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SYNODUS EPISCOPORUM
BOLLETTINO

ASSEMBLEA SPECIALE
PER IL MEDIO ORIENTE
DEL SINODO DEI VESCOVI
10-24 OTTOBRE 2010

La Chiesa Cattolica nel Medio Oriente:
Comunione e testimonianza.
"La moltitudine di coloro che erano diventati credenti
aveva un cuore solo e un'anima sola" (At 4, 32)


Questo Bollettino è soltanto uno strumento di lavoro ad uso giornalistico.
Le traduzioni non hanno carattere ufficiale.


Edizione plurilingue

26 - 24.10.2010

SOMMARIO

- CONVIVIUM
- CAPPELLA PAPALE PRESIEDUTA DAL SANTO PADRE PER LA CONCLUSIONE DELL’ASSEMBLEA SPECIALE PER IL MEDIO ORIENTE DEL SINODO DEI VESCOVI
- ANGELUS DOMINI

CONVIVIUM

Nel corso dell'incontro conviviale nell'atrio dell'Aula Paolo VI, in Vaticano, il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, S.E.R. Mons. Nikola Eterovi?, ha presentato al Papa i dati principali dei lavori ai quali hanno partecipato 173 Padri sinodali. Si sono tenuti 14 Congregazioni Generali e 6 riunioni di Circoli Minori. Sono state offerte 10 tra meditazioni e omelie. Ci sono stati 125 interventi pi 5 consegnati per iscritto. Sono inoltre intervenuti 12 Delegati Fraterni e sono state svolte 12 relazioni. In aggiunti, ci sono stati 111 interventi liberi alla presenza del Papa. Il presidente delegato S.B. Ignace Youssif III Younan, ha ringraziato il Pontefice per l'opportunit offerta alle Chiese del Medio Oriente di far sentire la loro voce, assicurando che i pastori delle Chiese Orientali torneranno nelle loro terre per proclamare senza timori il Vangelo nella carit e nella verit , e di viverlo ogni giorno. Il Patriarca greco-melkita, S.B. Gregorius III Laham ha donato al Santo Padre uno splendido indumento liturgico orientale. Il Papa ha detto che il dono pi bello dell'Assemblea sinodale la comunione nella diversit delle Chiese d'Oriente, una comunione che diventa testimonianza:

Cari amici,

secondo una bella tradizione creata da Papa Giovanni Paolo II, i Sinodi si concludono con un pranzo, un atto conviviale che si iscrive bene anche nel clima di questo Sinodo, che parla della comunione: non solo ne ha parlato, ma ci ha fatto realizzare la comunione.
Questo per me il momento di dire grazie. Grazie al Segretario generale del Sinodo e al suo staff, che hanno preparato e stanno preparando anche il seguito dei lavori. Grazie ai Presidenti delegati, grazie soprattutto al Relatore e al Segretario aggiunto, che hanno fatto un lavoro incredibile. Grazie! Anch’io una volta sono stato relatore nel Sinodo sulla famiglia e posso un po’ immaginare quale lavoro avete fatto. Grazie pure a tutti i Padri che hanno presentato la voce della Chiesa in Oriente, agli Uditori, ai Delegati fraterni, a tutti!
Comunione e testimonianza. In questo momento ringraziamo il Signore per la comunione che ci ha donato e ci dona. Abbiamo visto la ricchezza, la diversit di questa comunione. Siete Chiese di riti diversi, che formano, tuttavia, insieme con tutti gli altri riti, l’unica Chiesa cattolica. E’ bello vedere questa vera cattolicit , che cos ricca di diversit , cos ricca di possibilit , di culture diverse; e, tuttavia, proprio cos cresce la polifonia di un’unica fede, di una vera comunione dei cuori, che solo il Signore pu dare. Per questa esperienza della comunione ringraziamo il Signore, ringrazio tutti voi. Mi sembra forse questo il dono pi importante del Sinodo che abbiamo vissuto e realizzato: la comunione che ci collega a tutti e che anche in sé testimonianza.
Comunione. La comunione cattolica, cristiana, una comunione aperta, dialogale. Cos eravamo anche in permanente dialogo, interiormente ed esteriormente, con i fratelli ortodossi, con le altre Comunit ecclesiali. E abbiamo sentito che proprio in questo siamo uniti - anche se ci sono divisioni esteriori: abbiamo sentito la profonda comunione nel Signore, nel dono della sua Parola, della sua vita, e speriamo che il Signore ci guidi per avanzare in questa comunione profonda.
Noi siamo uniti col Signore e cos - possiamo dire - siamo "trovati" dalla verit . E questa verit non chiude, non pone confini, ma apre. Perci eravamo anche in dialogo franco e aperto con i fratelli musulmani, con i fratelli ebrei, tutti insieme responsabili per il dono della pace, per la pace proprio in questa parte della terra benedetta dal Signore, culla del cristianesimo e anche delle due altre religioni. Vogliamo continuare in questo cammino con forza, tenerezza e umilt , e con il coraggio della verit che amore e che nell’amore si apre.
Ho detto che concludiamo questo Sinodo con il pranzo. Ma la vera conclusione domani la convivialit col Signore, la celebrazione dell’Eucaristia. L’Eucaristia, in realt , non una conclusione ma un’apertura. Il Signore cammina con noi, con noi, il Signore ci mette in movimento. E cos , in questo senso, siamo in Sinodo, cio in un cammino che continua anche dispersi: siamo in Sinodo, in un cammino comune. Preghiamo il Signore che ci aiuti. E grazie a voi tutti!


CAPPELLA PAPALE PRESIEDUTA DAL SANTO PADRE PER LA CONCLUSIONE DELL’ASSEMBLEA SPECIALE PER IL MEDIO ORIENTE DEL SINODO DEI VESCOVI

- OMELIA DEL SANTO PADRE

Alle ore 09.30 di questa mattina 24 ottobre 2010, XXX Domenica del tempo "per annum", nella Basilica Vaticana, presso la tomba dell’Apostolo Pietro, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto la Celebrazione dell’Eucaristia con i Padri sinodali, per la conclusione dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, che si è celebrata nell’Aula del Sinodo in Vaticano dal 10 ottobre 2010, sul tema La Chiesa Cattolica nel Medio Oriente: Comunione e testimonianza. "La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un'anima sola" (At 4, 32).

Con il canto Iubilate Deo, alle ore 09.15, è iniziato l'ingresso in Basilica. I Concelebranti, guidati dai Cerimonieri, si sono recati ai propri posti attorno all'Altare della Confessione. Quindi i Signori Cardinali e i Componenti della Presidenza dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi hanno preso parte alla processione d'ingresso con il Santo Padre.

Con il Papa hanno concelebrato 177 Padri Sinodali (tra cui 19 Cardinali, 9 Patriarchi, 72 Arcivescovi, 67 Vescovi e 10 Presbiteri) e 69 collaboratori.

Sono saliti all'Altare per la Preghiera Eucaristica i Presidenti Delegati S. B. Em. Card. Nasrallah Pierre SFEIR, Patriarca di Antiochia dei Maroniti, Vescovo di Joubbé, Sarba e Jounieh dei Maroniti (LIBANO), ad honorem, S. B. Em. Card. Emmanuel III DELLY, Patriarca di Babilonia dei Caldei (Iraq), ad honorem, S. Em. R. Card. Leonardo SANDRI, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali (CITTÀ DEL VATICANO), S. B. Ignace Youssif III YOUNAN, Patriarca di Antiochia dei Siri (LIBANO); il Relatore Generale S. B. Antonios NAGUIB, Patriarca di Alessandria dei Copti (REPUBBLICA ARABA DI EGITTO); il Segretario Generale S. E. R. Mons. Nikola ETEROVIĆ, Arcivescovo titolare di Cibale (CITTÀ DEL VATICANO); il Segretario Speciale S. E. R. Mons. Joseph SOUEIF, Arcivescovo di Cipro dei Maroniti (CIPRO).

La Prima Lettura è stata pronunciata in francese, il Salmo responsoriale in latino e la Seconda Lettura in inglese. Il Vangelo è stato proclamato in latino e in greco. La Preghiera dei fedeli è stata pronunciata in arabo, inglese, farsi, turco, ebraico. I canti “Maior est caritas”, in latino, e “Inno dei Cherubini”, in greco, hanno accompagnato l’Offertorio; “Bonus Pastor”, in latino, e “Innalziamo la lode”, in arabo, la Comunione. Al termine della Celebrazione, antifona mariana “Ave Regina Caelorum”

Durante il Sacro Rito, dopo la proclamazione del Vangelo, il Santo Padre ha pronunciato l’Omelia che pubblichiamo di seguito.

OMELIA DEL SANTO PADRE

Venerati Fratelli,
illustri Signori e Signore,
cari fratelli e sorelle!

A distanza di due settimane dalla Celebrazione di apertura, ci siamo radunati nuovamente nel giorno del Signore, intorno all’Altare della Confessione della Basilica di San Pietro, per concludere l’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi. Nei nostri cuori c’è una profonda gratitudine a Dio che ci ha donato questa esperienza davvero straordinaria, non solo per noi, ma per il bene della Chiesa, del Popolo di Dio che vive nelle terre tra il Mediterraneo e la Mesopotamia. Come Vescovo di Roma, desidero partecipare questa riconoscenza a voi, venerati Padri sinodali: Cardinali, Patriarchi, Arcivescovi, Vescovi. Ringrazio in particolare il Segretario Generale, i quattro Presidenti Delegati, il Relatore Generale, il Segretario Speciale e tutti i collaboratori, che in questi giorni hanno lavorato senza risparmio.
Stamani abbiamo lasciato l’Aula del Sinodo e siamo venuti “al tempio per pregare”; per questo, ci riguarda direttamente la parabola del fariseo e del pubblicano raccontata da Gesù e riportata dall’evangelista san Luca (cfr 18,9-14). Anche noi potremmo essere tentati, come il fariseo, di ricordare a Dio i nostri meriti, magari pensando all’impegno di queste giornate. Ma, per salire al Cielo, la preghiera deve partire da un cuore umile, povero. E quindi anche noi, al termine di questo evento ecclesiale, vogliamo anzitutto rendere grazie a Dio, non per i nostri meriti, ma per il dono che Lui ci ha fatto. Ci riconosciamo piccoli e bisognosi di salvezza, di misericordia; riconosciamo che tutto viene da Lui e che solo con la sua Grazia si realizzerà quanto lo Spirito Santo ci ha detto. Solo così potremo “tornare a casa” veramente arricchiti, resi più giusti e più capaci di camminare nelle vie del Signore.
La prima lettura e il Salmo responsoriale insistono sul tema della preghiera, sottolineando che essa è tanto più potente presso il cuore di Dio quanto più chi prega è in condizione di bisogno e di afflizione. “La preghiera del povero attraversa le nubi”, afferma il Siracide (35,21); e il salmista aggiunge: “Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato, / egli salva gli spiriti affranti” (34,19). Il pensiero va a tanti fratelli e sorelle che vivono nella regione mediorientale e che si trovano in situazioni difficili, a volte molto pesanti, sia per i disagi materiali, sia per lo scoraggiamento, lo stato di tensione e talvolta di paura. La Parola di Dio oggi ci offre anche una luce di speranza consolante, là dove presenta la preghiera, personificata, che “non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità” (Sir 35,21-22). Anche questo legame tra preghiera e giustizia ci fa pensare a tante situazioni nel mondo, in particolare nel Medio Oriente. Il grido del povero e dell’oppresso trova un’eco immediata in Dio, che vuole intervenire per aprire una via di uscita, per restituire un futuro di libertà, un orizzonte di speranza.
Questa fiducia nel Dio vicino, che libera i suoi amici, è quella che testimonia l’apostolo Paolo nell’epistola odierna, tratta dalla Seconda Lettera a Timoteo. Vedendo ormai prossima la fine della vita terrena, Paolo traccia un bilancio: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede” (2 Tm 4,7). Per ognuno di noi, cari fratelli nell’episcopato, questo è un modello da imitare: ci conceda la Bontà divina di fare nostro un simile consuntivo! “Il Signore – prosegue san Paolo – mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero” (2 Tm 4,17). È una parola che risuona con particolare forza in questa domenica in cui celebriamo la Giornata Missionaria Mondiale! Comunione con Gesù crocifisso e risorto, testimonianza del suo amore. L’esperienza dell’Apostolo è paradigmatica per ogni cristiano, specialmente per noi Pastori. Abbiamo condiviso un momento forte di comunione ecclesiale. Ora ci lasciamo per tornare ciascuno alla propria missione, ma sappiamo che rimaniamo uniti, rimaniamo nel suo amore.
L’Assemblea sinodale che oggi si chiude ha tenuto sempre presente l’icona della prima comunità cristiana, descritta negli Atti degli Apostoli: “La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola” (At 4,32). È una realtà sperimentata nei giorni scorsi, in cui abbiamo condiviso le gioie e i dolori, le preoccupazioni e le speranze dei cristiani del Medio Oriente. Abbiamo vissuto l’unità della Chiesa nella varietà delle Chiese presenti in quella Regione. Guidati dallo Spirito Santo, siamo diventati “un cuore solo e un’anima sola” nella fede, nella speranza e nella carità, soprattutto durante le Celebrazioni eucaristiche, fonte e culmine della comunione ecclesiale, come pure nella Liturgia delle Ore, celebrata ogni mattina in uno dei 7 Riti cattolici del Medio Oriente. Abbiamo così valorizzato la ricchezza liturgica, spirituale e teologica delle Chiese Orientali Cattoliche, oltre che della Chiesa Latina. Si è trattato di uno scambio di doni preziosi, di cui hanno beneficiato tutti i Padri sinodali. È auspicabile che tale esperienza positiva si ripeta anche nelle rispettive comunità del Medio Oriente, favorendo la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche degli altri Riti cattolici e quindi ad aprirsi alle dimensioni della Chiesa universale.
La preghiera comune ci ha aiutato anche ad affrontare le sfide della Chiesa Cattolica nel Medio Oriente. Una di esse è la comunione all’interno di ogni Chiesa sui iuris, come pure nei rapporti tra le varie Chiese Cattoliche di diverse tradizioni. Come ci ha ricordato l’odierna pagina del Vangelo (cfr Lc 18,9-14), abbiamo bisogno di umiltà, per riconoscere i nostri limiti, i nostri errori ed omissioni, per poter veramente formare “un cuore solo e un’anima sola”. Una più piena comunione all’interno della Chiesa Cattolica favorisce anche il dialogo ecumenico con le altre Chiese e Comunità ecclesiali. La Chiesa Cattolica ha ribadito anche in quest’Assise sinodale la sua profonda convinzione di proseguire tale dialogo, affinché si realizzi compiutamente la preghiera del Signore Gesù “perché tutti siano una sola cosa” (Gv 17,21).
Ai cristiani nel Medio Oriente si possono applicare le parole del Signore Gesù: “Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno” (Lc 12,32). Infatti, anche se poco numerosi, essi sono portatori della Buona Notizia dell’amore di Dio per l’uomo, amore che si è rivelato proprio in Terra Santa nella persona di Gesù Cristo. Questa Parola di salvezza, rafforzata con la grazia dei Sacramenti, risuona con particolare efficacia nei luoghi in cui, per divina Provvidenza, è stata scritta, ed è l’unica Parola in grado di rompere il circolo vizioso della vendetta, dell’odio, della violenza. Da un cuore purificato, in pace con Dio e con il prossimo, possono nascere propositi ed iniziative di pace a livello locale, nazionale ed internazionale. In tale opera, alla cui realizzazione è chiamata tutta la comunità internazionale, i cristiani, cittadini a pieno titolo, possono e debbono dare il loro contributo con lo spirito delle beatitudini, diventando costruttori di pace ed apostoli di riconciliazione a beneficio di tutta la società.
Da troppo tempo nel Medio Oriente perdurano i conflitti, le guerre, la violenza, il terrorismo. La pace, che è dono di Dio, è anche il risultato degli sforzi degli uomini di buona volontà, delle istituzioni nazionali ed internazionali, in particolare degli Stati più coinvolti nella ricerca della soluzione dei conflitti. Non bisogna mai rassegnarsi alla mancanza della pace. La pace è possibile. La pace è urgente. La pace è la condizione indispensabile per una vita degna della persona umana e della società. La pace è anche il miglior rimedio per evitare l’emigrazione dal Medio Oriente. “Chiedete pace per Gerusalemme” – ci dice il Salmo (122,6). Preghiamo per la pace in Terra Santa. Preghiamo per la pace nel Medio Oriente, impegnandoci affinché tale dono di Dio offerto agli uomini di buona volontà si diffonda nel mondo intero.
Un altro contributo che i cristiani possono apportare alla società è la promozione di un’autentica libertà religiosa e di coscienza, uno dei diritti fondamentali della persona umana che ogni Stato dovrebbe sempre rispettare. In numerosi Paesi del Medio Oriente esiste la libertà di culto, mentre lo spazio della libertà religiosa non poche volte è assai limitato. Allargare questo spazio di libertà diventa un’esigenza per garantire a tutti gli appartenenti alle varie comunità religiose la vera libertà di vivere e professare la propria fede. Tale argomento potrebbe diventare oggetto di dialogo tra i cristiani e i musulmani, dialogo la cui urgenza ed utilità è stata ribadita dai Padri sinodali.
Durante i lavori dell’Assemblea è stata spesso sottolineata la necessità di riproporre il Vangelo alle persone che lo conoscono poco, o che addirittura si sono allontanate dalla Chiesa. Spesso è stato evocato l’urgente bisogno di una nuova evangelizzazione anche per il Medio Oriente. Si tratta di un tema assai diffuso, soprattutto nei Paesi di antica cristianizzazione. Anche la recente creazione del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione risponde a questa profonda esigenza. Per questo, dopo aver consultato l’episcopato del mondo intero e dopo aver sentito il Consiglio Ordinario della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, ho deciso di dedicare la prossima Assemblea Generale Ordinaria, nel 2012, al seguente tema: “Nova evangelizatio ad christianam fidem tradendam - La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”.
Cari fratelli e sorelle del Medio Oriente! L’esperienza di questi giorni vi assicuri che non siete mai soli, che vi accompagnano sempre la Santa Sede e tutta la Chiesa, la quale, nata a Gerusalemme, si è diffusa nel Medio Oriente e in seguito nel mondo intero. Affidiamo l’applicazione dei risultati dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente, come pure la preparazione di quella Generale Ordinaria, all’intercessione della Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa e Regina della Pace. Amen.

[00210-01.04] [NNNNN] [Testo originale: italiano]

ANGELUS DOMINI

A conclusione della solenne Concelabrazione Eucaristica in Basilica di San Pietro, prima della Recita dell’Angelus Domini in Piazza San Pietro, il Santo Padre ha detto:

Cari fratelli e sorelle!

Con la solenne Celebrazione di questa mattina nella Basilica Vaticana si conclusa l'Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, sul tema: "La Chiesa Cattolica in Medio Oriente: comunione e testimonianza". In questa domenica, inoltre, ricorre la Giornata Missionaria Mondiale, che ha per motto: "La costruzione della comunione ecclesiale la chiave della missione". Colpisce la somiglianza tra i temi di questi due eventi ecclesiali. Entrambi invitano a guardare alla Chiesa come mistero di comunione che, per sua natura, destinato a tutto l'uomo e a tutti gli uomini. Il Servo di Dio Papa Paolo VI cos affermava: "La Chiesa esiste per evangelizzare, vale a dire per predicare ed insegnare, essere il canale del dono della grazia, riconciliare i peccatori con Dio, perpetuare il sacrificio del Cristo nella Santa Messa che il memoriale della sua morte e della sua gloriosa risurrezione" (Esort. Ap. Evangelii nuntiandi, 8 dicembre 1975, 14: AAS 68, [1976], p. 13). Per questo la prossima Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, nel 2012, sar dedicata al tema "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana". In ogni tempo e in ogni luogo - anche oggi nel Medio Oriente - la Chiesa presente e opera per accogliere ogni uomo e offrirgli in Cristo la pienezza della vita. Come scriveva il teologo italo-tedesco Romano Guardini: "La realt "Chiesa" implica tutta la pienezza dell'essere cristiano che si sviluppa nella storia, in quanto essa abbraccia la pienezza dell'umano che in rapporto con Dio" (Formazione liturgica, Brescia 2008, 106-107).

Cari amici, nella Liturgia odierna si legge la testimonianza di san Paolo riguardo al premio finale che il Signore consegner "a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione" (2 Tm 4,8). Non si tratta di un'attesa inoperosa o solitaria, al contrario! L'Apostolo ha vissuto in comunione con Cristo risorto per "portare a compimento l'annuncio del Vangelo" cos che "tutte le genti lo ascoltassero" (2 Tm 4,17). Il compito missionario non rivoluzionare il mondo, ma trasfigurarlo, attingendo la forza da Ges Cristo che "ci convoca alla mensa della sua Parola e dell'Eucaristia, per gustare il dono della sua Presenza, formarci alla sua scuola e vivere sempre pi consapevolmente uniti a Lui, Maestro e Signore" (Messaggio per la 84.ma Giornata Missionaria Mondiale). Anche i cristiani di oggi - come scritto nella lettera A Diogneto - "mostrano come sia meravigliosa e … straordinaria la loro vita associata. Trascorrono l'esistenza sulla terra, ma sono cittadini del cielo. Obbediscono alle leggi stabilite, ma con il loro modo di vivere oltrepassano le leggi … Sono condannati a morte, e da essa traggono vita. Pur facendo il bene, sono … perseguitati e crescono di numero ogni giorno". (V, 4.9.12.16; VI, 9 [SC 33], Paris 1951, 62-66).

Alla Vergine Maria, che da Ges Crocifisso ha ricevuto la nuova missione di essere Madre di tutti coloro che vogliono credere in Lui e seguirlo, affidiamo le comunit cristiane del Medio Oriente e tutti i missionari del Vangelo.

Dopo la Recita dell’Angelus Domini, il Papa ha detto:

[En français] En ce jour s'achève aussi l'Assemblée Spéciale pour le Moyen-Orient du Synode des Évèques. Je vous invite prier pour tous les peuples de cette région, demandant au Seigneur de susciter partout dans le monde des hommes et des femmes de paix et de réconciliation.

[In English] We give thanks to God for the blessings received during the Special Assembly for the Middle East of the Synod of Bishops, which concluded this morning in St. Peter's Basilica.


Avviso ai lettori

Regole ortografiche applicate per i testi in arabo

Si avvisa che per i testi in arabo sono state applicate le seguenti regole ortografiche.

Per quanto riguarda l’uso delle sigle degli Ordini religiosi: l’uso delle sigle degli Ordini religiosi in arabo presenta alcune complicazioni e quindi per il Bollettino - che non è una pubblicazione ufficiale, ma uno strumento di lavoro ad uso giornalistico - è stata scelta la soluzione meno faticosa e più semplice. Nel lavoro accademico non si usa indicare le appartenenze a Ordini religiosi, ma questa soluzione non è stata ritenuta opportuna per il Bollettino. La soluzione sarebbe stata indicare i nomi degli Ordini religiosi per intero, ma questa prassi si sarebbe discostata molto dalle altre edizioni linguistiche. Quindi, per l’Edizione araba è stato deciso di sostituire le sigle degli Ordini religiosi con il nome di uso comune (gesuiti, salesiani, francescani, ecc.).

Per quanto riguarda i nomi e i titoli dei Partecipanti: per i nomi non arabi dei Partecipanti la Redazione del Bollettino ha seguito il consueto metodo di traslitterazione secondo la pronuncia. Per i nomi originali in arabo dei Partecipanti, in assenza della versione araba dell’Elenco dei partecipanti, è stata fatta una ricerca sistematica a cura della Redazione del Bollettino. Per circa il 5 % dei nomi arabi, di cui non è stato possibile rintracciare in tempo il nome originale in arabo, è stato deciso di effettuare comunque la re-traslitterazione in caratteri arabi a partire dall’Elenco dei partecipanti consegnato in versione plurilingue con caratteri romani, per conservare l’uniformità ortografica dell’Edizione araba.
In assenza della dicitura araba, tutti i titoli di tutti i partecipanti sono stati traslitterati (o re-traslitterati), anche qui con un certo margine di errore.

Errata corrige

Nel caso venissero riscontrati degli errori, si prega gli interessati di voler segnalare alla Redazione del Bollettino i nomi e/o i titoli errati e la corretta ortografia araba, via E-mail a:
fungogenerale@pressva-fungo.va
Lo stesso indirizzo E-mail potrà essere usato anche per segnalare degli errori riguardanti tutto il contenuto del Bollettino.

 
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