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conseguenza, un evangelizzatore non dovrebbe
avere costantemente una faccia da funerale. Re-
cuperiamo e accresciamo il fervore, «âla dolce e
confortante gioia di evangelizzare, anche quando
occorre seminare nelle lacrime [â¦] Possa il mon-
do del nostro tempo âche cerca ora nellâango-
scia, ora nella speranza â ricevere la Buona No-
vella non da evangelizzatori tristi e scoraggiati,
impazienti e ansiosi, ma da ministri del Vangelo
la cui vita irradii fervore, che abbiano per primi
ricevuto in loro la gioia del Cristo ».
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Unâeterna novitÃ
11.âUn annuncio rinnovato offre ai credenti,
anche ai tiepidi o non praticanti, una nuova gio-
ia nella fede e una fecondità evangelizzatrice. In
realtà , il suo centro e la sua essenza è sempre lo
stesso: il Dio che ha manifestato il suo immenso
amore in Cristo morto e risorto. Egli rende i suoi
fedeli sempre nuovi, quantunque siano anziani,
riacquistano forza, mettono ali come aquile, cor-
rono senza affannarsi, camminano senza stancar-
si » (
Is
40,31). Cristo è il «Vangelo eterno » (
Ap
14,6), ed è «âlo stesso ieri e oggi e per sempre »
(
Eb
13,8), ma la sua ricchezza e la sua bellezza
sono inesauribili. Egli è sempre giovane e fonte
costante di novità . La Chiesa non cessa di stupirsi
per «âla profondità della ricchezza, della sapienza
e della conoscenza di Dio » (
Rm
11,33). Diceva
6
âP
aolo
VI, Esort. ap.
Evangelii nuntiandi
(8 dicembre
1975), 80:
AAS
68 (1976), 75.