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VIDEOMESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI FEDELI DI ROSARIO

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Cari fratelli e sorelle di Rosario,

Mi viene in mente in questo momento un versetto del Vangelo di Matteo: «Beati gli operatori di pace» (Mt 5, 9). È una delle beatitudini. E in un momento di crisi, come quelli che vive la città del Rosario, comprendiamo il bisogno della presenza delle forze di sicurezza per portare tranquillità alla comunità. Tuttavia sappiamo che nel cammino della pace si devono percorrere risposte complesse e integrali, con la collaborazione di tutte le istituzioni che formano la vita di una società. È necessario rafforzare la comunità. Ogni popolo ha in sé gli strumenti per superare ciò che attenta alla sua integrità, alla vita dei suoi figli più deboli.  Contro te che attenti, bisogna rafforzare la comunità.  Nessuna persona di buona volontà può sentirsi né essere esclusa dal grande compito di far sì che Rosario sia un luogo in cui tutti possano sentirsi fratelli.

Senza complicità di un settore del potere politico, giudiziario, economico, finanziario e della polizia non sarebbe possibile arrivare alla situazione in cui si trova la città di Rosario. È necessario «rivalutare la politica, che “è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità, perché cerca il bene comune”» (Lettera enciclica Fratelli tutti, n. 180).  Tutti i settori politici sono chiamati a percorrere il grande cammino del consenso e del dialogo per generare leggi e politiche pubbliche che accompagnino un processo di recupero del tessuto sociale. L’alternanza delle amministrazioni deve sostenere la continuità dei processi di cambiamento. Occorre lavorare non solo sull’offerta, ma anche sulla domanda di droghe, attraverso politiche di prevenzione e di assistenza. Il silenzio dello Stato in questo campo fa solo sembrare naturale e facilita la promozione del consumo di droghe e la loro commercializzazione.

In un contesto come questo, è necessario che il sistema democratico vegli sull’istituzionalità della giustizia, di modo che possa essere indipendente, per indagare sulle reti della corruzione e del riciclaggio di denaro che favoriscono l’avanzare del narcotraffico. Ogni membro del potere giudiziario è responsabile di custodire la sua integrità, il che inizia dalla rettitudine del suo cuore. Allo stesso modo, vanno ringraziati tutti quegli uomini e quelle donne che, con il loro silenzioso impegno con la giustizia, tante volte mettono a rischio la propria vita per il bene comune in un contesto spesso disumanizzato.

«L’imprenditore è una figura fondamentale di ogni buona economia: non c’è buona economia senza buon imprenditore». Purtroppo, non c’è neppure una cattiva economia senza la complicità di una parte del settore privato. Si prospetta quindi un grande compito nel settore imprenditoriale, non solo impedendo la complicità negli affari con le organizzazioni mafiose, ma anche impegnandosi socialmente. Ci sono grandi esempi di ciò nella vita dell’imprenditoria argentina, tra i quali quello di Enrique Shaw. Nessuno si salva da solo, anche nei quartieri privati si possono trovare l’insicurezza e la minaccia del consumo per i propri figli. La pace è un’impresa che esige la creatività e l’impegno di tutti coloro che hanno il dono d’intraprendere e d’innovare, e voi sapete come farlo. Grazie per questo.

Dato che, in ogni sistema mafioso, i poveri sono il materiale “usa e getta”, vi invito a compiere sforzi e a unire sforzi affinché lo Stato e le istituzioni intermedie possano offrire spazi comunitari nei quartieri vulnerabili. E possono anche creare condizioni affinché i bambini, gli adolescenti e i giovani abbiano uno sviluppo umano integrale, per un futuro migliore di quello che hanno avuto i loro genitori e i loro nonni. Tutti noi — istituzioni sociali, civili e religiose — dobbiamo essere uniti per fare ciò che sappiamo fare meglio: creare comunità.  Rosario può contare su una grande ricchezza di istituzioni al servizio degli altri. È una ricchezza che voi avete. Tutti possiamo collaborare e partecipare agli spazi sportivi, educativi e comunitari. Il timore isola sempre, il timore paralizza. Non dovete aver paura d’impegnarvi insieme ad altri per essere risposta pacifica e ispiratrice.

Fratelli e sorelle, la Chiesa, come Madre e samaritana, è sempre chiamata ad accompagnare spiritualmente e organicamente i familiari delle vittime che hanno perso la vita a causa della violenza, accompagnare i malati, accompagnare quanti vivono la piaga delle dipendenze e i loro familiari, accompagnare quanti si trovano in carcere e hanno poi bisogno di un cammino di reinserimento, accompagnare quanti vivono in situazioni di vulnerabilità estrema.  La parrocchia è la Chiesa che si fa vicina, è la comunità dove tutti possono sentirsi amati. Per molti bambini, adolescenti e giovani vulnerabili sarà forse l’unica esperienza di famiglia che avranno l’opportunità di conoscere. In questi tempi, l’amore, la carità, sarà l’annuncio più esplicito del Vangelo per una società che si sente minacciata.

Cari fratelli e sorelle di Rosario, vi sono vicino. La Vergine del Rosario intercede giorno e notte per tutti i suoi figli, soprattutto, come sono solite fare le mamme, con un’attenzione speciale per quanti hanno maggiori fragilità. Che Dio vi benedica, un abbraccio.

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L’Osservatore Romano, Anno CLXIV n. 70, martedì 26 marzo 2024, p. 8.



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