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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PELLEGRINI APPARTENENTI AI GRUPPI DI PREGHIERA DI
PADRE PIO NEL 40° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE DELL'OPERA

Sabato, 5 ottobre 1996

 

Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio!
Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Sono lieto di incontrarvi e di rivolgere a ciascuno di voi il mio cordiale saluto. Ringrazio, in particolare il Cardinale Segretario di Stato che ha voluto celebrare la Messa per i vostri Gruppi. Ringrazio anche Monsignor Riccardo Ruotolo, che ha voluto manifestarmi i vostri sentimenti e mi ha illustrato il significato dell’odierno vostro pellegrinaggio.

Siete convenuti numerosi a Roma, presso le Tombe degli Apostoli Pietro e Paolo, per celebrare i quarant’anni dell’Opera di Padre Pio da Pietrelcina, la “Casa Sollievo della Sofferenza”, che egli inaugurò a San Giovanni Rotondo nel maggio 1956. Dieci anni fa, poi, vi è stata l’approvazione dello Statuto dei Gruppi di Preghiera, ed anche questo voi oggi volete ricordare con riconoscenza verso il Signore.

Mi unisco volentieri alla vostra gioia, che si è fatta poc’anzi azione di grazie nella Santa Messa presieduta dal mio più stretto collaboratore, il Cardinale Segretario di Stato Angelo Sodano. La partecipazione all’unico Pane di vita rafforzi il vostro impegno di comunione tra voi e con i vostri Vescovi così che, fatti un cuore solo ed un’anima sola, possiate offrire un sacrificio spirituale gradito a Dio, a lode della sua gloria.

2. Nella ricorrenza decennale dell’approvazione dei vostri Statuti, carissimi Fratelli e Sorelle, è doveroso sottolineare la rilevanza che, nel pensiero di Padre Pio, ebbe sempre la preghiera. Da lui voi avete ereditato la convinzione che il primo, indispensabile mezzo per la dilatazione del Regno di Dio nelle anime è la preghiera. Siate degni custodi di tale eredità! Siatelo in modo particolare in questi anni che ci preparano al Grande Giubileo del Duemila.

Coltivate sia la preghiera personale, nutrita di Parola di Dio, sia quella comunitaria, sempre in sintonia con il “respiro orante” della Chiesa, che si esprime nella Liturgia. Come per Padre Pio, anche per voi i due cardini della vita spirituale siano i sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione: la Messa e la Confessione sono il tramite privilegiato del dinamismo pasquale, che scaturisce dalla potenza del sacrificio di Cristo.

3. Tale dinamismo non mancherà di tradursi in fattivo amore verso i fratelli, specialmente verso quelli che sono nella sofferenza e nel bisogno. Anche in questo Padre Pio vi è di esempio. Dall’intenso rapporto con Dio scaturiva in lui quasi naturalmente lo slancio di carità verso il prossimo. E le persone ricorrevano a lui sempre più numerose per cercare aiuto e conforto nelle necessità fisiche e spirituali. Segno permanente dell’attenzione di Padre Pio verso i malati è la “Casa Sollievo della Sofferenza”, della quale ricordiamo i primi 40 anni di apprezzata attività ospedaliera.

Nello stesso titolo dato da Padre Pio all’Opera è indicata la sua caratteristica fondamentale: offrire le necessarie cure mediche, animandole con la carità e la solidarietà cristiana. È l’atteggiamento di chi sa di servire nell’ammalato la misteriosa presenza del Cristo sofferente.

Questa visione di fede non portava, tuttavia, Padre Pio a sottovalutare le risorse che la scienza medica e le moderne tecnologie terapeutiche mettono oggi a disposizione degli operatori sanitari. Egli volle che la “Casa Sollievo della Sofferenza” diventasse un “tempio di preghiera e di scienza” (Padre Pio, Discorso nel primo anniversario dell’inaugurazione, 5 maggio 1957).

Questa impostazione rimane ancora oggi ben radicata nell’Opera, che offre un qualificato servizio a quanti si rivolgono ad essa con fiducia. Auspico che su questa strada essa continui anche in futuro. Nell’attuale società, dove la tecnologia occupa spazi sempre maggiori, talora a scapito purtroppo del pieno rispetto della dignità della persona umana, la “Casa Sollievo della Sofferenza”, fondata dall’umile Cappuccino di Pietrelcina, sta a mostrare che scienza e fede possono e devono concorrere insieme al bene integrale della persona umana.

4. Carissimi Fratelli e Sorelle, in Padre Pio voi giustamente ammirate un convinto servitore della Chiesa. Sulle orme di San Francesco e delle migliori tradizioni dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, egli rimase fedele alla sua scelta di obbedienza alle Autorità ecclesiastiche anche nei momenti bui della prova e della solitudine. Volle che i suoi figli spirituali conservassero intatta questa integrità evangelica, vissuta nel seno della Chiesa. È quanto viene indicato nello Statuto dei Gruppi di Preghiera, al quale ha fatto opportunamente riferimento poc’anzi Mons. Riccardo Ruotolo.

A questo proposito, mi piace ribadire ciò che ho avuto modo di dire alcuni anni fa, in occasione dell’Udienza ai pellegrini delle Diocesi della Capitanata: “L’entrata in vigore del nuovo Statuto permette ora ai Gruppi di avere una direttiva sicura, che guida gli aderenti nella loro spiritualità e nella partecipazione alla vita parrocchiale e diocesana. Strettamente uniti al Magistero autentico della Chiesa ed alle indicazioni del proprio Vescovo, i Gruppi di preghiera possono ora realizzare meglio la loro formazione personale nella vita liturgica e pastorale e nell’esercizio della carità verso il prossimo” (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XI, 1 [1988] 1070).

Rinnovo oggi a ciascuno di voi l’invito ad imitare lo spirito ecclesiale dell’amato Padre, approfondendo la comunione coi vostri Pastori, partecipando attivamente alle iniziative delle Comunità parrocchiali e diocesane ed offrendo il vostro apprezzato contributo di preghiera, di carità e di testimonianza evangelica alla vita delle Diocesi di cui siete parte.

Maria Santissima vegli con materna sollecitudine su voi e sulla vostra Opera, perché siate sempre disponibili alla grazia divina e cresciate come persone di preghiera, di carità e di comunione ecclesiale.

Con tali sentimenti imparto di cuore a voi qui presenti ed alla Casa Sollievo della Sofferenza, come pure ai Religiosi, alle Religiose, al Personale medico e paramedico che vi opera ed a tutti i malati la mia affettuosa Benedizione.

 

© Copyright 1996 - Libreria Editrice Vaticana

 



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