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molarci con la forza del suo Spirito. La vera novi-
tà è quella che Dio stesso misteriosamente vuole
produrre, quella che Egli ispira, quella che Egli
provoca, quella che Egli orienta e accompagna
in mille modi. In tutta la vita della Chiesa si deve
sempre manifestare che lâiniziativa è di Dio, che
« è lui che ha amato noi » per primo (
1 Gv
4,10) e
che « è Dio solo che fa crescere » (
1 Cor
3,7). Que-
sta convinzione ci permette di conservare la gioia
in mezzo a un compito tanto esigente e sfidante
che prende la nostra vita per intero. Ci chiede tut-
to, ma nello stesso tempo ci offre tutto.
13.âNeppure dovremmo intendere la novità di
questa missione come uno sradicamento, come
un oblio della storia viva che ci accoglie e ci spin-
ge in avanti. La memoria è una dimensione della
nostra fede che potremmo chiamare âdeuterono-
micaâ, in analogia con la memoria di Israele. Gesù
ci lascia lâEucaristia come memoria quotidiana
della Chiesa, che ci introduce sempre più nella
Pasqua (cfr
Lc
22,19). La gioia evangelizzatrice
brilla sempre sullo sfondo della memoria grata: è
una grazia che abbiamo bisogno di chiedere. Gli
Apostoli mai dimenticarono il momento in cui
Gesù toccò loro il cuore: «Erano circa le quat-
tro del pomeriggio » (
Gv
1,39). Insieme a Gesù,
la memoria ci fa presente una vera «moltitudine
di testimoni » (
Eb
12,1). Tra loro, si distinguono
alcune persone che hanno inciso in modo spe-
ciale per far germogliare la nostra gioia credente:
« Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno an-
nunciato la Parola di Dio » (
Eb
13,7). A volte si
tratta di persone semplici e vicine che ci hanno