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re il grido del povero e soccorrerlo. Ã sufficiente
scorrere le Scritture per scoprire come il Padre
buono desidera ascoltare il grido dei poveri: «Ho
osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho
udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti:
conosco le sue sofferenze. Sono sceso per libe-
rarlo ⦠Perciò vaâ! Io ti mando » (
Es
3,7-8.10), e
si mostra sollecito verso le sue necessità : « Poi [gli
israeliti] gridarono al Signore ed egli fece sorgere
per loro un salvatore » (
Gdc
3,15). Rimanere sordi
a quel grido, quando noi siamo gli strumenti di
Dio per ascoltare il povero, ci pone fuori dalla
volontà del Padre e dal suo progetto, perché quel
povero « griderebbe al Signore contro di te e un
peccato sarebbe su di te » (
Dt
15,9). E la mancan-
za di solidarietà verso le sue necessità influisce
direttamente sul nostro rapporto con Dio: « Se
egli ti maledice nellâamarezza del cuore, il suo
creatore ne esaudirà la preghiera » (
Sir
4,6). Ritor-
na sempre la vecchia domanda: « Se uno ha ric-
chezze di questo mondo e, vedendo il suo fratel-
lo in necessità , gli chiude il proprio cuore, come
rimane in lui lâamore di Dio? » (
1 Gv
3,17). Ricor-
diamo anche con quanta convinzione lâApostolo
Giacomo riprendeva lâimmagine del grido degli
oppressi: « Il salario dei lavoratori che hanno mie-
tuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato,
grida, e le proteste dei mietitori sono giunte agli
orecchi del Signore onnipotente » (5,4).
188.âLa Chiesa ha riconosciuto che lâesigenza
di ascoltare questo grido deriva dalla stessa ope-
ra liberatrice della grazia in ciascuno di noi, per