LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI ALLA PLENARIA
DELLA CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO
E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI
Al Signor Cardinale FRANCIS ARINZE
Prefetto della Congregazione per il Culto Divino
e la Disciplina dei Sacramenti
1. Sono lieto di farLe giungere, venerato Fratello, il mio cordiale saluto, che estendo anche ai Signori Cardinali, Arcivescovi, Vescovi e Sacerdoti, riuniti per la Plenaria di codesta Congregazione. So che in essa si stanno affrontando temi di grande interesse, che ben s’inquadrano anche nell’impegno di questo speciale Anno dell’Eucaristia.
A tutti esprimo la mia affettuosa vicinanza. Alcuni dei partecipanti alla Plenaria offrono da anni la loro collaborazione alla vita del Dicastero, mentre altri sono stati appena investiti di questa responsabilità. E’ bello constatare come, con le recenti nomine, la Congregazione non soltanto veda accresciuto il numero dei membri, ma anche risulti più rappresentativa della Chiesa diffusa in tutti i Continenti.
A ciascuno rivolgo il mio grazie. In particolare, esprimo la mia riconoscenza a Lei, Signor Cardinale, per le parole di affetto e l’assicurazione di una speciale preghiera che mi ha fatto pervenire a nome di tutti, come anche per la dedizione generosa con cui guida il Dicastero.
2. Nella presente sessione si è innanzitutto rivolto un attento sguardo al lavoro compiuto negli ultimi anni dalla Congregazione, in sintonia con il disegno pastorale che ho indicato a tutto il Popolo di Dio, invitandolo a specializzarsi sempre più nell’“arte della preghiera” (cfr Novo millennio ineunte, 35). Sono in particolare riconoscente alla Congregazione per aver assecondato prontamente le indicazioni dell’Enciclica Ecclesia de Eucharistia e della Lettera apostolica Mane nobiscum Domine, preparando prima l’Istruzione “Redemptionis Sacramentum” e poi i “Suggerimenti e proposte” per l’Anno dell’Eucaristia. Auspico che, anche in virtù di questi documenti, la comunità cristiana cresca nell’amore per il Santissimo Sacramento e sia aiutata a celebrare sempre più degnamente il Sacrificio eucaristico, in conformità con le norme liturgiche e soprattutto con un’autentica partecipazione interiore.
3. In questa prospettiva, riveste grande significato, nell’ordine del giorno della Plenaria, il tema dell’ars celebrandi, che va considerato alla luce della visione teologica della liturgia, quale emerge dalla Costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium. La liturgia è azione che Cristo stesso compie, come sommo ed eterno Sacerdote della Nuova Alleanza, coinvolgendo l’intero suo Corpo mistico (cfr Cost. Sacrosanctum Concilium, 7). Soprattutto nella Celebrazione eucaristica, viva ripresentazione del Mistero pasquale, Cristo è presente e la sua azione è partecipata e condivisa nei modi appropriati alla nostra umanità, bisognosa di parole, di segni, di riti. L’efficacia di tale azione è frutto dell’opera dello Spirito Santo, ma esige anche la risposta umana. L’ars celebrandi esprime appunto la capacità dei ministri ordinati e dell’intera assemblea, raccolta per la celebrazione, di attuare e vivere il senso di ciascun atto liturgico. E’ un’arte che fa tutt’uno con l’impegno della contemplazione e della coerenza cristiana. Attraverso i riti e le preghiere, occorre lasciarsi raggiungere e pervadere intimamente dal Mistero.
4. Opportunamente è stata riservata una specifica attenzione all’omelia, presentata dal Concilio come parte integrante dell’azione liturgica, a servizio della parola di Dio (cfr Cost. Sacrosanctum Concilium, 52). Essa ha una fisionomia diversa dalla catechesi ordinaria, ed impegna colui che la pronunzia a una duplice responsabilità: nei confronti della Parola e verso l’Assemblea. L’omelia deve favorire l’incontro, il più possibile intimo e proficuo, tra Dio che parla e la comunità che ascolta. E’ importante che essa non manchi specialmente nell’Eucaristia domenicale. Nel contesto della nuova evangelizzazione, l’omelia costituisce una preziosa, e per tanti unica, opportunità formativa.
5. Altro tema posto all’attenzione della Plenaria è quello della formazione liturgica, componente fondamentale della preparazione dei futuri presbiteri e dei diaconi, dei ministri istituiti e dei religiosi, ma anche dimensione permanente della catechesi per tutti i fedeli. E’ urgente che nelle comunità parrocchiali, nelle associazioni e nei movimenti ecclesiali si assicurino adeguati percorsi formativi, perché la liturgia sia meglio conosciuta nella ricchezza del suo linguaggio e venga vissuta in pienezza. Nella misura in cui lo si farà, si sperimenteranno benefici influssi sulla vita personale e comunitaria.
6. Incoraggio, pertanto, il vostro Dicastero a perseverare, in cordiale e fiduciosa collaborazione con le Conferenze episcopali e i singoli Vescovi, nell’impegno per la promozione della liturgia. La riforma liturgica del Concilio Vaticano II ha prodotto grandi frutti, ma occorre passare “dal rinnovamento all’approfondimento” (Lett. ap. Spiritus et Sponsa, 6), perché la liturgia possa segnare sempre più la vita dei singoli e delle comunità, diventando fonte di santità, di comunione e di slancio missionario.
E’ grande il compito che viene affidato al Dicastero che Ella, Signor Cardinale, presiede. L’azione dello Spirito Santo e la materna assistenza di Maria rendano fecondo ogni vostro sforzo. Io vi accompagno con la mia preghiera, mentre di cuore benedico tutti voi e quanti collaborano alle molteplici attività del Dicastero.
Dal Policlinico Gemelli, 3 marzo 2005
GIOVANNI PAOLO II
Copyright © Libreria Editrice Vaticana
Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana