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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD ALCUNI ESPONENTI DELLA
SOCIÉTÉ BIBLIQUE SUISSE

Sala del Trono - Giovedì, 3 ottobre 1991

 

Eccellenza, cari fratelli e sorelle,

1. È con grande gioia che ricevo oggi la vostra visita, a qualche giorno dalla commemorazione liturgica di San Girolamo. Questo grande dottore ha instancabilmente scrutato le Scritture per incontrare in esse lo Sposo beneamato, Cristo, e per conformare la sua esistenza intera alla conoscenza del Signore. Vedeva in Cristo la potenza di Dio e la saggezza di Dio, ed era ben cosciente che “colui che non conosce le Scritture non conosce ne la potenza di Dio ne la Sua saggezza”. Arrivava a dire che “l’ignoranza delle Scritture e ignoranza di Cristo” (San Girolamo, Comm. in Is., Prol.: PL 24,17).

2. L’esempio di Girolamo rinforza il nostro ardore a servire la Parola del Padre fatta carne Gesù Cristo. È lui che continuamente si rivela a noi nelle pagine sacre tramandate dalla Tradizione vivente della Chiesa. Fedeli all’insegnamento del Concilio Vaticano II, specialmente alla Costituzione dogmatica Dei Verbum sulla Rivelazione divina, siamo fermamente convinti che “questa sacra Tradizione e la Scrittura sacra dell’uno e dell’altro Testamento sono dunque come uno specchio nel quale la Chiesa pellegrina in terra contempla Dio, dal quale tutto riceve, finché giunga a vederlo faccia a faccia (cf. 1 Gv 3, 2)” (Dei Verbum, n. 7). E noi affermiamo con il testo del Concilio che “Dio, il quale ha parlato in passato, non cessa di parlare con la Sposa del suo Figlio diletto” e che lo “Spirito Santo introduce i credenti alla verità intera e in essi fa risiedere la parola di Cristo in tutta la sua ricchezza (cf. Col 3, 16)” (Ivi, 8).

3. È grazie ai principi dottrinali e pastorali elaborati ed enunciati dal Concilio che la cooperazione interconfessionale dei cristiani al servizio della parola di Dio è divenuta feconda essa stessa: l’incontro di oggi ne è un’altra evidente testimonianza. Come hanno insegnato i Padri conciliari, “È necessario dunque che la predicazione ecclesiastica, come la stessa religione cristiana, sia nutrita e regolata dalla sacra Scrittura” (Dei Verbum, 21). “È necessario (di conseguenza) che i fedeli abbiano largo accesso alla sacra Scrittura” (Ivi, n. 22) grazie a traduzioni appropriate e corrette, preparate se è necessario in collaborazione con i fratelli cristiani e in grado di “essere usate da tutti i cristiani” (Ivi). Inoltre, secondo ciò che è detto nel Decreto Unitatis redintegratio sull’ecumenismo, noi riconosciamo il grande valore che la Sacra Scrittura riveste per il progresso del movimento ecumenico: “nel dialogo la sacra Scrittura costituisce uno strumento eccellente nella potente mano di Dio per il raggiungimento di quella unità, che il Salvatore offre a tutti gli uomini” (Unitatis redintegratio, 21).

4. La presenza qui di eminenti rappresentanti sia dell’Alleanza biblica universale che della Federazione biblica cattolica, attesta l’esistenza di legami fraterni che si sono sviluppati durante il Concilio e in seguito, nel contesto dei movimenti biblici e del movimento ecumenico che caratterizzano il secolo. Preghiamo perché i cristiani del mondo intero siano sempre più uniti nella testimonianza da rendere al Vangelo.

5. Vorrei salutare in particolare il nuovo segretario dell’Alleanza biblica universale, il Reverendo Dottor John Erickson. Saluto anche i Vescovi Alberto Albondi e Paul Dacoury Tabley, insieme al pastore Martin Hoegger. So che con tutti i responsabili della Società biblica svizzera si sforzano, collaborando con le autorità cattoliche e con l’Unesco, di promuovere le traduzioni bibliche in “francese fondamentale”. So anche quanto questi testi siano utili per l’evangelizzazione dei gruppi e delle popolazioni che perseguono nello stesso tempo un programma di alfabetizzazione. È il motivo per cui apprezzo vivamente le realizzazioni compiute in questo campo, come in Costa d’Avorio e in Ecuador. Mi auguro che l’esempio del compianto Monsignor Leonidas Proano susciti un nuovo slancio di evangelizzazione e di servizio ai poveri in tutti i luoghi dove la Parola di Dio è annunciata e ricevuta. In questo senso, mi rallegro specialmente che un’edizione francese della Sacra Scrittura in braille sia stata messa a disposizione dei non vedenti che Gesù, Luce del mondo, ha tanto amato. Evidentemente, ciò non toglie nulla alla necessità di avere degli studi e delle edizioni erudite delle Sacre Scritture, tra le quali la Traduzione ecumenica della Bibbia e, giustamente, molto apprezzata.

6. Voi avete già sormontato tante difficoltà per realizzare questi progetti; ciò mostra che dobbiamo unirci stretti nella fede per superare gli ostacoli che sussistono. Inoltre, davanti ai nuovi orizzonti dell’annuncio evangelico, del rinnovamento biblico e liturgico e dell’impegno ecumenico che si aprono in tante regioni del mondo - e soprattutto, oggi, in Europa centrale e orientale -, siamo chiamati a unire i nostri sforzi per servire il Vangelo. Luce ed energia potranno venirci da una contemplazione umile ed appassionata della parola di Dio, così come la si apprende attraverso l’esercizio assiduo della Lectio divina, nella preghiera e in seno alla comunità cristiana. A questo proposito, Sant’Agostino ha scritto una pagina luminosa che può ancora servirci da guida: “Più il desiderio (della gloria divina) dilata il nostro cuore, e più diventiamo capaci di accogliere Dio. La Scrittura divina, l’assemblea del popolo, la celebrazione dei misteri, il santo battesimo, il canto di lode a Dio, la nostra stessa predicazione contribuiscono a destare in noi questo desiderio: tutto e destinato a seminare e a far germogliare questo desiderio, ma anche a fare in modo che esso possa crescere e svilupparsi sempre più fino a poter accogliere ciò che nessun occhio ha mai visto, ne alcun orecchio mai sentito, ne alcun cuore d’uomo ha mai potuto immaginare” (cf. Sant’Agostino, Trattato sul Vangelo di Giovanni, 40,10, CCL 36,356).

7. Per formare i fedeli a questa scuola della parola di Dio, potrebbe essere molto utile promuovere una “Settimana” o un “Mese della Bibbia” là dove le circostanze lo richiedono. L’Alleanza biblica universale e la Federazione biblica cattolica potrebbero eventualmente incoraggiare e organizzare insieme tali sessioni di studi. Le vostre Associazioni hanno d’altronde già elaborato seri programmi d’azione nel corso delle loro rispettive assemblee plenarie, a Budapest nel 1988 e a Bogotà nel 1990. Spero che questi programmi saranno largamente conosciuti e realizzati, e che essi contribuiranno da parte loro all’espansione del Regno di Dio. Mi unisco a voi nella preghiera, riprendendo le parole dell’apostolo Paolo: “Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo!” (Rm 15, 13).

 

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