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SYNODUS EPISCOPORUM
BOLLETTINO

II ASSEMBLEA SPECIALE PER L'AFRICA
DEL SINODO DEI VESCOVI
4-25 OTTOBRE 2009

La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace.
"Voi siete il sale della terra ... Voi siete la luce del mondo" (Mt 5, 13.14)


Questo Bollettino è soltanto uno strumento di lavoro ad uso giornalistico.
Le traduzioni non hanno carattere ufficiale.


Edizione italiana

28 - 20.10.2009

SOMMARIO

- DICIASSETTESIMA CONGREGAZIONE GENERALE (MARTEDÌ, 20 OTTOBRE 2009 - ANTEMERIDIANO)
- LETTERA DEL 20 OTTOBRE 2009
- KIT SANITARIO OFFERTO AI PADRI SINODALI E ALTRI PARTECIPANTI
- INTERVENTI “IN SCRIPTIS” DI PADRI SINODALI (CONTINUAZIONE)
- ERRATA CORRIGE (V)
- AVVISI

DICIASSETTESIMA CONGREGAZIONE GENERALE (MARTEDÌ, 20 OTTOBRE 2009 - ANTEMERIDIANO)

- PRESENTAZIONE DELL’ELENCO UNICO DELLE PROPOSIZIONI
- SUFFRAGATIO PRO CONSILIO (II)
- AUDITIO AUDITORUM (VII)

Alle ore 09.00 di oggi martedì 20 ottobre 2009, alla presenza del Santo Padre, con il canto dell’Ora Terza, ha avuto inizio la Diciassettesima Congregazione Generale, per la presentazione dell’Elenchus Unicus Propositionum (Elenco Unico delle Proposizioni).

Presidente Delegato di turno S.Em. Card. Francis ARINZE, Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (CITTÀ DEL VATICANO).

In apertura di questa Congregazione Generale il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, Mons. Nikola ETEROVIĆ, Arcivescovo titolare di Sisak, ha dato lettura di una Lettera del 20 ottobre 2009, firmata dai tre Presidenti Delegati e da lui stesso, indirizzata ai Presidenti delle Conferenze Episcopali del Sudan, Uganda, Ciad, Repubblica Democratica del Congo e Repubblica Centrafricana, che riportiamo di seguito.

Prima dell’intervallo, il Santo Padre ha benedetto alcuni Kit Sanitari di Pronto Soccorso, che saranno donati ai Padri sinodali e agli altri Partecipanti.

Durante l’intervallo, il Santo Padre ha ricevuto in udienza i Membri dei Circoli Minori Anglicus E e Anglicus-Gallicus.

In chiusura della Diciassettesima Congregazione Generale, il Segretario Generale ha invitato i Padri sinodali a riunirsi nella VII Sessione dei Circoli Minori, questo pomeriggio nella VIII Sessione e domani mattina nella IX Sessione, per la preparazione dei Modi collettivi delle proposizioni.

La Diciottesima Congregazione Generale avrà luogo venerdì mattina 23 ottobre per la presentazione e la votazione del Messaggio e la Diciannovesima Congregazione Generale avrà luogo nel pomeriggio per la presentazione dell’Elenchus Finalis Propositionum (Elenco Finale delle Proposizioni).

A questa Congregazione Generale, che si è conclusa alle ore 12.30 con la preghiera dell’Angelus Domini erano presenti 217 Padri.

PRESENTAZIONE DELL’ELENCO UNICO DELLE PROPOSIZIONI

In questa Diciassettesima Congregazione Generale, il Relatore Generale, S.Em. Card. Peter Kodwo Appiah TURKSON, Arcivescovo di Cape Coast (GHANA), e i Segretari Speciali S.E.R. Mons. Damião António FRANKLIN, Arcivescovo di Luanda (ANGOLA) e S.E.R. Mons. Edmond DJITANGAR, Vescovo di Sarh (CIAD) hanno presentato in inglese, portoghese e francese l’Elenchus Unicus Propositionum, risultato dell’unificazione in 54 delle 282 Proposizioni preparate dai singoli Circoli Minori, lavoro svolto sabato pomeriggio, domenica e lunedì 17, 18 e 19 ottobre 2009 dal Relatore Generale insieme ai Segretari Speciali e ai Relatori dei Circoli Minori. L’Elenco Unico delle Proposizioni, opera di tutta l’assemblea, è distribuito ai Padri sinodali per lo studio privato e la preparazione dei Modi (Emendamenti) individuali, che ciascun Padre sinodale potrà presentare in seno al proprio Circolo minore per la discussione e l’esame comune.

SUFFRAGATIO PRO CONSILIO (II)

Quindi, non avendo ottenuto nessun Padre sinodale la maggioranza assoluta richiesta nella prima votazione, si è proceduto a una seconda votazione, in modo elettronico, nella quale sono stati eletti i 12 Padri sinodali che hanno ottenuto il maggior numero di voti per la maggioranza relativa. L’elenco dei Membri eletti, con l’aggiunta dei Membri di nomina pontificia, sarà pubblicato nei prossimi giorni.

AUDITIO AUDITORUM (VII)

Successivamente, sono intervenuti i seguenti Uditori e Uditrici:

- Rev.da Suora Bernadette MASEKAMELA, C.S., Superiora Generale delle Suore del Calvario (BOTSWANA)
- Prof. Gustave LUNJIWIRE-NTAKO-NNANVUME, Segretario internazionale Mouvement d’Action Catholique Xavéri (MAC Xavéri), ha incarichi di responsabilità per il laicato nella Regione di Kivu (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO)
- Sig. Kpakile FÉLÉMOU, Direttore del Centro DREAM, Conakry (GUINEA)
- Sig.ra Rose BUSINGYE, Fondatrice e Presidente Meeting Point International, Kampala (UGANDA)
- Sig.ra Axelle FISCHER, Segretario Generale della Commissione “Giustizia e Pace” Bruxelles (BELGIO)
- Dott. Christophe HABIYAMBERE, Presidente di "Fidesco", Kigali (RWANDA)
- Rev.da Suora Mary Anne Felicitas KATITI, L.M.S.I., Madre Provinciale della Congregazione delle Piccole Serve di Maria Immacolata (ZAMBIA)
- Rev.da Suora Bédour Antoun (Irini) SHENOUDA, N.D.A., Madre Provinciale delle Suore di Nostra Signora degli Apostoli, Il Cairo (EGITTO).

I riassunti degli interventi degli Uditori e Uditrici sono stati pubblicati (per un disguido) come “in scriptis” sul Bollettino N. 24 di mercoledì, 14 ottobre 2009.

LETTERA DEL 20 OTTOBRE 2009

Ai Presidenti delle Conferenze Episcopali del Sudan, dell’Uganda, del Ciad, della Repubblica Democratica del Congo e della Repubblica Centrafricana.

Noi Padri sinodali, riuniti nella Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, abbiamo appreso con profondo dolore che nelle Diocesi situate nella regione dei Grandi Laghi perdurano azioni belliche che producono distruzioni, violenze, morte tra la popolazione innocente. Per salvare la propria vita, centinaia di migliaia di persone sono state costrette ad abbandonare le loro case e a rifugiarsi nei Paesi limitrofi in condizioni di estrema precari età. Non mancano, poi, preoccupanti fenomeni di bambini soldato, di orfani, di mutilati di guerra e di persone con gravi problemi di salute fisica e psichica.
Di fronte a tale drammatica situazione, noi Padri smodali, riuniti sotto la presidenza del Santo Padre Benedetto XVI, esprimiamo la più viva comunione fraterna ai Vescovi delle Diocesi coinvolte in tali disumane sofferenze nei confronti della popolazione innocente. Al contempo ci rivolgiamo a tutte le parti in causa implorando che quanto prima il linguaggio delle armi sia sostituto da quello del dialogo e delle trattative. Con il dialogo, nel rispetto reciproco e nella pace, tutti i problemi possono essere risolti. La guerra, invece, rende tutto più difficile e in particolare tenta di trasformare i fratelli in nemici da abbattere.
Fortificati dallo Spirito Santo, Spirito del Signore Gesù risorto, noi Padri sinodali ribadiamo il valore sacro di ogni vita umana. Il comandamento Non uccidere (Es 20, 13) non fa parte solamente del Decalogo, rivelazione di Dio raccolta nella Bibbia, bensì della legge inscritta nel cuore di ogni uomo che viene in questo mondo. Non è lecito uccidere innocenti per alcun motivo sociale, politico, etnico, razziale o religioso. Il sangue degli innocenti grida vendetta di fronte a Dio che prima o poi dovrà giudicare anche coloro che hanno macchiato le loro mani con il sangue dei poveri, che sono i privilegiati di Dio.
Mentre stiamo riflettendo sulla riconciliazione, la giustizia e la pace, imploriamo, per intercessione di tutti i santi nati in Africa, il dono della pace perché si possa instaurare la giustizia ove è gravemente infranta e i cuori siano aperti alla grazia della riconciliazione con Dio e con il prossimo non solamente nella regione dei Grandi Laghi, bensì in tutta l’Africa.
Affidiamo il nostro sofferto e pressante appello all’intercessione della Beata Vergine Maria, Nostra Signora d’Africa e Madre di tutti i sofferenti.

Presidenti Delegati
Segretario Generale

[00334-01.02] [RE000] [Testo originale: italiano]

KIT SANITARIO OFFERTO AI PADRI SINODALI E ALTRI PARTECIPANTI

Nel corso della Diciassettesima Congregazione Generale di questa mattina S. E. R. Mons. Zygmunt ZIMOWSKI, Arcivescovo-Vescovo emerito di Radom, Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, ha presentato al Santo Padre alcuni esemplari del Kit Sanitario, dono del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, in collaborazione con l’Ambasciata della Repubblica di Cina presso la Santa Sede, che saranno offerti ai 275 Padri sinodali e altri Partecipanti alla II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi. Si tratta di un Kit Sanitario di Pronto Soccorso, contenente anche strumentazione medica di prima necessità, che sarà di ausilio nelle missioni e sarà “Un piccolo segno di solidarietà e di comunione con le popolazioni del Continente Africano, anche quelle delle Aree più remote”, ha spiegato S.E.R. Mons. Zimowski. “Chiedo dunque a vostra Santità - ha aggiunto - di benedire tali Kit, e quindi tutti i malati e i sofferenti del Continente Africano”.

[00335-01.03] [RE000] [Testo originale: italiano]

INTERVENTI “IN SCRIPTIS” DI PADRI SINODALI (CONTINUAZIONE)

I seguenti Padri sinodali hanno consegnato solo per iscritto un intervento:

- S. E. R. Mons. Fortunato BALDELLI, Arcivescovo titolare di Bevagna, Penitenziere Maggiore (CITTÀ DEL VATICANO)
- S. E. R. Mons. Alfred Leonhard MALUMA, Vescovo di Njombe (TANZANIA)

Pubblichiamo qui di seguito il riassunto degli interventi non pronunciati in Aula, ma consegnati per iscritto dai Padri sinodali:

- S. E. R. Mons. Fortunato BALDELLI, Arcivescovo titolare di Bevagna, Penitenziere Maggiore (CITTÀ DEL VATICANO)

Ringrazio Dio per l’esperienza di Chiesa che stiamo vivendo in questi giorni del Sinodo, provvidenzialmente convocato dal Santo Padre in risposta ad una richiesta dell’ episcopato africano.
Nell’ Assemblea sinodale si riflettono le ansie e le speranze, i problemi e le attese dei popoli dell’Africa e, in qualche modo, dei popoli della Terra. È la prima volta che ho l’onore di partecipare ad un incontro ecclesiale di cosi grande respiro.
Pur nella grande diversità di situazioni e di contesti sociali, politici ed economici, la Chiesa di Dio che è in Africa si sta dimostrando sempre più consapevole della sua identità peculiare e della sua vocazione in questo delicato momento storico del Pianeta. Come suggerisce il tema conduttore del Sinodo, la Chiesa africana, nelle sue varie articolazioni, sta prendendo chiara coscienza del suo ruolo insostituibile nella promozione della riconciliazione, della giustizia e della pace. La difficile situazione internazionale, le difficoltà interne del Continente, i conflitti razziali, religiosi e politici, le emergenze sanitarie e alimentari, nella loro drammaticità interpellano la Chiesa in prima persona e chiedono ai Cristiani coraggio e impegno, testimonianza e condivisione.
L’itinerario della riconciliazione, della giustizia e della pace è lungo e delicato: chiede pazienza, saggezza e lungimiranza, ma, soprattutto, chiede di fondarsi sulla roccia della fede, di mettere le ali della speranza e di lasciarsi trascinare dalla segreta energia della carità. La pace sarà frutto della giustizia e la giustizia si compie nel sostenere le ragioni degli ultimi e dei poveri. Non ci sarà riconciliazione vera e duratura se non saranno sanate le radici, a volte secolari, dei conflitti e delle ingiustizie, se non saranno guarite le relazioni tra gruppi e tra etnie, se non saranno rigenerati i cuori delle persone. La Chiesa in Africa è chiamata a manifestare la sua natura di comunità riconciliata e riconciliante “per contribuire. a lenire le ferite di società straziate dall’esperienza .di violenze, di conflitti e di guerre” (Instr. lab. n. 86).
Nello Strumento di lavoro si indicano, molto opportunamente, i mezzi soprannaturali che il Signore offre ai suoi figli in questo cammino faticoso, ma esaltante: la presenza vivificante di Cristo, la Parola di Dio e i sacramenti. Vorrei sottolineare quanto viene detto al numero 86 sul sacramento della. Riconciliazione: “Fedele al suo ministero di riconciliazione dell’uomo con Dio e degli uomini fra loro, la Chiesa assicura ai suoi figli e figlie il servizio del sacramento di penitenza, di riconciliazione e di perdono. Attraverso la pratica abituale di questo sacramento, i cristiani testimoniano che essi imparano a guardare in faccia la loro vita per confessare l’esperienza della misericordia e della bontà di Dio verso la loro miseria, il loro peccato, le loro mancanze d'amore”.
È compito dei Pastori aiutare i fedeli a penetrare e vivere la realtà profonda del sacramento della Riconciliazione come momento significativo del loro cammino di conversione e come espressione personale della missione riconciliante della Chiesa. L'opera di riconciliazione passa sempre attraverso il cuore dell 'uomo, di ogni uomo perché la pace è un dono di Dio affidato alla responsabilità degli uomini e solo la grazia sanante di Cristo - per il ministero della Chiesa - può
rigenerare il cuore dei fedeli e renderli creature nuove, artefici di pace, testimoni della giustizia. I fedeli devono essere educati a guardare con sincerità la loro vita nella luce della verità, ad aprirsi con fiducia ai sacerdoti, a celebrare spesso il sacramento della riconciliazione, a portare frutti di conversione con la loro vita riconciliata. Sarà importante anche fare attenzione a non creare confusione nella coscienza dei fedeli con insegnamenti e opinioni divergenti, nella teologia, nella predicazione, nella catechesi, nella direzione spirituale, circa questioni gravi e delicate della vita cristiana.
La cura dell’aspetto celebrativo, dando adeguata importanza alla Parola di Dio proclamata e spiegata e adattando opportunamente il rituale alla mentalità e la cultura dei diversi popoli africani, contribuirà a vivificare la pratica del sacramento e a impedire che scada in un gesto formalistico e avulso dalla vita e dall’impegno quotidiano del Cristiano.
A questo proposito - come suggerisce lo Strumento di lavoro - può essere fruttuoso dal punto di vista catechetico e pastorale, in particolari circostanze avere celebrazioni comunitarie del sacramento della Riconciliazione. La celebrazione comunitaria della Riconciliazione - si legge nell’ esortazione postsinodale Reconciliatio et Poenitentia - “'proprio per il suo carattere comunitario e per la modalità che la distingue, dà risalto ad alcuni aspetti di grande importanza: la parola di Dio ascoltata in comune ha un singolare effetto rispetto alla sua lettura individuale, e sottolinea meglio il carattere ecclesiale della conversione e della riconciliazione” (Reconc. et Poeniten., n. 32) La celebrazione comunitaria del sacramento della riconciliazione, secondo le norme stabilite dalla Chiesa deve, però, trovare il suo culmine nella confessione e assoluzione individuale dei penitenti, né può oscurare in nessun modo la celebrazione individuale del sacramento come momento di incontro personale con la grazia della conversione. La riconciliazione dei singoli penitenti costituisce, infatti, “l’unico modo normale e ordinario della celebrazione sacramentale” (ibid.).
I sacerdoti, in particolare, dovranno essere preparati, fin dagli anni della loro formazione, a celebrare personalmente e frequentemente il sacramento della riconciliazione e, nonostante le molteplici incombenze pastorali, dovranno essere disponibili ad accogliere i fedeli desiderosi di incontrarsi sacramentalmente con la misericordia di Dio. Nella formazione dei sacerdoti, così come dei religiosi e delle religiose si dovrà, pertanto, porre grande cura nel trasmettere ai giovani la dottrina cattolica sul sacramento della penitenza, mostrandone le radici bibliche e patristiche, e vigilare che nei seminari e nelle case di formazione siano a disposizione confessori prudenti e fervorosi.
Crediamo che sarà di grande aiuto alla Chiesa dell’Africa, nelle responsabilità che la attendono nel futuro, riproporre ai fedeli la sana dottrina cattolica della riconciliazione come un evento di grazia che scaturisce dalla riconciliazione con Dio, che porta alla riconciliazione con se stessi, che apre nuovi sentieri di comunione con i fratelli e con le sorelle, chiunque essi siano, e che si estende ad abbracciare in una rinnovata armonia tutto il creato.

[00331-01.02] [IS013] [Testo originale: italiano]

- S. E. R. Mons. Alfred Leonhard MALUMA, Vescovo di Njombe (TANZANIA)

L’impegno a creare ricchezza per ridurre la povertà e la miseria e migliorare la qualità di vita delle popolazioni in Africa rappresenta una parte e una porzione dell’impegno portante di proclamare il Vangelo, volto a suscitare riconciliazione, giustizia e pace. Ciò implica la creazione e la gestione di imprese pubbliche e private guidate da imprenditori sostenuti da adeguati valori etici. Tali sforzi contribuiranno a trasformare il mondo, migliorando le condizioni di lavoro dei più deboli.
Mentre la Chiesa in Africa ha operato attivamente nella promozione dell’assistenza sanitaria e dell’istruzione, che sono parte della sua missione evangelizzatrice, non si è fatto molto riguardo a una pianificazione sistematica in termini di rafforzamento della sua sostenibilità economica e finanziaria. A motivo di questo squilibrio, un gran numero di programmi pastorali della Chiesa africana dipende ancora molto dai donatori. Il perdurare di questa tendenza perpetua il rischio di sacrificare la propria autonomia e proprietà nei programmi, progetti e strutture, a detrimento della Chiesa e dei beneficiari (Il 23).
Tra le condizioni che contribuiscono alla credibilità della testimonianza della Chiesa nel campo della riconciliazione, della giustizia e della pace, vi è la creazione di organismi e imprese finanziarie ed economiche che sostengano le attività pastorali della Chiesa. Per poter assolvere pienamente al proprio ruolo profetico, il pagamento di un giusto salario ai lavoratori va visto come fare giustizia ed essere giusti. Per questo motivo chiedo che la Chiesa in Africa prenda sul serio l’aspetto della sostenibilità finanziaria. In linea con la Populorum progressio, che promuove lo sviluppo integrale, la Chiesa deve essere presente nelle lotte contro ogni tipo di povertà umana. Se la Chiesa non diventa innovativa negli strumenti e nei modi di potenziare le basi, l’impegno di portare riconciliazione, giustizia e pace rimarrà inadeguato. Conformemente alla dottrina sociale della Chiesa, la Chiesa in Africa ha bisogno del coraggio di creare condizioni sociali che consentano alla popolazione di raggiungere quella pienezza conferitale da Dio.
Secondo la tradizione della dottrina sociale cattolica, che definisce il bene comune come la somma di tutte le condizioni sociali che consentono alle persone, sia in gruppo che individualmente, di raggiungere la propria realizzazione più pienamente e facilmente, per ottenere riconciliazione, giustizia e pace occorre che vengano create le giuste condizioni sociali per le persone e le società. Una base finanziaria sostenibile in Africa aprirà la via alla realizzazione umana non in termini di maggior guadagno per soddisfare desideri e bisogni, ma in termini di condurre una vita umana più piena, secondo la missione di Gesù che è venuto perché noi possiamo avere la vita e averla in abbondanza (cfr Gv 10, 10).
Vorrei sottolineare i seguenti punti:
1. È di importanza cruciale il coinvolgimento dei laici nella pianificazione, miglioramento e distribuzione di prodotti derivanti da imprese economiche sostenibili. Una vera appartenenza e il sostegno della famiglia di Dio (la Chiesa) significa anche attingere alla creatività dei laici e offrire loro la possibilità di assumere efficacemente il proprio ruolo ai diversi livelli di attività della Chiesa nel suo interno, compreso l’aspetto del benessere materiale.
2. Vigilanza: la sostenibilità economica deve rimanere un mezzo per un fine, uno strumento al servizio dell’evangelizzazione. Gesù ci mette in guardia, perché è difficile per un ricco entrare nel Regno di Dio (cfr Mc 10, 23). Nello stesso tempo occorre abbandonare la mentalità di rendere popolare quella povertà degradante che potrebbe rappresentare un ostacolo al raggiungimento della vita eterna. Dobbiamo evitare entrambi gli estremi. Qui le scritture ci sono di guida: Signore, non darmi né la povertà che porta alla vanagloria e all’arroganza, né la povertà che mi spinga a rubare (cfr Pro 30, 8-9). Le imprese economiche vanno condotte e temperate da valori umani e spirituali con una dimensione pastorale.
3. Una effettiva sostenibilità delle nostre imprese economiche dipenderà infine sull’efficienza e la buona gestione secondo la modalità del buon amministratore. In verità occorre che la Chiesa promuova la gestione manageriale, ma il segreto del successo sta nel sottolineare e coltivare valori umani autentici e profondamente spirituali. La soluzione è quella di fondare la sostenibilità sulle solide basi della fede.
4. Ascoltiamo ciò che ci dice il santo padre, Papa Benedetto XVI nella Caritas in veritate al n. 36.

[00332-01.05] [IS014] [Testo originale: inglese]

ERRATA CORRIGE (V)

- Bollettino N. 21 - 12.10.2009

Pubblichiamo qui di seguito, su richiesta, la versione italiana corretta del riassunto dell’intervento di S. E. R. Mons. Raymond Leo BURKE, Arcivescovo emerito di Saint Louis, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, pubblicato a pag 5 del Bollettino n° 21 del 12.10.2009:

La Chiesa, come Sposa di Cristo, è lo specchio della giustizia. Deve annunciare e salvaguardare la verità che, citando le parole di papa Benedetto XVI, “sola, è garanzia di libertà (cfr. Gv 8, 32) e della possibilità di uno sviluppo umano integrale” (Caritas in veritate, n. 9). Il suo insegnamento e la sua disciplina riguardo al santo matrimonio, per mezzo del quale la famiglia, cellula primaria della vita della Chiesa e della società, viene formata e alimentata, è fondamentale per la sua fedeltà coma specchio della giustizia nel mondo.
Il tribunale ecclesiastico, dove il vescovo diocesano esercita la sua funzione di giudice a favore dei fedeli che accusano di nullità il proprio matrimonio, è una parte essenziale del ministero di giustizia della Chiesa. Ogni vescovo deve aver cura, pertanto, a istituire e far funzionare in modo giusto il tribunale ecclesiastico, responsabilità alla quale può adempiere anche congiuntamente, attraverso un tribunale interdiocesano.
Nella cultura contemporanea è fondamentale che la Chiesa annunci la verità sull’unione coniugale tra un uomo e una donna, che è per sua stessa natura esclusiva, indissolubile e ordinata alla procreazione. L’osservanza, da parte dei fedeli, della disciplina della Chiesa riguardo al matrimonio è uno degli strumenti collaudati per “assistere le coppie e guidare le famiglie nelle sfide che incontrano” e per purificare la cultura secolare da pratiche come i “matrimoni forzati” e la poligamia.
Le decisioni del tribunale ecclesiastico rispecchiano, per i fedeli e per la società in generale, la verità sul matrimonio e sulla famiglia. I ministri del tribunale, pertanto, devono essere ben preparati attraverso lo studio del diritto canonico e l’esperienza.
Con la celebrazione di questa Assemblea speciale, possa la Chiesa, attingendo allo spirito peculiare della cultura africana, essere in modo sempre più perfetto lo specchio della giustizia relativa al matrimonio e alla famiglia per il bene dei popoli dell’Africa e del mondo intero!

[00229-01.05] [IN160] [Testo originale: inglese]

AVVISI

- CONFERENZE STAMPA
- “POOL”
- BOLLETTINO SYNODUS EPISCOPORUM
- COPERTURA TV IN DIRETTA
- NOTIZIARIO TELEFONICO
- ORARIO DI APERTURA DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE

CONFERENZE STAMPA

La terza Conferenza Stampa sui lavori sinodali (con la traduzione simultanea in italiano, inglese, francese e portoghese) si terrà nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede venerdì 23 ottobre 2009 (dopo il Nuntius), alle ore 12.45 orientativamente. Interverranno:

- S. E. R. Mons. John Olorunfemi ONAIYEKAN, Arcivescovo di Abuja (NIGERIA), Presidente della Commissione per il Messaggio
- S. E. R. Mons. Youssef Ibrahim SARRAF, Vescovo di Le Caire dei Caldei (EGITTO), Vice-Presidente della Commissione per il Messaggio
- S. E. R. Mons. Francisco João SILOTA, M. Afr., Vescovo di Chimoio, Secondo Vice Presidente del Simposio delle Conferenze Episcopali d'Africa e Madagascar (S.E.C.A.M.) (MOZAMBICO), Membro della Commissione per il Messaggio

La quarta Conferenza Stampa sui lavori sinodali (con la traduzione simultanea in italiano, inglese, francese e portoghese) si terrà nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede Sabato 24 ottobre 2009 (dopo l’Elenchus finalis propositionem), alle ore 12.45 orientativamente. Interverranno:

- S. Em. R. Card. Peter Kodwo Appiah TURKSON, Arcivescovo di Cape Coast, Presidente dell'Associazione delle Conferenze Episcopali dell'Africa Occidentale (A.C.E.A.O./A.E.C.W.A.) (GHANA), Relatore Generale
- S. E. R. Mons. Damião António FRANKLIN, Arcivescovo di Luanda, Presidente della Conferenza Episcopale (ANGOLA), Segretario Speciale
- S. E. R. Mons. Edmond DJITANGAR, Vescovo di Sarh (CIAD), Segretario Speciale

Le Conferenze Stampa sono presiedute da Rev. P. Federico LOMBARDI, S.I., Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Segretario ex-ufficio della Commissione per l’Informazione della II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi.

I Signori operatori audiovisivi (cameramen e tecnici) e fotoreporter sono pregati di rivolgersi per il permesso di accesso al Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali.

“POOL”

Si prevedono “pool” di giornalisti accreditati per accedere all’Aula del Sinodo, in linea di massima per la preghiera di apertura delle Congregazioni Generali antemeridiane, nei giorni seguenti:
- Venerdì 23 ottobre 2009
- Sabato 24 ottobre 2009

Nell’Ufficio Informazioni e Accreditamenti della Sala Stampa della Santa Sede (all’ingresso, a destra) saranno messe a disposizione dei redattori le liste d’iscrizione ai “pool”.

Per i “pool” i fotoreporter e gli operatori TV sono pregati di rivolgersi al Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali.

I partecipanti ai “pool” sono pregati di trovarsi alle ore 08.30 nel Settore Stampa, allestito all’esterno di fronte all’ingresso dell’Aula Paolo VI, da dove saranno accompagnati da un officiale della Sala Stampa della Santa Sede (per i redattori) e del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali (per i fotoreporter e troupe TV). È richiesto un abbigliamento confacente la circostanza.

BOLLETTINO SYNODUS EPISCOPORUM

Il prossimo Bollettino n°29 sarà pubblicato venerdì 23 ottobre 2009 a conclusione della Diciottesima Congregazione Generale del mattino.

COPERTURA TV IN DIRETTA

Sarà trasmessa in diretta sui monitor nella Sala delle telecomunicazioni, nella Sala dei giornalisti e nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede:
- Domenica 25 ottobre 2009 (ore 09.30): Solenne Concelebrazione della Santa Messa a conclusione del Sinodo (Basilica di San Pietro)

Eventuali variazioni saranno pubblicate appena possibile.

NOTIZIARIO TELEFONICO

Durante il periodo sinodale sarà in funzione un notiziario telefonico:
- +39-06-698.19 con il Bollettino ordinario della Sala Stampa della Santa Sede;
- +39-06-698.84051 con il Bollettino del Sinodo dei Vescovi, antimeridiano;
- +39-06-698.84877 con il Bollettino del Sinodo dei Vescovi, pomeridiano.

ORARIO DI APERTURA DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE

La Sala Stampa della Santa Sede, in occasione della II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi resterà aperta secondo il seguente orario:
- Fino a sabato 24 ottobre: ore 09.00 - 16.00
- Domenica 25 ottobre: ore 09.00 - 13.00
Il personale dell’Ufficio informazioni e accreditamento sarà a disposizione (nell’ingresso a destra):
- Lunedì-Venerdì: ore 09.00-15.00
- Sabato: ore 09.00-14.00

Eventuali cambiamenti saranno comunicati appena possibile, tramite annuncio nella bacheca della Sala dei giornalisti nella Sala Stampa della Santa Sede, nel Bollettino informativo della Commissione per l’informazione della II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi e nell’area Comunicazioni di servizio del sito Internet della Santa Sede.

 

 
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