MESSAGGIO URBI ET ORBI 
DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II  
Domenica di Pasqua, 7 aprile 1996
1. Surrexit Dominus de sepulchro 
 qui pro nobis pependit in ligno. 
È risorto 
 Colui che fu inchiodato 
 in Croce per noi; 
 il Signore ha lasciato il sepolcro. 
Sono queste le ultime e definitive parole 
 dei giorni del Triduum Sacrum: 
 dopo quelle dell’Ultima Cena, 
 della preghiera nel Getsemani, 
 e quelle del Venerdì Santo. 
 - "Ecce lignum Crucis, 
 in quo salus mundi pependit" - 
 Dopo il profondo silenzio del Sabato Santo, 
all’alba del mattino di Pasqua risuona l’annuncio: 
 "Surrexit, non est hic" (Mc 16, 6). 
 "Dio lo ha risuscitato il terzo giorno 
 e volle che apparisse" (At 10, 40) 
 a coloro che sarebbero stati testimoni 
 della sua Risurrezione (cf.  At 3, 15). 
 Colui che morì appeso alla Croce, vive: 
 "Il Signore è risorto 
 ed è apparso a Simone" (Lc 24, 34). 
 Oggi, 
 il successore di Pietro 
 rende rinnovata testimonianza 
 alla risurrezione del Signore. 
 Pascha Domini Nostri Iesu Christi: 
 Fratelli, 
 è la Pasqua del Signore dell’anno 1996, 
 alle porte, ormai, del Terzo Millennio. 
2.  "La pietra scartata dai costruttori 
 è divenuta testata d’angolo" (Sal 117 (118),  22; cf.  Mt 21, 42).
 "Pietra scartata", pietra rifiutata! 
 Come meglio si potrebbe esprimere 
 ciò che accadde il Venerdì Santo? 
 "Via, via, crocifiggilo!", aveva gridato la folla. 
 "Metterò in croce il vostro re?", aveva domandato Pilato. 
 "Non abbiamo altro re all’infuori di Cesare", 
 insistettero i sommi sacerdoti (Gv 19, 15). 
 "Deve morire, 
 perché si è fatto Figlio di Dio" (Gv 19, 7). 
 Ed è morto, il Figlio di Dio! 
 Abbiamo contemplato l’agonia dell’"Autore della vita" (At 3, 15). 
 Ne abbiamo costatato la fine ignominiosa sulla croce. 
3.  È oggi? 
 Se la tomba è vuota, se Egli vive, 
 non si è forse dimostrato vero 
 quanto il centurione romano, 
 vedendo come Cristo era morto, 
 aveva dichiarato: 
 "Davvero costui era Figlio di Dio" (Mt 27, 54)? 
 E se è risuscitato, 
 non è Egli davvero, nella storia dell’umanità, 
 la pietra angolare e la chiave di volta della divina costruzione? 
 Sì! È Dio stesso a costruire su di Lui 
 la Nuova Alleanza di fede, speranza e carità. 
 Alleanza di vita e di immortalità: 
 perché "non conosce la corruzione della morte il Signore della vita...". 
4.  "Ciò avvenne per opera del Signore 
 ed è un miracolo ai nostri occhi" (cf. Sal 117, 23). 
 Sì! Siamo testimoni del miracolo; 
 testimoni della potenza di Dio. 
 Potenza divina, 
 che è Vita manifestata e comunicata 
 per dare volto nuovo all’esistenza 
 e alle attese degli uomini anche del nostro tempo. 
 Potenza che rivela il bene, 
 denuncia il male 
 e le sue drammatiche conseguenze. 
 Potenza divina, 
 che è sorgente di nuove energie, 
 capace di scuotere anche i cuori induriti 
 e ridestare il coraggio in quanti, 
 smarrita la strada, 
 vagano senza meta, pellegrini del nulla. 
 Potenza divina, 
 che è condizione di vera libertà per l’uomo, 
 al quale proclama, oggi e sempre: 
 l’Amore ha vinto l’odio. 
5.  Cristo risorto, Redentore dell’uomo, 
 illumina e guida quanti costruiscono la pace, 
 ogni giorno e in ogni angolo della terra, 
 a prezzo di grandi sacrifici. 
Trionfatore della morte, 
sostieni gli artefici di giustizia e di pace 
in Bosnia ed Erzegovina, 
in Irlanda e in Medio-Oriente, 
specialmente in Terra Santa, 
dove le speranze di una convivenza pacifica 
sono tuttora turbate 
dal ricorso alla forza e alla violenza. 
Conforta chi rifiuta 
 il fatalismo delle rivalità etniche 
in Burundi e in Ruanda. 
Lenisci le sofferenze di quanti 
sono sottoposti alla violenza delle armi nel Caucaso 
nell’Afghanistan, in Algeria, in Sudan, 
e in tante altre regioni del mondo. 
Non venga meno la speranza 
in coloro che - in Africa, in America Latina, 
in Asia e in Europa - 
confidano di vedere finalmente esaudite 
le legittime aspirazioni al lavoro, alla casa, 
ad una maggiore giustizia sociale 
e ad una reale libertà di coscienza e di religione, 
ostacolata talora dall’intransigenza 
proprio dei seguaci di altre religioni. 
6.  Surrexit Dominus: il Signore è risorto 
e comunica a quanti partecipano 
alla sua vittoria sulla morte 
il coraggio e la forza 
di continuare a edificare una umanità nuova 
attraverso il rifiuto d’ogni forma di violenza, 
di settarismo e d’ingiustizia. 
È risorto con potenza il Signore della vita 
recando con sé amore e giustizia, 
rispetto, perdono e riconciliazione. 
Colui che dal nulla 
aveva chiamato all’esistenza il mondo, 
solo Lui poteva rompere i sigilli della tomba, 
soltanto Lui poteva diventare germe di Vita Nuova, 
per noi, soggetti alla legge universale della morte. 
"Chi ci rotolerà via il masso 
dall’ingresso del sepolcro?" (Mc 16, 3), 
si chiedevano le donne, mentre di buon mattino 
andavano verso la tomba 
dove era stato deposto il Signore. 
A simile domanda, riproposta dall’uomo di ogni tempo, 
di ogni paese, cultura e continente, 
il Vescovo di Roma risponde, anche quest’anno, 
con il messaggio "Urbi et Orbi": 
"Scimus Christum surrexisse a mortuis vere...". 
Sì, sappiamo con certezza 
che Cristo è veramente risorto dai morti: 
Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi. 
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