ATTIVITÀ DELLA SANTA SEDE 2020
CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
La
Congregazione per la Dottrina della Fede nel corso dell’anno 2020
ha trattato problemi dogmatici, morali e pastorali connessi con la sua
responsabilità istituzionale. Nello svolgimento di tale compito la Congregazione
è attualmente strutturata in quattro distinte sezioni (Ufficio dottrinale,
Ufficio disciplinare, Ufficio matrimoniale, Quarta Sezione), ciascuna con
mansioni specifiche, e un Archivio. Sono collegate con la Congregazione anche la
Pontificia Commissione Biblica e la
Commissione Teologica
Internazionale.
Le quattro sezioni trattano materie per lo più delicate e riservate.
Non sarà pertanto possibile esporre qui nei particolari tutto quanto è stato
studiato ed operato in questo vasto ambito di problematiche, soprattutto per
quanto riguarda aspetti connessi con istituzioni e persone private. Ci si
limiterà quindi a ricordare le questioni più significative e di ordine generale.
UFFICIO DOTTRINALE
Secondo le competenze che gli spettano, l’Ufficio dottrinale si è
adoperato per promuovere opportune ed adeguate iniziative in vista di una
corretta diffusione della dottrina cattolica ed a difesa di quegli aspetti
dell’insegnamento ecclesiale messi in pericolo da proposte non coerenti o non
compatibili con essa. In tal senso, si menzionano le seguenti iniziative.
I –
Lettera del Santo Padre al Prefetto della Congregazione per la Dottrina
della Fede circa l’accesso delle donne ai ministeri del Lettorato e
dell’Accolitato.
Il Santo Padre ha accompagnato con una sua
Lettera al Prefetto della
Congregazione per la per la Dottrina della Fede la pubblicazione del Motu
proprio Spiritus Domini (11 gennaio 2021), che attua la modifica
del can. 230 § 1 del
Codice di Diritto Canonico, nonché del disposto di cui al n. VII della Lettera apostolica di Papa San
Paolo VI in forma di Motu proprio dal titolo
Ministeria quaedam,
circa la limitazione ai laici di sesso maschile dell’accesso ai ministeri
istituiti del Lettorato e dell’Accolitato nella Chiesa latina.
Il Papa Francesco spiega che i ministeri dell’Accolitato e del
Lettorato, essenzialmente distinti dal ministero ordinato che si riceve con il
Sacramento dell’Ordine, sono una peculiare forma di esercizio del sacerdozio
battesimale. Per tale motivo, la Chiesa latina è pervenuta alla convinzione che
tali ministeri istituiti, radicati nei sacramenti del Battesimo e della
Confermazione, possono ora venire affidati a tutti i fedeli laici che risultino
idonei, non solo di sesso maschile ma anche di sesso femminile.
La riscoperta della pertinenza propriamente laicale di tale ministero,
prima riservato ai soli laici di sesso maschile ed in vista dell’ordinazione
sacerdotale, aiuta oggi la Chiesa a considerare in modo approfondito la stessa
comunione ecclesiale, manifestando la costitutiva sinergia e reciproca
ordinazione tra sacerdozio ordinato e sacerdozio battesimale, ed implementa
l’effettiva corresponsabilità di tutti i fedeli nella Chiesa.
II –
Nota sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini anti–Covid–19.
La questione dell’uso dei vaccini anti Covid–19 è stata messa al
centro del dibattito pubblico prima anche della sua autorizzazione. Durante la
seconda parte dell’anno 2020, sono pervenute a questa Congregazione diverse
richieste di un parere sulla moralità del uso di alcuni vaccini contro il virus
SARS–CoV–2, sviluppati facendo ricorso, nel processo di ricerca e produzione, a
linee cellulari provenienti da tessuti ottenuti da due aborti procurati avvenuti
negli anni ’70 del secolo scorso. Su questo argomento già era noto un importante
pronunciamento della Pontificia Accademia per la Vita del giugno 2005. In
materia, si era poi espressa anche questa Congregazione con l’Istruzione
Dignitas Personae (8 settembre 2008) ed in fine, nel 2017, ancora la
Pontificia Accademia per la Vita.
Con la
Nota in parola, questa Congregazione ha inteso formulare
alcune indicazioni e criteri per offrire strumenti in vista di una valutazione
morale sull’uso di tali vaccini. La Nota rileva anzitutto l’esistenza di
“responsabilità differenziate” riguardo ad eventuali forme di cooperazione al
male (cf.
Dignitas Personae n. 35) fra le diverse persone che sono
implicate nella ricerca, produzione, amministrazione e uso di questi vaccini. In
particolare, “quando non sono disponibili vaccini contro il Covid–19 eticamente
ineccepibili […] è moralmente accettabile utilizzare i vaccini anti–Covid–19 che
hanno usato linee cellulari proveniente da feti abortiti nel loro processo di
ricerca e produzione”.
La ragione di questo giudizio morale risiede nel fatto che “la
cooperazione al male (cooperazione materiale passiva) dell’aborto
procurato da cui provengono le linee cellulari, da parte di chi utilizza i
vaccini che ne derivano, è remota”. Inoltre, “il dovere morale di evitare
tale cooperazione materiale passiva non è vincolante se vi è un grave pericolo,
come la diffusione, altrimenti incontenibile, di un agente patogeno grave”,
principio richiamato anche in un noto pronunciamento della Pontificia Accademia
per la Vita del 2005: grave pericolo, “in questo caso”, come “la diffusione
pandemica del virus SARS–CoV–2 che causa il Covid–19”.
Inoltre, la
Nota, mentre ribadisce che la vaccinazione deve
essere libera e volontaria, ricorda che “la moralità della vaccinazione dipende
non soltanto dal dovere di tutela della propria salute, ma anche da quello del
perseguimento del bene comune”. Infine, essa richiama ai governi e le
organizzazioni internazionale, il dovere di garantire che i vaccini, oltre che
“eticamente accettabili” siano altresì “efficaci e sicuri dal punto di vista
sanitario”, nonché “accessibili anche ai Paesi più poveri ed in modo non oneroso
per loro”.
La
Nota, approvata dal Santo Padre, in data 17 dicembre 2020, è
stata pubblicata il 21 dicembre 2020.
III –
Lettera Samaritanus bonus sulla cura delle persone nelle fasi
critiche e terminali dalla vita.
A conclusione della Sessione Plenaria 2018 della Congregazione per la
Dottrina della Fede, a proposito dello studio sulle questioni dottrinali e
pastorali riguardanti l’accompagnamento dei malati nelle fasi critiche e
terminali della vita, i Padri del Dicastero hanno suggerito l’opportunità di un
Documento che trattasse della tematica riguardante cura delle persone nelle fasi
critiche e terminali dalla vita, non solo in modo dottrinalmente corretto, ma
anche con un accento fortemente pastorale e con un linguaggio comprensibile,
all’altezza del progresso delle scienze mediche.
Alla luce di queste considerazioni e per quanto l’insegnamento della
Chiesa in materia fosse chiaro e già contenuto in noti documenti magisteriali,
un nuovo organico pronunciamento della Santa Sede sulla cura delle persone nelle
fasi critiche e terminali della vita è parso risultare opportuno e necessario in
relazione alla situazione odierna, caratterizzata da un contesto legislativo
civile internazionale sempre più permissivo a proposito dell’eutanasia, del
suicidio assistito e delle disposizioni sul fine vita.
Il Documento, approvato dal S. Padre, in data 25 giugno 2020, e pubblicato nella
forma di una Lettera il 14 luglio 2020, offre un approccio integrale alla
persona umana, alla sofferenza e alla malattia, al prendersi cura di chi
si trova nelle fasi critiche e terminali della vita, un prendersi cura
che, a sua volta, non può ridursi alla sola prospettiva medica o psicologica, ma
si sostanzia nell’avere cura di tutta la persona in stato di bisogno.
Samaritanus bonus insiste dall’inizio alla fine su questa dimensione
integrale dell’avere cura. In questo senso, il Documento mette bene a
fuoco, ritornandovi a più riprese, sul fatto che il dolore è esistenzialmente
sopportabile soltanto laddove c’è una speranza affidabile. E una speranza simile
può essere comunicata soltanto laddove c’è una “coralità di presenza” che spera
attorno al malato sofferente.
IV –
Responsum ad un dubium sulla validità del Battesimo.
Sollecitato al riguardo, il Dicastero si è trovato nella necessità di
esaminare alcuni casi relativi al modo di amministrare il sacramento del
Battesimo, nei quali veniva alterata la formula sacramentale. In particolare, è
stato pubblicato un pronunciamento circa la validità del Battesimo conferito con
la formula “Noi ti battezziamo…”, dove si precisa che la questione
implicata riguarda la “forma sacramentale” e non una “formalità giuridica”, vale
a dire la validità di un sacramento e non la sua liceità.
Il
Codice di Diritto Canonico stabilisce che «il battesimo viene
amministrato secondo il rito stabilito nei libri liturgici approvati» (can.
850). Il Rituale Romano, poi, afferma che «le parole con le quali si conferisce
il battesimo nella Chiesa latina sono: Io ti battezzo nel nome del Padre e del
Figlio e dello Spirito Santo» (Rito del Battesimo dei bambini, L’iniziazione
cristiana, n. 23).
È Cristo che battezza attraverso l’azione ministeriale di colui che
conferisce il battesimo, anche se tale azione di Cristo avviene nella Chiesa e
mediante essa. L’azione sacramentale, dunque, viene compiuta non in nome
proprio, ma nella persona di Cristo che agisce nella sua Chiesa. Ciò significa,
da una parte, che è Cristo che battezza, e che l’“Io” della formula del
battesimo manifesta proprio la relatività dell’atto battesimale a Cristo, in una
“identificazione” ministeriale tra colui che impartisce il battesimo e Cristo
che battezza, e dall’altra, che il ministro è deputato dalla Chiesa, e quindi
deve fare quello che intende e stabilisce la Chiesa, è non ciò che lui
arbitrariamente vuole.
In tal senso, in data 6 agosto 2020 è stata pubblicata una
Risposta
a quesiti proposti, con relativa Nota dottrinale che ne spiega il
contenuto, per richiamare la dottrina circa la validità dei sacramenti connessa
alla forma stabilita dalla Chiesa con l’uso delle formule sacramentali
approvate, al fine di sottrarre la questione ad interpretazioni e prassi
devianti e offrire un chiaro orientamento.
V –
Lettera al Superiore Generale dei “Fratelli della Carità”.
A seguito di decisioni scaturite da diverse riunioni
interdicasteriali, dopo aver ripetutamente interpellato la Provincia dei
Fratelli della Carità in Belgio, circa la prassi eutanasica adottata nelle
strutture ospedaliere di loro proprietà, il Dicastero è giunto alla conclusione
di comunicare alle istanze coinvolte, tramite
lettera, che la prassi suddetta
non è conforme alla dottrina della Chiesa.
Nonostante i vari tentativi intrapresi nei confronti dei Fratelli
della Carità in Belgio, preso atto della non volontà di ravvedersi da parte di
alcuni esponenti e della determinazione a voler continuare una prassi
eutanasica, moralmente inaccettabile, in considerazione della dichiarata e
formale disobbedienza al Magistero ecclesiale e ai valori cristiani, ai quali
ogni istituzione sanitaria cattolica deve ispirarsi, il Dicastero, con
lettera
del 30 marzo 2020 al Superiore Generale dei “Fratelli della Carità”, ha
dichiarato che “gli Ospedali psichiatrici gestiti dall’Associazione
Provincialat des Frères de la Charité asbl, non possono ritenersi enti
cattolici”, così come espressamente ribadito successivamente dalla Lettera
Samaritanus bonus del 14 luglio 2020, al n. V, 9: «Le istituzioni sanitarie
cattoliche sono chiamate ad essere fedeli testimoni dell’irrinunciabile
attenzione etica per il rispetto dei valori umani fondamentali e di quelli
cristiani costitutivi della loro identità, mediante l’astensione da
comportamenti di evidente illiceità morale e la dichiarata e formale obbedienza
agli insegnamenti del Magistero ecclesiale. Ogni altra azione, che non
corrisponda alle finalità e ai valori ai quali le istituzioni sanitarie
cattoliche si ispirano, non è eticamente accettabile e, pertanto, pregiudica
l’attribuzione, alla istituzione sanitaria stessa, della qualifica di
“cattolica”».
VI – La diffusione dell’insegnamento della Congregazione per mezzo di
internet.
La Congregazione procede nell’impegno di aggiornare e perfezionare la
raccolta dei propri Documenti sul sito vaticano (www.vatican.va). Tali
Documenti, infatti, sono approvati espressamente dal Papa e, pertanto,
partecipano al magistero ordinario del Successore di Pietro (cf. Istruzione
Donum veritatis
sulla vocazione ecclesiale del teologo, 24 maggio 1990, n.
18). Con la pubblicazione dei Documenti sul sito vaticano si intende offrire un
servizio non solo ai Pastori e ai teologi, ma anche ai fedeli interessati nelle
diverse parti del mondo, offrendo risposte dottrinali alle domande inquietanti
del tempo presente. Nella raccolta, che è raggiungibile anche direttamente
all’indirizzo: www.doctrinafidei.va, si trovano tutti i Documenti postconciliari
tradotti in latino, francese, inglese, italiano, polacco, portoghese, spagnolo e
tedesco, nonché diversi anche in ceco, cinese, croato, lituano, olandese,
rumeno, russo, slovacco, ucraino, ungherese, etc.
VII – Rapporti interdicasteriali.
Un capitolo di grande rilievo è costituito dalla collaborazione con
gli altri Dicasteri della Curia Romana, per lo studio dei problemi di competenza
mista. Un’attenzione specifica va data al consistente impegno di collaborazione
con il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e il
Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, relativamente ai problemi
ecumenici e interreligiosi.
VIII – Richieste di Nulla osta.
Un altro aspetto riguarda le richieste di Nulla osta per vari
incarichi nella Chiesa. Negli anni 2019–2020 sono pervenute circa 3000
richieste, soprattutto da parte della Segreteria di Stato, della Congregazione
per i Vescovi e della Congregazione per l’Educazione Cattolica. Nella maggior
parte dei casi la Congregazione per la Dottrina della Fede ha concesso il Nulla
osta richiesto. Soltanto in pochi casi il Nulla osta è stato negato, offrendo
ampie motivazioni circa il diniego.
IX – Incontri con alcuni Superiori Generali.
Un cenno particolare meritano gli incontri periodici con alcuni
Superiori Generali di Istituti di Vita Consacrata e di Società di Vita
Apostolica, nella prospettiva di considerare, in un dialogo diretto e
costruttivo, le diverse questioni pendenti, inserendole in un ambito generale e
organico, allo scopo di favorire una reciproca collaborazione.
UFFICIO DISCIPLINARE
L’Ufficio è composto da 17 Officiali a pieno tempo, ai quali si
aggiunge la collaborazione di altri Officiali del medesimo Dicastero, guidati
dal Capufficio, che oltre alla competenza teologica di base, hanno una specifica
competenza in diritto canonico, particolarmente per quanto riguarda il diritto
penale.
Nell’anno 2020, sono state protocollate 873 ponenze di competenza esclusiva
della Sezione. In genere si tratta di casi che provengono da Diocesi, Istituti
ed Enti ecclesiastici, dai diversi paesi del mondo. I nuovi casi aperti
dall’Ufficio Disciplinare si possono classificare entro le competenze stabilite
dall’Art. 10 dal Regolamento della Congregazione e dal Motu proprio Sacramentorum Sanctitatis Tutela.
Sono stati segnalati alla 55 casi di delitti contro la fede (apostasia, eresia e
scisma). Questi casi in genere coinvolgono persone o gruppi scismatici che in
qualche maniera vogliono ritornare alla piena comunione con la Chiesa. In alcuni
casi si tratta invece di richieste da parte degli Ordinari per essere supportati
e consigliati sui casi che si trovano nelle loro Diocesi.
Il numero più elevato di delitti segnalati appartengono alla
categoria chiamata Graviora delicta o delitti più gravi. Questo tipo di
delitti comprende accuse di abuso sessuale di minori da parte di chierici (750
casi, ovvero il 86% dei casi disciplinari), i vari delitti contro l’Eucaristia
(9 casi) e la Penitenza (50 casi).
In data 16 luglio 2020 la Congregazione ha pubblicato e reso
disponibile sul sito Vaticano un Vademecum su alcuni punti di procedura nel
trattamento dei casi di abuso sessuale di minori commessi da chierici, allegando
una Tabella da usare nella preparazione dei casi della competenza del Dicastero.
Inoltre, ha stabilito un indirizzo e-mail al quale i documenti possono essere
spediti.
UFFICIO MATRIMONIALE
Competente in tutte le questioni concernenti il privilegium Fidei,
secondo l’art. 53 della Costituzione Apostolica Pastor Bonus, la
Congregazione tramite il suo Ufficio Matrimoniale, è impegnata prevalentemente
nell’esame delle cause di scioglimento del vincolo tra una parte battezzata e
una parte non battezzata oppure fra due parti non battezzate quando non può
essere applicato il privilegium paulinum.
Le cause pervenute nel 2020 (inclusi singoli quesiti sul favor
fidei e su materie affini) ammontano a 440. Tali cause vengono preparate
dalle Autorità ecclesiali locali secondo le Norme emanate il 30 aprile 2001
(cfr. Congregatio pro Doctrina Fidei, Documenta, Nr. 95; come le
normative del 1934 e del 1973 anche le attuali Norme non sono state pubblicate
né su L’Osservatore Romano né sugli Acta Apostolicae Sedis, perché
destinate direttamente per l’uso delle Curie Diocesane ed Eparchiali). Gli Atti
delle cause in questione, dopo l’arrivo nell’Ufficio, sono esaminati da un
Difensore del vincolo e successivamente dai membri della «Commissione Speciale»
competente in materia, prima che i casi siano presentati, insieme al Voto dei
Commissari, all’Udienza di Tabella (pro gratia: 379). Nel 2020, sono
state tenute sette Commissioni regolari, mentre dal mese di marzo, per
l’impossibilità di radunarsi personalmente a motivo delle circostanze
pandemiche, il lavoro dei Difensori nonché dei Commissari è stato svolto in modo
virtuale e/o in forma scritta. Quanto ai processi interni, è stato riformato il
concetto per l’amministrazione computerizzata delle cause, poggiandosi su una
base di dati gestita tramite MS Access.
Inoltre, l’Ufficio Matrimoniale provvede
ad aiutare le Curie Diocesane fornendo loro sussidi pratici da tenere presenti
nell’applicazione della normativa sul favor fidei; tra questi sussidi si
trova, oltre alle Note del 2002 (cfr. Periodica de Re Canonica 93 [2004]
320-325), un numero di proposte per vari moduli, utili durante i processi in
favorem fidei. Insieme alle Norme del 2001, tali moduli sono accessibili, in varie lingue, tramite il sito internet della Congregazione per la Dottrina della Fede:
www.doctrinafidei.va.
Infine, l’Ufficio con l’apporto del Sotto-Segretario e del Capo
Ufficio ha lavorato alacremente con degli articoli pubblicati sulla rivista
Quaderni di Diritto Ecclesiale, al numero 1/2021, che è dedicato
all’istituto giuridico dello scioglimento del matrimonio in favore della fede.
Partecipando nell’insegnamento accademico in occasione del Seminario di
Giurisprudenza di una delle Università Pontificie, ha aiutato gli esperti di
diritto matrimoniale, sia attuali che futuri, nello svolgimento del loro compito
giuridico-pastorale. Non da ultimo, l’Ufficio Matrimoniale è sempre disponibile
a dare un supporto di consulenza ad hoc in merito ad eventuali quesiti,
riguardanti la materia in oggetto, presentati dagli Ecc.mi Presuli Ordinari
oppure dai loro Tribunali.
QUARTA SEZIONE
Nel corso dell’anno 2020 è stata attivata una indagine conoscitiva
sull’applicazione del Motu proprio
Summorum
Pontificum di Benedetto XVI
in tutto l’orbe cattolico, a tredici anni dalla pubblicazione, inviando un
questionario a tutti i Vescovi del mondo e chiedendo loro di rispondere entro il
2020. Il risultato di questa indagine è stato presentato al Santo Padre e verrà
anche presentato alla feria IV dei Padri, membri della Congregazione.
Inoltre sono stati curati e portati a compimento due importanti lavori
di questa sezione, condotti da vari anni, con l’ausilio e la consultazione di
esperti e degli Istituti Ecclesia Dei, e affidati alla ex Pontificia
Commissione Ecclesia Dei dal Motu proprio
Summorum
Pontificum di
Benedetto XVI: l’aggiornamento del Santorale del Missale Romanum ed. 1962
e l’aggiunta dei nuovi prefazi allo stesso. Il risultato di questo lavoro ha
portato alla emanazione e relativa pubblicazione sul Bollettino della Santa
Sede, di due
Decreti per la loro applicazione.
La sezione anche quest’anno ha curato e fatto pubblicare l’Ordo liturgico per l’Usus
Antiquior della Liturgia romana, per i tipi della Libreria Editrice Vaticana
insieme anche ad un fascicolo per uso liturgico dei nuovi prefazi nel Missale
Romanum ed. 1962.
PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA
Nell’anno 2020 l’Assemblea Plenaria della Commissione Biblica non si è
tenuta a causa del rinnovo dei Membri. Si è trattato, tuttavia di un anno
proficuo, durante il quale, dopo un lungo lavoro di elaborazione, è stato
pubblicato il documento
«Che cosa è l’uomo? Un itinerario di antropologia
biblica», che ha riscosso ampi apprezzamenti da parte di accademici e singoli
cultori.
Il
Documento – pubblicato in italiano e tradotto in coreano, francese,
inglese, polacco, portoghese, spagnolo, tedesco, ungherese – intende essere
un’interpretazione fedele dell’intera Sacra Scrittura riguardo al tema
antropologico. Esso si articola in quattro capitoli:
Il
primo capitolo presenta l’uomo come creatura di Dio. Questa è la
prima e fondamentale “relazione”, che dà valore sia al fatto che l’essere umano
è costituito di «polvere», sia al suo essere vivente dovuto al «soffio» divino.
Il
secondo capitolo illustra la condizione dell’uomo nel giardino; qui
vengono tematizzati gli aspetti del nutrimento, del lavoro e del rapporto con
gli altri esseri viventi. Una serie di importanti relazioni contribuiscono
dunque a delineare la responsabilità dell’essere umano nell’aderire al progetto
divino.
Il
terzo capitolo ha per argomento generale il rapporto
interpersonale, che ha il suo nucleo fondatore nella relazione sponsale, e si
sviluppa nella complessa trama dei vincoli familiari e sociali. Molte questioni
sono trattate, come il valore della sessualità e le sue forme talvolta
imperfette o scorrette, i rapporti tra genitori e figli, l’etica della
fraternità, in opposizione alla prepotenza e alle guerre. Alcune di queste
problematiche sono state oggetto di attenzione del Magistero, come
nell’Esortazione post–sinodale
Amoris laetitia.
Il
quarto capitolo ha per tema la storia dell’uomo che trasgredisce il
comando divino scegliendo un cammino di morte; questa vicenda è però articolata
all’intervento divino, che rende la storia evento di salvezza.
L’Introduzione fornisce alcuni principi che giustificano il progetto
espositivo del Documento, mentre la Conclusione completa il percorso con qualche
annotazione di carattere spirituale e pastorale.
COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE
Con le celebrazioni del cinquantesimo anniversario della sua
istituzione, voluta da san Paolo VI l’11 aprile 1969, si è concluso il nono
quinquennio di attività della Commissione Teologica Internazionale, iniziato con
la nomina pontificia dei suoi Membri il 26 luglio 2014.
Nel nono quinquennio sono stati pubblicati tre documenti: “La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa” (2018), “La libertà religiosa per il bene di tutti” (2019) “Reciprocità tra fede e sacramenti
nell’economia sacramentale” (2020). In realtà, l’impegno della Commissione è
stato più ampio, avendo offerto preziosi contributi anche su altri temi dati ad
uso della Congregazione per la Dottrina della Fede, che è il primo impegno della
Commissione (cfr Statuti, n. 11).
Con la conclusione del nono quinquennio, giunge a termine anche il
servizio del Rev.do P. Serge–Thomas Bonino, O.P., quale Segretario Generale
della Commissione Teologica Internazionale, dopo aver svolto il suo incarico per
tre mandati, e l’incarico di Mons. Riccardo Bollati, quale Segretario Aggiunto
della medesima Commissione. Nei primi mesi del 2020 si è dato avvio alla
consueta consultazione delle Conferenze Episcopali in tutto il mondo, nonché dei
Sinodi degli Eparchi orientali, per il rinnovo dei Membri della Commissione.
Contestualmente si è proceduto alla nomina del nuovo Segretario Aggiunto, il
Rev.do Mons. Maurizio Barba, Officiale della Congregazione per la Dottrina della
Fede. A causa della difficile situazione sanitaria mondiale si è deciso di
annullare la consueta riunione Plenaria della Commissione, programmata per
novembre 2020, ritardando di oltre un anno l’effettivo inizio del nuovo
quinquennio di attività della Commissione. Sulla base delle risposte pervenute,
il Cardinale Luis Ladaria, Presidente della Commissione Teologica
Internazionale, ha presentato al Santo Padre una preferenza di Candidati.
ARCHIVIO
Nel corso del 2019 e del 2020 l’Ufficio dell’Archivio ha svolto
regolarmente le proprie attività, caratterizzate dall’opera di servizio nei
confronti sia del Dicastero sia della ricerca storica sulle fonti. Infatti, uno
dei compiti primari dell’Ufficio dell’Archivio è custodire e tramandare alle
generazioni future l’inestimabile patrimonio documentario della Congregazione
per la Dottrina della Fede, al fine di non disperderne la memoria a fondamento
della sua identità.
Fondamentale organo di raccordo tra la produzione documentaria
corrente dei diversi Uffici della Congregazione e la sua memoria storica,
l’Archivio costituisce anche il tramite principale con la comunità degli
studiosi, che da ventitré anni possono accedere liberamente alla consultazione
dei preziosi documenti storici in esso custoditi.
Il biennio appena trascorso ha portato con sé una innovazione assai
significativa, relativa all’apertura dei fondi documentari di Papa Pio XII. Per
disposizione del Santo Padre Francesco, infatti, il 2 marzo 2020 si sono aperti
alla consultazione degli studiosi gli Archivi Vaticani per tutto il Pontificato
di Pio XII (2.III.1939 – 9.X.1958).
Considerata l’ingente mole dei materiali interessati dalla suddetta
apertura, essa si svolge secondo le modalità già adottate in occasione
dell’apertura nel 2006 del Pontificato di Pio XI; vale a dire: la consultazione
avviene previa prenotazione, per verificare lo stato e procedere con la
sistemazione e il riordino dei relativi fascicoli, qualora essi non fossero già
pronti (cfr. Regolamento per gli studiosi, art. 14 ad finem).
L’apertura del Pontificato di Pio XII alla ricerca storica ha coinciso
con l’esplosione della pandemia da Covid-19, tuttora in corso. A causa delle
restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, nel corso del 2020 l’Archivio
della Congregazione per la Dottrina della Fede, al pari degli altri archivi e
biblioteche della Santa Sede, ha dovuto chiudere le porte agli Studiosi per due
volte: la prima dal 23 marzo al 31 maggio, la seconda dal 9 novembre al 4
dicembre 2020.
Le chiusure forzate, tuttavia, non hanno impedito di progredire nella
paziente opera di restauro, legatura e digitalizzazione dei codici e volumi
d’Archivio dal XVI al XX secolo, grazie all’affidamento del lavoro a laboratori
esterni di fiducia. Inoltre, grazie al software Shades Ecclesia® (versione 6.0),
è proseguita la fondamentale attività di schedatura e inventariazione dei fondi
archivistici, anche e soprattutto in funzione della suddetta apertura del
Pontificato di Pio XII.
Le informazioni e gli aggiornamenti sull’Archivio e sulla gestione
dell’emergenza sanitaria sono stati forniti anche tramite il sito internet
dell’Archivio (http://www.acdf.va/content/dottrinadellafede/it.html), portale
che introduce a contenuti basilari come orari, contatti, richieste di accesso,
rilascio della tessera, riproduzioni dei documenti.
Da ultimo, si segnala come sempre il servizio di consultazione e
orientamento agli studi, garantito quotidianamente dal personale addetto.
Infatti, l’interesse per l’Inquisizione Romana e la sua plurisecolare storia non
è venuto mai meno da parte degli Studiosi e dei Ricercatori, mostrando anzi
sempre più le potenzialità interdisciplinari della variegata documentazione
custodita dall’Archivio. I numeri pressoché costanti di nuove richieste
pervenute all’Archivio, 113 nel 2019 e 108 nel 2020, dimostrano infatti che la
pandemia e le relative restrizioni non hanno fatto venire meno il bisogno di
approfondire e conoscere sempre meglio una memoria storica che riguarda non solo
la Chiesa ma l’intera comunità umana.