EVANGELII GAUDIUM - page 111

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madre che parla a suo figlio, sapendo che il figlio
ha fiducia che tutto quanto gli viene insegnato
sarà per il suo bene perché sa di essere amato.
Inoltre, la buona madre sa riconoscere tutto ciò
che Dio ha seminato in suo figlio, ascolta le sue
preoccupazioni e apprende da lui. Lo spirito d’a-
more che regna in una famiglia guida tanto la
madre come il figlio nei loro dialoghi, dove si in-
segna e si apprende, si corregge e si apprezzano
le cose buone; così accade anche nell’omelia. Lo
Spirito, che ha ispirato i Vangeli e che agisce nel
Popolo di Dio, ispira anche come si deve ascol-
tare la fede del popolo e come si deve predicare
in ogni Eucaristia. La predica cristiana, pertanto,
trova nel cuore della cultura del popolo una fonte
d’acqua viva, sia per saper che cosa deve dire, sia
per trovare il modo appropriato di dirlo. Come
a tutti noi piace che ci si parli nella nostra lingua
materna, così anche nella fede, ci piace che ci si
parli in chiave di “cultura materna”, in chiave di
dialetto materno (cfr
2 Mac
7,21.27), e il cuore
si dispone ad ascoltare meglio. Questa lingua è
una tonalità che trasmette coraggio, respiro, for-
za, impulso.
140. Questo ambito materno-ecclesiale in cui si
sviluppa il dialogo del Signore con il suo popolo
si deve favorire e coltivare mediante la vicinanza
cordiale del predicatore, il calore del suo tono di
voce, la mansuetudine dello stile delle sue frasi, la
gioia dei suoi gesti. Anche nei casi in cui l’ome-
lia risulti un po’ noiosa, se si percepisce questo
spirito materno-ecclesiale, sarà sempre feconda,
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