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PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN AUSTRALIA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AI RAPPRESENTANTI
DELLE ISTITUZIONI SUPERIORI DI EDUCAZIONE

Sidney (Australia), 26 novembre 1986

Sir Herman, rettore di questa Università,
insigni professori e rappresentanti di tutti gli Istituti di istruzione superiore,
cari studenti e amici.

1. È un grande piacere per me essere con voi oggi, ed è con grande rispetto e stima che mi rivolgo a voi. In questa occasione voglio lodare questa Università di Sydney e tutte le altre Università di questo Paese, che hanno un grande ruolo nella storia culturale dell’Australia.

Voglio lodare tutti questi istituti di istruzione superiore proprio per il ruolo che ricoprono nei confronti della verità al servizio dell’uomo. Voglio anche lodare tutto il personale e gli studenti di questi istituti: tutti voi che vi dedicate all’attività intellettuale, alla riflessione e all’insegnamento. Voi riconoscete e testimoniate la necessità umana di sapere per essere, per essere una persona che agisce pienamente. Voi riconoscete il bisogno di usare la conoscenza e di trasmetterla. Dedicandovi all’apprendimento umano, voi mostrate la vostra volontà di trovarvi faccia a faccia con la verità: la verità sull’uomo in relazione al mondo intero e a tutto il creato. Facendo ciò voi rivelate al mondo l’Autore del creato. In verità il mondo accademico è per sua natura un riconoscimento della relazione che esiste tra l’uomo - il solo essere terreno dotato di intelligenza - e l’Autore della verità.

Cercare e insegnare veramente la verità è davvero una grande missione. Per raggiungerla è necessario guardare oltre i propri poteri verso lo Spirito di verità. Questo, cari amici, è il vostro esaltante compito in questa vostra grande terra, che non è solo vostra ma è la Terra australe dello Spirito Santo.

2. Al centro di tutte le ricerche e di tutti gli studi c’è il mistero dell’uomo, uomo a immagine e somiglianza di Dio. E così al centro di tutta la conoscenza, insieme all’uomo, c’è Dio. Il ruolo dello studioso, del pensatore, del ricercatore e dello studente è il ruolo umano per eccellenza di rispettare l’Autore della verità manifestando la propria imperfezione e riconoscendo un bisogno che non può soddisfare da solo. Questa tensione della persona umana alla ricerca della verità è già un atto di lode all’autore della verità, il solo che può soddisfare pienamente l’intelletto umano.

Tutti gli istituti che rappresentate oggi esistono nel contesto di questa vocazione alla verità: perseguire la verità, cercarla - proprio perché è la verità - al fine di accettarla e vivere in accordo. Questo compito, questa ricerca della verità, che è arduo in se stesso, è anche entusiasmante nel suo obiettivo. Ciò che si cerca è la grande verità sull’uomo, che include l’individuo - sempre comunque definito “anzitutto per la sua responsabilità verso i suoi fratelli e verso la storia” (Gaudium et Spes, 55) - e la società tutta. La verità dell’uomo si scopre insieme alla verità sul mondo in cui l’uomo vive. Ciò che si cerca è anche la verità di Dio che spiega la verità dell’uomo. Lo studioso è chiamato non solo a scoprire questa verità ma anche a riflettervi, a meditare sulle sue diverse e innumerevoli espressioni. Tutti questi diversi modi di esprimersi non afferrano tutta la bellezza della verità sull’uomo e ancora meno la piena e incomparabile bellezza della verità su Dio.

3. Andare alla ricerca della verità significa anche riflettere sui grandi problemi morali e scientifici della vita. Per tutti voi, cari amici, rappresenta anche un modo di riflettere sui problemi che la verità pone nel contesto dell’Australia, delle sue necessità e sfide.

Come studiosi e come allievi, il vostro compito è molto più che teorico. Voi siete chiamati a mettere il grande patrimonio della verità al servizio dell’uomo. La verità stessa diventa servizio d’amore e unità. Nell’accettazione della verità si aprono possibilità di amore. San Pietro ci dice: “Nell’obbedire alla verità voi avete purificato le anime vostre per amarvi con un sincero amore fraterno” (1 Pt 1, 22).

Il ruolo degli studiosi comprende anche essere testimoni dei modelli di verità, aiutare il prossimo a vivere secondo la verità, quando la si raggiunge. La ricerca della verità esige una grande dignità e responsabilità sotto molti aspetti. Lo studioso contribuisce a trasmettere la conoscenza dell’umanità ottenuta attraverso una ricerca attenta, gratificante e a volte frustrante. Egli insegna e trasmette la verità e così facendo aiuta a consolidare i valori della società.

Al fine di aiutare ad avvicinare la verità al comportamento umano, la vostra scienza e i vostri studi devono contribuire alla costruzione di una società che difende i diritti umani; una società che protegge i suoi membri più deboli, specialmente gli anziani, gli handicappati e i nascituri; una società che incoraggia la famiglia, riconosce la giusta dignità del matrimonio, rispetta i figli; una società che considera i doveri verso la giustizia anche in termini di solidarietà umana a livello internazionale, oltre i confini. In altre parole lo studioso deve contribuire con il suo sapere, al di là delle mura del suo istituto, alla costruzione di una società più umana. Questo è in verità lo scopo di tutta l’attività umana. Certamente ogni disciplina ha la sua autonomia ma tutte le discipline convergono verso la parte buona dell’uomo in accordo con la verità della sua natura.

4. L’ammissione agli istituti di istruzione superiore è un privilegio, che avete ricevuto e di cui beneficiate. Esso è sempre più disponibile per i membri di questa generazione. Ma non è stato sempre così a causa di circostanze particolari e di discriminazioni.

Il primo vescovo cattolico australiano, l’arcivescovo Polding, in una lettera pastorale del 21 giugno 1857 accennava ai tempi in cui ai cattolici era negata la presenza in centri di istruzione superiore: “Per molti tristi anni nel passato - egli scriveva - la nostra cultura intellettuale è stata difficile e precaria per motivi ben noti. Ma ora siamo invitati a una libera carriera secondo un’uguaglianza riconosciuta”. (ARCHBISHOP POLDING, Pastoral Letter "On the subject of a Catholic college in the University of Syndey", 21 June 1857) Questo privilegio di accesso agli istituti di istruzione superiore è davvero grande e tutti devono conservarlo.

Allo stesso tempo, gli istituti stessi devono riconoscere il diritto alla libertà di studio e di ricerca in modo che si possa raggiungere la verità. La verità richiede un’assoluta accettazione da parte nostra. In presenza della verità l’uomo è completato perché è un essere fatto per conoscere. E in presenza della Suprema ed Eterna Verità l’uomo è completamente realizzato.

La Chiesa cattolica in Australia ha mostrato da molto tempo la sua stima nei confronti dell’educazione in genere e di quella terziaria in particolare. Ha compiuto sacrifici per fondare scuole e per stabilire legami con l’Università di Sydney. La fondazione del College di San Giovanni nel 1857 testimonia questo apprezzamento nei confronti dell’Università. Più recentemente l’istituzione di una Facoltà ecclesiastica australiana di teologia, l’Istituto cattolico di Sydney, dimostra ancor più come la Chiesa si senta a suo agio nel mondo universitario.

5. È proprio a causa del rapporto fra università e verità che la Chiesa cattolica si è messa sulla loro stessa linea fin dagli inizi. La storia della sua nascita è strettamente legata alla vita della Chiesa. Questa ricorda con orgoglio il nome di tante università - esempi eminenti di sforzi intellettuali e di progresso umano - che sono sue filiazioni: Parigi, Bologna, Padova, Praga, Alcalá, Salamanca, Cracovia, Oxford e Cambridge. Non soltanto la Chiesa ritiene suo dovere fondare centri di istruzione, ma non ha neppure mai smesso di lavorare per conservarli. Ciò è avvenuto nonostante enormi ostacoli e a volte contro regimi ostili.

Attraverso i secoli le università sono infatti divenute per la società centri di sapere, di ricerca e di verità. Il compito dell’università non è stato solo quello di scoprire la verità, ma di metterla al servizio della società e di procurarsi collaborazione nella ricerca di maggiori verità. Questo ruolo fa parte della struttura stessa dell’istituto. In altro luogo ho affermato: “Nessuna università può meritarsi la giusta stima del mondo dell’istruzione se non ricorre ai più validi modelli di ricerca scientifica, aggiornando costantemente i suoi metodi e i suoi strumenti di lavoro, e se non primeggia in serietà e, di conseguenza, in libertà di ricerca. La verità e la scienza non sono conquiste gratuite, ma il risultato di una resa all’oggettività e dell’investigazione di tutti gli aspetti della natura e dell’uomo” (IOANNIS PAULI PP. II Allocutio ad moderatores et doctores Studiorum Universitatis Catholicae in urbe “Washington” et ad legatos Collegiorum Universitatumque Catholicorum totius Nationis habita, 4, die 7 oct. 1979: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, II, 2 [1979] 687 s).

Mettendo la verità al servizio della società, le università forniscono basi per il dialogo, offrendo inoltre alla società i risultati dei loro studi e delle loro discussioni, e il ragionamento basato su profonde convinzioni. Questo è veramente un posto di responsabilità che le università devono meritare, difendere e non abbandonare con leggerezza nelle mani di coloro che non possono avere pretese di sapere.

6. Per sua propria natura, la scienza è in ultima analisi teocentrica, e come tale rende un grandissimo servizio all’umanità. Aiuta le persone nella loro ricerca del significato della vita. Le sostiene nei loro tentativi di trovare la luce della verità. La scienza, insieme alla verità che porta in sé, non abbandona le persone che subiscono il disprezzo della vita umana, che subiscono la violenza, che sono avide e che tollerano l’ingiustizia! No, anche se una parte dell’umanità è colpevole di tutto ciò ed è perciò trascinata verso la distruzione, la verità offre ugualmente il suo aiuto. Non si allontanerà. Si farà sempre sentire. Essa fa appello ai più alti istinti dell’uomo. Li confronta con la sua coscienza. Difenderà la sua causa e la vincerà!

Poiché la scienza scopre con i propri metodi l’esistenza di Dio e riesce a vedere a fondo il suo essere, essa aiuta l’uomo a comprendere la sua essenza, a conoscere se stesso. La grande nobiltà della mente umana si basa soprattutto sulla sua capacità di conoscere Dio e di indagare sempre più profondamente nel mistero della vita di Dio e li scoprire anche l’uomo. Non meraviglia quindi il fatto che, come centri di sapere, le università del passato e del presente abbiano accolto nel loro interno scuole di teologia, che si occupano della scienza di Dio. La verità di Dio ci conduce alla verità dell’uomo e la verità dell’uomo ci conduce alla verità di Dio.

7. C’è anche un altro aspetto comune a molti istituti di istruzione superiore ed è l’applicazione della visione giudeo-cristiana dell’uomo. In questa duplice tradizione è presente il comune denominatore della rivelazione divina: l’uomo è visto alla luce della rivelazione di Dio al mondo. La completa verità sull’uomo è più grande di quanto la ragione umana possa scoprire, ma nessun elemento della verità rivelata potrà mai contraddire la più piccola parte della verità.

Il mondo della conoscenza e dello studio ha un fascino particolare per quelle persone che posseggono una visione dell’uomo specificamente cristiana: per tutti coloro che credono che Gesù Cristo è “la via, la verità e la vita” (Gv 14, 6). Il ruolo dello studioso cristiano è quello di ritenere che Gesù Cristo quale Verbo eterno di Dio è la completa incarnazione di tutta la verità, senza minimizzare qualsiasi accesso alla verità. Da qui la vocazione dello studioso cristiano a ricercare, perseguire, analizzare e spiegare tutta la verità finita alla luce di Cristo.

Quando questo studio cristiano è accompagnato dalla preghiera, l’uomo trova le condizioni per il massimo trionfo della verità. Ma c’è ancora qualcos’altro da notare: quando la verità è totalmente libera nel mondo, essa porta con sé la libertà. Tutto ciò è esattamente quanto ha affermato Gesù Cristo. Egli disse ai suoi apostoli: “Conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi” (Gv 8, 32). Queste parole di Gesù Cristo sono risuonate attraverso i secoli, come queste: “Se dunque il Figlio vi libera, sarete veramente liberi” (Gv 8, 36).

A questo punto raggiungiamo il momento finale della verità. Questo momento finale coincide con la liberazione operata da Gesù Cristo. Come risultato di questo processo di salvezza l’umanità è libera di seguire il suo destino: libera non per rifiutare la verità ma per seguirla. Questa quindi è lo stadio finale temporale di tutta la ricerca umana: l’umanità libera di vivere la verità della sua creazione per opera di Dio e della sua redenzione per opera di Cristo.

8. Illustri amici, cari studenti: è stato un grande piacere per me riflettere insieme a voi sulla vostra missione di verità al servizio dell’umanità. Sappiamo tutti che potremmo fare molte altre considerazioni. Ma ho cercato di porre l’accento sulla dignità della vostra missione e sulla grandezza della vostra vocazione, qualunque sia il rapporto della vostra vita con il mondo del pensiero, del sapere e della ricerca. Sia nel campo dello studio che in quello dell’insegnamento voi dovete confrontarvi con la verità e con il potere della verità che eleva e trasforma. Tutti voi - ricercatori, insegnanti, studiosi e amministratori - potete essere orgogliosi di contribuire a qualcosa di veramente grande e nobile per il mondo e per il vostro prossimo. Ricordate le parole del profeta Daniele: “I saggi brilleranno allora come lo splendore del firmamento e quelli che avranno insegnato a molti la giustizia splenderanno come le stelle per tutta l’eternità” (Dn 12, 3).

A livello personale, permettetemi ora di dirvi quanti ricordi mi tornano in mente trovandomi qui con voi oggi. Mi sento a mio agio, fra amici, fra miei simili. La mia partecipazione al mondo universitario a Cracovia e a Lublino è ancora viva nella mia memoria, ma anche tutti i rapporti che ho instaurato con accademie di tutto il mondo. E l’elemento comune in tutto ciò è la verità: verità al servizio dell’umanità, dell’umanità realizzata nella verità e che esprime la verità nell’amore.

Cari amici: possa Dio sostenervi nel vostro impegno alla ricerca della sua verità e alle sue conseguenze nella vostra vita. E in questa verità possiate tutti sperimentare il suo amore.

 

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