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DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII
AI PARTECIPANTI AL CORSO DI AGGIORNAMENTO
PROFESSIONALE PER MEDICI CONDOTTI*

Domenica, 4 ottobre 1953

 

All'inizio del vostro corso di aggiornamento promosso dalla benemerita Sezione Romana dell'Associazione dei Medici Cattolici Italiani, avete, diletti figli, espresso il desiderio di essere da Noi ricevuti; desiderio che provoca nel Nostro cuore un'eco di paterno affetto e di viva compiacenza.

Fra le molte Udienze, che scienziati di ogni sapere e professionisti di ogni disciplina sogliono richiederCi, quelle che riguardano i medici sono particolarmente frequenti e svariate, perchè concernono le più diverse specialità di cui è ricco il fertile campo della loro scienza. Per non citare che fatti molto recenti, sono del mese scorso due Udienze, l'una ai genetisti del I Symposium Geneticae Medicae e l'altra ai membri del VI Congresso Internazionale di Microbiologia; medici dunque i primi, e prevalentemente medici altresì i secondi. Esperti medici come siete anche voi, non avrete mancato di rilevare la coincidenza che ha qui condotto, a breve distanza di giorni, studiosi che sviluppano le loro ricerche in due rami così chiaramente complementari, come quello dell'eziologia endogena delle malattie ereditarie, e quello dell'eziologia esogena delle malattie infettive e parassitarie.

Ma detto questo, vogliamo soggiungere che voi, Medici Condotti, Ci offrite un'occasione inconsueta, quella, cioè, di considerare non l'uno o l'altro aspetto speciale della scienza e dell'arte sanitaria, ma la professione medica con uno sguardo unico e sintetico. Infatti i Medici Condotti rappresentano una categoria che professa la medicina nel modo più vasto, portando al malato tutti i possibili soccorsi, che la scienza e l'arte medica sono oggi in grado di offrire.

Mentre gran parte dei vostri colleghi si è specializzata nei rami fondamentali (medicina interna, chirurgia, ostetricia), oppure negli altri molteplici perfezionamenti, voi continuate a coltivare ed a praticare la medicina totale, proseguendo nella vita della professione quell'impostazione polivalente, che il programma degli studi universitari traccia e richiede per la formazione del medico.

Questa caratteristica della vostra professione Ci sembra degna di rilievo, sia nell'aspetto scientifico, come in quello sociale e spirituale. Se è vero che la specializzazione degli studi medici è necessaria, affinchè possano progredire le cognizioni scientifiche e le possibilità terapeutiche, è però altrettanto certo che una specializzazione esagerata può essere nociva dal lato sia dottrinario che pratico, poichè impedisce di approfondire quella compiuta armonia e interdipendenza, quegli equilibri e quelle leggi che legano organi, apparati e sistemi nell'economia dell'organismo umano, il quale non è un aggregato di parti, ma intima coesione di strutture e di funzioni. Del resto, e da molto tempo, la medicina ha coniato un termine per indicare questi fenomeni di costruzione e di correlazione del corpo umano, che gli conferiscono un carattere unitario e, nel tempo stesso, attribuiscono un'impronta individuale al singolo organismo. Questo termine, come voi ben sapete, è quello di « costituzione », già adombrato nelle espressioni della medicina antica come « umore », « temperamento » e altre simili. In questa condizione voi siete i mentori e quasi i custodi dello spirito unitario, di cui avvertite la necessità e che attuate infatti ogni giorno nella vostra pratica professionale.

Dal lato sociale il Medico Condotto, che così spesso è anche Ufficiale Sanitario, oppure ne esercita le funzioni, deve non solo occuparsi delle malattie in atto, ma studiare anche il luogo, le persone e le cose, per quanto si riferisce all'igiene e alla profilassi. Egli si trova quindi in stato molto favorevole per cogliere e considerare i rapporti dell'uomo nel complesso della vita sociale, la quale si manifesta al suo sguardo nei suoi aspetti positivi e negativi. Perciò il suo intervento non è sempre soltanto medico, ma spesso anche sociale, e in questo campo egli è dotato di nozioni così importanti ed è rivestito di un'autorità morale così riconosciuta, che negli odierni contrasti può rendere segnalati servizi alla comunità, suggerendo spirito di rispetto verso la persona umana dove l'egoismo tende a sopraffarla, e spirito di obiettività dove la demagogia alteri l'impostazione dei problemi, impedendone una ragionevole soluzione.

Voi, infine, — e con voi altri benemeriti professionisti, — continuate ad essere quei medici di famiglia, che conoscono non solo le vicende patologiche degli individui appartenenti a generazioni successive, ma anche gli aspetti spirituali, ideologici e, per così dire, « caratteriologici » di ciascuna casata, di guisa che siete in grado di valutare l'uomo nella sua propria natura di anima e di corpo coesistenti nel composto umano e soggetti a reciproca influenza. Secondo natura l'anima e il corpo non sono infatti in opposizione, ma in intima e costante collaborazione, cosicchè quando vi si presenta l'occasione di giovare alle anime, — e avviene così spesso, — dovete agire nella convinzione di recare un valido contributo a tutto l'uomo, non solo nella parte spirituale, ma spesso anche per la migliore efficienza del suo organismo. Quando poi il corpo, che in ogni modo avete difeso contro le insidie della malattia, soggiace alla legge universale della morte, lungi dal sentire su di voi quasi il peso umiliante di una sconfitta, dovete pensare che vi rimane aperta la possibilità di recare all'infermo l'aiuto estremo e più importante, chiamando al suo capezzale il sacerdote, il quale aprirà a lui il limitare di una vita divina che non conosce tramonto.

La vostra arte, che — come è noto — fu detta da un patriota umanista, forse per celia, « misera » e « rotta », è dunque nobile e completa, se anche non sempre facile e non sempre apprezzata come merita. Quando la malattia riveste una qualche gravità, ordinariamente, non il malato va dal medico condotto, ma il medico condotto deve recarsi da lui, affrontando lunghi e, anche oggi, non di rado disagiati tragitti. Spesso esso confina la intiera sua vita e quella dei suoi familiari in luoghi appartati. A questi problemi altri, non meno gravi, non meno urgenti, si aggiungono di natura economica, che hanno attinenza all'organizzazione locale e generale dell'assistenza sanitaria. Mentre l'apprezzamento del vostro ufficio e l'aiuto di cui ha bisogno spettano alla collettività ed alle Autorità che la dirigono, il vostro sforzo viene rivolto a rendere più competenti, e quindi sempre più efficienti, i vostri servigi professionali. È quanto appunto andate facendo con tanto impegno mediante libri, periodici, conferenze, frequenze a ospedali e istituti, ed ora mediante il corso di aggiornamento — diretto da così illustri scienziati — per il quale siete venuti a Roma.

Abbiate per la vostra importante missione e per questo progetto di studio il Nostro più vivo compiacimento, mentre, a conferma delle vostre intenzioni ed a sostegno delle vostre volontà, invochiamo da Dio su di voi, sui vostri Docenti, sulle vostre personali famiglie e sulla più vasta famiglia dei vostri malati le più elette benedizioni.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XV,
 Quindicesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1953 - 1° marzo 1954, pp. 357 - 359
 Tipografia Poliglotta Vaticana

 



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