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GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 20 giugno 1990

 

1. Secondo il “Vangelo dell’infanzia di Gesù” steso da Luca, la rivelazione dello Spirito Santo si ebbe non solo nell’annunciazione e nella visitazione di Maria a Elisabetta, come abbiamo visto nelle precedenti catechesi, ma anche nella presentazione del bambino Gesù al tempio, il 40° giorno dopo la nascita. È il primo di tutta una serie di eventi della vita di Cristo, nei quali si espande la verità del mistero dell’incarnazione congiuntamente a quello della presenza operante dello Spirito Santo.

2. Scrive l’evangelista che, “quando venne il tempo della loro purificazione secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore” (Lc 2, 22). La presentazione del primogenito al tempio e l’offerta che l’accompagnava come segno del riscatto del piccolo israelita, che così tornava alla vita della sua famiglia e del suo popolo, era prescritta - o almeno raccomandata - dalla Legge mosaica vigente nell’antica alleanza. I pii israeliti praticavano quell’atto di culto. Secondo Luca, il rito compiuto dai genitori di Gesù per osservare la Legge fu occasione di un nuovo intervento dello Spirito Santo, che dava al fatto un significato messianico, introducendolo nel mistero di Cristo Redentore. Strumento prescelto per questa nuova rivelazione fu un santo vecchio, del quale Luca scrive: “A Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che s’aspettava il conforto d’Israele; lo Spirito Santo . . . era su di lui” (Lc 2, 25). Si era dunque nella città santa, nel tempio dove gravitava tutta la storia d’Israele e confluivano le speranze fondate sulle antiche promesse e profezie.

3. Quell’uomo, che attendeva il “conforto d’Israele”, cioè il Messia, era stato specialmente preparato dallo Spirito Santo all’incontro con “Colui che doveva venire”. Leggiamo, infatti, che “lo Spirito Santo era sopra di lui”, cioè agiva in lui in modo abituale, e “gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore” (Lc 2, 26).

Secondo il testo di Luca, quest’attesa del Messia, colma di desiderio, di speranza e dell’intima certezza che gli sarebbe stato concesso di vederlo con i propri occhi, è indice dell’azione dello Spirito Santo, che è ispirazione, illuminazione e mozione. Infatti, il giorno in cui Maria e Giuseppe portarono Gesù al tempio, vi si recò anche Simeone, “mosso - come dice Luca - dallo Spirito”. L’ispirazione dello Spirito Santo non solo gli preannunciò l’incontro col Messia, non solo gli suggerì di andare al tempio, ma lo mosse e quasi condusse; e una volta giunto al tempio, gli concesse di riconoscere nel bambino Gesù, figlio di Maria, colui che attendeva.

4. Luca scrive che, “mentre i genitori vi portarono il bambino Gesù per adempiere la Legge, Simeone lo prese tra le braccia e benedisse Dio” (Lc 2, 27-28).

A questo punto l’evangelista mette sulla bocca di Simeone il cantico, a tutti noto, “Nunc dimittis”, che la liturgia ci fa ripetere ogni giorno all’ora di compieta, quando il senso del tempo che passa è particolarmente avvertito. Le parole così toccanti di Simeone, ormai vicino ad “andare in pace”, aprono il varco alla speranza sempre nuova della salvezza che in Cristo trova il suo esaudimento: “I miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele” (Lc 2, 30-32). È un preannuncio della evangelizzazione universale, foriera della salvezza che viene da Gerusalemme, da Israele, ma ad opera del Messia-Salvatore, atteso dal suo popolo e da tutti i popoli.

5. Lo Spirito Santo, che opera in Simeone, è presente e svolge la sua azione, anche in tutti coloro che, come quel santo vecchio, hanno aderito a Dio e creduto alle sue promesse, in ogni tempo. Luca ci offre un altro esempio di questa realtà, di questo mistero: è la “profetessa Anna”, che sin dalla giovinezza, essendo rimasta vedova, “non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere”. Era dunque una donna consacrata a Dio e particolarmente capace, nella luce del suo Spirito, di afferrarne i disegni e di interpretarne i comandi: in questo senso era “profetessa”. Luca non parla esplicitamente di una speciale azione dello Spirito Santo in lei. E tuttavia l’associa a Simeone, sia nel lodare Dio, sia nel parlare di Gesù: “Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme” (Lc 2, 37. 38). Come Simeone, anch’essa era stata mossa senza dubbio dallo Spirito Santo a farsi incontro a Gesù.

6. Le parole profetiche di Simeone (e di Anna) annunziano non soltanto la venuta del Salvatore nel mondo, la sua presenza in mezzo a Israele, ma anche il suo sacrificio redentore. Questa seconda parte della profezia è rivolta direttamente a Maria: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima”.

Non si può non pensare allo Spirito Santo come ispiratore di questa profezia della Passione di Cristo quale via sulla quale verrà operata da Lui la salvezza. È particolarmente eloquente il fatto che Simeone parli delle future sofferenze di Cristo, rivolgendo il suo pensiero al cuore della Madre, associata a suo Figlio nella sopportazione delle contraddizioni di Israele e del mondo intero. Simeone non chiama per nome il sacrificio della croce, ma trasferisce la profezia sul cuore di Maria, che verrà “trafitto dalla spada” come compartecipe delle sofferenze del Figlio.

7. Le parole ispirate di Simeone prendono un rilievo anche maggiore se vengono considerate nel contesto globale del “Vangelo dell’infanzia di Gesù” descritto da Luca, perché collocano tutto quel periodo di vita sotto la particolare azione dello Spirito Santo. Si capisce meglio così quell’osservazione dell’evangelista sulla meraviglia di Maria e Giuseppe davanti a quegli avvenimenti e a quelle parole: “Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui”.

Chi annota quei fatti e quelle parole è lo stesso Luca che, come autore degli Atti degli apostoli, descrive l’evento della Pentecoste: la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli e i discepoli riuniti nel cenacolo assieme a Maria dopo l’ascensione al cielo del Signore, secondo la promessa di Gesù stesso. La lettura del “Vangelo dell’infanzia di Gesù” già prova che l’evangelista era particolarmente sensibile alla presenza e all’azione dello Spirito Santo in tutto ciò che riguardava il mistero dell’incarnazione, dal primo all’ultimo momento della vita di Cristo. 


Ai fedeli di espressione francese

Chers Frères at Soeurs,

Je salue cordialement les pèlerins de langue française qui prennent part à cette audience. J’adresse mes voeux fervents au groupe de Bordeaux venu à Rome pour y nourrir sa foi et son amour de l’Eglise. Je tiens à dire ma sympathie et toute mon affection au groupe des jeunes de Corse, membres de l’Association des Paralysés de France. A chacun d’entre vous, mes chers amis, j’accorde très volontiers ma Bénédiction Apostolique.

Ai gruppi di lingua inglese  

Dear Brothers and Sisters,

I am pleased to welcome the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience. My special greeting goes to the pilgrimage group from the Diocese of New Ulm, Minnesota, accompanied by their Bishop. I also greet the pilgrims from the United States who are visiting the Franciscan shrines of Italy. To all of you I cordially impart my Apostolic Blessing as a pledge of grace and peace in the Lord Jesus Christ.

Ai fedeli di lingua tedesca  

Liebe Schwestern und Brüder!

Mit dieser kurzen Betrachtung grüße ich herzlich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher. Ich wünsche Euch frohe und geistig reiche Tage in der ”Ewigen Stadt“ und erteile Euch für eine gute Rückkehr sowie allen Euren Lieben in der Heimat von Herzen meinen Apostolischen Segen.

Gelobt sei Jesus Christus!  

Ai pellegrini di lingua spagnola  

Amadísimos hermanos y hermanas,

Deseo ahora dirigir mi cordial saludo a todos los peregrinos y visitantes de los diversos países de América Latina y de España.

En particular, al grupo de sacerdotes del Pontificio Colegio Mexicano, de Roma, a quienes aliento a una profunda preparación teológica y espiritual para mejor servir a las comunidades eclesiales mexicanas, que tuve el gozo de visitar en mi reciente viaje pastoral a aquel amado país.

Saludo igualmente a las Hermanas Mercedarias de la Caridad, que celebran en Roma su Asamblea General, y a las peregrinaciones de Puerto Rico, de Colombia y a la Hermandad de la Iglesia de San Antonio de Madrid.

A todos bendigo de corazón.  

Ai fedeli di lingua portoghese  

Amadíssimos irmãos e irmãs,

Aos peregrinos de Portugal e do Brasil, assim como aos seus familiares, convido a manter vivo o Amor à Virgem Maria, nossa maternal intercessora diante de Deus, ao mesmo tempo que lhes concedo com afecto a minha Bênção Apostólica.  

Ai fedeli polacchi  

Dziś w sposób szczególny pragnę podziękować Tobie, Pani Jasnogórska, za Kościół unicki na Ukrainie, który po latach odzyskuje właściwe sobie prawa. Przedtem jeszcze dzikuję za dni 10 i 11 wrześnie 1988 r. W dniach tych, Bogarodzico, w Twoim sanktuarium zgromadził się Lud Boży Kościoła unickiego ze swymi Pasterzami, aby uwielbić Przenajświętszą Trójcę za dar Chrztu w Kijowie przed tysiącem lat.

Chrzest i Kościół przyszedł do nas z Rzymu - do nich, na Ruś, przyszedł z Bizancjum. Było to jednak w czasie, gdy Rzym i Bizancjum - Zachód i Wschód - trwały w jednym niepodzielonym Kościele. A kiedy prawie sto lat później nieszczsny podział został zapoczątkowany, w Kijowie najdłużej przetrwała wiara w niepodzielną jedność Kościoła. W ciągu wieków podejmowano starania o przywrócenie jedności pomiędzy Zachodem i Wschodem. Stolica Kijowska uczestniczyła w tych staraniach.

W dniach 10 i 11 września, na Tysiąclecie Chrztu, przybyli do Ciebie, Pani Jasnogórska, dziedzice Unii Brzeskiej, którzy przez cztery stulecia trwali w odbudowanej jedności z Następcą Piotra, a swojej wierze i wierności dawali świadectwo aż do przelania krwi.

Dziś dzięki składamy za tę wiarę za wierność Kościoła i jego wyznawców na Ukrainie, a także na Zakarpaciu, w Rumunii. I wespół z Soborem żywimy nadzieję, że Kościół ten przygotowuje drogi jedności pomidzy Wschodem i Zachodem, tej jedności, o którą modlił się Chrystus w Wieczerniku: “ Ojcze, spraw, aby byli jedno, tak jak my jedno jesteśmy ”. 

Pozdrawiam pielgrzymów z Polski: z parafii św. Józefa w Rudzie Śląskiej; z parafii Jezusa Chrystusa Odkupiciela Człowieka w Bielsku; z parafii Najświtszego Serca Pana Jezusa w Rzeszowie; z parafii Świętego Krzyża w Gliwicach - oo. redemptoryści; pielgrzymk polonijną księży chrystusowców z Australii; pielgrzymkę z polonijnej parafii św. Jakuba w Chicago; grupę turystyczną Mysłowickiego Przedsiębiorstwa Budownictwa Inżynieryjnego i Przemysłowego oraz Klubu Żeglarskiego “ Pagaj ” z Lubiąża; załogę jachtu “ Oskar ” z Zabrza oraz grupę PTKK z Ursusa.  

Ai gruppi italiani  

Il mio cordiale pensiero va ora ai pellegrini della diocesi di Tursi-Lagonegro, i quali, guidati dal loro Vescovo, Monsignor Rocco Talucci, prendono parte a questa Udienza a conclusione dell’Anno Pastorale diocesano che li ha visti impegnati nell’approfondimento del tema generale: “Nella sete di Dio la speranza e il futuro dell’uomo”. Cari fratelli e sorelle, vi esprimo il mio compiacimento per il cammino spirituale che avete percorso e vi auguro che esso serva ad incrementare la comunione con Dio e la fraterna solidarietà spirituale tra voi.

Un saluto particolarmente affettuoso rivolgo ai sacerdoti del Pontificio Istituto Missioni Estere, i quali festeggiano il 25º anniversario della loro Ordinazione sacerdotale. Vi ringrazio per il bene compiuto al servizio della Chiesa in questi 25 anni di attività missionaria. Il Signore mantenga intatta nelle vostre anime la luce che vi ha inondato nel giorno della vostra Ordinazione e faccia sì che essa possa esservi di stimolo nel vostro ulteriore impegno apostolico.

Ringrazio per la loro presenza i giovani militari della Brigata Meccanizzata “Legnano” di Bergamo, venuti a Roma in occasione di una esercitazione al campo. Vi sia utile l’esperienza che state conducendo per una piena maturazione umana e spirituale che vi prepari anche alle vostre future responsabilità nell’ambito della famiglia e della società.  

Ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli  

Saluto infine, come di consueto, i Giovani, gli Ammalati e gli Sposi Novelli. Dopodomani è la solennità del Sacro Cuore di Gesù: una festa tanto cara al popolo cristiano. Invito voi giovani a scoprire le ricchezze che si nascondono nel Cuore di Gesù. Possa il vostro cuore aprirsi alla scuola dell’amore di Cristo ed imparare così ad amare in maniera sempre nobile e nobilitante. So che tra voi ci sono i ragazzi e le ragazze della Parrocchia dei SS. Pietro e Paolo di Turate, in diocesi di Milano, i quali hanno ricevuto da poco il Sacramento della Cresima. Ad essi dico: siate testimoni coraggiosi e generosi di Cristo negli ambienti in cui vivete.

Ed anche voi, cari ammalati, che soffrite nel corpo e nello spirito, volgete lo sguardo al Cuore di Gesù e troverete la pace, il conforto e la speranza. La sofferenza, infatti, è scuola d’amore.

Il Sacro Cuore di Gesù insegni pure a voi, sposi novelli, ad amarvi ed a sostenervi vicendevolmente lungo tutto il percorso della vita familiare che è iniziato con il Sacramento del matrimonio. A tutti imparto la Benedizione Apostolica.

 

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