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di predicazione che compete a tutti noi come im-
pegno quotidiano. Si tratta di portare il Vangelo
alle persone con cui ciascuno ha a che fare, tanto
ai più vicini quanto agli sconosciuti. à la predi-
cazione informale che si può realizzare durante
una conversazione ed è anche quella che attua un
missionario quando visita una casa. Essere disce-
polo significa avere la disposizione permanente
di portare agli altri lâamore di Gesù e questo av-
viene spontaneamente in qualsiasi luogo, nella
via, nella piazza, al lavoro, in una strada.
128.âIn questa predicazione, sempre rispettosa
e gentile, il primo momento consiste in un dia-
logo personale, in cui lâaltra persona si esprime e
condivide le sue gioie, le sue speranze, le preoc-
cupazioni per i suoi cari e tante cose che riempio-
no il suo cuore. Solo dopo tale conversazione è
possibile presentare la Parola, sia con la lettura di
qualche passo della Scrittura o in modo narrativo,
ma sempre ricordando lâannuncio fondamentale:
lâamore personale di Dio che si è fatto uomo, ha
dato sé stesso per noi e, vivente, offre la sua sal-
vezza e la sua amicizia. Ã lâannuncio che si con-
divide con un atteggiamento umile e testimoniale
di chi sa sempre imparare, con la consapevolezza
che il messaggio è tanto ricco e tanto profondo
che ci supera sempre. A volte si esprime in ma-
niera più diretta, altre volte attraverso una testi-
monianza personale, un racconto, un gesto, o la
forma che lo stesso Spirito Santo può suscitare
in una circostanza concreta. Se sembra pruden-
te e se vi sono le condizioni, è bene che questo