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LETTERA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AL GRANDE AYATOLLAH ALI AL-SISTANI

 

Eminenza, Caro fratello!

Sono lieto di avere nuovamente l’opportunità di rivolgermi a Lei dopo il nostro incontro di due anni fa a Najaf che, come ho detto al mio rientro dall’Iraq, “a me ha fatto bene all’anima”. È stato una pietra miliare nel cammino del dialogo interreligioso e della comprensione fra i popoli.

Conservo un grato ricordo del fraterno colloquio e della condivisione spirituale sui grandi temi della solidarietà, della pace e della difesa dei più deboli, come pure mi ha edificato il Suo impegno a favore di chi ha sofferto la persecuzione, preservando la sacralità della vita e l’importanza dell’unità del popolo iracheno.

La collaborazione e l’amicizia fra credenti di diverse religioni è indispensabile, per coltivare non solo la vicendevole stima, ma soprattutto quella concordia che contribuisce al bene dell’umanità, così come la recente storia dell’Iraq ci insegna. Le nostre comunità, quindi, possono e devono essere un luogo privilegiato di comunione e simbolo di coesistenza pacifica, in cui si invochi il Creatore di tutti, per un futuro di unità sulla terra.

Caro fratello, siamo entrambi convinti che il rispetto della dignità e dei diritti di ogni persona e di ogni comunità, in particolare la libertà di religione, di pensiero e di espressione, sia fonte di serenità personale e sociale e di armonia tra i popoli.

Pertanto, spetta anche a noi, leader religiosi, incoraggiare coloro che hanno responsabilità nella società civile ad adoperarsi per affermare una cultura fondata sulla giustizia e sulla pace, promuovendo azioni politiche che tutelino i diritti fondamentali di ciascuno. Infatti, è essenziale che la famiglia umana riscopra il senso della fraternità e della reciproca accoglienza, come risposta concreta alle sfide odierne. A tal fine, uomini e donne di diverse confessioni, camminando concordi verso Dio, sono chiamati a «incontrarsi nell’enorme spazio dei valori spirituali, umani e sociali comuni, e investire ciò nella diffusione delle più alte virtù morali, sollecitate dalle religioni» (Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune, 4 febbraio 2019).

Auspico che insieme, cristiani e musulmani, possiamo sempre essere testimoni di verità, di amore e di speranza, in un mondo segnato da numerosi conflitti e quindi bisognoso di compassione e di guarigione.

Elevo la mia preghiera a Dio, l’Onnipotente, per Lei, per la Sua comunità e per l’amata terra irachena.

Dal Vaticano, 28 febbraio 2023

FRANCESCO



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