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EPISTOLA 
LITTERIS APOSTOLICIS
DEL PAPA BENEDETTO XV
AL CARDINALE DI SANTA ROMANA CHIESA
LODOVICO NAZARIO BÉGIN,
ARCIVESCOVO DI QUÉBEC,
E AGLI ALTRI ARCIVESCOVI E VESCOVI DEL CANADA,
SUI DISSENSI TRA I CATTOLICI DELL'ONTARIO

 

Diletto figlio Nostro,
Venerabili Fratelli,
salute e Apostolica Benedizione.

Con la Lettera Apostolica « Commisso divinitus » che vi inviammo l’8 settembre 1916, esortavamo caldamente il clero e i cattolici della vostra regione a porre fine a tutte le contese e ai risentimenti sorti sia per motivi etnici, sia per la diversità delle lingue; al tempo stesso Noi avvertivamo che se in futuro, per tali cause, si fossero riaccese le stesse controversie, occorreva comporle in totale carità, così come « conviene allo zelo dei santi conservare l’unità degli spiriti nel vincolo della pace ».

Siamo lieti che tale Nostra esortazione, con l’aiuto di Dio, non sia caduta nel vuoto; essa infatti fu accolta dai fedeli non solo con quel rispetto che le era dovuto, ma anche con generale e gioioso plauso, sicché era lecito nutrire la speranza che in futuro potessero regnare la tranquillità e la concordia tra i cattolici canadesi. Ma non molto tempo dopo sopravvennero infausti eventi che, pur non risalendo (a quanto sembra) alla malvagità di alcuno, tuttavia turbarono la pace iniziale e sparsero negli animi nuovi semi di discordia. Ne conseguì che di nuovo entrambe le parti opposte si rivolsero a Noi e da Noi invocarono un giudizio che ristabilisse la pace. Si tratta infatti della legge sulla scuola che i governanti dell’Ontario hanno promulgato fin dall’anno 1913 in relazione alle scuole bilingui anglo-francesi. Alcuni la ritennero ingiusta e da combattere con tutte le forze; altri, al contrario, furono d’avviso che non si doveva giudicarla così severamente nè così aspramente combatterla. Al contrasto delle opinioni ha fatto seguito la discordia degli animi.

Non appena l’intera questione fu sottoposta al Nostro giudizio, Noi la esaminammo con estrema attenzione, data la sua gravità, e incaricammo anche gli eminentissimi Padri Cardinali del Sacro Consiglio Concistoriale di esaminarla. Pertanto, ponderata attentamente ogni cosa, Noi ritenemmo opportuno decidere e decidiamo: i Franco-Canadesi possono non ingiustamente chiedere al Governo opportuni chiarimenti sulla predetta legge scolastica e allo stesso tempo possono desiderare e pretendere che siano concessi loro più ampi diritti come, per esempio, siano designati ispettori cattolici per le « scuole separate »; sia concesso l’uso della propria lingua, nei primi anni in cui i fanciulli frequentano le scuole, almeno per quanto concerne lo studio di alcune discipline, soprattutto e in primo luogo per quanto concerne l’insegnamento della dottrina cristiana; sia consentito anche ai cattolici di istituire scuole dette « normali » per la formazione dei maestri. Tutte queste richieste, ed altre ancora, se utili, possono essere avanzate e rivendicate dai cattolici, purché non abbiano il carattere di ribellione e non si valgano di mezzi violenti o illegali; ma con pacata modestia ricorrano a quelle opportunità che ad ogni cittadino sono consentite per legge o per legittima consuetudine allo scopo di raggiungere quei migliori risultati che essi ritengono a sé dovuti. Nel caso in questione, Noi esprimiamo il Nostro convincimento con tanta più sicurezza e libertà in quanto la stessa suprema autorità civile ha riconosciuto e ammesso che la legge sulla scuola promulgata dai governanti dell’Ontario risente di qualche oscurità e che non è facile determinare quali siano i suoi limiti.

Entro questi limiti e secondo tali criteri i Franco-Canadesi siano liberi di ottenere, sulla legge scolastica, le interpretazioni e le modifiche desiderate. Nessuno però, nel futuro, circa questa materia che riguarda tutti i cattolici, osi adire ai tribunali civili e aprire un contenzioso se non dopo aver avvertito il proprio Vescovo e ottenuto il suo consenso. Questi nulla decida su tali questioni se non dopo aver consultato gli altri sacri Prelati direttamente investiti del problema.

Ora Ci è gradito rivolgere il discorso a tutti i fratelli Vescovi del Canada e rinnovare con insistenza e dal profondo del cuore l’esortazione che ad essi rivolgemmo due anni or sono: « Siano sempre un solo cuore e una sola anima », e non vi sia scisma tra loro né per motivi di etnia né di lingua. Uno solo e uno stesso Spirito, infatti, «li ha designati a reggere la Chiesa di Dio », uno Spirito di unità e di pace. Soprattutto così, « resi modello dell’animo del gregge » (I, Petr., V, 3.), vi sarà possibile, Venerabili Fratelli, con maggiore autorità ed efficacia prescrivere ai vostri sacerdoti (e vi ordiniamo di prescriverlo severamente) che essi stessi tutelino la concordia degli animi, e con la parola e con l’esempio si sforzino di farla rispettare dai fedeli. A questo fine, Ci è caro raccomandare con insistenza ciò che abbiamo già raccomandato nella precedente Lettera Apostolica: «Tutti i sacerdoti cerchino di avere perizia e padronanza nell’uso di entrambe le lingue, inglese e francese, e, messe da parte tutte le rivalità, usino ora l’una ora l’altra, secondo la necessità dei fedeli ».

Infine tutti i cattolici ricordino che nulla di più prezioso per essi vi può e vi deve essere che praticare la reciproca carità, e in tal modo dimostreranno di essere discepoli di Cristo: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se vi amerete l’un l’altro » (Ioan., XIII, 35). E ciò va testimoniato soprattutto quando le cause delle discordie sorgono o da contrasti di opinioni o dalla contrapposizione di interessi. Vogliamo inoltre ammonire severamente quel clero o quei fedeli che, in contrasto con la dottrina del Vangelo e le Nostre prescrizioni, osano alimentare e inasprire i conflitti che fino ad ora hanno diviso i Canadesi. Se, Dio ci guardi, taluno si rifiuterà di obbedire, i Vescovi non esitino a deferirlo alla Sede Apostolica prima che la situazione si aggravi.

Come auspicio dei doni divini e come testimonianza della Nostra particolare benevolenza, a voi, diletto Figlio Nostro e Venerabili Fratelli, e al gregge affidato a ciascuno di voi impartiamo di vero cuore l’Apostolica Benedezione.

Dato a Roma, presso San Pietro, il 7 giugno 1918, nella festività del Santissimo Cuore di Gesù, nel quarto anno del Nostro Pontificato.

BENEDICTUS PP. XV

 

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