Index   Back Top Print

[ EN  - IT ]

LETTERA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
AL SIGNOR JACQUES DIOUF,
DIRETTORE GENERALE DELLA F.A.O.
IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE
DELL’ALIMENTAZIONE 2006

 

Al signor JACQUES DIOUF
Direttore Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite
per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO)

La celebrazione annuale della Giornata Mondiale dell'Alimentazione, promossa dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO) è un'opportunità per rivedere le numerose attività di tale organizzazione, soprattutto in relazione al suo duplice scopo: fornire un'alimentazione adeguata ai nostri fratelli e alle nostre sorelle nel mondo e prendere in considerazione gli ostacoli che si frappongono a quest'opera, costituiti da situazioni difficili e da atteggiamenti contrari alla solidarietà.

Il tema scelto quest'anno, "Investire nell'agricoltura per la sicurezza alimentare", richiama la nostra attenzione sul settore agricolo e ci invita a riflettere sui vari fattori che ostacolano la lotta alla fame e che, in gran numero, sono prodotti dall'uomo. Non viene offerta attenzione sufficiente alle necessità dell'agricoltura e questo, oltre a sovvertire l'ordine naturale della creazione, compromette il rispetto per la dignità umana.

Nella tradizione cristiana, l'attività agricola assume un significato più profondo sia per lo sforzo e la fatica che implica sia perché offre un'esperienza privilegiata della presenza di Dio e del suo amore per le sue creature. Cristo stesso utilizza immagini relative all'agricoltura per parlare del Regno, dimostrando, quindi, un grande rispetto per questa attività.

Oggi, pensiamo in particolare a quanti hanno dovuto abbandonare i terreni agricoli a causa dei conflitti, dei disastri naturali e della negligenza della società verso il settore agricolo. "L'adoperarsi per la giustizia lavorando per l'apertura dell'intelligenza e della volontà alle esigenze del bene interessa profondamente" la Chiesa (Lettera Enciclica Deus caritas est, n. 28).

Dieci anni fa il mio venerato predecessore, Papa Giovanni Paolo II, inaugurò il Vertice Mondiale sull'Alimentazione. Questo ci offre l'opportunità di ricordare e di valutare l'inadeguatezza dell'attenzione rivolta al settore agricolo e gli effetti che ciò ha sulle comunità rurali. La solidarietà è la chiave per identificare ed eliminare le cause della povertà e del sottosviluppo.

Molto spesso, l'azione internazionale per combattere la fame ignora il fattore umano, conferendo invece priorità agli aspetti tecnici e socioeconomici. Le comunità locali devono essere coinvolte nelle scelte e nelle decisioni relative all'uso della terra coltivabile, poiché quest'ultima viene sempre più utilizzata per altri scopi, spesso con effetti dannosi sull'ambiente e sulla propria fertilità a lungo termine. Se la persona umana viene trattata come protagonista, diviene chiaro che i guadagni economici a breve termine devono essere posti nel contesto di una migliore pianificazione a lungo termine per la sicurezza alimentare, relativamente alla quantità e alla qualità.

L'ordine del creato richiede che venga data priorità a quelle attività umane che non causano danni irreversibili alla natura, ma che, al contrario, fanno parte del tessuto sociale, culturale e religioso di diverse comunità. In tal modo, si acquisisce un giusto equilibrio fra consumo e sostenibilità delle risorse.

La famiglia rurale deve riguadagnare un posto equo al centro dell'ordine sociale. I principi e i valori morali che la governano sono parte del patrimonio dell'umanità, e devono essere prioritari rispetto alla legislazione. Sono relativi alla condotta individuale, ai rapporti fra mariti e mogli e fra generazioni, e al senso di solidarietà familiare. Investire nel settore rurale deve permettere alla famiglia di assumere un ruolo e un posto adeguati, evitando le conseguenze dannose dell'edonismo e del materialismo che possono mettere a rischio il matrimonio e la vita familiare.

I programmi di educazione e di formazione nelle aree rurali devono avere una base ampia, adeguate risorse e devono essere rivolti a tutti i gruppi anagrafici.

Bisognerebbe prestare un'attenzione particolare a chi è più vulnerabile, in particolare le donne e i bambini. È importante trasmettere alle future generazioni non solo gli aspetti tecnici di produzione, alimentazione e protezione delle risorse naturali, ma i valori del mondo rurale.

Nel realizzare fedelmente la sua missione, la FAO investe in modo vitale sull'agricoltura, non solo fornendo un adeguato sostegno tecnico e specializzato, ma anche ampliando il dialogo fra le agenzie nazionali e internazionali coinvolte nello sviluppo rurale. Iniziative individuali dovrebbero essere inserite nell'ambito di più ampie strategie volte a combattere la povertà e la fame. Ciò può avere un'importanza decisiva se le nazioni e le comunità coinvolte devono realizzare programmi e opere coerenti volti a uno scopo comune.

Oggi più che mai, di fronte alle crisi ricorrenti e alla ricerca del mero interesse personale, devono esserci cooperazione e solidarietà fra Stati, ognuno dei quali dovrebbe essere attento alle necessità dei suoi cittadini più deboli che sono i primi a soffrire a causa della povertà. Senza questa solidarietà si corre il rischio di limitare o perfino di impedire l'opera delle organizzazioni internazionali impegnate a combattere la fame e la malnutrizione. In tal modo, esse edificano un reale spirito di giustizia, armonia e pace fra i popoli: "opus iustitiae pax" (Cfr Is 32, 17).

Con questi pensieri, Direttore Generale, desidero invocare la benedizione del Signore sulla FAO, sui suoi Stati Membri e su tutti coloro che lavorano tanto alacremente per sostenere il settore agricolo e promuovere lo sviluppo rurale.

Dal Vaticano, 16 ottobre 2006

BENEDICTUS PP. XVI

© Copyright 2006 - Libreria Editrice Vaticana



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana