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dono, di cui tutti siamo debitori; ci insegna a in-
dividuare forme giuste di governo, riconoscendo
che lâÂÂautorità viene da Dio per essere al servizio
del bene comune. La fede afferma anche la pos-
sibilità del perdono, che necessita molte volte di
tempo, di fatica, di pazienza e di impegno; per-
dono possibile se si scopre che il bene è sempre
più originario e più forte del male, che la parola
con cui Dio afferma la nostra vita è più profonda
di tutte le nostre negazioni. Anche da un punto
di vista semplicemente antropologico, dâÂÂaltron-
de, lâÂÂunità è superiore al conflitto; dobbiamo far-
ci carico anche del conflitto, ma il viverlo deve
portarci a risolverlo, a superarlo, trasformandolo
in un anello di una catena, in uno sviluppo verso
lâÂÂunità .
Quando la fede viene meno, câÂÂè il rischio che
anche i fondamenti del vivere vengano meno,
come ammoniva il poeta T. S. Eliot: «Avete forse
bisogno che vi si dica che perfino quei modesti
successi / che vi permettono di essere fieri di una
società educata / difficilmente sopravviveranno
alla fede a cui devono il loro significato? ».
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Se
togliamo la fede in Dio dalle nostre città , si affie-
volirà la fiducia tra di noi, ci terremmo uniti sol-
tanto per paura, e la stabilità sarebbe minacciata.
La Lettera agli Ebrei afferma: «Dio non si ver-
gogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato
infatti per loro una città » (
Eb
11,16). LâÂÂespressio-
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âÂÂâÂÂChoruses from
The Rock
â in:
The Collected Poems and
Plays
1909-1950, New York 1980, 106.