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MESSAGGIO PER LA I GIORNATA MONDIALE DELL'ALIMENTAZIONE

 

L'Organizzazione internazionale per l'Alimentazione e l'Agricoltura ha deciso di promuovere per il 16 ottobre 1981 - trentaseiesimo anniversario della sua fondazione - la prima Giornata mondiale dell'Alimentazione. Una tale iniziativa dovrebbe far prendere coscienza, non solo agli esperti, ma all'opinione pubblica, al mondo intero, dei problemi gravi ed urgenti della fame e della sotto-nutrizione e mobilitare le energie di tutti per far fronte a questo dramma in modo solidale.

Sono felice di associarmi a questo evento, facendomi portavoce di tutti coloro che soffrono una tragica sotto-nutrizione e che si appellano alla coscienza dei loro fratelli. Penso in particolare agli ottocento milioni di uomini, donne, bambini che vivono in una condizione di povertà assoluta, e a tutti coloro che sono in condizioni troppo precarie per procurarsi il pane per l'indomani. Se tutti gli uomini hanno il dovere di preoccuparsene, come potrebbero coloro che hanno fatto professione di seguire Cristo dimenticare che lui stesso si e identificato con coloro che avevano fame?

Desidero dunque unirmi a tutti coloro che oggi proclamano di nuovo la necessità di riconoscere e di garantire concretamente ad ogni uomo l'esercizio del suo diritto fondamentale di nutrirsi. A questo diritto corrisponde il dovere ad un'azione continua e programmata per uno sviluppo organico, secondo un nuovo ordine internazionale, capace di assicurare soprattutto la necessaria alimentazione nei diversi Paesi del mondo.

Un grave squilibrio si va ora accentuando tra i bisogni della popolazione di vaste zone e il nutrimento disponibile. Come non essere preoccupati per le crisi acute che si prevedono in futuro in numerosi continenti? Basandomi proprio sulle osservazioni degli esperti della Fao, ho attirato l'attenzione su questo dramma all'inizio dello scorso anno («Insegnamenti di Giovanni Paolo II», IV, [1981] 3ss).

Certamente fattori complessi spiegano questa situazione. Ci sono le calamità naturali ma l'uomo conserva sempre la sua parte di responsabilità. Infatti non si tratta tanto di una insufficienza globale dei prodotti alimentari sulla terra, ma di una mancanza di disponibilità e di sfruttamento di immense ricchezze che la natura racchiude e che sono destinate all'uso comune. Non si può anche dire che qualche volta il carattere prioritario dell'agricoltura è stato sottovalutato nel processo globale dello sviluppo? D'altra parte, c'è una distribuzione non equilibrata del prodotto del lavoro, senza parlare delle spese eccessive per soddisfare bisogni superflui o per accumulare, in modo pericoloso armamento dispendiosi.

La Fao lo sa meglio di chiunque altro: la realizzazione del diritto all'alimentazione non dovrebbe limitarsi ad un aiuto sotto forma di nutrimento immediatamente indispensabile né ad iniziative occasionali, benché ciò sia evidentemente indispensabile nei casi di pericolo.

Bisogna in primo luogo assicurare più ampiamente alle popolazioni che soffrono di malnutrizione l'effettivo accesso alle diverse ricchezze della natura, del sottosuolo, del mare, della terra. Bisogna soprattutto prendere in considerazione una diversa politica agricola e un diverso sistema di scambi. Perché, questo è un fatto, gli sforzi degli ultimi dieci anni per lo sviluppo sono ben lontani dall'aver risolto i problemi. Senza dubbio conviene adottare vie nuove che permettano ad ogni paese di provvedere il più possibile ai propri bisogni alimentari, senza dipendere eccessivamente da importazioni dall'esterno. Come dicevo nella mia recente enciclica: «Sono necessari cambiamenti radicali ed urgenti per ridare all'agricoltura - ed agli uomini dei campi - il loro giusto valore come base di una sana economia, nell'insieme dello sviluppo della comunità sociale» («Laborem Exercens», 21).

E' da parte di tutti che oggi deve venire uno sforzo comune: dai Governi, qualunque sia il loro sistema economico e politico; dalle Organizzazioni intergovernative e non-governative; dalle diverse associazioni di volontari, e penso in particolare a quelle che sono ispirate dalla Chiesa e dalle comunità di credenti. E' nel quadro di questa indispensabile cooperazione internazionale che prendono posto le iniziative della Fao, secondo la sua specifica funzione. La Santa Sede desidera che questa organizzazione possa compiere la sua missione, in modo sempre più efficace e incisivo ed in piena conformità con gli ideali espressi nel suo statuto; desidera inoltre che la sua azione sia riconosciuta e sostenuta con maggiori mezzi dai Governi degli Stati membri.

In occasione di questa prima Giornata mondiale dell'Alimentazione, esprimo i miei incoraggiamenti calorosi ed i miei ferventi voti a tutti coloro che si impegnano per risolvere la questione cruciale della fame, in particolare a tutti i rappresentanti di quegli Stati membri e alle organizzazioni presenti, e in primo luogo al Direttore generale della Fao, ai funzionari e a tutto il personale della Fao. Prego Dio - al quale domandiamo ogni giorno il pane quotidiano necessario per tutti - di benedire le loro persone e di ispirare loro una azione competente e disinteressata al servizio della sussistenza di tutti i loro fratelli.

14 ottobre 1981

 



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