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GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 2 aprile 2003

 

Cantico: Is 42,10-16 - Inni al Signore vittorioso e salvatore
Lodi del lunedì della 4a settimana (Lettura: Is 42,10.15-16)

1. All’interno del libro che porta il nome del profeta Isaia, gli studiosi hanno identificato la presenza di diverse voci, poste tutte sotto il patronato del grande profeta vissuto nell’ottavo secolo a.C. È il caso del vigoroso inno di gioia e di vittoria che è stato ora proclamato quale parte della Liturgia delle Lodi della quarta settimana. Gli esegeti lo riferiscono al cosiddetto Secondo Isaia, un profeta vissuto nel sesto secolo a. C., al tempo del ritorno degli Ebrei dall’esilio di Babilonia. L’inno si apre con un appello a «cantare al Signore un canto nuovo» (cfr Is 42,10), proprio come accade in altri Salmi (cfr 95,1 e 97,1).

La «novità» del canto a cui invita il profeta si rifà certamente all’aprirsi dell’orizzonte della libertà, quale svolta radicale nella storia di un popolo che ha conosciuto l’oppressione e il soggiorno in terra straniera (cfr Sal 136).

2. La «novità» ha spesso nella Bibbia il sapore di una realtà perfetta e definitiva. È quasi il segno del sorgere di un’èra di pienezza salvifica che sigilla la storia travagliata dell’umanità. Il Cantico di Isaia presenta questa alta tonalità, che ben s’adatta alla preghiera cristiana.

Ad elevare al Signore un «canto nuovo» è invitato il mondo nella sua globalità che include terra, mare, isole, deserti e città (cfr Is 42,10-12). Tutto lo spazio è coinvolto con i suoi estremi confini orizzontali, che comprendono anche l’ignoto, e con la sua dimensione verticale, che parte dalla pianura desertica, ove si trovano le tribù nomadi di Kedar (cfr Is 21,16-17), e ascende fino ai monti. Lassù si può collocare la città di Sela, da molti identificata con Petra, nel territorio degli Edomiti, una città posta tra i picchi rocciosi.

Tutti gli abitanti della terra sono invitati a formare come un immenso coro per acclamare il Signore con esultanza e dargli gloria.

3. Dopo il solenne invito al canto (cfr vv. 10-12), il profeta fa entrare in scena il Signore, rappresentato come il Dio dell’Esodo, che ha liberato il suo popolo dalla schiavitù egiziana: «Il Signore avanza come un prode, come un guerriero» (v. 13). Egli semina il terrore tra gli avversari, che opprimono gli altri e commettono ingiustizia.

Anche il cantico di Mosè dipinge il Signore durante la traversata del Mar Rosso come un «prode in guerra», pronto a stendere la sua destra potente e ad atterrire i nemici (cfr Es 15,3-8). Col ritorno degli Ebrei dalla deportazione di Babilonia si sta per compiere un nuovo esodo e i fedeli devono essere certi che la storia non è in mano al fato, al caos, o alle potenze oppressive: l’ultima parola spetta al Dio giusto e forte. Cantava già il Salmista: «Nell’oppressione vieni in nostro aiuto perché vana è la salvezza dell’uomo» (Sal 59,13).

4. Entrato in scena, il Signore parla e le sue parole veementi (cfr Is 42,14-16) intrecciano giudizio e salvezza. Egli comincia con il ricordare che «per molto tempo» ha «fatto silenzio», cioè non è intervenuto. Il silenzio divino è spesso motivo di perplessità per il giusto e persino di scandalo, come attesta il lungo grido di Giobbe (cfr Gb 3,1-26). Tuttavia non si tratta di un silenzio che indica un’assenza, quasi che la storia sia lasciata in mano ai perversi e il Signore rimanga indifferente e impassibile. In realtà, quel tacere sfocia in una reazione simile al travaglio di una partoriente che s’affanna, sbuffa e urla. È il giudizio divino sul male, raffigurato con immagini di aridità, distruzione, deserto (cfr v. 15), che ha come meta un risultato vivo e fecondo.

Infatti, il Signore fa sorgere un mondo nuovo, un’èra di libertà e di salvezza. A chi era cieco vengono aperti gli occhi perché goda della luce che sfolgora. Il cammino si fa agile e la speranza fiorisce (cfr v. 16), rendendo possibile continuare a confidare in Dio e nel suo futuro di pace e di felicità.

5. Ogni giorno il credente deve saper scorgere i segni dell’azione divina, anche quando essa è nascosta dal fluire, apparentemente monotono e senza meta, del tempo. Come scriveva uno stimato autore cristiano moderno, «la terra è pervasa da un’estasi cosmica: c’è in essa una realtà e una presenza eterna che, però, normalmente dorme sotto il velo dell’abitudine. La realtà eterna deve ora rivelarsi, come in un’epifania di Dio, attraverso tutto ciò che esiste» (R. Guardini, Sapienza dei Salmi, Brescia 1976, p. 52).

Scoprire, con gli occhi della fede, questa presenza divina nello spazio e nel tempo, ma anche in noi stessi, è sorgente di speranza e di fiducia, anche quando il nostro cuore è turbato e scosso «come si agitano i rami del bosco per il vento» (Is 7,2). Il Signore, infatti, entra in scena per reggere e giudicare «il mondo con giustizia e con verità tutte le genti» (Sal 95,13).


Saluti:

I am pleased to welcome all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience, especially those from England, Denmark and the United States. Upon you and your families I cordially invoke God’s blessings of joy and peace.

Je salue cordialement les pèlerins de langue française présents à cette audience. Que le Seigneur éclaire votre chemin et qu’il vous conduise à la joie de Pâques !

Freundlich heiße ich die Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache willkommen. Gott ist den Menschen nahe. Es gilt, die Zeichen Gottes im Alltag zu entdecken. Seid stets frohe Zeugen der treuen Erlöserliebe unseres Herrn! Die Gnade des Himmels begleite euch auf allen Wegen!

Saúdo aos peregrinos de língua portuguesa, que porventura aqui se encontrem. Faço votos por que a vossa visita a Roma traga frutos espirituais a cada um e às vossas famílias. Que Deus vos abençoe.

Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular al grupo de la Caja Rural de Almendralejo, que celebra el centenario de su fundación. Invito a todos a unirse con la oración al Canto nuevo de la historia salvada por Cristo, en la que todos los pueblos están llamados a unir sus voces con la solidaridad y a convivir en paz.
Muchas gracias.

Saluto in lingua slovacca:

Srdečne pozdravujem slovenských pútnikov z Bratislavy, Košíc, Valalikov a zo Zvolena.
Drahí bratia a sestry, prežívame obdobie prípravy na Vel’konočné sviatky.
Nech je tento posvätný čas pre každého z vás príležitost’ou na upevnenie viery v Krista.
S láskou žehnám Vás i Vaše rodiny.
Pochválený bud’ Ježiš Kristus!

Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca:

Saluto cordialmente i pellegrini slovacchi provenienti da Bratislava, Košice, Valaliky e da Zvolen.
Cari Fratelli e Sorelle, viviamo nel periodo della preparazione alle Feste pasquali.
Possa essere questo tempo sacro per ciascuno di voi l’occasione per accrescere la propria fede in Cristo.
Con affetto benedico voi e le vostre famiglie.
Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto in lingua ungherese:

Isten hozott Benneteket, kedves magyar hívek Miskolcról.
Kérem imáitokat a világ békéjéért.
Szeretettel adom apostoli áldásomat.
Dicsértessék a Jézus Krisztus!

Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese:

Rivolgo un cordiale saluto ai fedeli ungheresi venuti da Miskolc.
Chiedo la vostra preghiera per la pace nel mondo.
Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.
Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto in lingua polacca:

Serdecznie pozdrawiam wszystkich pielgrzymów języka polskiego.
W dzisiejszej katechezie rozważaliśmy słowa Kantyku z Księgi proroka Izajasza. Jest to hymn dziękczynny na cześć Boga, który nieustannie jest obecny i działa w ludzkiej historii. Prorok uświadamia nam, że Bóg nawet wtedy, gdy wydaje się milczeć wobec przemocy, niesprawiedliwości czy każdego innego zła, jakie dotyka człowieka, nie przestaje go kochać i przychodzi mu z pomocą zawsze, gdy człowiek zwraca się do Niego z ufnością.
Również człowiekowi wierzącemu, zwłaszcza, gdy przygniata go jakieś bolesne doświadczenie, może się czasami wydawać, że Bóg milczy. Nawet wielcy święci mistycy przeżywali ten stan, który św. Jan od Krzyża nazwał "nocą ciemną duszy". Prorok Izajasz uczy, że kto mimo wszystko z ufnością wierzy, że Bóg jest blisko i działa, przetrwa czas próby i z radością będzie mógł dziękować Bogu za Jego nieustającą miłość, która wyzwala od każdego zła.
Niech ta ufność płynąca z wiary stale wam towarzyszy i niech pomaga pokonywać wszelkie życiowe trudności. Niech wam Bóg błogosławi!

Traduzione italiana del saluto in lingua polacca:

Saluto cordialmente i pellegrini di lingua polacca.
Nella catechesi di oggi abbiamo riflettuto sulle parole del Cantico del profeta Isaia. E’ un inno di ringraziamento in onore di Dio che ininterrottamente è presente e agisce nella storia umana. Il Profeta ci rende consapevoli che Dio, anche quando sembra tacere davanti all’oppressione, l’ingiustizia o ogni altro male che tocca l’uomo, non cessa di amarlo e gli viene in aiuto sempre, se l’uomo si rivolge a Lui con fiducia.
Anche all’uomo credente, soprattutto se porta il peso di un’esperienza dolorosa, può sembrare che Dio taccia. Perfino grandi santi mistici hanno vissuto questo stato che San Giovanni della Croce ha chiamato "notte oscura dell’anima". Il profeta Isaia insegna che chi - nonostante tutto - con fiducia crede che Dio è vicino e opera, potrà sopravvivere al tempo di prova e con gioia ringrazierà Dio per il suo costante amore che libera da ogni male.
Questa fiducia che scaturisce dalla fede vi accompagni sempre e vi aiuti a superare ogni difficoltà nella vita. Dio vi benedica!

Saluto in lingua lituana:

Nuoširdžiai sveikinu piligrimus lietuvius, ypatingai Klaipėdos Prano Mašioto mokyklos mokytojus ir mokinius.
Jūsų apsilankymas Romoje vyksta Gavėnios metu. Tegul ši aplinkybė jums padeda naujai atrasti Kristaus meilę kiekvienam iš jūsų. O Viešpats jums tepadeda gyventi šią meilę tarpusavyje ir visus jus telaimina!
Garbë Jëzui Kristui!

Traduzione italiana del saluto in lingua lituana:

Saluto cordialmente i pellegrini lituani, soprattutto i ragazzi e gli insegnanti della scuola "Prano Mašioto" di Klaipėda.
La vostra visita a Roma si compie nel tempo di Quaresima. Sia questa circostanza l’occasione propizia per riscoprire le profondità dell’amore di Cristo per ciascuno di voi. Il Signore vi aiuti a vivere questo amore con i fratelli e vi benedica tutti!
Sia lodato Gesù Cristo!

*****

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto i membri della Confraternita Santa Bona di Pisa, accompagnati dall’Arcivescovo Mons. Alessandro Plotti; i rappresentanti della Banca di Credito Cooperativo di Montecorvino Rovella, che ricordano il 90° anniversario di fondazione del loro Istituto bancario; i militari della Scuola di Artiglieria dell’Esercito, con sede in Bracciano.

Carissimi, auspico che questo incontro susciti in ciascuno un rinnovato fervore spirituale nell’impegno di testimoniare Cristo e il suo Vangelo nella società.

Il mio pensiero va infine ai giovani, ai malati e agli sposi novelli.

Il cammino quaresimale, sul quale stiamo avanzando verso la Pasqua, stimoli voi, cari giovani, ad una consapevole maturità di fede in Cristo; accresca in voi, cari malati, la speranza in Gesù crocifisso nostro sostegno e conforto nella prova; aiuti voi, cari sposi novelli, a fare della vostra vita una quotidiana scuola di amore fedele e generoso.

 



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