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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL CONVEGNO PROMOSSO
DALL'EDITRICE «STUDIUM»

Venerdì, 25 gennaio 1991

 

1. Sono lieto di incontrarvi oggi, in occasione del Convegno su “Realtà e idea della storia”, promosso dalla rivista Studium d’intesa con l’Istituto della Enciclopedia Italiana, che gode in Italia di un vasto prestigio.

Saluto le personalità della cultura, i docenti e professionisti, i responsabili, gli autori, i collaboratori di Studium, Editrice e Rivista, e tutti gli amici di questa gloriosa egida editoriale. Ringrazio di cuore per le parole che mi sono state rivolte a nome di tutti i presenti.

È a voi ben noto come il mio predecessore Paolo VI, fosse legato a Studium da vincoli di amicizia. Assistente della Federazione degli Universitari Cattolici, egli aveva fondato con Igino Righetti e con altri amici la Casa editrice nel 1927, in un momento particolarmente difficile per le associazioni cattoliche in Italia, con l’intento di privilegiare la formazione delle coscienze, per preservare l’indipendenza intellettuale e la specifica identità della gioventù studentesca.

Fedele a questo mandato, nell’arco ormai di alcuni decenni, Studium ha rappresentato un punto di riferimento importante per studiosi, uomini di pensiero e per le giovani generazioni che si sono affacciate alla vita culturale. Questi hanno trovato e trovano in essa un’integrità di idee e un’ortodossia di costume mentale, e al tempo stesso una grande attenzione a quanto di vivo, di autenticamente nuovo e fecondo è ravvisabile nella cultura dei nostri anni.

Mi rallegro di tutto questo e anche del fecondo rapporto che Studium ha istituito dal 1974 con l’Editrice La Scuola e, a partire dal 1981, con l’Istituto Paolo VI di Brescia; una istituzione che persegue la finalità di raccogliere documenti, scritti e testimonianze riguardanti la vita e l’insegnamento del mio Predecessore.

2. La storia di Studium, per riprendere la parola stessa di Paolo VI, “rappresenta un saggio, strumentale e collettivo, di servizio alla cultura”, nella sua duplice espressione di cultura universitaria e di cultura cristianamente ispirata.

L’Università è sempre uno degli organi vitali della società. Essa è il “luogo” dove si decide il futuro della società, in quanto ha un ruolo fondamentale nella interazione tra ricerca e dialettica delle idee, tra vita e pensiero.

A questo proposito è di particolare importanza tenere viva una linea di indagine e di riflessione sulla moralità e religiosità della coscienza universitaria, che contrasti le tesi e il costume dell’Università pragmatica, positivistica, agnostica. Lo studio diventa così un ideale di vita; un laboratorio spirituale, dove si realizza la formazione dell’uomo e si promuove la profonda convinzione del mutuo compenetrarsi, pur in una doverosa distinzione, tra fede e ragione.

3. La riflessione sulla storia, che il vostro convegno ha promosso mediante un confronto fra studiosi di diverse discipline, appare interessante nel contesto culturale contemporaneo.

Con esso voi vi proponete di comprendere più a fondo quale sia il compito dello storico e, insieme, il modo di assolverlo. Vi chiedete cioè, se la storia abbia un significato, una ragione che possa giustificare tanti sforzi compiuti: tante conquiste e tante sofferenze. È il problema del “senso della storia”, il senso di questo lungo cammino attraverso il tempo, a cui ciascuno si trova intimamente associato.

Il primo fondamento della nostra certezza e fiducia nella storia è la fede nella Provvidenza di Dio e nel suo amore. Sappiamo che la sua mano onnipotente e misericordiosa sostiene, invisibile, ma presente, lo svolgersi del tempo dal primo giorno della sua creazione. Anche quando il male si diffonde e sembra prevalere, sappiamo che non è lecito disperare: “Dio ha tanto amato gli uomini da inviare loro il suo unico Figlio” per salvarli. E se la storia ci appare nel suo aspetto sinistro come luogo di sofferenza, di disgrazie, di sconfitte e di morte, ricordiamoci che la Scrittura ci assicura ripetutamente che verrà il giorno in cui Dio “asciugherà le lacrime su ogni volto”.

La Rivelazione dell’economia della salvezza illumina il corso della storia. Il Verbo, infatti, si è incarnato per ricapitolare in sé tutte le cose e per essere agli uomini Via, Verità e Vita.

Sì, la storia per il credente ha un senso, un valore, una portata; per lui la storia è storia della salvezza. Nell’attesa della parusia, del secondo ritorno del Signore, il cristiano ha il mandato, il compito di essere testimone dell’eterno nel tempo, di essere testimone della speranza.

4. Auguro una piena riuscita al vostro Convegno. Così come auguro che il vostro impegno si allarghi e coinvolga un numero sempre più ampio di docenti e di uomini di cultura, dediti al nobile impegno della ricerca storica.

A voi studiosi, impegnati in una intensa esperienza di ricerca, raccomando di portare tutto il vostro entusiasmo e tutta la vostra dedizione in codesto servizio alla cultura e alla formazione delle nuove generazioni, che si affacciano alla vita e al sapere. A voi spetta portare il vostro contributo alla soluzione del sempre rinascente conflitto tra scienza e fede, mettendo in chiaro i rispettivi ruoli e lo scambio di luce che può derivare dalle due sorgenti. A voi spetta essere il nerbo della vita universitaria per l’affermazione della verità e dei princìpi cristiani nella società. Non indietreggiate davanti a questa vostra missione. Abbiate la forza di superare i piccoli o grandi egoismi che paralizzano talvolta lo slancio verso la verità e verso l’umile e confidente richiesta dell’aiuto divino.

Con questi pensieri a tutti imparto la mia benedizione.

 

© Copyright 1991 - Libreria Editrice Vaticana

 



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