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dunque per loro è inutile sforzarsi. Pensano così:
âPerché mi dovrei privare delle mie comodità e
piaceri se non vedo nessun risultato importan-
te?â. Con questa mentalità diventa impossibile
essere missionari. Questo atteggiamento è pre-
cisamente una scusa maligna per rimanere chiusi
nella comodità , nella pigrizia, nella tristezza in-
soddisfatta, nel
vuoto egoista. Si tratta di un at-
teggiamento autodistruttivo perché «âlâuomo non
può vivere senza speranza: la sua vita, condanna-
ta allâinsignificanza, diventerebbe insopportabi-
le ».
211
Se pensiamo che le cose non cambieranno,
ricordiamo che Gesù Cristo ha trionfato sul pec-
cato e sulla morte ed è ricolmo di potenza. Gesù
Cristo vive veramente. Altrimenti, « se Cristo non
è risorto, vuota è la nostra predicazione » (
1 Cor
15,14).
Il Vangelo ci racconta che quando i pri-
mi discepoli partirono per predicare, «âil Signore
agiva insieme con loro e confermava la Parola »
(
Mc
16,20). Questo accade anche oggi. Siamo in-
vitati a scoprirlo, a viverlo. Cristo risorto e glorio-
so è la sorgente profonda della nostra speranza,
e non ci mancherà il suo aiuto per compiere la
missione che Egli ci affida.
276.âLa sua risurrezione non è una cosa del pas-
sato; contiene una forza di vita che ha penetrato
il mondo. Dove sembra che tutto sia morto, da
ogni parte tornano ad apparire i germogli della ri-
211
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Messaggio finale
, 1:
LâOsservatore Romano
(23 ottobre
1999), 5.