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LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
AL CARDINALE EDUARDO FRANCISCO PIRONIO
IN OCCASIONE DEL SEMINARIO DI STUDIO
SULLE GIORNATE MONDIALI DELLA GIOVENTÙ
PROMOSSO A CZESTOCHOWA  

 

Signor Cardinale! 

1. Ho appreso con piacere che il Pontificio Consiglio per i Laici ha organizzato presso il Santuario di Jasna Gora, a Czestochowa, un Seminario di Studio sulle Giornate Mondiali della Gioventù. 

Mentre mi compiaccio vivamente per questa opportuna iniziativa, non voglio far mancare ai partecipanti una parola di incoraggiamento, insieme con l’espressione del mio grato apprezzamento per quanto hanno fatto a favore dei giovani di tutto il mondo. 

Innanzitutto, come non rendere grazie a Dio per i numerosi frutti, a diversi livelli, prodotti dalle Giornate Mondiali della Gioventù? Dal primo raduno, tenutosi in Piazza San Pietro la Domenica delle Palme 1986, si è avviata una tradizione che vede alternarsi, di anno in anno, un appuntamento mondiale ed uno diocesano, quasi a sottolineare l’indispensabile dinamismo dell’impegno apostolico dei giovani, nella duplice dimensione locale ed universale. 

Le Giornate, infatti, accogliendo un’iniziativa partita dai giovani stessi, sono nate dal desiderio di offrire loro significativi “momenti di sosta” nel costante pellegrinaggio della fede, che si alimenta anche mediante l’incontro con i coetanei di altri Paesi ed il confronto fra le rispettive esperienze. 

Finalità principale delle Giornate è di riportare al centro della fede e della vita di ogni giovane la persona di Gesù, perché ne diventi costante punto di riferimento e perché sia anche la vera luce di ogni iniziativa e di ogni impegno educativo verso le nuove generazioni. È il “ritornello” di ogni Giornata Mondiale. E tutte insieme, nell’arco di questo decennio, appaiono come un continuo e pressante invito a fondare la vita e la fede sulla roccia che è Cristo. 

2. I giovani sono così periodicamente chiamati a farsi pellegrini per le strade del mondo. In essi la Chiesa vede se stessa e la sua missione fra gli uomini; con loro accoglie le sfide del futuro, consapevole che l’intera umanità ha bisogno di una rinnovata giovinezza dello spirito. Questo pellegrinaggio del popolo giovane costruisce ponti di fraternità e di speranza tra i continenti, i popoli e le culture. È un cammino sempre in atto. Come la vita. Come la giovinezza. 

Col passare degli anni, le Giornate Mondiali della Gioventù hanno confermato di non essere riti convenzionali, ma eventi provvidenziali, occasioni per i giovani di professare e proclamare con crescente gioia la fede in Cristo. Ritrovandosi, essi possono interrogarsi insieme sulle aspirazioni più intime, sperimentare la comunione con la Chiesa, impegnarsi nell’urgente compito della nuova evangelizzazione. In tal modo si danno la mano, formando un immenso cerchio di amicizia, congiungendo i colori della pelle e delle bandiere nazionali, la varietà delle culture e delle esperienze, nell’adesione di fede al Signore Risorto. 

3. La Giornata Mondiale della Gioventù costituisce la giornata della Chiesa per i giovani e con i giovani. La sua proposta non si pone in alternativa della pastorale giovanile svolta ordinariamente, spesso con grande sacrificio e abnegazione. Essa vuole piuttosto rinsaldarla offrendole nuovi stimoli d’impegno, mete sempre più coinvolgenti e partecipate. Puntando a suscitare crescente fervore nell’azione apostolica tra i giovani, non vuole certo isolarli dal resto della comunità, bensì renderli protagonisti di un apostolato che contagi le altre età e situazioni di vita nell’ambito della nuova “evangelizzazione”. 

I vari momenti in cui si articola una Giornata Mondiale costituiscono nel loro insieme una sorta di vasta catechesi, un annuncio del cammino di conversione a Cristo, a partire dalle esperienze e dagli interrogativi profondi della vita quotidiana dei destinatari. La Parola di Dio ne è il centro, la riflessione catechistica lo strumento, la preghiera l’alimento, la comunicazione e il dialogo lo stile. 

Da una Giornata Mondiale il giovane può trarre una forte esperienza di fede e di comunione, che lo aiuterà ad affrontare le domande profonde dell’esistenza e ad assumere responsabilmente il proprio posto nella società e nella comunità ecclesiale. 

4. Nel corso degli indimenticabili Incontri mondiali, l’amore gioioso e spontaneo dei giovani verso Dio e verso la Chiesa mi ha spesso commosso. Essi hanno raccontato storie di sofferenza per il Vangelo, di ostacoli apparentemente insormontabili superati con l’aiuto divino; hanno parlato della loro angoscia di fronte ad un mondo tormentato dalla disperazione, dal cinismo e dai conflitti. Dopo ogni Incontro, ho sentito più vivo il bisogno di lodare Dio che rivela ai giovani i segreti del suo Regno (cf. Mt 11, 25). 

L’esperienza delle Giornate Mondiali invita tutti noi, Pastori ed operatori della pastorale, a riflettere costantemente sul nostro ministero in mezzo ai giovani e sulla responsabilità che abbiamo di presentare loro la verità piena su Cristo e sulla sua Chiesa. 

Come non leggere nella loro partecipazione massiccia, disponibile ed entusiasta la costante richiesta di essere accompagnati nel pellegrinaggio di fede, nel viaggio che compiono in risposta alla grazia di Dio operante nei loro cuori? 

Essi si rivolgono a noi perché li conduciamo a Cristo che, solo, ha parole di vita eterna (cf. Gv 6, 68). Ascoltare i giovani e insegnare loro richiede attenzione, tempo e sapienza. La pastorale giovanile costituisce una delle priorità della Chiesa alle soglie del terzo millennio. 

Con il loro entusiasmo e la loro esuberante energia, i giovani chiedono di essere incoraggiati a diventare “protagonisti dell’evangelizzazione e artefici del rinnovamento sociale” (Christifideles laici, 46). In tal modo i giovani, nei quali la Chiesa riconosce la sua stessa giovinezza di Sposa di Cristo (cf. Ef 5, 22-33), non solo vengono evangelizzati, ma diventano essi stessi evangelizzatori che portano il Vangelo ai loro coetanei, compresi quanti sono estranei alla Chiesa e non hanno ancora udito la Buona Novella. 

5. Mentre esorto tutti i responsabili della pastorale giovanile a valersi con sempre maggiore generosità e creatività delle Giornate Mondiali della Gioventù come evento che, inserito nel normale percorso di educazione alla fede, diventi manifestazione privilegiata dell’attenzione e della fiducia che la Chiesa tutta nutre verso le giovani generazioni, auspico che l’incontro di Czestochowa aiuti e stimoli la riflessione dei partecipanti per trovare vie sempre nuove ed efficaci nella proposizione della fede ai giovani. 

Affidando alla potente intercessione della Vergine di Jasna Gora, Madre dei giovani, i lavori del Seminario di studio, imparto di gran cuore a Lei, Signor Cardinale, ai Collaboratori, ai partecipanti e a quanti essi rappresentano e portano nel cuore una speciale Benedizione Apostolica. 

Dal Vaticano 8 Maggio 1996. 

GIOVANNI PAOLO II

 

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