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la sostanza [â¦] e unâaltra la maniera di formula-
re la sua espressione ».
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A volte, ascoltando un
linguaggio completamente ortodosso, quello che
i fedeli ricevono, a causa del linguaggio che essi
utilizzano e comprendono, è qualcosa che non
corrisponde al vero Vangelo di Gesù Cristo. Con
la santa intenzione di comunicare loro la veritÃ
su Dio e sullâessere umano, in alcune occasioni
diamo loro un falso dio o un ideale umano che
non è veramente cristiano. In tal modo, siamo
fedeli a una formulazione ma non trasmettiamo
la sostanza. Questo è il rischio più grave. Ricor-
diamo che «âlâespressione della verità può esse-
re multiforme, e il rinnovamento delle forme di
espressione si rende necessario per trasmettere
allâuomo di oggi il messaggio evangelico nel suo
immutabile significato ».
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42.âQuesto ha una grande rilevanza nellâannun-
cio del Vangelo, se veramente abbiamo a cuore
di far percepire meglio la sua bellezza e di farla
accogliere da tutti. Ad ogni modo, non potremo
mai rendere gli insegnamenti della Chiesa qual-
cosa di facilmente comprensibile e felicemente
apprezzato da tutti. La fede conserva sempre un
aspetto di croce, qualche oscurità che non toglie
fermezza alla sua adesione. Vi sono cose che si
45
âG
iovanni
XXIII,
Discorso nella solenne apertura del Concilio
Vaticano II
(11 ottobre 1962):
AAS
54 (1962), 786: «Est enim
aliud ipsum depositum Fidei, seu veritates, quae veneranda doc-
trina nostra continentur, aliud modus, quo eaedem enuntiantur ».
46
âG
iovanni
P
aolo
II, Lett. enc.
Ut unum sint
(25 maggio
1995), 19:
AAS
87 (1995), 933.