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VIAGGIO APOSTOLICO IN CANADA

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

«Quidi Vidi Lake» di St. John's - Mercoledì, 12 settembre 1984

 

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo.

1. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio.

Prendiamo queste parole dal cuore stesso della liturgia eucaristica. Eucaristia significa rendimento di grazie. Oggi, incontrandoci intorno a questo altare, il nostro primo desiderio è quello di rendere grazie, rendere grazie insieme all’arcidiocesi di St. John’s e a tutta la Chiesa di Terranova, mentre essa celebra il secondo centenario del suo insediamento nell’isola. Vogliamo esprimere così l’elemento più caratteristico della liturgia eucaristica.

Il nostro sacrificio e la nostra preghiera uniti al sacrificio di Gesù Cristo - nell’identificazione sacramentale con lui - sono soprattutto un grande atto di rendimento di grazie della Chiesa.

Questo rendimento di grazie ha modellato la vita spirituale di coloro che sono stati discepoli e confessori del Redentore nel Canada sin dai primissimi tempi.

La liturgia che celebriamo oggi è intesa ad esprimere in special modo il fatto che i figli e le figlie di Terranova, del Labrador e tutta questa terra, radicati come sono nel mistero di Cristo, gridano a Dio con voce spiegata e dal profondo del cuore: “Rendiamo grazie al Signore nostro Dio”.

2. Rendiamo grazie per tutta la ricchezza del creato.

Particolarmente per la ricchezza alla quale hanno partecipato le generazioni che si sono succedute nel Canada: quelle che vivevano qui nel passato conformemente ai principi della loro cultura originaria, e anche quelle che sono venute dopo da oltre il mare e hanno costruito passo passo le strutture di una nuova civiltà e della cultura canadese. Ringraziamo il Signore per le possibilità che si sono offerte qui a innumerevoli famiglie nel corso degli anni, e per la libertà e la speranza di cui hanno fruito.

Gridiamo allora a voce spiegata insieme al salmista: “Buono è il Signore verso tutti, / la sua tenerezza si espande su tutte le creature. Ti lodino, Signore, tutte le tue opere, / e ti benedicano i tuoi fedeli. / Dicano la gloria del tuo regno / e parlino della tua potenza” (Sal 145, 9-11).

E mentre lodiamo Dio per la bellezza della natura di quest’isola e di tutto il Canada, rileggiamo con occhi di fede la testimonianza delle cose create, la nostra mente e il nostro cuore si volgono così a colui che, il settimo giorno, vide ciò che aveva fatto, “ed era cosa molto buona” (Gen 1, 31).

3. Il nostro rendimento di grazie sale dalle cose create a Dio stesso.

Ringraziamo Dio perché esiste: per il fatto che egli è Dio, per la sua natura divina, per la sua onnipotenza e santità, per la sua verità e il suo amore, per il suo piano eterno di salvezza dell’uomo e del mondo. Ringraziamo il Padre per il Figlio, e lo Spirito Santo.

Ringraziamo il Figlio per il Padre. Ringraziamo lo Spirito Santo perché attraverso l’amore del Padre e del Figlio egli è il dono non creato: la sorgente di tutti i doni della grazia creata.

L’apostolo Paolo scrive: “Per questo, dico, piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell’uomo interiore” (Ef 3, 14-16).

L’uomo guarda nel proprio cuore, nell’“interiore”, e rende grazie al mistero stesso di Dio. Infatti, l’uomo è stato creato “a immagine e somiglianza di Dio” (cf. Gen 1, 26), e viene ora chiamato proprio per questa ragione a un particolare rendimento di grazie. Ringrazia Dio perché egli è Dio, in cui si trova l’eterno modello della nostra essenza umana. Lo ringraziamo per la sua natura divina, per il mistero imperscrutabile della Trinità, per il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

4. Rendiamo grazie per tutto ciò che è opera e frutto della grazia, per cui il cuore dell’uomo partecipa alla vita intima di Dio stesso.

Così, infatti, continua Paolo; “Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio” (Ef 3, 17-19).

Ringraziamo Dio perché egli è Dio: per l’assoluta pienezza che egli è.

E rendiamo anche grazie per questa dimensione della nostra umanità che è la nostra partecipazione alla natura di Dio, alla vita intima di Dio.

Ringraziamo della grazia e della santità. In particolar modo della grazia e santità cui hanno partecipato nel corso dei secoli, e continuano a partecipare, i figli e le figlie di questo Paese: “Ora benedite il Dio dell’universo / che compie in ogni luogo grandi cose, / che ha esaltato i nostri giorni fino dalla nascita, / che ha agito con noi secondo la sua misericordia” (Sir 50, 22).

5. Rendiamo veramente grazie perché egli, Dio, permette a noi creature umane di partecipare alla missione messianica di Gesù Cristo, il suo eterno Figlio fattosi uomo. Lo ringraziamo perché ci ha fatti popolo di Dio e ha apposto alla nostra missione terrena il sigillo sacerdotale, profetico e regale attraverso la nostra partecipazione alla missione di Cristo stesso.

Cristo ci dice oggi nel Vangelo: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? . . . Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa” (Mt 5, 13.15).

Sono parole eloquenti, parole esigenti. E alla luce di queste parole rendiamo grazie per la nostra vocazione cristiana.

Vogliamo capire questa vocazione in tutte le sue differenti forme, e penetrare in essa con la luce della fede e della nostra anima. Vogliamo corrispondere a questa vocazione. Lo vogliamo con tutto il cuore!

In quale altra maniera potremmo esprimere il nostro ringraziamento per il dono della nostra vocazione in Gesù Cristo?

6. Offriamo un rendimento molto speciale di grazie in questo momento per le nostre famiglie cristiane. Uniti al suo Figlio Gesù Cristo nostro Signore, ringraziamo il Padre “dal quale ogni famiglia prende il suo nome”. Lo ringraziamo:

- per tutte quelle numerose famiglie in tutto il Canada la cui vita rispecchia “la bellezza e la grandezza della vocazione all’amore e al servizio della vita” (Familiaris Consortio, 1);

- per l’amore profondo che i coniugi cristiani si scambiano nella comunione della vita matrimoniale, mantenendo viva nel mondo un’immagine assolutamente speciale dell’amor di Dio;

- per la vita di reciproca fedeltà vissuta da innumerevoli coppie, grazie alla potenza della grazia sacramentale;

- per tutte quelle coppie che si sforzano generosamente di seguire il piano di Dio per l’amore umano, quale viene espresso dall’insegnamento della Chiesa nella Humanae Vitae e nella Familiaris Consortio, e il cui matrimonio è sempre aperto alla nuova vita;

- e per tutti coloro che contribuiscono a educare coppie nella pianificazione naturale della famiglia;

- per il grande, straordinario servizio reso dai genitori nel portare nuovi membri al corpo mistico di Cristo;

- per il continuo impegno dei padri e delle madri nell’educazione dei figli alla maturità cristiana;

- per le famiglie che nella sofferenza, nel dolore e nelle difficoltà economiche vivono una vita di speranza cristiana;

- per l’impegno delle famiglie, in conformità con gli insegnamenti del Concilio Vaticano II, a partecipare attivamente alla missione della Chiesa, come una comunità credente ed evangelizzante e come una comunità dialogante con Dio e al servizio dell’uomo;

- per gli sforzi delle famiglie cristiane volti ad aiutare i giovani a comprendere la dignità del matrimonio e a prepararsi adeguatamente a questa vocazione;

- per il rinnovato impegno della Chiesa a sostenere e insegnare la santità e l’unità della famiglia, e per l’amore generoso con cui tanti sacerdoti e religiosi dedicano le loro energie alla costruzione della vita familiare;

- per gli sforzi di quelle famiglie che hanno incontrato problemi e difficoltà, ma che hanno perseverato nella convinzione che l’amore sempiterno e indistruttibile di Dio per l’uomo sia espresso nel passo indissolubile del loro matrimonio sacramentale;

- per la speciale testimonianza all’insegnamento di Cristo sull’indissolubilità del matrimonio data da tutti i coniugi che soffrono il dolore della separazione, dell’abbandono o del ripudio; per la trasmissione del messaggio del Vangelo nelle famiglie cristiane, e per l’evangelizzazione che viene fatta dalle famiglie nei confronti dei loro vicini e negli ambienti di lavoro;

- per le numerose famiglie che pregano insieme e che traggono forza dal culto di Dio;

- per le famiglie che abbracciano la croce e partecipano nella gioia cristiana al mistero pasquale del Signore Gesù;

sì, noi rendiamo grazie e lode a Dio nostro Padre per tutte le famiglie cristiane - e sono una poderosa legione - che ascoltano le parole di vita di Gesù Cristo suo Figlio: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” (Mt 5, 16).

7. Possano tutte le famiglie cristiane del mondo, e possiamo anche noi, rispondere alla nostra vocazione cristiana, ognuno secondo i doni ricevuti. Ognuno di noi, attraverso la testimonianza delle sue opere buone. Possa ognuno di noi ascoltare la chiamata a rendere gloria al Signore nostro Dio!

Rendere grazie significa manifestare la gloria di Dio in ciascuno di noi.

L’uomo, che è stato posto da Dio in mezzo al mondo visibile, l’uomo, che Dio ha associato al mistero della creazione e al mistero della redenzione per la sua grazia, questo uomo è chiamato alla gloria. Mentre con il rendimento di grazie egli manifesta la gloria di Dio che è presente in tutte le cose, l’uomo riceve l’assicurazione della gloria a venire che sarà rivelata in lui.

Fratelli e sorelle carissimi di Terranova, del Labrador e di tutto il Canada: rendiamo grazie al Signore nostro Dio!

È giusto rendergli grazie e lode. Amen.

 

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