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MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
ALLA PONTIFICIA COMMISSIONE PER L'AMERICA LATINA

 

Caro Monsignor Robert Prevost
Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina (CAL)
Cari responsabili di istituzioni e organismi di aiuto alla Chiesa in America Latina,

Vi ringrazio per la vostra presenza e perché avete deciso di riunirvi nella Santa Sede su invito di questa Pontifica Commissione.

La recente promulgazione della Costituzione apostolica Praedicate Evangelium  implica un processo di conversione missionaria e sinodale di tutti noi che lavoriamo nel governo della Chiesa universale. Senza conversione del cuore, le riforme rimangono in un ambito meramente amministrativo o procedurale. Abbiamo tutti bisogno di un cambiamento di vita affinché la Chiesa possa mostrare nitidamente il volto genuino di Gesù Cristo. Proprio per questo, la riforma della Curia Romana cerca di meglio «armonizzare l’esercizio odierno del servizio della Curia col cammino di evangelizzazione, che la Chiesa, soprattutto in questa stagione, sta vivendo» (Costituzione apostolica Praedicate Evangelium , n. 3).

È in questo contesto che, dopo aver ascoltato diverse opinioni, ho potuto discernere e decidere che l’intuizione pastorale e visionaria di Papa Pio XII al momento di creare la CAL nell’anno 1958, avrebbe dovuto mantenersi e maturare nel contesto generale di rinnovamento della Curia e della Chiesa in generale. A poco a poco, la sua missione si è affinata, aggiungendo a ogni passo alcune sfumature e accenti (cfr. San Giovanni Paolo II, Lettera apostolica M.p. Decessores nostri; Costituzione apostolica Pastor Bonus). Attualmente, la CAL ha il «compito [di] attendere allo studio delle questioni che riguardano la vita e lo sviluppo delle medesime Chiese particolari in aiuto ai Dicasteri interessati in ragione della loro competenza e assisterle col consiglio e con mezzi economici [...] Ad essa spetta anche di favorire i rapporti tra le Istituzioni ecclesiastiche internazionali e nazionali, che operano per le regioni dell’America Latina, e le Istituzioni curiali» (Costituzione apostolica Praedicate Evangelium, n. 111). In tal modo la CAL è chiamata a essere un servizio, una “diakonía ”, che mostri l’affetto e l’attenzione del Papa, che ispiri la Chiesa nella regione e che inoltre promuova la sinergia interdicasteriale della Curia Romana nelle questioni latinoamericane (cfr. Videomessaggio in occasione dell’Assemblea Plenaria della CAL, 24-27 maggio 2022).

Una delle facoltà che la CAL possiede è di sostenere economicamente alcuni progetti di evangelizzazione, occuparsi di situazioni di emergenza e promuovere quelle attività che risultino significative per la Chiesa nell’area di sua competenza. A volte la CAL ha potuto contare sulla collaborazione  di alcune istituzioni di aiuto per affrontare sfide specifiche, particolarmente urgenti. Ringrazio per questa volontà di cooperazione. Tuttavia, oso sognare una “nuova fantasia della carità”, come disse san Giovanni Paolo II, più ampia e incisiva (cfr. Lettera apostolica Novo millennio ineunte, n. 50).

Permettetemi di soffermarmi su questo punto. Ognuna delle vostre istituzioni possiede una sua propria natura e missione. Ma tutte partecipano a un’identità cattolica che deve fare del suo lavoro qualcosa di diverso da qualsiasi organizzazione di aiuto puramente secolare. In altre parole, dobbiamo riscoprire ogni giorno, con meraviglia e gratitudine, che la fede cristiana è la certezza dell’amicizia di un Dio che ci “primerea”, che ci educa e ci accompagna da vicino costantemente. Per questo, il tratto più specifico di tutte le istituzioni di aiuto della Chiesa non è l’efficienza amministrativa del loro operato — che speriamo sia molto buono —, e ancor meno il semplice sforzo umanitario che nasce da un cuore generoso. Ciò che è veramente originale del nostro aiuto è la carità di Gesù Cristo che ci spinge, è quell’amore che ci precede e ci invita a confessare Dio Padre, principio di ogni bene; Gesù Cristo, nostro Fratello, che ci ha redenti; lo Spirito Santo che guida la Chiesa, crea comunione e orienta l’umanità verso la sua pienezza (cfr. 2 Cor  5, 13-20).

Se “l’essenziale cristiano” lo diamo per scontato, prima o poi diventa un mero ricorso retorico e alla fine si dimentica (cfr. R. Guardini, L’essenza del cristianesimo ). Se “l’essenziale cristiano” non è presente, rimane solo il freddo pragmatismo che finisce con l’asfissiare le istituzioni ecclesiali e i suoi membri. San Paolo, per esempio, sapeva di essere un uomo erudito, competente ed efficiente. Tuttavia fu “conquistato da Gesù” (Fil 3, 12) e dalla contemplazione di Colui che “lo ha amato e ha dato se stesso per lui” (cfr. Gal  2, 20) acquisisce senso pieno la frase “l’amore del Cristo ci spinge” (2 Cor  5, 14). L’Apostolo scopre con meraviglia che la sua vita non può più continuare a essere la stessa. Dopo l’incontro personale che ha avuto sulla via di Damasco, tutto diventa una prolungata risposta all’amore di Cristo, che diviene in lui energia, coraggio ed eroismo. L’Apostolo dei Gentili si sente davvero spinto da quell’Amore, giungendo a dire: «guai a me se non predicassi il Vangelo!» (1 Cor 9, 16).

L’America Latina ha bisogno di aiuto solidale. Aiuto per evangelizzare le periferie geografiche ed esistenziali. Aiuto per rispondere ai bisogni dei più poveri ed esclusi. Ma è importante che tutti questi aiuti superino le facili tentazioni volontaristiche e pelagiane (cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera Placuit Deo, 1° marzo 2018). Se così avverrà, confido che ci saranno frutti sovrabbondanti: la cooperazione fraterna e sinergica tra tutte le istituzioni e agenzie cattoliche di aiuto che, sapendosi inviate e rinvigorite dalla stessa fonte, troveranno cammini di complementarietà e collaborazione di tutti con tutti.

Che la Santissima Vergine di Guadalupe, Imperatrice di tutti i popoli del continente americano, interceda per voi e vi incoraggi a sognare nuove forme di presenza, servizio e azione caritativa in autentica chiave cristiana.

E, per favore, non dimenticatevi di pregare per me.

Fraternamente,

Roma, San Giovanni in Laterano, 21 giugno 2023

Francesco



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