VISITA PASTORALE IN GRAN BRETAGNA
SANTA MESSA NEL BELLAHOUSTON PARK
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
Glasgow, 1° giugno 1982
Figli carissimi della Chiesa Cattolica in Scozia!
1. Le Sacre Scritture danno una testimonianza eloquente della fede incrollabile posta in Dio da una generazione dopo l’altra. Dal tempo di Abramo e attraverso i secoli questa fede è rimasta saldamente fondata sulla promessa di Dio di inviare un Salvatore per liberare il suo popolo.
Tra tutte le espressioni di fede, nessuna è mai stata più spontanea di quella pronunciata da Andrea, il pescatore di Galilea: “Abbiamo trovato il Messia!” (Gv 1, 41). Così profonda fu l’impressione che Gesù fece su di lui, che “il mattino seguente Andrea incontrò suo fratello e gli disse "Abbiamo trovato il Messia" - che significa il Cristo - e condusse Simone da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa - che vuol dire Pietro"” (Gv 1, 41-42). Fu dunque Andrea, celeste patrono della vostra cara Scozia, che presentò Pietro a Gesù!
2. La giornata odierna è un’altra tappa significativa nella storia della nostra salvezza: il successore di Pietro viene a visitare i figli spirituali di Andrea! Siamo uniti gli uni agli altri da una fratellanza soprannaturale più forte di un legame di sangue. Testimoniamo qui e adesso di professare quella stessa identica fede in Gesù, nella ferma speranza di poter anche noi condurre altri a lui. Questa comune professione di fede è il motivo che mi spinge a compiere la mia visita pastorale nella vostra patria.
3. Carissimi fratelli e sorelle, riflettiamo per qualche minuto sui testi delle Sacre Scritture che sono state proclamate nella Liturgia della Parola.
Siamo qui riuniti sulle pendici di questa collina scozzese per celebrare la Messa. Non siamo forse come quei primi discepoli e seguaci di Gesù che sedettero ai suoi piedi sulle pendici della collina vicino a Cafarnao? Cosa insegnò loro Gesù? E cosa vuole insegnare oggi, a ciascuno di noi, il divino Maestro? In parole semplici e chiare, Gesù tracciò le condizioni per essere ammessi nel Regno dei cieli. Suggerì riflessioni su ogni aspetto della vita quotidiana. Gesù propose una nuova concezione di vita. Nelle prime frasi introduttive del Sermone della Montagna, Gesù enunciò il motivo fondamentale del Nuovo Tempo che era venuto a proclamare.
Lo spirito nuovo è quello della mitezza, della generosità, della semplicità, e soprattutto della sincerità. Evitare l’arroganza, le critiche, la ricerca del proprio bene. I discepoli del nuovo Regno devono cercare la felicità anche nella povertà, nelle privazioni, nelle lacrime e nell’oppressione.
Cercare il Regno presuppone un cambiamento radicale di mentalità, di comportamento, di rapporti con gli altri. Come la Legge fu rivelata a Mosè sul Monte Sinai, così nel “Sermone della Montagna” Gesù, il nuovo Legislatore, offre all’umanità intera un nuovo modello di vita, una carta della vita cristiana.
Quale non sarà stata la sorpresa di quei primi ascoltatori nell’udire queste drammatiche parole di Cristo! Particolarmente quelli che erano poveri in spirito, miti, oppure afflitti, oppressi - sentirsi proclamare degni di entrare nel Regno dei cieli!
4. È questa amorosa paternità di Dio che pervade ogni parola di Gesù. In tutto il suo discorso egli esorta i suoi ascoltatori a rispondere al Padre, a dargli una risposta di amore filiale. Chiunque è animato da questo spirito nuovo è figlio di Dio. Questo non è lo spirito di schiavitù che riporta il timore nella nostra vita; è lo spirito di figliolanza, che ci fa gridare: “Abbà, Padre” (Rm 8, 14-15).
L’amore può chiedere più di quanto possa esigere il timore. L’amore sarà il fondamento del Nuovo Tempo. Gesù lo affermerà in un’altra occasione: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14, 23).
5. Nelle qualità che si esigono da un vero discepolo di Gesù possiamo vedere l’immagine di Gesù stesso, tratteggiata dai profeti dell’Antico Testamento ma descritta di nuovo nelle Beatitudini. Era chiaramente intenzione di Gesù che la vita dei suoi discepoli fosse modellata sulla sua. “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore” (Mt 11, 28-29). E altrove dice ancora: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14, 6).
6. È essenziale per noi comprendere che Gesù ha per ognuno di noi un compito specifico nella vita.
Ciascuno di noi è scelto individualmente, chiamato per nome - da Gesù! Non vi è nessuno tra noi che non abbia una vocazione divina! Ecco cosa san Paolo scriveva nella sua lettera agli Efesini, che è stata proclamata poco fa: “A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo . . . È lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti; altri come evangelisti, altri come pastori e maestri; affinché i santi costituiscano l’unità nell’opera di servizio” (Ef 4, 7.11-12).
Prima di tutto e sopra ogni altra cosa, Dio ci ha chiamati ad esistere. Ci ha chiamati ad essere! Ci ha chiamati, attraverso il suo Figlio Gesù Cristo, ad una conoscenza di lui nostro Padre amoroso.
Ci ha chiamati ad essere suoi figli! Ci ha chiamati a compiere il suo progetto eterno nelle nostre singole vite, sotto la guida di Gesù. Ci ha chiamati ad essere coeredi, con Gesù, del suo Regno celeste! Ciò che Dio Padre ci offre attraverso il suo Figlio è una nuova vita come suoi veri figli, con Gesù nostro fratello; un appello pressante a vivere, ad amare, a operare per la venuta del suo Regno. E qualora fossimo esitanti e disorientati, Gesù si offre egli stesso come guida, quando dice: “Seguimi!” (Lc 9, 59).
7. Carissimi in Cristo! Quale risposta ha dato la Scozia in passato all’invito di Dio? La storia del cristianesimo ci dice che sin dai primi tempi, forse già nella seconda metà del quarto secolo, la Scozia abbracciò il Vangelo di Gesù Cristo. Il suo santo Nome è stato invocato per più di 1500 anni su questa terra. San Ninian, san Colombano e san Kentigern furono i primi ad evangelizzare i pagani e costituire una Chiesa Cristiana primitiva. Dopo gli anni oscuri nei quali le invasioni dei Vichinghi non riuscirono a spegnere la luce della Fede, l’avvento al trono della Regina Margherita diede inizio ad un nuovo capitolo nella storia della Chiesa in Scozia, che attinse nuovo vigore dalla riorganizzazione interna e da contatti più stretti con la Chiesa universale.
Per quanto situata geograficamente all’estremo limite dell’Europa, la Chiesa in Scozia fu particolarmente prediletta dai Papi, al centro e nel cuore della Cristianità, tanto che le venne conferito il titolo eccezionale di “Specialis Filia Romanae Ecclesiae”, “Figlia particolarmente diletta della Chiesa Romana”. Quale magnifico appellativo!
La Chiesa fu profondamente coinvolta nella lotta per l’indipendenza nazionale, con i suoi Vescovi - uomini come Robert Wishart di Glasgow - in prima fila con i vostri patrioti. In tutto l’alto Medio Evo la vostra santa Fede ha continuato a fiorire qui, con la costruzione di magnifiche Cattedrali e Chiese, con la fondazione di numerose case monastiche in tutto il territorio. I nomi dei Vescovi Wardlaw, Turnbull ed Elphinstone restano legati inseparabilmente alla fondazione delle vostre Università, delle quali questa piccola nazione è sempre stata così giustificabilmente fiera, nel mentre studiosi scozzesi come Duns Scoto, Riccardo di san Vittore e John Major acquisivano fama internazionale e onoravano la loro patria.
Il XVI secolo trovò il clero ed i laici impreparati agli sconvolgimenti religiosi di quel tempo che spazzarono dalla Scozia la Chiesa medioevale senza lasciarne traccia. Le gerarchie scomparvero; i fedeli rimasti furono dispersi; la Scozia rimase isolata rispetto alle riforme decretate dal Concilio di Trento.
Ma anche questo è parte del disegno provvidenziale di Dio: infatti nei secoli successivi si assistette ad una fiera lotta per la sopravvivenza contro le persecuzioni e l’esilio. Per supplire alla carenza di sacerdoti Papa Clemente VIII fondò a Roma un Collegio per i vostri giovani connazionali, e Seminari analoghi furono aperti in altri luoghi sicuri sul continente, per inviare operai alla “Missione scozzese”. Anche gli Ordini religiosi misero a disposizione personale scelto per collaborare in quest’opera. Chi non ricorda il nome di san Giovanni Ogilvie, gesuita, che a poche miglia da dove ci troviamo ora offrì la sua vita in testimonianza della Fede in Cristo!
I Vicari Apostolici, ai quali era affidata l’organizzazione dell’intera attività missionaria, confermavano nelle loro lettere a Roma l’attaccamento di questo pugno di cattolici scozzesi alla Fede dei loro padri, alla Sede di Pietro e alla persona del Papa. Questi documenti, gelosamente conservati durante tutti questi anni, ci possono servire come uno specchio nel quale si riflette fedelmente il nobile volto della comunità cattolica scozzese, segnato inequivocabilmente dalla povertà e dalla sofferenza, ma radioso nell’attesa di quel nuovo giorno che, nei tempi di Dio, sorgerà sicuramente per la Chiesa in Scozia.
Amatissimi cattolici di Scozia, le preghiere dei vostri antenati non sono rimaste inascoltate! La loro salda speranza nella divina Provvidenza non è rimasta delusa! Un secolo e mezzo fa l’ondata della repressione cambiò direzione, e la piccola comunità cattolica acquistò gradatamente una nuova vitalità. L’arrivo di numerosi emigranti cattolici dalla vicina Irlanda, accompagnati da zelanti sacerdoti irlandesi, ingrandì e arricchì spiritualmente la vostra comunità, convincendo Papa Leone XIII a ricostituire la gerarchia cattolica in Scozia come primo atto del suo pontificato. Da allora si è assistito ad un progresso rapido e costante.
8. Voi siete gli eredi di questo sacro retaggio. I vostri padri vi hanno trasmesso l’unico retaggio al quale attribuivano realmente un valore, la nostra santa fede cattolica! L’accorato appello che vi rivolgerebbero oggi dal cielo sarebbe questo: “Cercate il Regno di Dio” (Lc 12, 31). Volgetevi dunque a Dio con cuore grato e ringraziatelo di aver ristabilito tempi tranquilli per la comunità cattolica in Scozia.
9. Quello che un secolo fa era un sogno è diventato oggi realtà. È avvenuta una trasformazione completa della vita cattolica in Scozia, ed oggi i cattolici di Scozia hanno assunto il loro ruolo legittimo in ogni settore della vita pubblica, mentre alcuni si sono visti conferire cariche oltremodo importanti e prestigiose in questo Paese. Non si sta forse realizzando ciò che san Paolo ci dice nella lettura odierna agli Efesini: “Così il corpo cresce in modo da edificare se stesso nella carità” (Ef 4, 16)?
Voi attingete le vostre origini in un glorioso passato, ma non vivete nel passato. Appartenete al presente, e la vostra generazione non deve accontentarsi di riposare sugli allori conquistati dai vostri padri ed antenati. Dovete dare la vostra risposta alla chiamata di Cristo perché lo seguiate ed entriate con lui come coeredi nel Regno del Padre. Ma ci sembra più difficile seguire Cristo oggi in confronto con il passato. Dargli la nostra testimonianza nella vita moderna significa impegnarci in una lotta quotidiana che non si può risolvere così rapidamente e così decisamente come fecero i martiri del passato. Come credenti siamo continuamente esposti alle sollecitazioni della società moderna che vogliono spingerci a conformarci alle concezioni di questa era secolare, a fissare nuove priorità al posto di quelle di prima, a limitare le nostre aspirazioni con il rischio di compromettere la nostra coscienza di cristiani.
10. Lo spirito di questo mondo vorrebbe farci capitolare sui principi più fondamentali della nostra vita di cristiani. Oggi più che mai le dottrine fondamentali della Fede vengono messe in discussione, i valori della morale cristiana vengono contestati e messi in ridicolo. Cose aborrite dalla generazione precedente alla nostra sono oggi codificate dalla società! Esistono problemi della massima gravità ai quali è impossibile dare una risposta semplice; ne vi si può dare una risposta ignorandole. Questioni di tanta portata esigono la massima attenzione dalla nostra coscienza cristiana.
11. Trovare risposte a tali questioni sarebbe un compito immane, quasi impossibile da intraprendere senza aiuto per la maggior parte dei credenti. Ma non siete soli. Lo Spirito di Dio è operante nella Chiesa. Mai come in questi ultimi tempi l’insegnamento della Chiesa Cattolica è stato così ampiamente riformulato, tenendo conto proprio dei problemi che inquietano la coscienza moderna. Basti elencare gli argomenti in merito ai quali i Papi, il Concilio Ecumenico, il Sinodo dei Vescovi, e le varie Conferenze Episcopali, inclusa quella dei Vescovi Scozzesi hanno fatto dichiarazioni chiare ed autorevoli sulla fede e sulla pratica della fede, come guida dei fedeli in questi tempi di dubbi e perplessità. A nome di tutti i pastori del gregge di Cristo, ai quali è stato affidato da Dio l’ufficio di pastori e maestri (Ef 4, 11), vi assicuro che siamo profondamente consapevoli dei problemi che dovete affrontare nella vita, e dell’ansietà che riempie così spesso i vostri cuori.
12. Adempiendo al grande e sublime compito di condurre il gregge alla vita eterna, dobbiamo tenere sempre in mente le parole dell’apostolo Paolo a Timoteo: “Annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, insisti su di essa. Rigetta la falsità, correggi l’errore, richiama all’obbedienza - ma fa’ tutto con pazienza e con l’intenzione di insegnare . . . Fa’ della predicazione della Buona Novella il lavoro della tua vita” (2 Tm 4, 2.5).
Fratelli carissimi! Predicare la Buona Novella di Gesù è il lavoro della mia vita. Oltre a questo, ho ancora un altro ministero da adempiere nella Chiesa, quale successore di Simon Pietro al quale Gesù stesso disse: “Io ho pregato per te, Simone, che non venga meno la tua fede . . . e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli” (Lc 22, 31). È per questo che sono venuto da Roma in Scozia. Per questo ho accettato con gioia l’invito dei vostri Vescovi a venire a confermarvi nella nostra fede Cattolica “che ci viene dagli Apostoli” (Canon Romanus).
13. Consentitemi quindi di fare mia l’esortazione di san Paolo che vi viene rivolta nella Liturgia odierna: “Vi esorto dunque a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuta” (Ef 4, 1). È con le parole stesse di Cristo “Voi siete il sale della terra . . . voi siete la luce del mondo” (Mt 5, 13-14), chiamati da Dio Padre ad essere suoi apostoli, profeti, evangelisti, pastori e maestri per gli uomini e le donne di questa generazione, che dovete condurre a Gesù come una volta Andrea condusse il fratello Simon Pietro. Siano essi attratti dall’esempio della vostra vita quotidiana. Il vostro impegno nelle vie sicure del modo di vivere cristiano potrebbe essere decisivo per portare la salvezza a molti. Il mondo è ancora capace di riconoscere il valore della bontà autentica!
Siate fedeli alla memoria di coloro che vi hanno coraggiosamente preceduti nella Fede. Siate diligenti nel trasmettere intatto il retaggio spirituale che vi è stato affidato. Siate fedeli alle vostre preghiere quotidiane, alla santa Messa ed al sacramento della Penitenza, incontrandovi regolarmente con Gesù nostro Salvatore amoroso e misericordioso. Difendete il sacro valore della vita e la santità del matrimonio. Comprendete la vostra santa fede cattolica e vivete secondo i suoi insegnamenti. Fate fronte alle difficili sfide della vita moderna con cristiana fortezza e pazienza. Non ha forse detto Gesù ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16, 24; Mc 8, 34)?
14. Figlioli amatissimi! Sono stato tenuto al corrente dei diligenti preparativi di diversi mesi che hanno preceduto la mia visita pastorale in Scozia. Ho seguito con ammirazione e soddisfazione l’intenso programma di rinnovamento spirituale della comunità cattolica proposto dai Vescovi per garantire che gli effetti della mia visita producano frutti durevoli. Ringrazio dal profondo del cuore ognuno di voi per le preghiere che hanno accompagnato questa preparazione, per tutti gli sforzi che sono stati fatti per assicurarne il successo. “Questo è il giorno fatto dal Signore: quale immensa gioia per noi!” (Sal 118, 24). Affido tutti voi, Vescovi, clero, religiosi e laici alla materna intercessione di Maria, Madre Immacolata di Dio e Madre della Chiesa.
15. Prima di concludere voglio rivolgermi per alcuni istanti alla più grande comunità di credenti in Cristo, quelli che condividono con i miei fratelli cattolici il privilegio di essere scozzesi, figli e figlie anch’essi di questa nazione antica. Conosco la vostra venerazione per le Sacre Scritture, che accolgono per quello che sono, Parola di Dio e non dell’uomo. Ho riservato a questo momento e voglio leggervi adesso le restanti parole di quel passo della lettera di san Paolo agli Efesini: “Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati. Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio, Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti” (Ef 4, 5-6). Questo passo rivela chiaramente la volontà di Dio nei confronti dell’uomo, un piano al quale la volontà dell’uomo può opporsi ma che non può vanificare. È il piano di Dio per noi tutti, “perché non abbiamo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura” (Eb 13, 15). Siamo soltanto pellegrini su questa terra, in cammino verso quel Regno dei cieli che ci è stato promesso come figli di Dio. Amatissimi fratelli in Cristo, non possiamo noi compiere in futuro questo pellegrinaggio insieme, la mano nella mano, “sopportandoci a vicenda con amore, completamente dimentichi di noi stessi, con mitezza e pazienza”, facendo tutto quello che possiamo per “conservare l’unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace” (Ef 4, 2-3)? Scenderebbe sicuramente su di noi la benedizione di Dio nostro Padre nel nostro pellegrinaggio.
Al momento di dare inizio alla celebrazione del sacrificio eucaristico di Cristo, ricordiamoci di tutti coloro che sono coinvolti, dall’una e dall’altra parte, nel conflitto del Sud Atlantico. Nella gioia della nostra celebrazione odierna non possiamo dimenticare le vittime della guerra, i morti ed i feriti, le famiglie colpite dal lutto. Supplichiamo il Dio di misericordia di dare la pace in questa nostra giornata, la pace di Cristo nostro Signore. Così sia.
16. Amato popolo di Scozia, prego affinché scenda su di voi e su tutti coloro che vi sono cari, dovunque si trovino, l’abbondanza della benedizione di Dio, cosicché le vostre famiglie possano prosperare e la pace e l’armonia possano regnare nelle vostre case. Possa l’intercessione dei beati apostoli Pietro e Andrea ottenere questo per voi!
E per la vostra amata patria la Scozia, voglio riprendere e fare mie le parole familiari a molti di voi: “Signore, fa’ che la Scozia rifiorisca attraverso la predicazione della tua parola e la lode del tuo nome”!
Così sia.
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