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BEATA VERGINE MARIA DI GUADALUPE

SANTA MESSA

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Basilica di San Pietro 
Martedì, 12 dicembre 2023

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La prima cosa che mi viene in mente è l’immagine della Vergine impressa sulla tilma.

È l’immagine della prima discepola, della madre dei credenti, della stessa Chiesa, che rimane impressa nell’umiltà di ciò che siamo e abbiamo, che non vale molto ma che sarà qualcosa di grande agli occhi di Dio. Rimane impressa nella tilma.

La Vergine chiede a Juan Diego un piccolo lavoro, raccogliere dei fiori. I fiori, nella mistica, rappresentano le virtù che il Signore infonde nel cuore, non sono opera nostra. L’atto di raccoglierli ci rivela che Dio vuole che accogliamo questo dono, che profumiamo la nostra fragile realtà con opere di bene, eliminando odio e timori.

Guardando bene, nel messaggio di Guadalupe le parole della Vergine: “Non sono qui con te, io che sono tua Madre?"  acquistano un nuovo significato. Questo “esserci” della Vergine, questo “esserci”, è rimanere permanentemente impressa in quei poveri abiti, profumati da virtù raccolte in un mondo che sembra incapace di produrle. Virtù che riempiono la nostra povertà nella semplicità di piccoli gesti di amore, che illuminano la nostra tilma, senza che ce ne rendiamo conto, con l’immagine di una Chiesa che porta Cristo nel suo grembo.

L’immagine, la tilma, le rose, questo è il messaggio. Così semplice, senza commento. Insieme alla certezza che Lei è mia madre, che è qui. E questo messaggio ci difende da tante ideologie sociali e politiche con cui tanto di frequente si usa la realtà guadalupana per darsi un base, giustificarsi e fare soldi. Il messaggio guadalupano non tollera ideologie di nessun tipo. Soltanto l’immagine, la tilma, le rose.

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L'Osservatore Romano, Anno CLXIII n. 285, mercoledì 13 dicembre 2023, p. 11.



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