GIOVANNI PAOLO II
UDIENZA GENERALE
Mercoledì, 1° dicembre 2004
Salmo 71,1-11 - Il potere regale del Messia
Vespri del Giovedì della 2a settimana (Lettura: Sal 71,1-3.7.10-11)
1. La Liturgia dei Vespri, di cui stiamo progressivamente commentando i testi salmici e i cantici, propone in due tappe uno dei Salmi più cari alla tradizione giudaica e cristiana, il Salmo 71, un canto regale che i Padri della Chiesa hanno meditato e reinterpretato in chiave messianica.
Noi ora abbiamo ascoltato il primo grande movimento di questa solenne preghiera (cfr vv. 1-11). Esso è aperto da una intensa invocazione corale a Dio perché conceda al sovrano quel dono che è fondamentale per il buon governo, la giustizia. Essa si esplica soprattutto nei confronti dei poveri che di solito sono invece le vittime del potere.
Si noterà la particolare insistenza con la quale il Salmista pone l’accento sull’impegno morale di reggere il popolo secondo giustizia e diritto: «Dio, da’ al re il tuo giudizio, al figlio del re la tua giustizia; regga con giustizia il tuo popolo e i tuoi poveri con rettitudine. Ai miseri del suo popolo renderà giustizia» (vv. 1-2.4).
Come il Signore regge il mondo secondo giustizia (cfr Sal 35,7), così il re che è il suo rappresentante visibile sulla terra - secondo l’antica concezione biblica - deve uniformarsi all’azione del suo Dio.
2. Se si violano i diritti dei poveri, non si compie solo un atto politicamente scorretto e moralmente iniquo. Per la Bibbia si perpetra anche un atto contro Dio, un delitto religioso, perché il Signore è il tutore e il difensore dei miseri e degli oppressi, delle vedove e degli orfani (cfr Sal 67,6), cioè di coloro che non hanno protettori umani.
È facile intuire come alla figura spesso deludente del re davidico la tradizione abbia sostituito - già a partire dal crollo della monarchia di Giuda (VI sec. a.C.) - la fisionomia luminosa e gloriosa del Messia, nella linea della speranza profetica espressa da Isaia: «Egli giudicherà con giustizia i poveri e prenderà decisioni eque per gli oppressi del paese» (11,4). O, secondo l’annunzio di Geremia, «Ecco, verranno giorni - dice il Signore - nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra» (23,5).
3. Dopo questa viva e appassionata implorazione del dono della giustizia, il Salmo allarga l’orizzonte e contempla il regno messianico-regale nel suo dispiegarsi lungo le due coordinate, quelle del tempo e quelle dello spazio. Da un lato, infatti, si esalta il suo perdurare nella storia (cfr Sal 71,5.7). Le immagini di tipo cosmico sono vivaci: si ha, infatti, lo scorrere dei giorni ritmati dal sole e dalla luna, ma anche quello delle stagioni con la pioggia e la fioritura.
Un regno fecondo e sereno, quindi, ma sempre posto all’insegna di quei valori che sono capitali: la giustizia e la pace (cfr v. 7). Sono questi i segni dell’ingresso del Messia nella nostra storia. In questa prospettiva è illuminante il commento dei Padri della Chiesa, che vedono in quel re-Messia il volto di Cristo, re eterno e universale.
4. Così san Cirillo d’Alessandria nella sua Explanatio in Psalmos osserva che il giudizio, che Dio dà al re, è quello di cui parla san Paolo, «il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose» (Ef 1,10). Infatti «nei suoi giorni fiorirà la giustizia e abbonderà la pace», come a dire che «nei giorni di Cristo per mezzo della fede sorgerà per noi la giustizia, e nel nostro volgerci verso Dio sorgerà per noi l’abbondanza della pace». Del resto, proprio noi siamo i «miseri» e i «figli dei poveri» che questo re soccorre e salva: e se anzitutto «chiama "miseri" i santi apostoli, perché erano poveri in spirito, noi dunque egli ha salvato in quanto "figli dei poveri", giustificandoci e santificandoci nella fede per mezzo dello Spirito» (PG LXIX, 1180).
5. D’altro lato, il Salmista delinea anche l’ambito spaziale entro cui si colloca la regalità di giustizia e di pace del re-Messia (cfr Sal 71,8-11). Qui entra in scena una dimensione universalistica che va dal Mar Rosso o dal Mar Morto fino al Mediterraneo, dall’Eufrate, il grande «fiume» orientale, fino agli estremi confini della terra (cfr v. 8), evocati anche da Tarsis e dalle isole, i territori occidentali più remoti secondo l’antica geografia biblica (cfr v. 10). È uno sguardo che si distende su tutta la mappa del mondo allora conosciuto, che coinvolge Arabi e nomadi, sovrani di stati remoti e persino i nemici, in un abbraccio universale non di rado cantato dai Salmi (cfr Sal 46,10; 86,1-7) e dai profeti (cfr Is 2,1-5; 60,1-22; Ml 1,11).
L’ideale suggello a questa visione potrebbe, allora, essere formulato proprio con le parole di un profeta, Zaccaria, parole che i Vangeli applicheranno a Cristo: «Esulta grandemente figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto... Farà sparire i carri da Efraim e i cavalli da Gerusalemme, l’arco di guerra sarà spezzato, annunzierà la pace alle genti, il suo dominio sarà da mare a mare e dal fiume ai confini della terra» (Zc 9,9-10; cfr Mt 21,5).
Saluti:
Je salue cordialement les pèlerins francophones présents à cette audience. Que le Seigneur éclaire votre chemin et qu’il vous conduise à la joie de Noël!
Dear Brothers and Sisters,
I offer a warm welcome to all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience. I greet particularly the groups from Australia, the Philippines and the United States of America. I cordially invoke upon you in this Advent Season joy, hope and peace in our Lord Jesus Christ.
Have a happy stay in Rome!
Von Herzen grüße ich die Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache. Niemand, der auf den Herrn hofft, geht zugrunde (vgl. Ps 25, 3). Die Gemeinschaft mit Christus mache euch zu jedem guten Werk bereit. Gottes Geist geleite euch auf allen Wegen!
Saludo con afecto a los peregrinos y familias de lengua española. En especial a los Sacerdotes del Colegio Venezolano de Roma, así como a los fieles de España, México y demás países latinoamericanos. Deseo a todos un buen tiempo de Adviento, preparándose a recibir Jesucristo con las obras. Muchas gracias por vuestra atención.
Queridos brasileiros e demais peregrinos de língua portuguesa, a todos saúdo cordialmente com votos de que esta romagem predisponha o vosso coração para acolher santamente o Senhor que vem. Vem como rei que mendiga casa; oferecei-lhe a vossa!
Saluto in lingua polacca:
Rozważamy dzisiaj jeden z tak zwanych „Psalmów królewskich". Psalmista podkreśla odpowiedzialność, jaka spoczywa na każdym, komu została powierzona władza. Człowiek piastujący władzę w społeczeństwie ma być sprawiedliwy i prawy, ma wprowadzać pokój i troszczyć się o najsłabszych i potrzebujących. Jeśli takie będą jego rządy, będzie się cieszył szacunkiem podwładnych i – jak pisze Psalmista – „zawsze będą się modlić za niego, nieustannie mu błogosławić".
Tradycja odczytuje ten Psalm jako zapowiedź przyjścia Chrystusa, obiecanego Mesjasza, sprawiedliwego Pana ludzkich dziejów, który zaprowadzi nowy ład w królestwie swojego Ojca.
Serdecznie witam pielgrzymów języka polskiego. W sposób szczególny witam dzieci z Kliniki Transplantacji Szpiku, Onkologii i Hematologii Dziecięcej we Wrocławiu wraz z lekarzami i opiekunami. Pozdrawiam delegację władz miejskich i samorządowych Radomia oraz innych miast diecezji radomskiej wraz z ordynariuszem biskupem Zygmuntem. Bardzo dziękuję za życzliwość, której wyrazem jest przyznanie mi tytułu honorowego obywatela waszego miasta.
Wszystkich tu obecnych zawierzam Bożej dobroci. Niepokalanie Poczęta Matka Syna Bożego niech wyprasza Wam i waszym najbliższym wszelkie potrzebne łaski. Z serca wam błogosławię. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.
Traduzione italiana del saluto in lingua polacca:
Oggi meditiamo uno dei cosiddetti "Salmi regali". Il Salmista sottolinea la responsabilità, che assume ognuno al quale è stato affidato il potere. Colui che ha il potere deve essere giusto e onesto, deve recare la pace e tener cura dei più deboli e dei bisognosi. Se eserciterà così il suo potere, godrà di stima dei subalterni e – come scrive il Salmista – "si pregherà per lui ogni giorno, sarà benedetto per sempre" (15).
La Tradizione legge questo Salmo come premessa della venuta di Cristo, il Messia promesso, il giusto Signore delle vicende dell’uomo, che introdurrà il nuovo ordine nel regno del Padre Suo.
Do un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua polacca. In modo particolare do un benvenuto ai bambini della Clinica di Trapianto del Midollo, di Oncologia ed Ematologia Infantile di Wrocław con i medici e gli accompagnatori. Saluto la delegazione delle autorità comunali e territoriali di Radom e delle altre città della diocesi di Radom, insieme all’Ordinario, Mons. Zygmunt Zimowski. Vi ringrazio per la benevolenza con cui mi avete concesso il titolo di cittadino onorario delle vostra città.
Affido tutti qui presenti alla bontà di Dio. L’Immacolata Madre del Figlio di Dio implori per voi e per i vostri cari le grazie necessarie. Vi benedico di cuore. Sia lodato Gesù Cristo!
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Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i seminaristi e i fedeli di Nola, qui convenuti con il loro pastore, Mons. Beniamino Depalma, nella ricorrenza del duecento-cinquantesimo anniversario di fondazione del Seminario. Saluto i fedeli della parrocchia del Sacro Cuore in Avetrana, accompagnati dal Vescovo Mons. Marcello Semeraro; i rappresentanti dell’Associazione Mariana della Famiglia Vincenziana; e la Comunità degli Ivoriani residenti in Italia.
Saluto, infine, i giovani, gli ammalati e gli sposi novelli.
Vi invito tutti, carissimi, a guardare a Gesù, il Figlio di Dio che in questo tempo di Avvento, attendiamo come Salvatore. Sia Lui a sostenervi in ogni momento della vostra vita!
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