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GIOVANNI PAOLO II

ANGELUS

Domenica, 16 marzo 1997

 

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Nel Vangelo di questa quinta domenica di Quaresima, Gesù illustra il senso della sua morte, servendosi dell'immagine del chicco di grano che morendo porta frutto (cfr Gv 12, 24).

Lo spunto per questa riflessione Gli è offerto dal fatto che, tra la folla venuta ad accoglierlo, mentre si avvicinava a Gerusalemme, ci sono anche degli stranieri, precisamente alcuni Greci, che manifestano agli Apostoli il desiderio di vederlo: "Vogliamo vedere Gesù" (Gv 12, 21). Con queste parole, essi si fanno in qualche modo portavoce dell'intera umanità, evidenziando il valore universale della salvezza offerta da Cristo.

2. Vogliamo vedere Gesù! E' il grido che l'umanità rivolge anche oggi ai discepoli di Cristo, chiedendo loro di mostrarne nella vita e nelle opere il volto divino. Noi lo raccogliamo con trepidazione, sapendo, come dice l'apostolo Paolo, che portiamo un tesoro in "vasi di creta" (2 Cor 4, 7). Non ignoriamo che la storia cristiana, pur così ricca di santità, registra anche tanta umana fragilità. Il Concilio ha osservato che spesso è proprio l'incoerenza dei credenti a costituire un ostacolo sulla via di quanti cercano il Signore (cfr Gaudium et spes, 19). Per questo il cammino della Chiesa verso il Terzo Millennio non può che essere un serio itinerario di conversione, uno sforzo di rinnovamento personale e comunitario alla luce del Vangelo. Deve essere questo, unicamente questo, il Grande Giubileo del 2000. Quanto più Cristo emergerà nella nostra vita, tanto più mostrerà quell'irresistibile attrattiva che Egli stesso preannunciò parlando della sua morte in croce: "Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me" (Gv 12, 32).

3. Signore Gesù, dona al mondo la pace!

Ancora una volta, carissimi Fratelli e Sorelle, vi invito ad implorare dal Signore la pace per l'Albania.

La crisi che sta scuotendo quella Nazione, da poco uscita da un lungo periodo di inumana dittatura, si è ormai estesa a tutto il territorio, sprofondando quelle care popolazioni nell'insicurezza totale.

Per il bene dell'Albania, chiedo a tutti coloro che hanno impugnato un'arma che la vogliano deporre: la violenza distruttrice non è certo il mezzo adeguato per risolvere i problemi sociali. Al contrario, ciascuno si senta impegnato a collaborare, nel rispetto delle persone e del diritto, al ristabilimento della fiducia tra i cittadini e le loro Autorità. Tutto ciò non può realizzarsi senza l'ordine pubblico.

Certo, questi avvenimenti tragici interpellano l'Europa intera: essa deve aiutare i governanti ed il popolo albanese a costruire il loro Paese sulle basi della democrazia e del dialogo politico e sociale.

La Vergine Maria, Nostra Signora del Buon Consiglio, interceda affinché la forza delle armi non abbia il sopravvento sulla pace e l'indifferenza non prevalga sulla solidarietà!


Parole rivolte ai fedeli di lingua spagnola:

Dirijo un saludo lleno de afecto a todas las personas, familias y grupos de los diversos Países de América Latina y de España, en particular, a los estudiantes del Colegio de San José de Reus. Al encomendaros a la maternal protección de la Santísima Virgen os imparto de corazón la Bendición Apostólica.

Traduzione delle parole pronunciate ai pellegrini polacchi:

Oggi mi rivolgo agli operai dei Cantieri di Danzica. Desidero dirvi che come sono stato con voi con il cuore e con la preghiera quando avete lottato per la libertà, così sono ora con voi e con le vostre famiglie nel momento della lotta per la sopravvivenza. Prego Dio che siano fruttuosi i vostri sforzi per conservare questo simbolo delle storiche lotte e dei sacrifici fatti in difesa della dignità dell’uomo e della nazione. Maria Ausiliatrice avvolga con il suo aiuto tutti coloro che vivono il dramma della insicurezza del domani. Dio benedica tutti voi.

Mi rivolgo ora in modo particolare ai giovani di Roma, per invitarli ad un appuntamento che ogni anno, prima della Domenica delle Palme, ho con loro. Cari ragazzi e ragazze di Roma, vi aspetto numerosi Giovedì prossimo, alle ore 17, nell'Aula Paolo VI in Vaticano. Durante questo incontro, dal titolo "Missione: passa la parola", vi consegnerò il Vangelo di Marco, affinché diventi programma di vita per voi e, con coraggio, lo andiate ad annunciare ai vostri coetanei. Sarà anche una bella occasione per prepararci insieme al grande Incontro con i giovani di tutto il mondo, a Parigi, nel prossimo mese di agosto.

Saluto poi i pellegrini presenti, in particolare i gruppi parrocchiali provenienti da Azzano Decimo (Pordenone), da Trieste, da Udine, da Roma e da Bagni di Tivoli. Saluto il Coro "Antonio Foraboschi" di Palazzolo Stella (Udine) e gli alunni della Scuola Elementare "Il Pellicano" di Bologna.

Un pensiero rivolgo anche ai numerosi atleti impegnati oggi nella Maratona di Roma: possa questa iniziativa sportiva contribuire a diffondere nella società quei valori di amore al sacrificio e di solidarietà che rendono il mondo più accogliente e più umano.

Prima di congedarsi dai fedeli convenuti in piazza San Pietro, il Papa ha detto:

«Ecco si sente il caldo e si prevede un bel tempo per la Pasqua, fra due settimane. Auguro a tutti i romani e a tutti gli ospiti di Roma buona Quaresima, buona Settimana Santa e poi buona Pasqua! Sia lodato Gesù Cristo».

 

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