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VISITA PASTORALE NELLA DIOCESI SUBURBICARIA
DI SABINA-POGGIO MIRTETO

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON LA CITTADINANZA NELLA PIAZZA CENTRALE

Magliano Sabina (Rieti)
Solennità di San Giuseppe - Venerdì, 19 marzo 1993

 

Carissimi fratelli e sorelle!

1. Grazie per quest’accoglienza calorosa e spontanea; vi saluto tutti con tanto affetto. Inizio da qui, dall’antica Città di Magliano, ricca di nobili e forti tradizioni religiose e civili, come ha ricordato poco fa il vostro Sindaco, la mia visita pastorale alla Diocesi di Sabina-Poggio Mirteto. La inizio in questa Piazza sulla quale s’affaccia l’antico Seminario diocesano, che celebra quest’anno il quarto centenario di fondazione. Ricambio fraternamente i sentimenti espressi dal vostro Pastore, il carissimo Mons. Salvatore Boccaccio, il quale ha tratteggiato il programma dell’intera giornata, presentandomi, in rapida ma efficace sintesi, le caratteristiche della vostra illustre terra irrorata dal sangue dei martiri, terra fertile ed operosa. Saluto con fraterno affetto il Signor Cardinale Agnelo Rossi, titolare della vostra Chiesa suburbicaria di Sabina-Poggio Mirteto, e Mons. Marco Caliaro, Vescovo emerito della Diocesi, con gli altri Presuli presenti. Ringrazio il Signor Sindaco di Magliano, la Dottoressa Paola Fratoni, per le cortesi parole di benvenuto che ha voluto gentilmente rivolgermi a nome del Consiglio Comunale e dell’intera popolazione. Saluto il Signor Prefetto di Rieti, i Sindaci della Sabina e le Autorità civili e militari della Regione, intervenute all’odierno incontro. Non è la prima volta che un Papa viene a visitarvi. Le fonti storiche attestano infatti il passaggio di altri miei predecessori. Avvenne, ad esempio, che nel 1464, Pio II, in viaggio verso Ancona lungo il Tevere, ebbe a transitare in barca sotto Magliano, e la popolazione, saputolo, accorse per salutarlo. Ma oggi, carissimi Fratelli e Sorelle, eccomi fra voi non per un transito obbligato, bensì per una vera e propria Visita pastorale, che mi consentirà di apprezzare maggiormente i vari aspetti della vostra realtà umana e cristiana. Ringrazio con voi il Signore per questa opportunità, e fin d’ora affido a Lui il mio soggiorno sabino.

2. Il vostro popolo, il popolo dei Sabini, è ben noto a quanti studiano le vicende della Roma antica. Restano vive ed eloquenti fra le vostre colline le tracce della sua cultura e della sua storia. Queste ridenti e ubertose terre sono, inoltre, testimoni dell’amore ai campi e dell’attaccamento sincero ai perenni valori dell’uomo, illuminati dal messaggio evangelico, che hanno costituito nei secoli un saldo binomio nella vita e nel costume della vostra gente. Ma oggi, alle soglie ormai del terzo Millennio cristiano, la Provvidenza chiama voi, amate popolazioni della Sabina, a saper leggere i segni dei tempi, e ad agire con illuminato coraggio perché il passato diventi stimolo per una responsabile presa di coscienza delle vostre presenti possibilità in un momento storico di transizione, nel quale, fra difficoltà ed incertezze, si intravedono confortanti prospettive di rinnovato sviluppo. Nell’impegnativa ricerca di risposte nuove ed adeguate alle domande che la società pone continuamente vi è accanto e vi sostiene la Chiesa, Popolo di Dio antico e sempre giovane, che, non identificandosi con alcuna nazione, in tutte si fa presente, e nelle diverse epoche storiche, come un immenso fiume, va raccogliendo nel proprio alveo i valori autentici dei popoli che incontra sul suo cammino. Attingete, abitanti della Sabina, da questo perenne fiume di verità e di santità che ha segnato in profondità la vostra storia, nuovi motivi di crescita e di speranza. Siate riconoscenti a Dio per i doni ricevuti e proseguite uniti sui sentieri della fedeltà al Vangelo e al nobile patrimonio della vostra tradizione.

3. Sappiate anzitutto apprezzare il valore della comunità, nei suoi diversi e complementari aspetti umani e religiosi. Essere comunità: quale grande vocazione per la famiglia umana! Ogni generazione è chiamata a impiegare i talenti di cui dispone per quel compito appassionante che è appunto il rinnovamento della vita sociale, valorizzando l’eredità spirituale degli antenati. Solo così è possibile rispondere con intelligenza e lungimiranza alle sfide del presente e del futuro. Siate comunità! Una comunità viva, aperta ed accogliente. La consuetudine civile e religiosa di questa vostra regione è segnata fortemente dalla sua tipica collocazione geografica: la Sabina è “crocevia”, terra di passaggio tra comprensori diversi, e forse più ancora tra “mondi” diversi, come sono l’ambiente rurale e quello urbano. Non è pertanto facile salvaguardare la cultura popolare tradizionale. La Chiesa, cari Fratelli e Sorelle, accompagna e sostiene i vostri sforzi per mantenere viva tale preziosa eredità spirituale. Essa è impegnata con voi nel contrastare un tipo di cultura, basato sul consumo e sull’effimero, che sfocia spesso nella solitudine e nel vuoto, promovendo la cultura della generosità e del dono, capace di ben armonizzare il meglio del passato con le esigenze attuali di ripresa e di rinnovata fiducia.

4. I numerosi e piccoli centri della Sabina richiamano alla mente la cittadina di Nazaret e questo suggestivo contesto ambientale, nel quale ha luogo l’odierno incontro, sembra particolarmente indicato per fare da sfondo alla figura che oggi la Chiesa festeggia: il grande e umile Patrono San Giuseppe, modello di uomo retto e giusto. Lavoratore silenzioso, dedito alla famiglia, uomo del suo popolo; membro attivo della comunità; padre saggio e prudente; abile ed onesto falegname. A San Giuseppe vorrei affidare le preoccupazioni che voi, abitanti della Sabina, insieme a tanti altri lavoratori italiani, nutrite riguardo alla sorte dell’agricoltura e del piccolo artigianato. La Chiesa si sente a voi vicina. Essa partecipa alle ansie di quanti fra voi maggiormente soffrono per le conseguenze della pesante congiuntura che interessa il settore agricolo, così basilare per l’economia nazionale. Si tratta di una crisi resa ancora più dura dalla difficile situazione in cui attualmente versa l’intero sistema produttivo, con effetti talora drammatici per l’occupazione, soprattutto per quella giovanile. I problemi del presente, pur gravi, non spengano, però, in voi la speranza, né vi portino ad atteggiamenti di chiusura egoistica, nella difesa di interessi particolari! Siano piuttosto stimolo a rinnovare quel senso di autentica solidarietà che costituisce la via maestra per la ripresa e a rinsaldare quell’amore alla terra che contraddistingue la vostra storia.

5. Oggi come in passato il mondo del lavoro ha bisogno di uomini e donne sensibili al bene comune, disponibili alla collaborazione e dediti a diffondere il “Regno” dell’amore e dell’autentica pace. Carissimi Fratelli e Sorelle, siate questo lievito di fiducia evangelica. Siate testimoni di una speranza “che non sarà delusa” (Pr 23, 18), perché fondata su Cristo. Abbiate il coraggio di credere, nonostante le difficoltà e gli ostacoli, che il Signore sta preparando per voi, e per quanti in Lui confidano, un avvenire ricco di promesse. Anzi, operate attivamente per affrettare questo futuro, facendovi carico di quanti versano in situazioni precarie ed espandendo l’orizzonte della solidarietà oltre i confini di questa vostra regione. Possano i giovani, speranza delle vostre comunità, trovare, lì dove vivono, saldi riferimenti a quei valori di cui hanno un’insopprimibile sete, e che sono talora tentati di sostituire con surrogati e alienanti evasioni. Possano le famiglie prendere coscienza sempre più matura della loro originaria missione, custodendo e alimentando la fiamma dell’amore coniugale, nel cui alveo cresce e si sviluppa pienamente la vita umana. Gli anziani continuino ad offrire l’apporto della loro esperienza, tesoro inestimabile per le nuove generazioni e i malati – penso in particolare ai degenti dell’ospedale di questa vostra cittadina – mai si sentano soli o emarginati, giacché la loro sofferenza, alla luce del mistero della Croce di Cristo, acquista valore di universale salvezza.

6. Carissimi fratelli e sorelle! Grazie nuovamente per l’invito e per la vostra ospitale accoglienza. Auguro di cuore un fruttuoso progresso in ogni ambito del vostro multiforme impegno produttivo. Auspico soprattutto una vostra fraterna e sempre più responsabile crescita negli ideali umani e cristiani. Vi protegga la Madonna, venerata in molti Santuari della Sabina, come ha ricordato opportunamente il vostro Vescovo.

Vi assista San Giuseppe, che oggi vigila su questa mia visita pastorale. A tutti, con affetto, la mia benedizione.

 



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