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VIAGGIO APOSTOLICO IN TANZANIA, BURUNDI, RWANDA E YAMOUSSOUKRO

CONSACRAZIONE DELLA BASILICA DI «NOTRE DAME DE LA PAIX»

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Yamoussoukro (Costa d’Avorio) - Lunedì, 10 settembre 1990

 

1. “Voi siete tempio di Dio. Lo Spirito di Dio abita in voi” (1 Cor 3, 16).

Fratelli e Sorelle, queste parole dell’Apostolo Paolo sono al centro di questa solenne liturgia per la consacrazione della Basilica di Nostra Signora della Pace.

Questo santuario è dedicato a Maria. Maria di Nazaret, Maria che accoglie nella fede l’annuncio della salvezza, la Serva del Signore in cui dimora lo Spirito di Dio affinché il Verbo divenisse carne e rimanesse fra noi. Maria, l’arco della nuova Alleanza di Dio con gli uomini!

Con questa Basilica, rendiamo omaggio a Nostra Signora della Pace, la Madre del Redentore, del Cristo che ci ha fatto dono della sua pace alla vigilia del suo salvifico sacrificio (cf. Gv 14, 27).

2. “Voi siete tempio di Dio” (1 Cor 3, 16).Con le parole di San Paolo io ti saluto, Popolo di Dio qui riunito. Saluto i Pastori, i Sacerdoti, i religiosi, le religiose, i fedeli laici, tutti chiamati a formare insieme il tempio abitato dallo Spirito di verità e di vita.

Ringrazio Monsignor Vital Koménan Yao, Vescovo di Bouaké, per il suo indirizzo di benvenuto. Come Vescovo di Roma, vengo qui in profonda comunione con i miei fratelli, i Vescovi della Costa d’Avorio e con i Cardinali ed i Vescovi delle nazioni vicine presenti oggi accanto a loro.

Esprimo inoltre la mia gratitudine al Signor Cardinale Francis Arinze, che si è espresso a nome del Consiglio della Segreteria Generale che prepara l’Assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi per le parole che mi ha rivolto. Il successore di Pietro, con i suoi Fratelli, eleva una ardente preghiera al Signore affinché le prossime riunioni sinodali siano per il cammino delle Chiese di questo continente, un decisivo passo in avanti. Gioisco inoltre con essi nel vedere le Chiese in Africa, giovani ma già mature, garantire con l’entusiasmo della speranza l’evangelizzazione dei loro popoli e condividere con la Chiesa universale i mirabili doni di cui li ha colmati il Creatore.

3. Saluto il Signor Presidente della Repubblica della Costa d’Avorio, lo saluto in modo speciale, particolarmente cordiale, così come i membri del Governo e le autorità regionali e locali che hanno voluto partecipare a questa cerimonia. Rivolgo i miei deferenti saluti ai membri del Corpo diplomatico ai rappresentanti delle Istituzioni internazionali, personalità amiche che si sono unite a questa assemblea. E saluto gli Imam del Paese che hanno avuto la delicatezza di partecipare al nostro omaggio al Dio Altissimo.

Questa basilica è stata costruita, dal Capo di Stato, per rendere omaggio a Nostra Signora, per rendere omaggio a Cristo redentore, che chiama tutti gli uomini a riunirsi nell’unità del suo Corpo. Ed inoltre, grazie alla generosità del Signor Félix Houphouet-Boigny, vicino a questo santuario è stato costruito un centro sociale, la Fondazione internazionale Nostra Signora della Pace, per riunire nello stesso luogo l’assemblea di fede e il servizio concreto ai fratelli. Questo verrà svolto da un ospedale del quale benedirò la prima pietra al termine di questa cerimonia, e da un istituto per la formazione della gioventù. In tal modo si riuniranno in modo significativo l’adorazione “in spirito e verità” (Gv 4, 24) e ciò “che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli” (cf. Mt 25, 40), poiché i discepoli del Signore non possono separare l’amore di Dio dall’amore per i loro fratelli.

4. Ogni santuario è un luogo scelto per adorare Dio, perché tutti i credenti si riuniscano in sua presenza e si mettano all’ascolto della sua parola. In ogni epoca ed in tutti i continenti, i figli della Chiesa hanno consacrato il meglio della loro arte all’edificazione di questi segni visibili che aiutano a comprendere che Dio abita in mezzo al suo Popolo, che la Chiesa di Cristo è fondata sulla terra degli uomini.

La prima lettura della liturgia ci narra un grande momento di incontro del popolo di Israele con il suo Signore: al Tempio, convocato in assemblea ecclesiale dai Sacerdoti, esso ascolta la lettura del libro della Legge. Uomini, donne e bambini, illuminati dalle spiegazioni date, trovano nella Legge del Signore una Parola di vita, una Parola per condurre la loro vita secondo la volontà del Creatore.

Non si tratta per loro di ricevere delle semplici indicazioni, poiché, ascoltando la Parola pronunciata dal Signore, essi fanno esperienza della presenza stessa del Dio vivente, della fedeltà del Creatore alla sua creatura. Essi si meravigliano di fronte ad una Parola che penetra fino al più profondo del loro cuore.

Così la loro risposta è il “sì” della fede e l’inginocchiarsi in adorazione. Con tutto il loro essere, aderiscono a Dio che parla loro e stringe con essi un’alleanza.

Insieme celebrano la loro rinnovata adesione all’Alleanza del Signore con il suo Popolo. Essi celebrano quest’unione ammirevole e feconda in un “giorno consacrato al Signore nostro”. E hanno compreso che “la gioia del Signore è la nostra forza” (cf. Ne 8, 10).

5. Anche noi, con l’adorazione compiuta nei nostri santuari, siamo felici di celebrare la presenza di Dio che dimora fra noi. La Parola eterna, il Verbo di Dio, il Figlio della stessa sostanza del Padre si è fatto uomo. Egli è Parola di vita. Egli è il Pane della vita Egli ci riunisce intorno alla mensa della Parola e alla mensa del suo Corpo eucaristico.

Nella liturgia della sua Chiesa, il Cristo ci unisce alla sua offerta suprema, all’atto d’amore infinitamente puro per mezzo del quale riconcilia l’umanità con Dio. Ci permette di unire le offerte della nostra povertà all’unico sacrificio della Croce.

Rimettiamo al Mediatore fra Dio e gli uomini tutto il peso delle nostre speranze, dei nostri bisogni, delle nostre sofferenze.

Affidiamo a Colui che ha sconfitto la morte le nostre preghiere di richiesta, la nostra fame di felicità, le nostre aspirazioni alla pace fra noi ed in noi, e anche la nostra debolezza, i nostri rifiuti di fare la volontà del Padre, di compiere con il Figlio le opere del Padre.

In terra d’Africa, rimettiamo al Mediatore le qualità tradizionali e le virtù dei suoi popoli, la loro adesione al Vangelo, le Chiese particolari che essi hanno edificato.

Uniti al Cristo, salvezza del mondo, per Lui, con Lui ed in Lui, ci è dato di rendere grazie e di cantare la lode di Dio. Lodiamo Dio per l’Eucaristia e tutti i sacramenti per mezzo dei quali Colui che è la Vita consacra le nostre vite con la sua presenza di grazia nel nostro essere.

Nel santuario, il nostro popolo è riunito dai suoi Pastori; qui, il sacerdote pronuncia per noi, in nome di Cristo, la Parola di Dio e spezza lo stesso Pane della vita per tutti. Il santuario è il luogo e il simbolo della nostra comunione in un solo corpo, membra perdonate e riconciliate che il Signore chiama alla sua sequela per le vie del mondo. Il culto che ci unisce in Cristo è, anche il momento dell’invio in missione in tutti i luoghi della terra in cui l’umanità attende la verità della fede, la luce della speranza e la comunione dell’amore.

6. Il dialogo di Gesù con la Samaritana - il Vangelo di questa Messa - ci dà il significato del santuario e dell’adorazione di Dio che in esso compiamo. “Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità . . . Dio è spirito” (Gv 4, 23-24).

Il nostro incontro con Dio è autentico se lasciamo che la Parola entri in noi, se accogliamo la presenza di Cristo morto e risorto ad ogni tappa del nostro cammino. Le parole e gli atti di culto celebrati nel santuario non hanno pieno valore se lo stesso spirito e la stessa verità non permeano la vita delle famiglie, l’impegno nelle professioni, lo sforzo di tutta la società per il benessere e la dignità di tutti.

Il santuario di verità è Dio presente nel cuore dei cristiani, quando essi condividono fraternamente l’amore che è il dono di Dio nelle loro famiglie, quando assicurano con pazienza l’educazione dei loro figli e il risveglio della loro fede, quando si aiutano reciprocamente, quando curano le piaghe e aiutano i poveri, quando partecipano generosamente allo sviluppo del loro popolo nella giustizia, quando agiscono in ogni luogo come artefici di riconciliazione e di pace. L’adoratore in spirito e verità riconosce il disegno del Dio vivente e consacra tutte le risorse del suo cuore, della sua intelligenza e delle sue mani al compimento della volontà divina.

7. Fratelli e sorelle che costruite la Chiesa, qui ed in tutto il continente africano, sapete che l’assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi sarà un momento di grazia. I vostri Pastori raccoglieranno i lavori della messe che è generosamente cresciuta e li presenteranno al Signore in un canto di lode e riconoscenza. In effetti, come questo santuario affonda solidamente le fondamenta nella vostra terra, la fede è profondamente radicata fra voi.

Ed è giunto il momento di preparare i prossimi raccolti. Alle soglie del terzo millennio, tutta la Chiesa, la Chiesa del vostro continente scopre in modo nuovo la necessità e il dinamismo dell’evangelizzazione fra voi. Ciascuno è chiamato ad essere testimone della Buona Novella della salvezza. Di fronte alle numerose sfide dell’Africa, i cristiani africani devono approfondire la loro adesione a Cristo, lasciarsi coinvolgere dal suo amore, aprendo le ricchezze ai loro fratelli.

Sostenuta dalla preghiera e dalla riflessione di ogni Chiesa particolare, l’Assemblea del Sinodo studierà il modo di assolvere alle soglie del terzo millennio ai compiti dell’evangelizzazione in un modo realmente africano e nella comunione universale della Chiesa di Cristo. A molti vostri fratelli e sorelle la Buona Novella della salvezza non è ancora giunta! Bisogna trovare il linguaggio che diffonda realmente la fede in Africa. In un continente provato dalle divisioni e dall’angoscia ma animato al tempo stesso da una crescente speranza, il dialogo nel mutuo rispetto s’impone a tutti. La Chiesa conosce le grandi sfide della giustizia e della pace, i suoi figli e le sue figlie devono rispondere ad esse con coraggio e generosità. Che Cristo possa crescere in ciascuno dei battezzati e che per tutta la loro vita venga annunciato!

8. “Voi siete il tempio di Dio”. In verità il vero santuario, la dimora di Dio fra gli uomini, è l’uomo stesso, nella misura in cui l’edificio è solidamente costruito sul fondamento che è Gesù Cristo (cf. 1 Cor 3, 11-16).

Nessuno può porre altre fondamenta realmente durature per edificare la Chiesa che non siano Gesù Cristo. La potenza della morte non prevarrà su di essa (cf. Mt 16, 18). I materiali dei templi costruiti dalle mani degli uomini, quale che sia il loro valore, sono soggetti alle leggi del tempo, possono essere distrutti. È indistruttibile solo il santuario fondato sul Cristo per il culto “in spirito e verità”. Poiché è certa la sua promessa: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20).

Fratelli e sorelle che costruite la Chiesa nelle vostre città e nei vostri villaggi, in tanti luoghi della terra africana, questa promessa è rivolta a voi. “Voi siete l’edificio di Dio” (1 Cor 3, 9). Vi ripeto queste parole di Paolo da questa grandiosa basilica.

Ma ciascuna delle vostre chiese, la più umile delle vostre cappelle, è anch’essa il simbolo del vero santuario che il Cristo rende saldo e vivente, il santuario fatto di pietre viventi (cf. 1 Pt 2, 5), che riunisce i membri del suo Corpo in un’unità che supera ogni frontiera, nell’amore che eternamente scaturisce dal cuore di Dio!

Il battesimo vi unisce tutti a Cristo risorto. Sacerdoti, l’ordinazione vi permette di dispensare i doni della salvezza. Consacrati, i voti vi rendono testimoni privilegiati dell’unica cosa necessaria. Fedeli laici, voi santificate il mondo nei vostri focolari, nel vostro lavoro, nella società intera.

Insieme, per mezzo “dello spirito di Dio che abita in voi” (cf. 1 Cor 3, 16), voi siete “la dimora di Dio in mezzo agli uomini, che ha per fondamenta gli Apostoli e per pietra angolare il Cristo Gesù” (Preghiera di consacrazione delle chiese).

“Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” (Mt 5, 16)!

9. Nel giorno in cui questo santuario viene consacrato a Nostra Signora della Pace, ci ricordiamo che i primi evangelizzatori giunti in questa terra hanno consacrato la Chiesa nascente alla Vergine Maria.

Nostra Signora della Pace, ti affidiamo nuovamente la Chiesa di questa diocesi, di tutte le diocesi di questo Paese. Attraverso la tua intercessione, le consacriamo a tuo Figlio.

O Vergine Maria, guidaci verso il Figlio tuo, Colui che è la Via, la Verità e la Vita!

Concedi ai Pastori, ai consacrati, ai fedeli laici di far vivere in questo luogo la Chiesa di Cristo, con fede e generosità, resi forti dalla grazia del Figlio tuo.

Dona alle famiglie l’unità nella fedeltà, la gioia di accogliere la vita, di educare i figli con serenità, di guadagnarsi il pane quotidiano.

Mostra la tua tenerezza misericordiosa a coloro che soffrono nel corpo e nell’animo. Infondi in coloro che li circondano l’amicizia che conforta ed i gesti che guariscono e danno Pace.

Concedi ai fedeli della Costa d’Avorio di essere instancabili artefici di pace, in unione con i loro fratelli e sorelle di questa terra e di tutto il continente.

Concedi l’appoggio materno a tutto questo popolo e ai suoi governanti affinché conoscano la concordia e la prosperità, la giustizia e la pace. Assistili nel loro impegno per costruire un futuro migliore.

Conserva per sempre la famiglia umana nella pace, o Nostra Signora della Pace!

 

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