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LETTERA APOSTOLICA 
IN FORMA DI
MOTU PROPRIO
DEL SOMMO PONTEFICE
GIOVANNI XXIII

BONI PASTORIS

CHE ERIGE LA PONTIFICIA COMMISSIONE
PER LA CINEMATOGRAFIA,
LA RADIO E LA TELEVISIONE
COME STABILE UFFICIO
DELLA SANTA SEDE

 
 

Il compito di Buon Pastore di tutto il gregge di Dio, che, dall'inizio del Nostro Pontificato, "Ci sta a cuore in maniera specialissima" (cfr. A.A.S., vol. L, p. 886), mentre Ci rende costantemente attenti ad ogni necessità della Chiesa, Ci spinge anche a considerare con particolare sollecitudine tutti i fattori della civiltà moderna che influiscono sulla vita spirituale dell'uomo; tra questi si devono annoverare la radio, la televisione e il cinema.

Già il Nostro Predecessore Pio XII, di immortale memoria, ha ripetutamente, con solenni Documenti e Discorsi, richiamato ai fedeli e a tutti gli uomini di retta intenzione il grave dovere che li impegna a utilizzare queste mirabili tecniche di diffusione in modo conforme al provvidenziale piano di Dio e alla dignità dell'uomo, al cui perfezionamento devono servire.

A tale scopo il medesimo Predecessore Nostro ha voluto "istituire nella Curia Romana un'apposita Commissione" (A.A.S., vol. LXIX, p. 768), alla quale ha affidato la fedele esecuzione dei provvedimenti e delle disposizioni contenute nella Lettera Enciclica Miranda prorsus, circa le questioni attinenti alla fede, alla morale ed alla disciplina ecclesiastica, nel settore della radio, della televisione e del cinema (ibidem, p. 805).

Sensibili ai gravi problemi che nel campo della moralità pubblica, della propagazione delle idee e dell'educazione della gioventù vengono proposti dalle summenzionate tecniche audiovisive di diffusione, che tanta influenza esercitano sulle anime, desideriamo far Nostre e confermare le esortazioni e le disposizioni dello stesso Nostro Antecessore e contribuire a rendere positivi strumenti di bene quei mezzi che la divina Bontà ha messo a disposizione degli uomini. Sono ben note infatti le grandi possibilità che tanto il cinema quanto la radio e la televisione offrono per la diffusione di una più alta cultura, di un'arte degna del suo nome e soprattutto della verità.

Essendo Patriarca di Venezia, abbiamo talvolta accolto intorno a Noi e paternamente esortato esponenti dell'arte e dell'industria cinematografica e dopo l'elevazione, per arcano disegno della Divina Provvidenza, al Sommo Pontificato, abbiamo voluto esprimere la Nostra benevolenza ai responsabili della radio, della televisione e del cinema (cfr. Lettera della Segreteria di Stato, n. 117, del 4 novembre 1958 al Presidente della Pontificia Commissione per la Cinematografia, la Radio e la Televisione), non tralasciando poi di profittare di ogni propizia occasione per incoraggiarli alla fedeltà all'ideale cristiano della loro professione.

Dobbiamo tuttavia deplorare con animo addolorato i pericoli e i danni morali che non raramente vengono provocati da spettacoli cinematografici e da trasmissioni radiofoniche e televisive che attentano alla morale cristiana e alla stessa dignità dell'uomo.

Rivolgiamo pertanto a ciascuno dei responsabili di tali produzioni o trasmissioni il Nostro paterno ed insistente ammonimento di seguire sempre i dettami di una retta e delicata coscienza, come conviene a chi è investito del gravissimo compito di educare.

Nello stesso tempo affidiamo nuovamente alla vigilanza e alla esperimentata sollecitudine dei Nostri Venerabili Fratelli Arcivescovi e Vescovi le varie forme di apostolato raccomandate nella già menzionata Enciclica Miranda prorsus e, in particolare, gli Uffici nazionali, costituiti nei singoli paesi per dirigere e coordinare tutte le attività cattoliche nel campo del cinema, della radio e della televisione (cfr. A.A.S., vol. XLIX, p. 783-4). Fra queste attività raccomandiamo le iniziative di carattere formativo e culturale, quali la presentazione e la discussione di film che abbiano particolari pregi artistici e morali.

Inoltre, poichè la natura stessa dei menzionati mezzi di diffusione esige - anche per quanto riguarda le competenze della Santa Sede - unità di indirizzo e di azione, stabiliamo motu proprio di certa scienza e dietro Nostra matura deliberazione, con la pienezza dell'Autorità Apostolica, in virtù di questa Lettera e in modo perpetuo, le seguenti norme per il funzionamento della sopra menzionata Pontificia Commissione per la Cinematografia, la Radio e la Televisione, e ciò in deroga a quelle contenute nell'attuale Statuto della Commissione stessa (cfr. A.A.S., vol. XLVI, p. 783-4).

Disponiamo pertanto che la Pontificia Commissione per la Cinematografia, la Radio e la Televisione abbia carattere permanente quale Ufficio della Santa Sede per l'esame, l'incremento, l'assistenza e l'indirizzo delle varie attività nel campo del cinema, della radio e della televisione, in conformità con le norme direttive date con la Lettera Enciclica Miranda prorsus e con ulteriori disposizioni della Santa Sede.

Alla detta Pontificia Commissione spetta: di seguire gli orientamenti dottrinali e gli atteggiamenti pratici della produzione filmistica e delle trasmissioni radiofoniche e televisive; di indirizzare e incrementare l'attività degli Organismi cattolici internazionali e degli Uffici ecclesiastici nazionali del cinema, della radio e della televisione, con particolare riferimento alla classificazione morale dei film, alle trasmissioni radiofoniche e televisive di carattere religioso e all'istruzione dei fedeli, specie della gioventù, circa i doveri cristiani di fronte agli spettacoli (cfr. A.A.S., vol. XLIX, p. 780 et ssq.); inoltre di tenere i rapporti con le SS. Congregazioni ed Uffici della Santa Sede, con le Conferenze Episcopali e con i singoli Ordinari, per quanto si riferisce a questi complessi e difficili problemi.

D'altra parte le SS. Congregazioni della Curia Romana e gli altri Uffici della Santa Sede chiederanno il parere della Commissione prima di emanare disposizioni o concedere autorizzazioni riguardanti il settore del cinema, della radio e della televisione ed informeranno la Commissione stessa dei provvedimenti presi nell'ambito delle proprie competenze.

Alla Pontificia Commissione per la Cinematografia, la Radio e la Televisione è proposto un Presidente. Egli presenterà ogni semestre una relazione sull'attività della Commissione.

Sono Membri della Commissione: gli Assessori e Segretari delle SS. Congregazioni del Sant'Uffzio, Concistoriale, per la Chiesa Orientale, del Concilio, dei Religiosi, de Propaganda Fide e dei Seminari e delle Università degli Studi, ed il Sostituto della Nostra Segreteria di Stato. Altri componenti potranno essere nominati a Nostro beneplacito.

Il Presidente è coadiuvato nello svolgimento del lavoro dal Segretario della Commissione e da altri Officiali (cfr. A.A.S., vol. XLIII, appendix fasciculi 8, p. [3]).

La Commissione è assistita da un collegio di Consultori, scelti dalla Santa Sede, particolarmente esperti nel campo dell'apostolato del cinema, della radio e della televisione.

Alla Commissione viene affidata la cura della Cineteca Vaticana che intendiamo costituire per la raccolta delle documentazioni cinematografiche di interesse per la Santa Sede.

La Commissione ha sede nella Città del Vaticano ed è aggregata alla Nostra Segreteria di Stato.

Nonostante qualunque cosa in contrario.

Intanto benediciamo di cuore all'attività della Pontificia Commissione per la Cinematografia, la Radio e la Televisione, di cui abbiamo già tanto apprezzato la fruttuosa opera nel passato.

Ciò dichiariamo e stabiliamo, decretando che la presente Lettera, in tutto stabile e valida, abbia pieno effetto; che serva ora e in futuro a tutti coloro che sono o potranno essere interessati; che così si debba legittimamente giudicare e definire; che da questo momento sia da considerarsi nullo ed invalido tutto ciò che, scientemente o per ignoranza, da qualunque persona e in forza di qualsiasi autorità, venisse tentato in contrario.

Dato a Roma, da S. Pietro, sotto l'anello del Pescatore, il 22 febbraio nell'anno 1959, primo del Nostro Pontificato.

GIOVANNI PP. XXIII

  



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