EVANGELII GAUDIUM - page 104

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incontro fraterno e missionario si concluda con
una breve preghiera, che si colleghi alle preoccu-
pazioni che la persona ha manifestato. Così, essa
sentirà più chiaramente di essere stata ascoltata
e interpretata, che la sua situazione è stata posta
nelle mani di Dio, e riconoscerà che la Parola di
Dio parla realmente alla sua esistenza.
129. Non si deve pensare che l’annuncio evan-
gelico sia da trasmettere sempre con determinate
formule stabilite, o con parole precise che espri-
mano un contenuto assolutamente invariabile. Si
trasmette in forme così diverse che sarebbe im-
possibile descriverle o catalogarle, e nelle quali il
Popolo di Dio, con i suoi innumerevoli gesti e
segni, è soggetto collettivo. Di conseguenza, se
il Vangelo si è incarnato in una cultura, non si
comunica più solamente attraverso l’annuncio
da persona a persona. Questo deve farci pensare
che, in quei Paesi dove il cristianesimo è mino-
ranza, oltre ad incoraggiare ciascun battezzato ad
annunciare il Vangelo, le Chiese particolari devo-
no promuovere attivamente forme, almeno ini-
ziali, di inculturazione. Ciò a cui si deve tendere,
in definitiva, è che la predicazione del Vangelo,
espressa con categorie proprie della cultura in cui
è annunciato, provochi una nuova sintesi con tale
cultura. Benché questi processi siano sempre len-
ti, a volte la paura ci paralizza troppo. Se consen-
tiamo ai dubbi e ai timori di soffocare qualsiasi
audacia, può accadere che, al posto di essere cre-
ativi, semplicemente noi restiamo comodi senza
provocare alcun avanzamento e, in tal caso, non
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