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DICASTERO PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
Conferenza Stampa
per la presentazione della
Nota circa l’esperienza spirituale legata a Medjugorje
Presentazione
di S.E. Card. Víctor Manuel FERNÁNDEZ
19 settembre 2024
Queste mie parole, anche se le pagine stampate verranno distribuite ai
giornalisti per il loro uso, non costituiscono un documento ufficiale.
Includeranno alcune spiegazioni che possono aiutare a cogliere meglio il senso
della decisione presa. Su alcuni dettagli di quanto dirò ci sono già state nel
mondo lunghe discussioni che potrebbero ancora continuare, e io do semplicemente
la mia interpretazione di questi dati, condivisa da tante altre persone che
hanno studiato la questione.
Non ripeterò, dunque, quello che dice la
Nota, anche se spero che sia letta
accuratamente, perché quello che dirò adesso completa quella
Nota, aggiungendo
alcuni elementi utili.
Conosciamo il parere negativo del Vescovo emerito di Mostar sugli eventi di
Medjugorje, che si è espresso molte volte e in maniere molto diverse. Lui aveva
il diritto e il dovere di farlo. Dato che non c’era un consenso pieno attorno
alla sua visione, l’Episcopato dell’allora Iugoslavia ha creato una Commissione
di studio e al termine dei lavori, nel 1991, ha rilasciato la cosiddetta
Dichiarazione di Zara sugli avvenimenti di Medjugorje.
A differenza dell’opinione più decisa del Vescovo di Mostar, la Dichiarazione di
Zara dice soltanto che: «sulla base delle ricerche sin qui compiute non è
possibile affermare che si tratta di apparizioni e fenomeni soprannaturali».
Poi, riferendosi ai numerosi pellegrini, propone che «a Medjugorje e con
Medjugorje si possa promuovere una sana devozione verso la Beata Vergine Maria,
in armonia con l’insegnamento della Chiesa».
Questo rapporto non ha prodotto gli effetti che ci si aspettava per cui Papa
Benedetto XVI ha deciso di creare una Commissione Internazionale, estranea ai
problemi interni della Chiesa in Iugoslavia. Vediamo le conclusioni di questa
Commissione Internazionale della Santa Sede, chiamata “Commissione Ruini”.
Riguardo alla fase iniziale del fenomeno “Medjugorje”, la Commissione ritiene
che «nelle prime sette apparizioni, tra il 24 giugno e il 3 luglio 1981, i
ragazzi, psichicamente sani, non sono stati influenzati da nessuno ed hanno
concordemente attestato di vedere la Madonna che affidava loro messaggi di
conversione e penitenza. Cioè, la devozione sorta a Medjugorje ha un’origine
soprannaturale, è autentica».
E questi sono i risultati della votazione sulle prime sette presunte
apparizioni:
Constat de supernaturalitate: 13 voti favorevoli
Constat de non supernaturalite: 1
Nondum decernendum: 1
Riguardo alla soprannaturalità delle successive apparizioni, il rapporto dice
che nella fase successiva si può pensare ad un influsso esterno da parte di vari
soggetti e le apparizioni diventano quasi “programmate”. Nonostante soltanto 2
Membri abbiano espresso un Constat de non supernaturalite per queste
apparizioni successive, 12 Membri invece hanno votato con Nondum decernendum:
cioè non si trovavano in condizione di emettere un giudizio definitivo.
Riguardo ai frutti del fenomeno, questi sono i risultati:
Effetti positivi: 5 voti.
Effetti misti, ma prevalentemente positivi: 6 voti.
Effetti misti: 3 voti.
Come sapete, nel mondo ci sono migliaia di gruppi legati a Medjugorje. In una
piccola percentuale (5 o 6 diocesi) si sono verificati problemi importanti, ad
esempio a Scottsdale, Denver, Kurescek, e questo impedisce di parlare di effetti
solamente positivi. Per questa ragione alcuni membri parlano di frutti misti.
Poi l’opinione è maggiormente favorevole alla nomina di un’Autorità dipendente
dalla Santa Sede e all’erezione di un Santuario pontificio.
L’atteggiamento dei Sommi Pontefici:
San Giovanni Paolo II
Il 6 luglio 1995 fu preannunciata una visita di Giovanni Paolo II a Medjugorje,
durante il viaggio apostolico a Sarajevo. Il Papa, in alcune lettere private, si
era infatti espresso positivamente su Medjugorje e aveva manifestato il
desiderio di visitare quel luogo. Informato di ciò, Mons. Perić, Vescovo di
Mostar, suggeriva all’allora Congregazione per la Dottrina della Fede di evitare
tale visita.
Due lettere del Papa San Giovanni Paolo II sono di speciale importanza, delle
quali riporto alcuni passaggi:
«[…] Ringrazio Sofia per quello che mi fa sapere su Medjugorje. Anch’io visito
ogni giorno questo luogo quando prego: mi unisco a tutti quelli che
pregano lì e ricevono da lì una chiamata alla preghiera» (Lettera dell’8
dicembre 1992 a Marek e Zofia Skmarnickidi, in Emmanuel Maillard, Il bambino
nascosto di Medjugorje, Shalom, 2012);
«[…] Purtroppo non sono mai stato a Medjugorje, anche se il mio sguardo è
rivolto verso quel luogo. Dica questo a sua moglie. Guardo verso quella
parte e mi sembra che quanto di terribile oggi avviene nei Balcani non si
possa capire senza Medjugorje» (Lettera del 6 dicembre 1993 al Signor Marek,
Ib.).
Secondo diversi testimoni, che ripetono pure quanto detto in queste lettere, il
santo Papa diverse volte ha espresso un suo intenso desiderio di visitare
Medjugorje.
Benedetto XVI
Abbiamo un chiaro pensiero dell’allora Cardinale Ratzinger proprio a riguardo di
Medjugorje, risalente al 1985. Diceva l’allora Prefetto della Congregazione per
la Dottrina della Fede: «Uno dei nostri criteri è separare l’aspetto della vera
o presunta “soprannaturalità” dell’apparizione da quello dei suoi frutti
spirituali. I pellegrinaggi della cristianità antica si dirigevano verso luoghi
a proposito dei quali il nostro spirito critico di moderni sarebbe talvolta
perplesso quanto alla “verità scientifica” della tradizione che vi è legata. Ciò
non toglie che quei pellegrinaggi fossero fruttuosi, benefici, importanti per
la vita del popolo cristiano. Il problema non è tanto quello della
ipercritica moderna (che finisce poi, tra l’altro, in una forma di nuova
credulità) ma è quello della valutazione della vitalità e dell’ortodossia
della vita religiosa che si sviluppa attorno a questi luoghi».
Vedete, in questo brano il Card. Ratzinger usa l’espressione: “attorno a”. Nelle
Norme recentemente pubblicate si dice: “in mezzo a”, ma in definitiva si afferma
la stessa cosa: al di là dell’origine soprannaturale delle apparizioni o meno,
cosa succede di fatto “attorno a” o “in mezzo a” Medjugorje? C’è una vitalità
spirituale, fede, conversione, frutti positivi? Si vede che Dio sta operando
cose buone? Lo Spirito Santo agisce li? Non diciamo che lo fa “a causa di” né
“attraverso” le apparizioni, sulla cui origine non esprimiamo un giudizio. Quel
criterio dell’allora Card. Ratzinger è lo stesso di Papa Francesco ed è quello
che si applica in questa Nota.
Francesco
La visione di Papa Francesco è molto esplicita nelle parole pronunciate nel
volo
di ritorno da Fatima nel 2017:
«Medjugorje: è stata fatta una commissione presieduta dal Cardinale Ruini. L’ha
fatta Benedetto XVI. Io, alla fine del ’13 o all’inizio del ’14, ho ricevuto dal
Cardinale Ruini il risultato. Una commissione di bravi teologi, vescovi,
cardinali. Bravi, bravi, bravi. Il rapporto-Ruini è molto, molto buono.
Poi, c’erano alcuni dubbi nella Congregazione per la Dottrina della Fede e la
Congregazione ha giudicato opportuno inviare a ognuno dei membri […] anche le
cose che sembravano contro il rapporto-Ruini. […] Non mi è sembrato giusto: era
come mettere all’asta – scusatemi la parola – il rapporto-Ruini, che era
molto ben fatto. […] Il nocciolo vero e proprio del rapporto-Ruini: il fatto
spirituale, il fatto pastorale, gente che va lì e si converte, gente che
incontra Dio, che cambia vita… Per questo non c’è una bacchetta magica, e
questo fatto spirituale-pastorale non si può negare» (Conferenza stampa del
Santo Padre durante il volo di ritorno da Fatima, 13 maggio 2017).
In quella conferenza stampa, Papa Francesco ha detto pure di aver deciso di
nominare un inviato speciale per vedere ed esaminare le cose sul posto, per
poter poi dire una parola al riguardo.
Quando Sua Ecc.za Mons. Henryk Hoser è stato nominato Inviato Speciale della
Santa Sede “per esaminare” la situazione a Medjugorje, si sa che le
conclusioni del suo esame, dopo aver vissuto per un periodo a Medjugorje, sono
state molto positive, nella linea del rapporto Ruini.
Anni dopo, l’attuale Visitatore apostolico, Sua Ecc.za Mons. Aldo
Cavalli, anche se preferisce non dare un parere sulla soprannaturalità dei
messaggi, ha avuto anche lui uno sguardo molto favorevole, scaturito dalla sua
esperienza maturata sul posto. Giorni fa, infatti, ho parlato a lungo con lui e
mi ha raccontato la sua vita quotidiana a Medjugorje, che secondo lui è un’oasi
di pace e di fede dove Dio, attraverso la Regina della Pace, fa tanto bene. Poi
ci sono gli innumerevoli frutti positivi diffusi in tutto il mondo, che Papa
Francesco conosce bene.
Il 14 gennaio del 2019 è stata resa pubblica una disposizione del Santo Padre,
secondo la quale «è possibile organizzare pellegrinaggi a Medjugorje, sempre che
si abbia cura di evitare che siano interpretati come una autenticazione degli
avvenimenti».
Su questa scia, l’attuale nihil obstat
Da quanto abbiamo avuto modo di vedere fino ad ora, quello che risalta nei
Pontefici è un atteggiamento di grande rispetto di fronte a una devozione tanto
diffusa nel popolo di Dio, che si traduce in un’analisi del fenomeno spirituale
positivo che accade nel cuore del popolo, piuttosto che in una conclusione
sull’origine soprannaturale o meno del fenomeno. Questo si esprime nel nulla
osta previsto dalle
nuove Norme del Dicastero. Si analizza il fenomeno che
oggi possiamo costatare e si arriva a una conclusione pastorale.
Riguardo ad un evento spirituale, i fedeli, tramite il nihil obstat,
«sono autorizzati a dare ad esso in forma prudente la loro adesione» (Norme,
art. 22, §1: cf. Benedetto XVI,
Verbum Domini, n. 14). Questa
determinazione indica che i fedeli possono ricevere uno stimolo positivo per la
loro vita cristiana in questa proposta spirituale, e si autorizza pure il culto
pubblico, perché ad ogni modo in mezzo ad essa (non a causa dei presunti fenomeni soprannaturali) si sono verificati
molti frutti positivi e non si avverte il pericolo che si siano ampiamente
diffusi nel Popolo di Dio effetti negativi o rischiosi.
Anche se il decreto viene emanato dal Vescovo locale, in un caso di così tanta
diffusione mondiale, il Dicastero è coinvolto in una maniera del tutto speciale.
Tenendo conto della complessa storia locale, il Vescovo dice ai suoi preti che
loro possono aderire o meno a questo fenomeno, ma data la portata mondiale di
quest’esperienza spirituale, il Dicastero fa un’analisi più ampia.
Infatti, al di là dei pellegrinaggi a Medjugorje, la devozione alla Madre di
Dio, Regina della Pace, è diffusa in tutto il mondo. In molte nazioni sono sorti
tantissimi gruppi di preghiera e devozione mariana, ispirati all’esperienza
spirituale di Medjugorje. Sono nate anche opere di carità legate a diverse
comunità e associazioni, in particolare a quelle che si occupano di orfani,
tossicodipendenti, alcolisti, disabili e ragazzi con diverse problematiche.
Ma non è solo una spiritualità di gruppi ecclesiali, ma è diventato un fenomeno
popolare che non tiene conto tanto dei messaggi o delle discussioni sull’origine
soprannaturale. Ciò che attira è la Regina della Pace e la presenza della sua
immagine che trasmette pace e che si trova nei posti più diversi.
In tanti piccoli paesi, in campagna, dappertutto si trova una nicchia con
l’immagine della Regina della Pace. Devo confessare che quando io ero parroco in
Argentina, avevo proposto ai fedeli di diversi quartieri di costruire delle
edicole con l’immagine della Madonna, e la prima immagine che mi hanno proposto
è stata quella della Regina della Pace.
I messaggi
Insieme ai frutti che sono stati menzionati nella Nota, senza riferirci
all’origine soprannaturale, il Dicastero ha dovuto analizzare i messaggi, perché
questo è un compito diretto del Dicastero.
La maggior parte dei messaggi ha un bel contenuto che può stimolare i fedeli
alla conversione, a crescere nell’incontro con Cristo, ad essere costruttori di
pace nel mondo. Cioè, ripropongono gli incoraggiamenti e le esortazioni del
Vangelo con altre parole più vicine al linguaggio semplice dei nostri popoli.
Ci sono pure altri pochi messaggi che possono contenere frasi non precise da un
punto di vista accademico, frasi non proprio da san Tommaso d’Aquino. Ad
esempio, è stato criticato un messaggio dove si dice che i defunti provano gioia
quando si offre la Messa per loro. Si tratta di un linguaggio popolare, poetico,
esistenziale, non prettamente teologico. Ma se qualcuno guarda con una lente
d’ingrandimento, arriva a dire che questo è un errore dottrinale, perché
significherebbe che non c’è nessun condannato, o dirà che non si può parlare di
gioia se i defunti sono nel purgatorio. Ma qua c’è un altro linguaggio che alla
fine trasmette una convinzione molto cattolica: che è bello e buono pregare per
i nostri defunti, e che questo atto di carità vale più della nostra tristezza
per la loro morte.
D’altra parte, bisogna ricordare che, quando ci sono esperienze spirituali di
diverso tipo, non c’è un dettato, la Madonna non dice: “ripeti o scrivi parola
per parola ciò che ti dico”. La persona percepisce un contenuto e fa lo sforzo
di ricordarlo e di esprimerlo come meglio possibile, e può darsi che non trovi
le parole più adatte per farlo. Allora ciò significa che questi presunti
messaggi non si devono leggere come se fossero un testo magisteriale, un pezzo
di teologia accademica o di catechismo. Si deve cogliere il nocciolo, il
pensiero profondo che sta dietro all’imperfezione delle parole.
Per di più, la Nota ricorda un principio decisivo: quando si riconosce l’azione
dello Spirito Santo in mezzo a un’esperienza spirituale, non significa che tutto
quello che appartiene a quell’esperienza sia esente da ogni imprecisione,
imperfezione o possibile confusione. Va ricordato nuovamente che questi fenomeni
«a volte appaiono connessi ad esperienze umane confuse, ad espressioni imprecise
dal punto di vista teologico o ad interessi non del tutto legittimi» (Norme,
n. 14). Questo, dunque, non esclude la possibilità di «qualche errore d’ordine
naturale non dovuto a una cattiva intenzione, ma alla percezione soggettiva del
fenomeno» (art. 15,2°).
Dopo lo studio della Commissione della Conferenza Episcopale Iugoslava, il
Vescovo Segretario della Commissione riconosceva che, anche se alcuni messaggi
potevano essere erronei, confusi o senza significato, «la maggior parte di
questi messaggi attua l’insegnamento del Vangelo e della Chiesa […] e come tali
sono il fondamento del suo rinnovamento e della prosperità di tanti fedeli».
Sono parole riportate pure dal Nunzio a novembre 1990.
Qualcuno potrà ancora contestare questa scelta di dare un nulla osta
generale ai testi pubblicati, dicendo che, essendoci altri testi dottrinalmente
chiarissimi che i fedeli possono leggere, questi messaggi, che appaiono a volte
poco precisi, sarebbe meglio proibirli. Ma se facciamo così non resterebbe molto
da leggere neanche tra gli autori spirituali. O resterebbe solo un genere di
testi molto precisi col conseguente impoverimento dell’ampia ricchezza
spirituale della Chiesa. Si dovrebbero proibire, ad esempio, testi dei dottori
della Chiesa come santa Caterina da Siena, santa Teresa di Lisieux o addirittura
san Giovanni della Croce.
Facciamo un esempio. Nel Poema Fiamma d’amor viva, il santo dottore
Giovanni della Croce dice – seguite il ragionamento –: «il centro e il fondo
della mia anima è la più pura e intima sostanza di essa» (4, 3). Ma parla pure
sull’«infinito centro della sostanza dell’anima» (2, 8). Qui le cose si
complicano perché: in che senso la sostanza dell’anima sarebbe infinita? Ma
ancora più problematico è il fatto che si afferma che questo «centro dell’anima
è Dio» (1, 12). Se non si interpretano adeguatamente, questi testi del santo
dottore fanno pensare che la sostanza dell’anima è Dio stesso. Vi sembra un
linguaggio preciso, che non potrebbe produrre confusioni?
Nel caso di santa Teresina, anche lei dottore della Chiesa, vediamo ad esempio
questa frase:
«Sento sempre la stessa audace fiducia di diventare una grande Santa, perché non
faccio affidamento sui miei meriti, visto che non ne ho nessuno, ma spero
in Colui che è la Virtù, la Santità stessa: è Lui solo che, accontentandosi dei
miei deboli sforzi, mi eleverà fino a Lui e, coprendomi dei suoi meriti
infiniti, mi farà Santa» (Ms A, 32rº: 124).
Guardate invece cosa insegna il Concilio di Trento:
«Se qualcuno affermasse che i giusti non devono aspettare e attendere l’eterna
retribuzione da parte di Dio […] come ricompensa per le buone opere […] sia
anatema» (Conc. di Trento, Can. sulla giustificazione, 26).
«Se qualcuno dice che le buone opere dell’uomo giustificato in tale modo sono
doni di Dio, che non sono anche buoni meriti dell’uomo giustificato stesso...
sia anatema» (Can. 32).
Quando santa Teresita è stata proposta come dottore della Chiesa, alcuni erano
contrari perché dicevano che era luterana, a motivo proprio di questi suoi
testi. Non sono mancati, infatti, i fanatici che hanno proposto di proibire che
i fedeli leggessero questi autori, come al tempo in cui si proibiva pure la
lettura della Bibbia perché portava a confusioni. Ma il loro messaggio si
capisce interpretando l’insieme dei suoi testi piuttosto che i dettagli isolati.
E sia san Giovanni della Croce che santa Teresina avevano avuto una lunga
formazione in convento, a differenza di quei ragazzini di Medjugorje.
Quello che accade è che il linguaggio mistico punta a trasmettere ai cuori il
desiderio di Dio, la voglia di fidarsi pienamente di lui, la capacità di
dimenticare se stessi davanti alla gloria infinita di Dio, e riescono ad
attirare tante persone nel cammino di maturazione spirituale. Il loro
linguaggio, quello più simbolico e sintetico, punta a questo, e tante volte è
molto più efficace per questo scopo della Somma Teologica.
Nell’esperienza spirituale dei presunti veggenti di Medjugorje, sia che abbia o
meno un’origine soprannaturale diretta, possiamo pensare anzitutto che c’è un
vissuto interno che tenta di tradursi in parole, e che essi lo fanno con i pochi
elementi che possono aver ricevuto nella catechesi.
La domanda è piuttosto questa: a cosa ci stimolano questi testi? Con il loro
linguaggio semplice ed esistenziale, attirano molte persone che ne ricavano uno
stimolo per la loro vita. Allora, quando dicono che i morti gioiscono quando
offriamo la Messa per loro, ci chiamano a un gesto di misericordia verso i
defunti e ad avere una profonda fiducia nel valore del sacrificio della Messa, e
queste cose sono profondamente cattoliche, in un mondo che non crede a niente,
anche se un teologo con la lente d’ingrandimento potrebbe dire giustamente che
sono parole poco precise o addirittura errori dottrinali.
Allora, noi adesso accogliamo questi messaggi, quelli pubblicati nel volume
citato nella Nota, non come rivelazioni private, perché non abbiamo una certezza
che siano messaggi della Madonna, ma li accogliamo solo come testi edificanti
che possono stimolare una vera e bella esperienza spirituale.
Ma su questo punto la Nota insiste su un altro principio: i messaggi vanno
accolti e valutati nel loro insieme. È proprio in questa visione
d’insieme che i testi meno chiari diventano luminosi e completi. Più che i
dettagli, ciò che conta soprattutto sono le grandi esortazioni che appaiono
insistentemente nell’insieme dei messaggi. Questo vale sia per i testi dei
grandi dottori, come san Giovanni della Croce e Santa Teresita, sia per questi
semplici testi di Medjugorje.
Andiamo avanti. Cosa possiamo sottolineare come aspetti centrali e specifici di
questa esperienza di Medjugorje?
In primo luogo, la proposta di pace, che si traduce in una figura simbolica
nella Regina della Pace:
«Cari figli, sono venuta a voi e mi sono presentata come Regina della Pace
perché mi manda mio Figlio. Desidero, cari figli, aiutarvi. Aiutarvi affinché
venga la pace» (10.08.2012).
«Amatevi gli uni gli altri. Siate fratelli tra di voi ed evitate ogni litigio»
(25.12.1981). «Cari Figli, anche oggi vi voglio invitare al perdono. Perdonate,
figli miei! Perdonate gli altri, perdonate voi stessi» (13.03.2010).
Questa carità, che ci permette di portare la pace nel mondo, implica pure di
amare quelli che non sono cattolici. Questo è un punto che si comprende meglio
nel contesto ecumenico e interreligioso della Bosnia-Erzegovina, segnato da una
terribile guerra con forti componenti religiose:
«Sulla terra voi siete divisi, ma siete tutti figli miei. Musulmani, ortodossi,
cattolici, tutti siete uguali davanti a mio Figlio e a me. Siete tutti figli
miei. Ciò non significa che tutte le religioni siano uguali davanti a Dio, ma
gli uomini sì. Non basta, però, appartenere alla Chiesa cattolica per essere
salvati: occorre rispettare la volontà di Dio […] A chi poco è stato dato, poco
sarà chiesto» (20.05.1982). «Voi non siete veri cristiani se non rispettate i
vostri fratelli che appartengono alle altre religioni» (21.02.1983).
Come non richiamare a una pace tra le religioni nel contesto di una guerra
fortemente segnata dalle diverse identità religiose?
Nei messaggi appare, poi, un costante invito ad abbandonare uno stile di vita
mondano con frequenti richiami alla conversione, e questo appare come il tema
centrale: «Cari figli! Oggi vi invito alla conversione. Questo è il
messaggio più importante che vi ho dato qui» (25.02.1996).
«Il mio Cuore brucia d’amore per voi. La sola parola che desidero dire al mondo
è questa: conversione, conversione. Fatelo sapere a tutti i miei figli. Chiedo
soltanto conversione» (25.04.1983).
Al tempo stesso, emerge un’insistente esortazione a non sottovalutare la
gravità del male e del peccato, ma a prendere molto sul serio la chiamata di
Dio a lottare contro il male e contro l’influsso di Satana, senza spaventarsi
delle prove.
«Voi avete permesso, senza accorgervene, che [Satana] prendesse il sopravvento
in voi, che vi dominasse [...] Non cedete, figli miei! Asciugate dal mio volto
le lacrime che verso osservando quello che fate. Guardatevi intorno! Trovate il
tempo per accostarvi a Dio in Chiesa. Venite nella casa del Padre vostro.
Trovate il tempo per riunirvi in famiglia e supplicare la grazia da Dio.
Ricordatevi dei vostri morti, date loro gioia con la celebrazione della Messa.
Non guardate con disprezzo il povero che vi supplica per una crosta di pane. Non
cacciatelo dalla vostra mensa piena. Aiutatelo! E anche Dio aiuterà voi [...]
Voi, figli miei, avete dimenticato tutto questo. In ciò ha contribuito anche
satana. Non cedete!» (28.01.1987).
La Madonna parla di un’opportunità perché finisca la guerra, ma questo richiede
la cooperazione dei cristiani con il dono della propria esistenza. Ciò implica
una forte chiamata alla responsabilità: «Voi parlate ma non vivete: è per
quello, figliuoli, che questa guerra dura così a lungo. Vi invito ad aprirvi a
Dio e a vivere con Dio nel vostro cuore» (25.10.1993).
In tale contesto troviamo un invito costante alla preghiera nelle sue diverse
forme, ma accanto alla preghiera ci deve essere l’amore fraterno, centro del
Vangelo: «Questa è l’unica verità ed è quella che mio Figlio vi ha
lasciato. Non dovete esaminarla molto: vi è chiesto di amare e di dare»
(02.01.2015).
Ci sono, poi, pressanti inviti alla testimonianza personale:
«Figli miei, vi è data la grande grazia di essere testimoni dell’amore di Dio.
Non prendete alla leggera la responsabilità a voi data» (02.11.2012).
«Apostoli del mio amore, figli miei, voi siate come raggi di sole che, col
calore dell’amore di mio Figlio, riscaldano tutti attorno a loro. Figli miei, al
mondo servono apostoli d’amore» (02.10.2018).
Aspetti da considerare con cura
Abbiamo detto precedentemente che in queste esperienze spirituali c’è di solito
una mescolanza tra quello che potrebbe venire da Dio ed altre cose che possono
venire dai desideri, dalle storie vissute, dalla formazione ricevuta, dalla
cultura dei presunti veggenti. A ben riflettere, se tutto ciò accade anche nella
Bibbia, dove si deve discernere tra quello che è un insegnamento divino e quello
che è cultura o debolezza umana, a maggior ragione accade in queste esperienze
spirituali. La domanda allora è: quali sarebbero i punti deboli in questi
messaggi di Medjugorje?
Per alcuni è problematica la frequenza dei messaggi, che in realtà non
aggiungono niente e che a volte insistono troppo sulla necessità di ascoltare
questi messaggi: “Ascoltate i miei messaggi”, “accogliete i miei messaggi”,
“vivete i miei messaggi”. A volte, addirittura la Vergine parla dei suoi piani
di salvezza e insiste che siano accolti, come se avesse dei piani diversi da
quelli di Dio. In questo senso, appare il pericolo di creare una dipendenza
eccessiva rispetto alle apparizioni e ai messaggi.
Ma colpisce il fatto che diversi messaggi di Medjugorje avvertono di non cadere
proprio in questo rischio:
«Non andate in cerca di cose straordinarie, ma piuttosto prendete il Vangelo,
leggetelo e tutto vi sarà chiaro» (12.11.1982).
«Perché fate tante domande? Ogni risposta è nel Vangelo» (19.09.1981).
«Non credete alle voci menzognere che vi parlano di cose false, di una falsa
luce. Voi, figli miei, tornate alla Scrittura!» (02.02.2018).
«Figli miei, leggete il libro dei Vangeli: è sempre qualcosa di nuovo, è ciò che
vi lega a mio Figlio, che è nato per portare parole di vita a tutti i miei
figli» (02.11.2019).
«Voi cercate i segni e i messaggi e non vedete che Dio vi invita con il sorgere
del sole al mattino, che voi vi convertiate e ritorniate sul cammino della
verità e della salvezza» (25.09.1998). «Che i campi di grano vi parlino della
misericordia di Dio verso ogni creatura» (25.08.1999). «Dio vi vuole salvare e
vi manda messaggi attraverso gli uomini, attraverso la natura e attraverso molte
altre cose che vi possono aiutare a comprendere che dovete cambiare la direzione
della vostra vita» (25.03.1990).
«Io vi sono più vicina durante la Messa che durante l’apparizione. Molti
pellegrini vorrebbero essere presenti nella stanzetta delle apparizioni e perciò
si accalcano attorno alla canonica. Quando si spingeranno davanti al
tabernacolo, come ora fanno davanti alla canonica, avranno capito tutto, avranno
capito la presenza di Gesù, perché fare la Comunione è più che essere veggente»
(12.11.1986).
«Voi mi chiedete il segno perché si creda alla mia presenza. Il segno verrà. Ma
voi non ne avete bisogno: voi stessi dovete essere un segno per gli altri»
(08.02.1982).
«Cari figli, io vi parlo come Madre: con parole semplici [...] Mio Figlio
invece, che viene dall’eterno presente, lui vi parla con parole di vita e semina
amore nei cuori aperti» (02.10.2017).
Questi messaggi sono chiarissimi e da tenere in speciale considerazione. Così
sembra che, nell’insieme dei messaggi, si mescolino inviti preziosi che hanno il
profumo del Vangelo con i comprensibili desideri dei presunti veggenti che
sperano che questi appelli vengano ascoltati affinché il mondo ascolti Cristo e
cambi. Ecco perché, nello stesso momento in cui appare l’insistenza schiacciante
nell’ascoltare i messaggi, sembra che la Madre del cielo si sia fatta strada
dicendo: non soffermatevi su questi messaggi, leggete il Vangelo, non
concentratevi tanto su queste cose straordinarie, cercate Cristo che è l’unico
Salvatore.
Di conseguenza, il problema che eventualmente si pone viene risolto all’interno
dello stesso insieme di messaggi. Questo, quindi, non è problematico perché ciò
che dicono i messaggi è il Vangelo stesso espresso in parole esistenziali,
attuali, semplici. Quando la Madonna chiede di essere ascoltata, è il suo invito
a cercare l’amore di Dio e di Gesù Cristo, che deve essere messo in pratica.
Questo è evidenziato molto chiaramente in alcuni messaggi:
«Ecco, per questo io sono con voi, per insegnarvi ed avvicinarvi all’Amore di
Dio» (25.05.1999).
«Non vacillate nella fede e non domandatevi il perché pensando che siete soli e
abbandonati ma aprite i vostri cuori, pregate e credete fermamente e allora il
vostro cuore sentirà la vicinanza di Dio, e che Dio non vi abbandona mai e che è
al vostro fianco in ogni momento» (25.12.2019).
«Pregate, e attraverso la preghiera incontratevi con mio Figlio, affinché
egli vi conceda la forza, affinché egli vi conceda la grazia»
(23.06.2017).
«Io non dispongo direttamente delle grazie divine» (31.08.1982).
«Vivendo i miei messaggi, desidero condurvi a mio Figlio. In tutti questi anni
in cui sono insieme a voi, il mio dito è rivolto verso mio Figlio, verso
Gesù» (28.12.2012)
«Vi invito, cari figli, affinché la vostra vita sia unita a Lui. Gesù è il Re
della Pace e solo Lui può darvi la pace che voi cercate. Io sono con voi e vi
presento a Gesù» (25.12.1995). «Fra le mie mani ho il piccolo Gesù, il Re della
pace» (25.12.2002). «Con grande gioia vi porto il Re della Pace, affinché Egli
vi benedica con la sua benedizione» (25.12.2007).
«Desidero avvicinarvi sempre di più a Gesù e al suo cuore ferito affinché siate
capaci di capire l'amore senza misura che si è dato per ognuno di voi. Per
questo, cari figli, pregate affinché dai vostri cuori sgorghi una fonte di amore
su ogni uomo e su quelli che vi odiano e vi disprezzano; così, con l'amore di
Gesù, sarete capaci di vincere ogni miseria in quel mondo doloroso che è senza
speranza per quelli che non conoscono Gesù» (25.11.1991).
Pertanto, quello che conta è stare attenti a ciò che l’insieme delle
manifestazioni di Medjugorje ci ricorda circa gli insegnamenti del Vangelo, e ad
ogni modo concentrare lo sguardo non sui dettagli.
Ma questa insistenza nell’ascoltare i messaggi diventa problematica in alcuni
messaggi in cui la Vergine dà degli ordini circa date, posti, aspetti pratici,
prende decisioni su questioni ordinarie che si dovrebbero discernere in
comunità. È il modello di “Madonna postino” che Papa Francesco rifiuta. Ad
esempio, quando dice a che ora deve essere celebrata la Messa, o cosa si deve
fare il prossimo Avvento, o quando la Chiesa deve festeggiare la memoria della
sua nascita. Ricordiamo il seguente messaggio che fa parte di questa categoria:
«Il 5 agosto prossimo si celebri il secondo millennio della mia nascita […] Vi
chiedo di prepararvi intensamente con tre giorni […] In questi giorni non
lavorate» (01.08.1984).
Anche se messaggi di questo tipo non sono frequenti in questa esperienza di
Medjugorje e alcuni non sono stati nemmeno pubblicati, ne troviamo alcuni che si
spiegano solo a partire dai desideri personali dei presunti veggenti. È
ragionevole che i fedeli, facendo uso della prudenza e del buon senso, non
prendano sul serio o non diano retta a questi dettagli. Si deve ricordare sempre
che nelle esperienze spirituali di questo tipo, insieme agli elementi positivi
ed edificanti, ce ne sono altri meno importanti.
Pareri negativi. Ombre su Medjugorje
Quello che vi ho appena accennato è uno degli argomenti utilizzati da coloro che
hanno detto che il fenomeno di Medjugorje è falso e persino dannoso per i
fedeli.
Rispetto a questi pareri negativi, l’allora Congregazione per la Dottrina della
Fede, agli inizi del pontificato di Papa Francesco, si era manifestata molto
contraria al rapporto Ruini, basandosi soprattutto sul parere di due persone che
concludevano il loro studio orientandosi addirittura verso un’origine demoniaca
del fenomeno Medjugorje.
Tra i commenti che sostengono un parere negativo su Medjugorje, ne ricordiamo
qualcuno.
Alcuni indicavano che la vita dei ragazzi non era esemplare. E lo dicevano
raccontando alcuni dettagli come ad esempio il fatto che nel periodo anteriore
alla prima apparizione una delle ragazze fumava, insinuando il dubbio di aver
rubato le sigarette al padre. Si sottolineava pure il fatto che i ragazzi hanno
riconosciuto di aver mentito due volte, una per non far conoscere un messaggio
che si considerava privato e un’altra sotto pressione del padre Vlasic. Essi
hanno riconosciuto che quella è stata l’unica volta in cui il padre Vlasic è
riuscito a fare pressione su qualcuno dei ragazzi contro la sua volontà.
Alcuni sottolineano l’assenza delle virtù eroiche: ma non è detto che le persone
che ricevono doni carismatici o messaggi debbano esercitare le virtù in grado
eroico. Ciò è richiesto per una beatificazione, e quando si procede alla
beatificazione di qualcuno c’è un criterio molto importante: la beatificazione
non implica il riconoscere come autentici i presunti fenomeni soprannaturali
vissuti da quella persona. Ambedue queste cose vanno separate. Anche nel caso in
cui ci fosse la dichiarazione dell’origine soprannaturale, questo non offre
alcuna sicurezza sulla santità delle persone. Sono due cose diverse, perché,
come spiega la Nota: «quando si riconosce un’azione dello Spirito per il bene
del popolo di Dio “in mezzo a” un’esperienza spirituale dalle sue origini fino
ad oggi, i doni carismatici (gratiae gratis datae) – che possano essere
collegati ad essa – non esigono necessariamente la perfezione morale delle
persone coinvolte per poter agire» (Nota, n. 1).
Il fatto è che se una persona ha un carisma, ad esempio un carisma di
guarigione, quando cade in peccato non perde quel carisma e continua a curare.
Certo è che in alcuni casi, per prudenza, la Chiesa potrebbe proibire
l’esercizio di un carisma perché esiste un grave rischio di scandalo o di un uso
inadeguato del carisma.
Un’altra critica è stata che nessuno dei veggenti sia diventato prete o suora:
ma queste esperienze non debbono essere necessariamente collegate alla vita
religiosa.
È stato criticato anche il fatto che a volte la Vergine annuncia le apparizioni.
È vero che gli eventi iniziali erano inaspettati, mentre in seguito erano
prevedibili. Tuttavia, in altre apparizioni, come a Fatima, c’erano anche
indicazioni del luogo o dell’ora di un’apparizione.
È stato detto pure che ci sono messaggi contraddittori o non ortodossi, di cui
abbiamo già parlato, ma alcuni si sono fermati a denunciare un sincretismo
religioso, perché la Madonna avrebbe detto che tutte le religioni sono uguali.
Tuttavia, i messaggi su questo punto, che hanno un significato molto prezioso
nel contesto della guerra in Bosnia-Erzegovina, non lo affermano. Al contrario,
dicono proprio questo: «Ciò non significa che tutte le religioni siano uguali
davanti a Dio, ma gli uomini sì» (20.05.1982).
Un altro punto è che agli inizi di questi fenomeni ci sono stati sacerdoti non
esemplari, persino grandi peccatori, vicini ai presunti veggenti. Il padre
Vlasic, che era un grande propagandista di Medjugorje, è stato dimesso. Era un
uomo con molti problemi e confusioni, ma bisogna chiarire che le sue mancanze
morali e sessuali non coinvolgevano i presunti veggenti ma altre persone
esterne, soprattutto in Italia.
Non si trattava precisamente di un direttore spirituale, e di fatto un’altra
delle critiche è che questi ragazzi non avevano né avevano avuto una vera e
propria direzione spirituale che potesse illuminarli e guidarli. Questo padre
Vlasic è stato provvisoriamente in carica nella parrocchia di Medjugorje per
poco tempo, dopo il padre Jozo. Ma al tempo delle prime apparizioni c’era padre
Jozo. Vlasic era molto attivo per diffondere Medjugorje e dal 1986 si è
trasferito stabilmente in Italia. Lui cercava i ragazzi, ma non era altrettanto
vero che loro fossero attaccati a lui. In realtà le prime apparizioni succedono
quando non c’era alcun prete nel Paese, e sono continuate con lo stesso stile
quando loro non c’erano più. Su quei primi tempi di Medjugorje la Commissione
Ruini ha indagato e ha concluso che «i ragazzi, psichicamente sani, non sono
stati influenzati da nessuno ed hanno concordemente attestato di vedere la
Madonna».
Ma è pure vero che i francescani proteggevano i ragazzi dalla persecuzione del
governo comunista; due francescani sono stati dimessi ma dopo riabilitati dalla
Segnatura apostolica, diverse volte sono stati messi in prigione del governo
comunista. La situazione di questi francescani ha aspetti molto diversi e
complessi. Alcuni hanno fatto pure un mea culpa per aver lasciato un po’
soli questi ragazzi in una situazione che li superava.
Il punto più oscuro e triste è invece il lungo conflitto tra i francescani
ribelli (compresi quelli che lavoravano a Medjugorje) e i Vescovi. Ma questo va
molto oltre Medjugorje, incomincia molto prima (già nel 1975 c’era un decreto
della Santa Sede che ordinava che i francescani lasciassero le parrocchie) e non
è successo a causa di Medjugorje, ma per altri motivi storici che gettano delle
ombre anche sul loro lavoro a Medjugorje. Questo conflitto oggi continua con
alcuni francescani ribelli, ma questi non sono per niente legati a Medjugorje.
Quelli che aiutano a Medjugorje insieme al Visitatore sono lontani da quegli
atteggiamenti. Questo mi è stato confermato sia dal Vescovo di Mostar sia dal
Nunzio apostolico che dal Visitatore. Si tratta cioè di acqua passata che oggi
non coinvolge Medjugorje.
Pertanto è cruciale chiarire che questo nihil obstat alla devozione verso
Maria, Regina della Pace, non implica per niente una specie di vittoria dei
francescani ribelli che si sono messi fuori dalla comunione con la Chiesa e che
ancora debbono fare i conti.
D’ altra parte alcuni ripetono commenti che sono apparsi nei social senza
alcuna conferma. Di una delle veggenti si diceva che aveva comprato un intero
edificio molto costoso, ma la realtà era che aveva comprato solo l’appartamento
dove viveva. E così si ripetono tanti “avrebbe”, “sarebbe”.
Comunque, anche se ci fosse una vera azione divina in queste presunte
apparizioni, i veggenti non diventano impeccabili. Potevano e possono peccare.
Allora, ci si chiede: potrebbero peccare in futuro? Certo che sì. E tutto questo
non farà sì che le cose buone di Medjugorje diventino cattive o demoniache, e la
Regina della Pace continuerà a fare del bene.
Certamente se ci fosse uno scandalo, un fatto pubblico che possa confondere i
fedeli, ci vorrà un intervento sia del Visitatore apostolico sia dei Vescovi
della Diocesi coinvolta, sia da parte del Dicastero. Il nihil obstat non
risolve né chiude tutto per il futuro. È una determinazione aperta agli sviluppi
nel tempo e nello spazio. In questo caso si tratta di persone sposate con figli,
gente che lavora nella società, persone che vivono in mezzo al mondo sottoposte
a tentazioni come tutti gli altri, e non protette dal contesto religioso di un
convento. Comunque, rimarrà sempre ferma l’autorizzazione del culto pubblico a
Maria, Regina della pace.
Un contesto diverso
Ad ogni modo, tutte queste cose che sono state commentate per anni, oggi si
collocano oggi in un altro contesto, perché non stiamo riflettendo
sull’origine soprannaturale. Queste obiezioni potrebbero avere maggiore
importanza se ci fosse una dichiarazione di soprannaturalità, ma hanno
un’importanza minore in quanto ciò che si valuta è piuttosto il fenomeno
spirituale attuale, i frutti presenti, l’opera che lo Spirito Santo
compie in questo tempo “in mezzo a” questo fenomeno e non “a causa di” questo
fenomeno.
Se dico “a causa di questo fenomeno” o “per mezzo di questo fenomeno”, allora ho
bisogno di una certezza morale sulla sua origine soprannaturale. Ma se dico solo
che lo Spirito Santo fa cose buone “in mezzo a” questo fenomeno, non è
necessaria quella stessa certezza, ma soltanto elementi concreti e oggettivi
circa la situazione attuale.
Continuiamo quindi a parlare di presunti eventi soprannaturali e di
presunti messaggi soprannaturali, ma possiamo riconoscere che lo Spirito
Santo opera molto bene in questa devozione alla Regina della Pace, in mezzo ai
pellegrinaggi, agli incontri di preghiera e alle altre azioni pastorali svolte
in connessione con questa devozione. Lo Spirito Santo vuole approfittare di
questa occasione in cui i fedeli si sentono radunati, per operare in loro tante
cose buone. E la Chiesa, dando questo nihil obstat e approvando il culto
pubblico di Nostra Signora della Pace, esprime che non vuole lasciarli soli.
Il futuro
Cosa accadrà dopo? Quanto saranno importanti i messaggi futuri, se ce ne
saranno? Qualora vi fossero, dovranno essere valutati ed approvati per la loro
eventuale pubblicazione, e fino a quando non siano approvati, si sconsiglia ai
fedeli di considerarli come testi edificanti.
Questo implica un rischio futuro? Certo che lo è, ed è per questo che al
Visitatore è data l’autorità di prendere decisioni al riguardo, in dialogo con
il Dicastero.
Potrebbero esserci errori nei nuovi messaggi? È possibile, ma potrebbe esserci
anche tanta imprudenza. Cioè comunicare le cose come se venissero dalla Vergine
senza un adeguato discernimento sulla loro convenienza ed opportunità. Molti
dicono: ma è possibile tacere su qualcosa che si crede che la Vergine abbia
comunicato? Certo che lo è, come è accaduto con i segreti di Fatima. Pensate
pure che il Papa ha il carisma dell’infallibilità: potrebbe usarlo ogni
settimana così è tutto più chiaro, e invece non lo usa perché non lo considera
conveniente o prudente.
Ricordiamo che quando San Paolo parlava dei doni carismatici, spiegava che essi
non operano automaticamente o forzatamente, ma che «gli spiriti dei profeti sono
sottoposti ai profeti, perché Dio non è un Dio di confusione, ma di pace» (1 Cor 14, 32-33). Lo
stesso san Paolo, pur convinto dei doni e delle missioni che aveva ricevuto dal
Signore, si recò tuttavia a Gerusalemme per consultare gli Apostoli e quindi
sapere con certezza se «non corressi, o non avessi corso invano» (Gal 2, 2).
Sulle questioni più importanti per il bene della Chiesa
non possiamo discernere senza la guida delle autorità.
Perciò la Vergine non comanda che qualcosa venga comunicato necessariamente o
immediatamente; non ci usa come burattini o strumenti morti, lascia sempre
spazio a un nostro discernimento responsabile, personale ed ecclesiale, circa la
convenienza, l’opportunità, la chiarezza di ciò che può essere trasmesso.
Su Medjugorje, il discernimento del Visitatore misurerà l’opportunità. Ci sono
già molti messaggi che ripetono molte volte le stesse esortazioni, e
ricordiamoci che, come dice Papa Francesco, non è consigliabile essere
entusiasti di una Vergine Postina.
In ogni caso, come ha notato anche il Visitatore, la grande maggioranza di
pellegrini non va a Medjugorje per cercare i veggenti e ascoltare i loro
messaggi, ma per cercare la forza, la pace interiore, la grazia di essere più
santi. È soprattutto un semplice luogo di pace che fa molto bene.
Ma Medjugorje è anche gioia. La spiritualità di Medjugorje è gioiosa, festiva,
ed include un invito a vivere l’allegria di seguire Cristo, ringraziando anche
per le piccole cose belle della vita:
«Desidero continuamente introdurvi nella gioia della vita. Desidero che ciascuno
di voi scopra la gioia e l’amore che si trovano soltanto in Dio e che soltanto
Dio può dare» (25.05.1989).
«Cari figli, vi invito a ringraziare Dio per tutti i doni che avete scoperto
durante la vostra vita, anche per il dono più piccolo che avete percepito. Io
rendo grazie insieme a voi, e desidero che tutti sentiate la gioia»
(25.09.1989).
«Chi prega, figlioli, sente la libertà dei figli di Dio […] Perché Dio è amore e
libertà» (25.10.2021).
«Desidero che ognuno di voi sia felice qui sulla terra» (25.05.1987).
Finalmente a Medjugorje è anche chiaro che siamo chiamati ad una vita senza
confini, al di là della morte. In tanti messaggi c’è un forte invito a svegliare
il desiderio del paradiso, la ricerca del senso ultimo dell’esistenza nella vita
eterna:
«Cari figli, oggi desidero invitarvi tutti a far sì che ognuno di voi si decida
per il Paradiso» (25.10.1987). «Nel vostro cuore nascerà il desiderio del cielo.
La gioia comincerà a regnare nel vostro cuore» (25.08.2006). «Dio mi ha mandato
per guidarvi verso la vita eterna» (25.10.2006). «Non dimenticate che siete
pellegrini sulla strada verso l’eternità» (25.11.2006). «Non dimenticate che
siete passeggieri come un fiore in un campo» (25.01.2007). «Desidero figlioli,
che ognuno di voi si innamori della vita eterna che è il vostro futuro»
(25.01.2009).
Queste parole possono essere una combinazione di desideri umani e di mozioni
divine, ma non possiamo collegarle con le forze del male. Dio, nei suoi
misteriosi disegni, anche in mezzo alle imperfezioni umane, ha trovato in
Medjugorje un modo di far scorrere un fiume di bene e di bellezza. Probabilmente
continuerà ad essere così.
Card. Víctor Manuel Fernández
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