antenati spronino la nuova generazione a ricorrere sempre più spesso alla Parola di vita. Sarà questo il frutto delle conclusioni di questo Sinodo.

[00195-01.06] [IN168] [Testo originale: francese]

- S.E.R. Mons. György-Miklós JAKUBÍNYI, Arcivescovo di Alba Iulia, Amministratore Apostolico "ad nutum Sanctæ Sedis" dell'Ordinariato per i cattolici di rito armeno residenti in Romania (ROMANIA)

Dopo i cambiamenti di dicembre 1989 ritornava la libertà democratica. Diciotto “culti” sono stati riconosciuti, anche la Chiesa romano-cattolica e quella greco-cattolica come due culti separati. In Romania ci sono attualmente (dati dell'AP 2008) 1.115.000 romano-cattolici in sei diocesi: Bucureşti con suffraganee Iaşi, Oradea dei Latini, Satu Mare, Timişoara ed Alba Iulia arcivescovato sui iuris. 771.000 greco-cattolici in cinque diocesi/eparchie: Arcivescovado Maggiore di Făgaraş e Alba Iulia (con sede a Blaj) con suffragani Cluj-Gherla, Lugoj, Maramureş (con sede a Baia Mare) e Oradea dei Romeni. 806 armeni cattolici in un ordinariato. Tutti hanno il vescovo diocesano, alcuni anche ausiliari. Gli ordini religiosi hanno riaperto i loro noviziati. Sono apparsi editori cattolici, riviste cattoliche. Cosi la Bibbia anche ridiventava accessibile per tutti.I Greco-Cattolici hanno rieditato con l'aiuto della Santa Sede la sola Bibbia compieta greco-cattolica romena di Blaj (1796). I romeni romano-cattolici - i professori dell'Istituto Teologico di Iaşi hanno fatto una nuova traduzione del Nuovo Testamento nel 2002. Gli ungehresi e i tedeschi possono importare Bibbie di Ungheria e di Germania.
Molte parrocchie hanno formati circoli per i giovani e per gli adulti per la Lectio Divina in commune. I futuri sacerdoti sono già istrutti nel seminario in vista dell'apostolato biblico.
Quattro diocesi transilvani con maggioranza ungherese hanno fondato Asociaţia Biblică Maghiară din România che fa parte delle Associazione Bibliche Cattoliche (FBC = Federazione Biblica Cattolica, AMB = Arbeitsgemeinschaft Mitteleuropäischer Bibelwerke). Questa Associazione organizza l'apostolato biblico con sessioni, accampamenti, formazione dei moltiplicatori per i circoli biblici etc.
Penso che questi sono segni buoni di un rinnovamento biblico nella vita della Chiesa locale di Romania.
Proporrei che tutte le diocesi fondino Associazione Biblica, anche Federazione nazionale, con lo scopo di promuovere l'apostolato biblico cattolilco.

[00038-01.05] [IN017] [Testo originale: italiano]

- S.E.R. Mons. Juan Abelardo MATA GUEVARA, S.D.B., Vescovo di Estelí (NICARAGUA)

Il cuore del breve racconto della vocazione di Geremia (Ger 1, 10-10.17 ss) s’incentra sulla Parola di Javhè, la cui importanza permea tutta la narrazione, e su Dio stesso da cui la parola scaturisce. Nelle parole che Javhè pronuncia durante l’incontro e che rivelano direttamente la realtà ultima delle cose, la volontà ordinatrice di Dio (Cf Gn 1), Geremia è subito collocato nella sua condizione di creatura. Infatti, l’espressione “prima che ti plasmasse” (yazar) formula il rapporto di dipendenza totale dell’uomo dal suo Creatore. È Dio che modella non solo la sostanza, ma anche l’esistenza, l’essere e il divenire. Tale aspetto si esprime attraverso un verbo prettamente ebraico, conoscere (yada) che implica un’intensa connotazione volitiva. Di suo il verbo non dice nient’altro e potrebbe essere applicato a tutti gli uomini.
Rispetto a questa magnifica visione teocentrica dell’uomo e delle sue azioni in questo mondo, si è sviluppata una visione sempre più antropocentrica, interessata alla realtà immediata, individuale e concreta: si tratta di un ateismo pratico che postula che l’uomo non abbia bisogno di ricorrere a Dio per esprimere il suo essere nel mondo, tanto meno che Egli gli dica ciò che può o non può fare. Questa forma “secolare” di concepire l’uomo, caratterizzata dall’assenza di una riflessione metafisica sulla realtà e da norme etiche obiettive che emergono dall’essere di quest’ultima, si manifesta in un atteggiamento scettico dell’uomo sia nei confronti dell’esistenza di Dio sia nella possibilità di conoscere verità assolute. Questo fatto ha comportato due conseguenze: la prima è che si sta risvegliando un forte interesse per la fenomenologia e per ciò che è empiricamente verificabile, intesi come chiave ermeneutica per comprendere la realtà. La seconda è che sta dilagando una mentalità in cui ciò che è eticamente corretto si risolve nell’accettare ciò che richiede la collettività.
Ciò ci costringe a un grande sforzo intellettuale, che ci si presenta come una sfida, secondo le parole di Giovanni Paolo II, quando ci dice: “Una grande sfida che ci aspetta al termine di questo millennio è quella di saper compiere il passaggio, tanto necessario quanto urgente, dal fenomeno al fondamento. Non è possibile fermarsi alla sola esperienza” (Fides et Ratio, 83). Le questioni etiche sono sempre più forti, per usare le parole di Giovanni Paolo II, sulle sabbie mobili dello scetticismo generale e della sfiducia di poter raggiungere la verità (Cf. Fides et Ratio 5).

[00176-01.05] [IN106] [Testo originale: spagnolo]

- S.E.R. Mons. Ignatius SUHARYO HARDJOATMODJO, Arcivescovo di Semarang (INDONESIA)

L’Asia è un continente di numerose religioni e culture, contrassegnata da una degradante povertà e dal sottosviluppo. È questo il contesto in cui la Chiesa in Asia medita sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. La FABC continua costantemente a promuovere l’evangelizzazione in un triplice dialogo con i poveri, le religioni e le culture. La Nostra Aetate e altri documenti post-conciliari, hanno confermato questo modo di impostare il dialogo come caratteristico della nostra Chiesa (Ecclesia in Asia, 3).
I Lineamenti e il Documento di lavoro del Sinodo fanno soprattutto riferimento alla Dei Verbum, ma occorre integrarla con la Gaudium et Spes nel suo richiamo al dialogo con il mondo. In Asia la proclamazione della Parola esige dialogo e inculturazione quali requisiti del Verbo incarnato. La Parola di Dio deve diventare Parola di vita per i poveri dell’Asia.
Dobbiamo affrontare le cause strutturali della povertà e dell’emarginazione per la liberazione integrale alla luce della Parola di Dio. Le Beatitudini del Regno, soprattutto quelle riguardanti i poveri dei Vangeli di Matteo e Luca, devono essere proclamate sia ai ricchi, per mettere in discussione la loro sicurezza, sia ai poveri come fonte di speranza di liberazione e vita.
La rivelazione biblica pone l’accento sull’amore di Dio per i poveri, vale a dire la vedova, l’orfano e lo straniero. Il Signore agisce sempre con diritto e giustizia verso i poveri (Sal 103, 6). Nostro Signore Gesù ha incarnato la divina compassione per i poveri nella sua proclamazione del Regno di Dio. L’opzione preferenziale di Dio per i poveri è la Parola di vita per quanti sono ignorati, umiliati e diseredati. La Chiesa deve condividere la Parola di Dio come Parola di speranza e vita per i poveri dell’Asia.

[00177-01.04] [IN111] [Testo originale: inglese]

- S.E.R. Mons. Ricardo Ernesto CENTELLAS GUZMÁN, Vescovo titolare di Torri di Ammenia, Vescovo ausiliare di Potosí (BOLIVIA)

Portare “la forza del Vangelo nel cuore della cultura e delle culture” (IL 57)
Questa chiamata è sempre stata la vita e la missione della Chiesa; tuttavia i frutti che ne sono venuti non sono sufficienti a far sì che il mondo cammini secondo i criteri del Regno. La realtà attuale ci mostra che la Parola di Dio e le culture antiche e moderne sono mondi separati e paralleli. Due realtà che sono unite intrinsecamente camminano seguendo due orientamenti del tutto diversi, quando sono due braccia dello stesso corpo, perché Dio parla nella sua Parola scritta, nella vita delle persone e negli avvenimenti attuali.
Da qui nasce la grande sfida pastorale: rilanciare un’autentica incarnazione della Parola di Dio con volto proprio, in una situazione concreta che significhi e impegni ad assumere un progetto di società in risposta alla necessità storica, sociale e culturale delle nostre comunità, affinché miglioriamo le nostre vite secondo la vita di Gesù di Nazareth. Non possiamo continuare a leggere e meditare la Parola senza la necessaria relazione con le culture e senza la conseguenza di un impegno sociale.
È prioritaria una lettura della Parola contestualizzata che sia in grado di trasformare le persone e le strutture. Un’interpretazione che promuova una lettura a partire dai più poveri ed esclusi; che promuova la nascita di comunione e comunità; che permetta di svelare alle culture la misteriosa presenza di Dio nella loro storia, perché ogni credente sia soggetto vivo della sua storia e sia una testimonianza dell’esperienza di Dio.
Nel mio paese, in modo particolare, e in altri paesi dell’America Latina è necessaria una lettura a partire dalle culture indigene emergenti che, per secoli, hanno camminato parallelamente al processo di evangelizzazione. Come abbiamo già fatto presente ad Aparecida: molti battezzati e pochi evangelizzati.
Abbiamo bisogno che ogni azione, progetto, gruppo e movimento, istituzione e struttura della nostra Chiesa riveda le proprie motivazioni e parta di nuovo secondo l’ispirazione biblica. È urgente mostrare al mondo un nuovo modo di essere Chiesa.

[00129-01.04] [IN113] [Testo originale: spagnolo]

- S.E.R. Mons. Arturo M. BASTES, S.V.D., Vescovo di Sorsogon (FILIPPINE)

1) I corsi biblici in seminario sono eccessivamente intellettuali, utilizzando il metodo occidentale dell’esegesi storico-critica che annoia la maggior parte dei seminaristi. L’approccio accademico dovrebbe essere integrato con metodi che tengano conto della cultura e della vita degli ascoltatori.
2) I membri della Federazione Biblica Cattolica (attualmente presente in 129 paesi) hanno sviluppato tecniche per svolgere il ministero pastorale biblico che si dimostrano efficaci nel trasmettere il messaggio di Dio agli uomini e alle donne d’oggi. Queste metodologie creative devono essere incluse tra le materie di studio ufficiali dei programmi di formazione nelle facoltà teologiche e nelle case di formazione. Un esempio di metodo che interessa, oggi, le persone è il bibliodramma.
3) L’urgenza di sviluppare un modo asiatico di leggere la Bibbia è molto sentita a causa della grande sfida che la Chiesa sta affrontando in questo continente immenso, dove milioni di persone hanno fame delle Parola di Dio. Attualmente si sta tentando con successo di sviluppare un’ermeneutica biblica che tenga conto della ricchezza della cultura e della storia dei popoli asiatici. Esiste un progetto per preparare un commento biblico asiatico che utilizzi il metodo storico-critico dell’occidente e un’ermeneutica culturale comparativa per rendere accessibile all’anima asiatica il profondo significato spirituale del testo biblico. I membri asiatici della FBC hanno inoltre deciso di creare un Istituto Biblico Asiatico che, si spera, possa preparare l’auspicato programma olistico di formazione biblica.
4) Questo è un modo per contribuire alla missio ed extra in Asia, dove la maggior parte della gente non ha ancora sentito parlare di Cristo. Attraverso un graduale processo di evangelizzazione che presenti il Gesù dei Vangeli come un maestro, un narratore di parabole, uno che guarisce, che opera di miracoli, un amico, un consolatore - immagini che piacciono agli asiatici - le persone in Asia potrebbero essere guidate dallo Spirito a credere in Cristo come Figlio di Dio.

[00132-01.04] [IN116] [Testo originale: inglese]

- S.E.R. Mons. Javier Augusto DEL RÍO ALBA, Arcivescovo di Arequipa (PERÙ)

La missione della Nuova Evangelizzazione che Cristo ci ha affidato come Chiesa, in questo terzo millennio, esige che recuperiamo e diffondiamo la consapevolezza di alcuni elementi che a volte, in qualche periodo del cristianesimo, abbiamo dato per scontato e che, in qualche caso, possiamo persino aver dimenticato. Permettetemi di menzionarne brevemente alcuni.1. La Chiesa è depositaria della Verità Rivelata. Il Vangelo non è un’offerta in più, fra le tante che ci possono essere oggi sul mercato della postmodernità.
2. La Parola di Dio è efficace e ha in sé la “dynamis”, il potere di rigenerare l’essere umano e fare di lui una “nuova creatura” (1 Pt 1, 3; Gc 1, 18; Gv 1, 12-13).
3. Il Kerygma è, prima di tutto, una “parola di salvezza”, capace di spezzare, in chi la accoglie, le catene della schiavitù verso gli idoli e suscitare in lui l’anelito a partecipare alla Vita che Dio gli offre.
4. L’iniziazione cristiana, sia pre-battesimale che post-battesimale, è uno strumento idoneo a far sviluppare la vita divina nel credente.
5. La formazione permanente in seno ad una piccola comunità presenta il vantaggio di rendere più facile al fedele cristiano il poter vedere “incarnata” la Parola di Dio nel suo Corpo Mistico che è la Chiesa.
6. La centralità delle Sacre Scritture nella vita e nel ministero dei vescovi e dei presbiteri, in modo tale che possiamo essere “uomini della Parola”.
Penso che questi elementi, e altri che si possono aggiungere, vengono recuperati dai nuovi movimenti e dalle piccole comunità suscitate dallo Spirito Santo nel solco del Concilio Vaticano II. In questo senso, mi permetto di proporre che questo Santo Sinodo faccia eco all’invito che alcuni mesi fa il nostro amato Santo Padre ha fatto ai pastori, dicendoci di accogliere con amore queste nuove realtà ecclesiali.
Infine, penso anche che è necessario rivedere, alla luce della Pastores dabo vobis, la formazione che viene impartita nei nostri seminari, affinché si dia maggiore rilievo alla preghiera, al silenzio e alla lectio divina, e vi sia maggiore unità fra la dimensione accademica e quella spirituale nella preparazione dei nostri futuri pastori.

[00150-01.04] [IN126] [Testo originale: spagnolo]

- S.E.R. Mons. Joseph Prathan SRIDARUNSIL, S.D.B., Vescovo di Surat Thani (THAILANDIA)

La Chiesa cattolica in Thailandia vive la sua vita in Cristo attraverso l’Eucaristia e la Scrittura. Quindi la Chiesa ha una missione che dona vita per essere una luce splendente di fede e di speranza nella società tailandese. La Chiesa tailandese, come piccolo gruppo in mezzo ad altre fedi e religioni, è profondamente consapevole del suo ruolo di fermento nella società tailandese.
Sappiamo che la Parola di Dio deve influire sulla nostra vita attraverso lo studio, la meditazione e la preghiera e che dobbiamo mettere in pratica la Parola di Dio. La Chiesa in Thailandia ha deciso di promuovere la Parola di Dio nella propria vita e missione nei modi seguenti.
1. L’atteggiamento di ascolto della Parola è molto importante. Le comunità ecclesiali di base nella Chiesa in Thailandia fanno della Parola di Dio il centro della loro esistenza, che comprende la lectio divina.
2. La Chiesa in Thailandia sottolinea l’importanza degli studi biblici nei nostri seminari, nelle case di formazione religiosa e nella formazione dei laici e li aiuta a conoscere e ad amare la Parola di Dio, a viverla e quindi a condividere la loro esperienza della Parola con gli altri.
3. La Chiesa in Thailandia desidera intensamente che la Parola di Dio sia al centro di tutta la catechesi e in tal modo dunque dare una solida base di fede e di maturità cristiana ai fedeli per la loro missione di testimoni nella società tailandese.
4. La Chiesa in Thailandia, utilizzando la tecnologia moderna nei suoi sforzi di realizzare i tre obiettivi sopra citati, cercherà di trasmettere la Parola di Dio come la via, la verità e la vita per tutti i fedeli e per le persone delle altre religioni, ponendo l’accento sulla Parola come Buona Novella per i poveri (Lc 4, 18).

[00152-01.05] [IN128] [Testo originale: inglese]

- S.E.R. Mons. Friedhelm HOFMANN, Vescovo di Würzburg (GERMANIA)

Sono già state dette tante cose importanti sull’esegesi della Parola di Dio e sulla predicazione nella liturgia. Come possiamo però raggiungere le persone che non vengono in Chiesa?
Sono state menzionate alcune possibilità. Prendendo spunto dal settimo capitolo del Documento di lavoro, “La Parola di Dio nei servizi e nella formazione del popolo di Dio”, desidero introdurre un altro aspetto, quello della cultura cristiana.
La rivelazione di Dio non si limita alla Parola di Dio nella Bibbia. Avviene anche nella natura e nella cultura. Certamente la rivelazione più elevata e intensa di Dio è l’Incarnazione della Parola di Dio in Gesù Cristo. È questa che deve essere spiegata.
Gesù stesso ha trasmesso spesso il suo messaggio per mezzo di parabole. In queste parabole, l’affermazione centrale viene per così dire personificata, ossia collocata in un contesto complessivo che, attraverso immagini, interpella l’uomo nel suo complesso.
La Parola di Dio è stata inculturata nelle culture più diverse. Ha un impatto sull’arte. In Europa guardiamo a una storia culturale cristiana impressionante di quasi 2000 anni. Architetture straordinarie, opere d’arte figurative, musicali e letterarie sono nate dalla fede e hanno accolto in sé la testimonianza della fede. Ora bisogna fare nuovamente parlare questa fede rappresa.
Nel Medioevo si conosceva la biblia pauperum, che spiegava visivamente parti della storia della salvezza a quanti non erano capaci di leggere. Oggi occorre spiegare la cultura cristiana perché molte persone non comprendono più questa lingua e non si dedicano direttamente alla Sacra Scrittura. Attraverso un’illustrazione attuale della nostra cultura d’impronta cristiana, che possiamo spiegare all’interno della nostra evangelizzazione, possiamo suscitare nuovamente la curiosità dei nostri contemporanei per la Parola di Dio.
Anche nella cultura contemporanea, però, occorre ricercare le tracce della fede e riportarle alla loro funzione di ponte. Se è vero che gli artisti sono i sismografi del loro tempo, allora è bene che approfittiamo del loro lavoro e che li interpelliamo e li coinvolgiamo nell’annuncio della Parola di Dio.

[00154-01.05] [IN130] [Testo originale: tedesco]

- S.E.R. Mons. Guido PLANTE, P.M.E., Vescovo di Choluteca (HONDURAS)

Il Concilio Vaticano II ci ha invitato a promuovere le celebrazioni della Parola di Dio la domenica e nei giorni di festa “soprattutto nei luoghi dove manca il sacerdote; nel qual caso diriga la celebrazione un diacono o altra persona delegata dal vescovo” (Sacrosanctum Concilium, 35/4). Nel marzo 1966, pochi mesi dopo questa proclamazione della Costituzione sulla Liturgia, monsignor Marcelo Gérin, Prelato di Choluteca, Honduras, preparò e mandò 17 contadini a celebrare la Settimana Santa in comunità isolate e senza sacerdote. Il consenso degli abitanti fu tale che richiesero celebrazioni tutte le domeniche. Erano nati così i Delegati della Parola di Dio.
Oggi, in Honduras e nei paesi vicini, abbiamo oltre 10.000 Delegati.
Questi Delegati non sono meri celebranti domenicali e sono più che lettori: sono veri promotori di comunità cristiane. Inoltre lavorano gratuitamente. La Parola di Dio si è rivelata, fin dall’inizio, come embrione di autentiche comunità ecclesiali. Si è rafforzata una Chiesa di comunione e partecipazione che ha permesso la fioritura di molte iniziative pastorali: gruppi giovanili, catechisti, club di casalinghe, ecc. La Parola di Dio è stata considerata come il miglior fermento di uno sviluppo sociale cristiano e di una liberazione integrale. I membri della comunità, nell’approfondire la Parola, si sentono incoraggiati a promuovere i diritti umani, ad aiutare le vittime della povertà, della corruzione e della violenza. A mio giudizio, le affermazioni del N. 30 del Documento di Lavoro, sulla “Parola di Dio al servizio della carità” potrebbero essere più incisive.
Inoltre, in Honduras, le celebrazioni domenicali della Parola non hanno allontanato i fedeli dall’Eucaristia: li hanno guidati piuttosto a viverla meglio. Con il tempo, la Parola di Dio ha generato fame del pane eucaristico. In alcune comunità rurali dove si celebra la Parola, il parroco ha autorizzato la Riserva eucaristica nell’eremo del luogo e il Vescovo ha designato un ministro straordinario della comunione. Si è constatato un nuovo fervore. Forse in altre regioni la celebrazione della Parola senza sacerdote potrebbe indebolire gli sforzi della pastorale vocazionale a favore del sacerdozio ministeriale. In Honduras, al contrario, è stata fonte di vocazioni presbiteriali. Nella mia diocesi di Choluteca, per esempio, tutti i giovani sacerdoti sono stati Delegati della Parola.

[00155-01.04] [IN131] [Testo originale: spagnolo]

- S.E.R. Mons. Zbigniew KIERNIKOWSKI, Vescovo di Siedlce (POLONIA)

L'uomo moderno, non iniziato all'ascolto della Parola, resta spesso di fronte ad essa come un sordomuto. Nel Vangelo di Marco abbiamo la scena di Gesù che apre le orecchie e scioglie la lingua con il gesto (quasi un rito) dell'Effatha (Mc 7, 34).
Il kerygma è un momento molto importante. Se, però, il kerygma non è seguito da una vera e propria formazione all'ascolto della parola in seno alla comunità di fede, si corre il rischio di cadere nei vari moralismi, oppure di sboccare nei diversi tipi di fanatismo o altri tipi d'interpretazione soggettiva
È necessario tenere conto che l'uomo, dopo il peccato (conditio peccatoris), ha bisogno di aiuto per poter ascoltare e lasciarsi formare. Se non riceve questo aiuto l'uomo fugge dalla propria realtà, come Adamo nel Giardino dell’Eden, perché ha paura di essere coinvolto e penetrato dalla Parola del Vangelo che gli propone «la vita nuova», mettendolo nella condizione di dovere lasciare se stesso per seguire Gesù, il Crocefisso risorto in cui si compie il Sermone della Montagna.
Il discorso della Montagna è molto attraente. Ma se l'uomo si trova di fronte a questo messaggio da solo, comprendendolo soltanto come comandamento e non come immagine e promessa dell’uomo nuovo, rimane spaventato. Le verità: “Beati i poveri, beati i perseguitati; non resistete al male; amate i vostri nemici” (Mt 5) gli appaiono irrealistiche.
Succede non di rado che - benché il primo ascolto sia avvenuto - se questo concepimento della Parola non viene iniziato in modo appropriato, si abortisce, si divorzia, si tradisce, si previene un concepimento avvertito come scomodo e pericoloso.
L'unica persona capace di accogliere la Parola è Maria - l'Immacolata. Ella, proprio in quanto Immacolata, poteva accogliere la Parola, concepirla, serbarla nel suo intimo e portarla a fruttificare, a farla nascere come l'Uomo Nuovo, il Nuovo Adamo. Ella è la figura e la Madre dell'ascolto che diventa fruttifero in ciascuno che ascolta.
L'impostazione che si realizza nel Cammino neocatecumenale è basata sul kerygma iniziale ed è seguita da una serio processo di iniziazione sotto la guida della Chiesa (vescovi, parroci e catechisti) fatta in piccole comunità e con le dovute tappe dell'iniziazione cristiana. Così il catecumenato fa fare all'iniziando un percorso, che insegna a riferire la Parola alla propria vita.

[00156-01.02] [IN132] [Testo originale: italiano]

Quindi, sono seguiti gli interventi liberi.

AVVISI

- CALENDARIO DEI LAVORI
- CONFERENZE STAMPA
- BRIEFING PER I GRUPPI LINGUISTICI
- POOL PER L’AULA DEL SINODO
- BOLLETTINO
- NOTIZIARIO TELEFONICO
- ORARIO DI APERTURA DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE

CALENDARIO DEI LAVORI

Nel pomeriggio di lunedì 13 ottobre 2008 non si terrà Congregazione Generale. I Padri Sinodali si recheranno in pellegrinaggio alla Basilica di San Paolo fuori le Mura e parteciperanno al Concerto dei Wiener Philharmoniker, nell’Anno Paolino, dedicato al Sinodo dei Vescovi.

CONFERENZE STAMPA

Alla Seconda Conferenza Stampa sui lavori della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi del 16 ottobre 2008, ore 12.45 interverranno:
- S.Em.R. Card. William Joseph LEVADA, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (CITTÀ DEL VATICANO), Presidente Delegato della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi
- S.Em.R. Card. George PELL, Arcivescovo di Sydney (AUSTRALIA), Presidente Delegato della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi
- S.Em.R. Card. Odilo Pedro SCHERER, Arcivescovo di São Paulo (BRASILE), Presidente Delegato della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi
- S.Em.R. Card. Peter Kodwo Appiah TURKSON, Arcivescovo di Cape Coast, Presidente dell'Associazione delle Conferenze Episcopali dell'Africa occidentale (A.C.E.A.O.) (GHANA), Presidente della Commissione per l’Informazione della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi
- S.E.R. Mons. Diarmuid MARTIN, Arcivescovo di Dublin (IRLANDA), Membro della Commissione per l’Informazione della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi
- S.E.R. Mons. Luis Antonio G. TAGLE, Vescovo di Imus (FILIPPINE), Membro della Commissione per l’Informazione della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi

Alla Terza Conferenza Stampa sui lavori della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi del 25 ottobre 2008, ore 12.45 interverranno:
- S.E.R. Mons. Laurent MONSENGWO PASINYA, Arcivescovo di Kinshasa, Presidente della Conferenza Episcopale (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO), Segretario Speciale della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi
- S.E.R. Mons. Gianfranco RAVASI, Arcivescovo titolare di Villamagna di Proconsolare, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura (CITTÀ DEL VATICANO), Presidente della Commissione per il Messaggio della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi
- S.E.R. Mons. Santiago Jaime SILVA RETAMALES, Vescovo titolare di Bela, Vescovo ausiliare di Valparaíso (CILE), Vice Presidente della Commissione per il Messaggio della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi

BRIEFING PER I GRUPPI LINGUISTICI

Il sesto briefing per i gruppi linguistici avrà luogo (nei luoghi di briefing e con gli Addetti Stampa indicati nel Bollettino N. 2) lunedì 13 ottobre 2008 alle ore 13.10 circa.
Si ricorda che i Signori operatori audiovisivi (cameramen e tecnici) sono pregati di rivolgersi al Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali per il permesso di accesso (molto ristretto).

POOL PER L’AULA DEL SINODO

Il quinto “pool” per l’Aula del Sinodo sarà formato per la preghiera di apertura della Dodicesima Congregazione Generale di lunedì mattina, 13 ottobre 2008.
Nell’Ufficio Informazioni e Accreditamenti della Sala Stampa della Santa Sede, all’ingresso, a destra) sono a disposizione dei redattori le liste d’iscrizione al pool.
Si ricorda che i Signori operatori audiovisivi (cameramen e tecnici) e fotoreporters sono pregati di rivolgersi al Pontificio Consiglio per le Comunicazione Sociali per la partecipazione al pool per l’Aula del Sinodo.
Si ricorda che i partecipanti al pool sono pregati di trovarsi alle ore 08.30 nel Settore Stampa, allestito all’esterno di fronte all’ingresso dell’Aula Paolo VI, da dove saranno chiamati per accedere all’Aula del Sinodo, sempre accompagnati da un ufficiale della Sala Stampa della Santa Sede, rispettivamente dal Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali.

BOLLETTINO

Il prossimo Bollettino N. 17, con l’omelia del Santo Padre Benedetto XVI per la Celebrazione Eucaristica sul sagrato della Basilica Vaticana di domani, domenica 12 ottobre 2008 verrà pubblicato lunedì 13 ottobre 2008. Il Bollettino N. 18, riguardante i lavori della Dodicesima Congregazione Generale della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi di lunedì mattina 13 ottobre 2008, sarà a disposizione dei giornalisti accreditati conclusione della Congregazione Generale.

NOTIZIARIO TELEFONICO

Durante il periodo sinodale sarà in funzione un notiziario telefonico:
- +39-06-698.19 con il Bollettino ordinario della Sala Stampa della Santa Sede;
- +39-06-698.84051 con il Bollettino del Sinodo dei Vescovi, antemeridiano;
- +39-06-698.84877 con il Bollettino del Sinodo dei Vescovi, pomeridiano.

ORARIO DI APERTURA DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE

La Sala Stampa della Santa Sede, in occasione della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi resta aperta secondo il seguente orario:

- Domenica 12 ottobre: ore 09.30 - 13.00- Lunedì 13 ottobre e martedì 14 ottobre: ore 09.00 - 16.00
- Mercoledì 15 ottobre: ore 09.00 - 20.00
- Giovedì 16 ottobre e venerdì 17 ottobre: ore 09.00 - 16.00
- Sabato 18 ottobre: 09.00 - 19.00
- Domenica 19 ottobre: ore 10.00 - 13.00
- Da lunedì 20 ottobre a sabato 25 ottobre: ore 09.00 - 16.00
- Domenica 26 ottobre: ore 09.00 - 13.00

Il personale dell’Ufficio Informazioni e Accreditamenti è disposizione (nell’ingresso a destra):
- Lunedì-Venerdì: ore 09.00-15.00
- Sabato: ore 09.00-14.00

Eventuali cambiamenti saranno comunicati appena possibile, tramite annuncio nella bacheca della Sala dei giornalisti presso la Sala Stampa della Santa Sede, nel Bollettino informativo della Commissione per l’informazione della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi e nell’area Comunicazioni di servizio del sito Internet della Santa Sede.

 
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- Indice Bollettino Synodus Episcoporum - XII Assemblea Generale Ordinaria - 2008
  [Plurilingue, Francese, Inglese, Italiano, Spagnolo, Tedesco]

- Indice Sala Stampa della Santa Sede
 
[Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]

 

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